
Siamo diventati figli di nessuno
3 Dicembre 2017
Cari neoteologi e neopreti avete mai letto la Bibbia?
4 Dicembre 2017Se, finalmente, l’opinione pubblica e il Parlamento italiano si renderanno conto del fatto che siamo in guerra, che siamo sotto attacco e che è in atto una invasione del nostro Paese, mirante non solo ad azzerarne la sovranità, ma anche a cancellarne l’identità, ecco l’agenda delle cose più urgenti che si dovranno fare; beninteso se si smetterà di considerare come prioritarie le leggi sulla nuova denominazione dei genitori, che non dovranno più essere "padre" e "madre", ma "genitore 1" e "genitore 2", e altre simili battaglie di civiltà.
1) Il parlamento deve modificare radicalmente le procedure per la richiesta di asilo politico. Non si può continuare, davanti a situazioni eccezionali, a seguire la procedura ordinaria. Occorre eliminare il diritto di appello: deve esservi un solo grado di giudizio. Chi non ha i requisiti per vedersi riconoscere lo status di rifugiato, non deve avere la possibilità di fare ricorso, prolungando ulteriormente i già lunghissimi tempi di permanenza nei centri di accoglienza, con tutti i problemi che ne derivano e con l’enorme esborso di denaro pubblico, magistratura compresa: perché sia chiaro che il finto profugo che fa ricorso, lo fa sempre a spese nostre, non certo a spese sue; e questo in un Paese, come l’Italia, dove i tempi della giustizia amministrativa, per i nostri cittadini a pieno titolo, sono già assurdamente lunghi.
2) I respingimenti devono essere effettivi e immediati. Anche qui è evidente che, finora, si è seguita una procedura semplicemente ridicola: mettere una carta in mano alle persone respinte e dire loro che devono lasciare l’Italia entro un certo tempo è, come minimo, un colossale peccato d’ingenuità. Di fatto, e non è un segreto per nessuno, queste persone diventano irreperibili e vanno a ingrossare il grande esercito dei clandestini, la cui consistenza numerica nessuno sa esattamente quale sia, ma che numerosi indizi suggeriscono essere enormemente più grande di quel che si crede, e sicuramente assai più grande delle stime ufficiali del Ministero dell’Interno. Clandestinità vuol dire o delinquenza, o lavoro da schiavi nei campi, per un "salario" di cinque euro al giorno, o entrambe le cose insieme. Chi vene espulso, deve essere accompagnato immediatamente al porto o all’aeroporto più vicino e fatto salire a bordo.
3) Ciò significa anche rivedere la politica estera nei confronti degli Stati di provenienza. Quelli che si mostrano ostruzionisti devono essere "puniti" con delle ritorsioni economiche. Occorre sospendere tutte le forme di aiuto internazionale, da parte dell’Italia, nei loro confronti. Inoltre, l’Italia deve proporre, in sede internazionale, una linea comune nei confronti di tali Stati; e se l’ONU, ormai dominata da una maggioranza mondialista, non ci vuol sentire da quell’orecchio, si dovrà spostare la discussione in sede UE e in sede NATO. L’Italia, finora, non ha ottenuto nulla dall’appartenenza a tali organismi; è tempo che faccia intendere che le cose devono cambiare, altrimenti essa potrebbe anche rivedere la sua politica estera. Gli Stati di provenienza dei falsi profughi che cercano di evitare il loro rimpatrio devono essere trattai alla stregua di "Stati canaglia". Bisogna far loro capire che non possono comportarsi così e, nel medesimo tempo, usufruire di prestiti, agevolazioni e programmi di sostegno alla loro economia proprio dai Paesi, come l’Italia, che sono afflitti dalla piaga della immigrazione clandestina.
