
Musica e danza nell’antico Egitto come eterno dualismo di sacro e profano
26 Luglio 2013
Londra è la capitale del Male?
26 Luglio 2013Scrivono Iris Ruozzi e Tina Santini Lolli (in: «I luoghi della parola», Editoriale Paradigma, Firenze, 1988, pp. 581-82):
«La più famosa scrittrice italiana di romanzi d’appendice, Carolina Invernizio (1858-1916),, scrisse sul finire del secolo circa 120 romanzi a puntate, pubblicandoli sulla "Gazzetta di Torino" e sull’"Opinione nazionale" di Firenze.
Queste opere portavano titoli terrificanti: "Il bacio di una morta", "La sepolta viva", "L’orfana del ghetto", "La vedetta di una pazza", "Bacio infame", "Il cadavere del Po", "Cuore di madre", "Il delitto della Contessa", "La gobba di Porta Palazzo", "La cieca di Vanchiglia", ecc.
Il successo fu enorme, anche grazie alla struttura "gialla", ispirata alle notizie più sensazionali e truculente della cronaca nera contemporanea.
La produzione della scrittrice, onesta borghese, ottima madre e sposa, è imperniata sui valori della famiglia; il paradiso della coppia felice inizialmente sconvolto da un elemento perturbatore (adulterio, delitto, figlio della colpa, ecc.) che travolge il nucleo familiare; per riconquistare questo equilibrio (il risarcimento, la punizione dei malvagi, l’amore, la felicità) i protagonisti dovranno affrontare un inferno di sofferenze.
Tale ambiguità rispondeva alle attese dei lettori, da un lato catturati da una vistosa retorica sentimentale, dal’altro blanditi nel loro interesse per le forti tinte e per il sensazionale da una serie inesauribile di delitti, vendete, passioni, gelosie, perversioni, ecc.
La popolarità dunque ei romanzi della Invernizio non si deve al fatto che in essi trionfi l’ideologia delle classi subalterne (è spesso vero il contrario), ma al fatto che temi e intrecci rispondono alle attese sia psicologiche che estetiche dei lettori.
Lo sfondo dominante delle storie è la città. Vi si contrappongono quartieri poveri, cenciosi, squallidi e ambienti lussuosi, raffinati.
L’atmosfera è spesso quella dei luoghi maledetti, costante tipologica sia del romanzo gotico che del feuilleton.
Dal punto di vista semiologico, l’aspetto più evidente della struttura è la ripetizione: formula e ingredienti tornano ossessivamente, seguendo schemi infornativi e stilistici standard, così da rassicurare il lettore nelle sue attese.
Il sistema dei personaggi è costruito come sempre nell’appendice, da coppie oppositive: fanciulla perseguitata (eroica)-perfida seduttrice (antagonista); giovane onesto e buono (eroe)-persecutore 8antagonista), ecc.
La fabula si costruisce sul rapporto "spannung"(tensione)-scioglimento.
Per quanto riguarda gli stilemi più caratteristici, si rileva la mancanza di sfumature e la tendenza ai contrasti, sia nella tipologia tematica che nelle scelte linguistiche: alle contrapposizioni melodrammatiche dell’intreccio (eroe-antagonista, persecutore-vittima, punizione dei colpevoli-trionfo degli innocenti, ecc.) corrisponde, sia nel linguaggio che nella rappresentazione dei personaggi, il sistema delle coppie oppositive(angelo-demonio), l’uso dell’antitesi e dell’ossimoro (feroce sorriso, angelo tenebroso, ecc.).
Le emozioni truci sono rese con enfatica ridondanza, ma il linguaggio risulta cristallizzato e stereotipo (si considerino ad esempio le metafore: "rettile velenoso " è il seduttore; "colomba nel fango" l’innocente trascinata al male, ecc.).
Un gustoso collage delle situazioni tipiche, dei personaggi, del linguaggio caratteristico della scrittrice è stato portato in teatro, qualche anno fa, dalla compagnia di Paolo Poli, che ne ha tratto uno spettacolo fresco e molto divertente.
Tutta giocata sul registro della parodia, questa riproposta dell’universo narrativo della Invernizio sembra dimostrare che l’unica chiave di lettura di questo tipo di testi per il lettore moderno è proprio quella della parodia, tanto meglio se feroce. […]
Questi meccanismi narrativi funzionano ancora, oppure è vero che il fascino di queste storie non cattura più il lettore disincantato del nostro tempo? O forse occorrerà impegnarsi in una risposta più articolata, facendo delle distinzioni?»
Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels