
Le anime sono come cera in attesa del sigillo
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9 Ottobre 2017La scristianizzazione del mondo moderno è il fatto decisivo nella storia della Chiesa e del cristianesimo stesso, anzi, nella storia della spiritualità occidentale: si può dire che, insieme al cristianesimo, quel che si è spento è la vita spirituale degli uomini e delle comunità, il cui posto è stato preso da una mentalità neopagana, materialista e utilitarista, con il progresso scientifico e tecnologico al posto del vecchio Dio e con la ricerca del piacere, in dosi e modi sempre più raffinati, o meglio, sempre più contrari alla natura, quale meta suprema e scopo finale. L’uomo moderno ha perso quasi del tutto il retaggio due volte millenario del crocianesimo; nella sua vita, nei suoi pensieri, nel suo modo di porsi do fronte alle cose e di fronte a se stesso, non è rimasto quasi nulla di cristiano, se non un rancore di fondo, che lo spinge a una ostilità, a un disprezzo sempre più accentuati verso quel poco di cristiano che è rimasto, per caso, nei suoi ricordi e nei principi ricevuti nell’infanzia; se no, una totale indifferenza, un sovrano distacco dalla vita cristiana, così come da qualsiasi dimensione spirituale. Il vuoto è stato riempito in certi casi da nuove forme di religiosità e da nuovi credo filosofici, ma, per la maggior parte, è semplicemente rimasto incolto, come un campo abbandonato ove crescono rovi ed erbacce; per il resto, egli è tutto proiettato verso le cose esteriori, realizzando, ma a livello grossolano e di massa, ciò che il filosofo Nietzsche auspica come conquista di pochi individui superiori: l’andare al di là de bene e del male, nel senso letterale dell’espressione. L’uomo moderno, a schiere, a legioni, a ranghi compatti, è andato "oltre", nella terra incognita in cui non vige più alcuna regola, alcun senso morale, ma solo ed esclusivamente il principio del piacere. E perfino quando il profondo malessere causato da un simile modi di vivere, quasi animalesco, giunge a livelli intollerabili, tutto ciò che egli sa fare è riempirsi di medicinali contro ‘ansia e la depressione, rivolgersi allo psicanalista o allo psicologo, ma senza mai porre in dubbio la bontà e la legittimità del suo modo di vivere; senza mai chiedersi se il suo disagio esistenziale derivi proprio da esso; anzi, semmai il contrario: egli incolpa delle proprie sconfitte e dei propri turbamenti interiori il fatto di indulgere scrupoli eccessivi, di non saper coglier tutte le occasioni, di avere eccessivi riguardi verso se stesso e verso gli altri, mentre è vero esattamente il contrario. Ciò dipende dal clima generale in cui vive, dall’orizzonte complessivo della, civiltà moderna, la quale è nata proprio dalla rivendicazione della totale libertà per il singolo e per l’affermazione del principio del piacere quale norma assoluta di vita, davanti alla quale ogni altra considerazione, ogni altro ragionamento, ogni altro valore devo piegarsi e ammutolire. Così, se una persona è sconfortata perché il proprio matrimonio è fallito, ciò che la cultura dominante gli suggerisce non è d’interrogarsi se egli abbia vissuto il matrimonio, fin dal principio, cime una santificazione reciproca di sé e del proprio coniuge, alla luce della morale cristiana, ma di imparare la lezione del’egoismo, ripromettendosi, al prossimo incontro con un eventuale nuovo compagno o compagna, di non sacrificare nessuno dei suoi desideri egoistici, anche nella sfera strettamente sessuale, trasformando la vita a due in una specie di cattiva imitazione della pornografia di cui sono intrisi film, pubblicità e romanzi contemporanei. Così facendo, però, l’uomo moderno accumula sempre nuove delusioni e nuove frustrazioni, perché il suo egoismo, sempre più accentuato e sempre più amorale, lo pone in un urto con l’egoismo, altrettanto feroce, della sua compagna, il tutto nella più completa noncuranza delle ripercussioni che le loro liti e tradimenti, e la loro separazione finale, recano ai bambini, sballottati qui e là a colpi di avvocati e di giudici. Cresce così l’erotismo esasperato, crolla il senso dell’affetto coniugale della santità del matrimonio. Allo stesso modo, l’uomo moderno insegue il miraggio del benessere acquistando, in maniera compulsiva, oggetti tecnologici e capi firmati, un una spirale senza fine, magari indebitandosi ed esponendosi ai contraccolpi di uno stile di vita che non è in grado di sostenere; però non si chiede se il suo problema non sia quello di non avere tali cose, oppure di averle e di averne perfino troppe, trascurando, però, ciò che è essenziale, e che non si compera dai concessionari di automobili o nelle boutique alla moda, perché riguarda la nostra dimensione spirituale e la nostra relazione profonda con Dio e con il prossimo, oltre che con noi stessi. Tutti questi atteggiamenti sono l’indice di un mondo ormai radicalmente scristianizzati e de-spiritualizzato, in un mondo da cui l’anima è fuggita via, lasciando solamente dei brutali appetiti, degli istinti animaleschi e degli egoismi scatenati, in lotta perenne gli uni contro gi altri.
