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Il lutto si addice a Elettra quando si vive nell’inferno dell’Io

Scrive Odoardo Piscini ne «Eschilo, Sofocole, Euripide. Il mito di Elettra» (Città di Castello, Società Editrice dante Alighieri, 1997, pp. 10-11):

«… La vicenda di Elettra ha soprattutto ispirato il celebre dramma "Mourning becomes Electra" ("Il lutto si addice a Elettra") di Eugene O’Neill, rappresentato pe la prima volta il 26 ottobre 1931, ma scritto nel 1919. La trilogia è suddivisa in: "Il ritorno" (4 atti), "L’agguato" (5 atti), "L’incubo" (4 atti) (traduzione di B. Fonzi, Einaudi, Torino, 1974; ristampato in "I capolavori di Eugene O’Neill", II, Einaudi, Torino, 1990, pp. 3-172).

L’azione si svolge in una cittadina della Nuova Inghilterra fra la primavera del 1865 e l’estate del 1866, appena terminata la guerra civile americana, nella casa dei Mannon, la famiglia più ragguardevole del luogo. Anni prima, uno dei due rampolli Mannon ha dovuto sposare una cameriera da lui sedotta ed è stato cacciato di casa, finendo ubriacone e in miseria. Mentre il fratello Ezra Mannon è impegnato in guerra, giunge a casa Mannon un comandante di veliero, certo Adam Brant, che si scoprirà essere il figlio della cameriera e "nipote rifiutato" di Ezra. La moglie Christine Mannon intreccia una relazione col giovane, del quale si è innamorata anche la figlia Lavinia. Istigata dal giovane avventuriero, che vuole vendicare il padre cacciato di casa, Christine avvelena il marito tornato dalla guerra e progetta di fuggire col giovane Adam. Ma Lavinia si erge a tutela della moralità calpestata e spinge il fratello Orin ad uccidere a tradimento Adam.

Di conseguenza, Christine e Orin si suicidano. Lavinia, responsabile di questa catena di delitti, rinuncia all’amore e affronta la propria punizione: "Io sono l’ultima Mannon. Devo punirmi da me! Vivere qui, sola con i morti, è un atto di giustizia più crudele della morte o della prigione! Non uscirò mai più; non vedrò più nessuno! Farò inchiodare tutte le imposte, così che la luce del sole non possa più entrare. Vivrò da sola con i morti" (cit., p. 72).»

Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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