4) Nel caso in cui risulti impossibile accertare la nazionalità dei sedicenti profughi, come pure nel caso in cui risulti impossibile acquisire informazioni precise sulla loro identità personale, sulla loro fedina penale, sulla loro eventuale presenza nella lista dei terroristi internazionali; nel caso in cui costoro rifiutassero di declinare le loro generalità e tentassero deliberatamente di sottrarsi a qualunque accertamento, per esempio procurandosi abrasioni ai polpastrelli per impedire il rilevamento delle impronte digitali; e nel caso di persone che, già respinte, tanto più se responsabili di reati sul nostro territorio, vengono trovate una seconda (o una terza, o una quarta) volta in Italia, per tutti costoro deve valere la presunzione di intenzionalità criminale: se sono in Italia, mentre non dovrebbero esserci, ci sono per commettere dei reati o degli illeciti e quindi vanno trattati come soggetti potenzialmente pericolosi. Devono essere arrestati, detenuti ed espulsi nel più breve tempo possibile; se l’espulsione risulta impossibile, devono essere condannati a pene detentive non meramente simboliche, che fungano da deterrente.
5) L’accoglienza delle persone giunte illegalmente a bordo dei barconi, o con altre modalità illegali, deve avere carattere di eccezionalità e di brevità. Queste persone non devono poter accedere al territorio nazionale ed essere lasciate libere di entrare e uscire a piacere dai centri di accoglienza. Si devono creare dei centri di prima accoglienza sulle isole disabitate o di difficile accesso, facendo in modo che la popolazione italiana e le attività economiche italiane, a cominciare dal turismo, non ne risentano danni. In tali centri di prima accoglienza deve essere fatta una prima scrematura e le persone che si trovano nella condizione descritta al punto 4, vanno respinte immediatamente. In tali centri devono essere imposte la disciplina militare e la legge militare. Niente di oppressivo, niente di "fascista": la stessa disciplina che valeva per milioni di cittadini italiani chiamati dallo Stato sotto le armi. Chi commette reati comuni in regime di disciplina militare, ad esempio il furto, la violenza privata, lo spaccio di sostanze stupefacenti, deve essere messo immediatamente nella categoria degli indesiderabili e respinto. Deve essere respinto anche chi organizza sedizioni all’interno dei centri, chi danneggia il mobilio e le altre proprietà dello Stato, chi rifiuta il cibo, chi assume atteggiamenti razzisti (di questo si parla poco, ma è frequente che i richiedenti asilo islamici maltrattino in vario modo, anche grave, i loro compagni di religione cristiana; oppure che giovani uomini violentino, anche in gruppo, delle donne ospitate nei medesimi centri), costui deve essere isolato ed espulso con procedura d’urgenza.
6) Delle commissioni parlamentari ed, eventualmente, delle commissioni internazionali (ma queste ultime solo a precise condizioni, stabilite dal governo italiano) devono poter accedere a tali centri per effettuare delle ispezioni di carattere umanitario; viceversa, l’accesso deve essere tassativamente vietato alla stampa e a qualsiasi altro soggetto privato, e la divulgazione di materiali illegalmente ottenuti deve essere punita con severità, a termini del codice penale. Il diritto alla libertà d’informazione deve cedere davanti a un principio di ordine superiore: quello della sicurezza nazionale. Bisogna far comprendere a tutte le anime belle, ai paladini dei diritti umani a senso unico, ai volontari delle ONG che considerano l’Italia come la "naturale" discarica di tutti i flussi migratori che gli altri Paesi non vogliono accollarsi, che la gestione dei centri di accoglienza temporanea è questione che riguarda la sicurezza nazionale del nostro Paese. E a chi avesse delle obiezioni in proposito, ricordiamo che lo stesso ministro dell’Interno, Marco Minniti,uomo in quota PD e non in quota Lega o Fratelli d’Italia, ha ammesso che fra i migranti vi saranno e vi sono certamente dei terroristi delle organizzazioni islamiche, il cui scopo è preparare attentati in tutta Europa e anche nel nostro Paese.