Il francescano austriaco Beda Hernegger, fondatore, nel 1934, del movimento Regnum Christi, tuttora vivo e operante in tutto il mondo, con parecchie migliaia di aderenti, fra religiosi e laici, delineava un quadro chiarissimo e lucidissimo del processo di scristianizzazione, che, scritto circa settant’anni fa, non può non sorprendere per l’esattezza di certe osservazioni e di certe analisi, considerato che ora possiamo constatare sviluppi ed esiti che, allora, erano difficilmente prevedibili, essendo anche i primi sintomi del malessere spirituale appena percettibili (da: B. Hernegger, Solidarietà cattolica. Un richiamo all’unità e alla comunità cristiana; titolo originale: Katholische Solidarität! Ein Ruf zur Einheit und Gemeinschaft, Wien-Mödling, Missionsdruckerei St. Gabriel, 1948; Alba, Edizioni Paoline, 1948, pp. 67-78, passim):
Sulle cause della generale cristianizzazione dei cattolici molto si è indagato e scritto negli ultimi decenni. Esse risalgono al Medio Evo e si continuano nella scissione della fede, nell’illuminismo, nel razionalismo, nel capitalismo e in tutte le loro conseguenze. Si aggiunga a questo l’industrializzazione, e, ad essa collegato, l’affollarsi e il conseguente ammucchiarsi di uomini in un piccolo spazio. Una politica anticlericale e un’agitazione perturbatrice della religione hanno poii alimentato e affrettato il processo. Inoltre vi sono cause interne alla stessa Cristianità che hanno reso possibile il pauroso lavorio di distruzione delle forze esterne: la mondanizzazione del clero, la insufficiente istruzione religiosa dl popolo, la fede sempre più debole, la generale mancanza di una vita di comunità veramente cristiana, non sono che alcuni dei moti inconvenienti nella Cristianità. […]
La religione è dovunque più o meno cosa privata. E così sperimentiamo che l’ambiente intorno alla Chiesa diventa in fatto di religione ogni giorno più neutrale o addirittura ostile. La Chiesa è circondata da un mondo pagano, e con la sua fede le sue concezioni morali si trovano spesso in un isolamento tragico e non determinano più nei punti essenziali l’opinione pubblica. Hanno ben poca influenza sugli sviluppi vitali della società umana; e così avviene che da una parte si trovano insieme nelle parrocchie persone che si interessano della religione e che aderiscono alla vecchia tradizione cristiana, e che persino sorgano movimenti spirituali entro la Chiesa, che occasionalmente cresca il numero di coloro che si avvicinano ai sacramenti e che ciò nonostante la vita nel mondo diventi sempre più pagana. […]
Il focolaio principale della scristianizzazione risiede nei centri cittadini, nelle località industriali ma sopra tutto nelle grandi città. […] Non soltanto gruppi di persone non sono più cristiani, ma anche tutto il clima morale della vita quotidiana: il luogo di lavoro, il divertimento, le organizzazioni economiche, politiche e professionali. Radio e stampa portano questo spirito nelle abitazioni e nelle famiglie, i bambini vengono già in contatto con queste cose e, finite le scuole, seguono in generale l’esempio dei genitori, anche se hanno frequentato una scuola cattolica. […] Nella classe rurale la vita religiosa ha radici molto più profonde e la scristianizzazione procede molto più lentamente e impercettibilmente; ci sono ancora apparenze cristiane sotto le quali si nasconde però il paganesimo. […] Questo processo di scristianizzazione si ripete sempre: ogni anno vengono nuove famiglie dalla campagna che all’inizio conservano un po’ di sentimento religioso e, sebbene molto irregolarmente, vano ancora in chiesa. A poco a poco, però, sotto l’ininterrotto e potente infuso dell’ambiente, rinunziano ad ogni attività religiosa. Nel frattempo sono arrivate nuove famiglie dalla campagna le quali occupano in chiesa il loro posto. […]
È difficile descrivere l’atmosfera scristianizzata: bisogna aver respirato l’aria che domina nelle fabbriche, negli uffici, nei quartieri operai, nei caffè, nelle osterie e negli altri luoghi di svago per poter giudicare la situazione religiosa e morale delle masse. La cultura e la mentalità cristiane sono qui soppiantate da una concezione della vita del tutto mondana; qui l’uomo moderno è fino in fondo all’anima estraniato dal cristianesimo e dalla Chiesa. Il posto tenuto dalla religione è stato oggi occupato in vari strati del popolo dei lavoratori, degli impiegati, da altri bisogni, miti e feste che corrispondono alla mentalità degli uomini moderni. Gli uomini non sanno più distinguere il bene dal male, soprattutto nel campo della morale sessuale e matrimoniale. Il triste quadro dei costumi che San Paolo ha fatto dei Romani e dei pagani del tempo suo è stato di gran lunga superato dal paganesimo delle terre cristiane moderne. Quello che soprattutto spaventa non è la frequenza del peccato, il suo carattere contro natura, la sua perversità, ma il fatto che di questo peccare non si è coscienti, che non lo considera come qualcosa di cattivo e di vergognoso, e che si pecca apertamente e senza vergogna. Non ce se ne preoccupa affatto e si segue semplicemente l’andazzo dell’ambiente. Spesso si considera quasi un delitto mettere al mondo un bambino, si accusano i genitori di irresponsabilità di fronte al neonato per averlo chiamato in un mondo come questo; l’aborto viene considerato in tali ambienti una cosa naturale: nessuno lo giudica un assassinio. In alcuni paesi alla giovane copia come regalo di nozze si danno preservativi contro il concepimento e istruzioni per l’aborto. Sono distrutte tutte le basi di una sana famiglia cristiana; l’aria è pregna di erotismo e di sensualità, continuamente alimentata da una stampa pornografica, ricca di illustrazioni oscene, e dai film. Il divertimento non è un sano svago dello spirito, ma uno stimolo a bisogni contro natura. La mentalità di costoro è meccanica e proprio materialista. […] Non si concepisce più la dignità dello spirito umano; l’uomo appare soltanto nella sua animalità con le sue esigenze naturali. La vita del singolo è defraudata del suo significato…
Se si pensa che queste considerazioni sono state fatte quando non c’erano i computer e i telefonini e neppure la televisione, e quando la popolazione mondiale era circa un terzo dell’attuale (perché in soli settant’anni è quasi triplicata), si resta colpiti dalla loro attualità ed esattezza. La considerazione sul giudizio neutrale, o benevolo, riguardo alla pratica dell’aborto, fa subito venire un mente il recente caso Léonard: il professore belga licenziato da una scuola cattolica per aver parlato dell’aborto in termini di assassinio, "scaricato" e duramente condannato dai vescovi e dal clero di quel Paese. Torniamo quindi al nodo centrale della questione: il mondo moderno si è scristianizzato, ma la scristianizzazione lo ha aggredito non solo dall’esterno, ossia da parte di forze e istituzioni dichiaratamente non cristiani e, spesso, anticristiani, ma anche dall’interno, per mezzo di un clero e di un laicato che hanno gradualmente fatto propria la mentalità mondana: laicista, materialista, razionalista e anti-spirituale, al punto da costruire una specie di neochiesa e di neo-cattolicesimo (limitandoci, qui, al discorso sui cattolici; quello sui protestanti sarebbe ancora più sconfortante) che hanno ormai ben poco a che fare con la vera Chiesa e con il vero cattolicesimo, quando non ne sono, addirittura, la parodia e il totale rovesciamento.
Diventa perciò indispensabile fare una riflessione non solo su come il cristianesimo sia stato scalzato da un paganesimo di ritorno, basato sull’adorazione delle cose al posto della divinità, ma anche, e soprattutto, su come la Chiesa si sia arresa a questo neopaganesimo e ne abbia accettato, o accolto, anche taluni degli aspetti più palesemente anticristiani e assolutamente inconciliabili con la visione cristiana della vita e l’etica cristiana. Il brano sopra citato fa, anche su questo versante, una analisi molto acuta, pur nella sua estrema sinteticità, individuando quattro punti centrali nella crisi della Chiesa e dei cattolici di fronte al dilagante paganesimo: mondanizzazione del clero; insufficiente istruzione religiosa del popolo; fede sempre più debole; generale mancanza di una vita di comunità veramente cristiana. Ciascuno di questi punti meriterebbe una ulteriore riflessione, che ci riserviamo di fare a suo tempo. Resta, al cuore del problema, il progressivo venir meno della fede: tutto parte da lì. Ed è da lì che si deve ricominciare, se si vuol coltivare la virtù della Speranza.
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