7) In un Paese serio, o, comunque, in un Paese normale, le navi da guerra servono per difendere i confini e non per prendere a bordo gli invasori Le nostre Forze Armate, e specialmente la Marina e l’Aviazione, devono essere incaricate di condurre una vera operazione Mare Nostrum sulle coste della Libia (e non come quella, assurda autolesionista, condotta a suo tempo con questo nome), finalizzata a distruggere tutte le flottiglie di barconi di cui potrebbero servirsi le organizzazioni criminali che si dedicano al traffico di carne umana. Ciò potrebbe condurre a degli incidenti, anche gravi con le autorità libiche, è inutile nasconderselo: tanto peggio. L’Italia è un grande Paese e non deve porsi nella condizione di essere ricattata da barcollanti "governi" libici che non controllano nemmeno il loro territorio, ma che in compenso sanno molo bene come ricavare degli utili dalla tratta di esseri umani. L’Italia, prendendo una tale iniziativa, potrebbe anche essere condannata in sede ONU e descritta come un Paese guerrafondaio e colonialista: pazienza. Altri Stati, molto più piccoli dell’Italia, ad esempio Israele, sono stati condannati dall’ONU e se ne sono sempre infischiati tranquillamente. Il nostro interesse nazionale deve prevalere sempre e comunque: nessuno venga a farci la morale in casa nostra. Noi siamo il Paese che ha fatto più di più, sia per i cosiddetti migranti sia per i finanziamenti agli organismi umanitari internazionali: ora basta. Se a qualcuno non piace quel che fa l’Italia, che venga a farsi carico dei problemi che l’Italia ha finora gestito da sola, nell’indifferenza generale. La differenza fra Paesi che contano sulla scena mondiale, e Paesi ininfluenti, non è dovuta solo al potenziale finanziario e agli arsenali nucleari, ma, prima di tutto, alla volontà di far passare il principio della priorità del proprio interesse nazionale. Finora, nelle sedi internazionali, l’Italia ha belato come una pecora e mendicato, invano, solidarietà e comprensione (vedi il caso dei due marò sequestrati dall’India con un’azione piratesca); d’ora in poi, deve far sentire la sua voce in maniera virile. Il mondo ammira chi crede ciecamente nel diritto e nelle procedure perfettamente legali, ma rispetta per davvero solo chi, all’occorrenza, sa difendersi da sé. Che cosa avrebbe fatto l’Italia nel 1982, se le isole Falkland fossero state italiane? Si sarebbe rivolta all’ONU: avrebbe risposto alla politica della forza con la politica delle chiacchiere.E quando il Marocco occupò un isolotto disabitato, nel 2002, appartenente alla Spagna, che cosa avrebbe fatto l’Italia, se quell’isolotto fosse stato parte del suo territorio? Basta vedere quel che fece quando Gheddafi sparò dei missili contro Lampedusa, nel 1986: assolutamente nulla.
8) Il governo deve istituite delle commissioni d’inchiesta che indaghino su come sono state impiegate finora le ingenti somme di denaro desinate all’accoglienza dei migranti. Occorre verificare quali uffici ministeriali, quali amministrazioni locali, quali organizzazioni non governative e quali cooperative di servizio per l’accoglienza hanno profittato del pubblico denaro per offrire, in cambio, pessimi servizi ai migranti e agli zingari, provocando tensioni e disordini sul territorio nazionale. Se verranno accertate delle responsabilità penali, dovranno esservi delle punizioni esemplari e i responsabili trattati come nemici della sicurezza dello Stato e della pace sociale. Dovranno essere istituite anche delle commissioni per controllare il territorio nazionale nelle aree sensibili, specie del Mezzogiorno, dove si sa che proprietari senza scrupoli di aziende agricole sfruttano il lavoro dei clandestini in condizioni disumane. Infine, delle commissioni d’inchiesta dovranno verificare le connessioni esistenti fra la gestione dei migranti nei centri di accoglienza, gli sbarchi dei clandestini e l’azione della criminalità organizzata, mafia, camorra e ‘ndrangheta, e anche, fin dove possibile, le connessioni con la grande criminalità internazionale (mafia albanese, mafia russa eccetera).
9) Il parlamento e il governo devono stabilire un numero chiuso anche per l’accoglimento delle richieste d’ingresso in Italia da pare degli stranieri "regolari". E poiché il livello di saturazione è stato di gran lunga raggiunto, e anche superato, occorre stabilire un blocco di tali permessi. Anche i ricongiungimenti familiari devono subire una stretta. Non è possibile concederli a quei nuclei familiari i cui membri, non appena giunti in Italia, fanno domanda per ottenere gli assegni di disoccupazione e l’assegnazione delle case popolari a prezzo d’affitto simbolico, oltretutto scavalcando le famiglie povere italiane nell’accesso a tali servizi. Così è stato finora e l’Italia ha fatto la figura del perfetto allocco, facendosi mungere da persone sufficientemente scaltre da sfruttare le leggi a loro favore. Il concetto chiave deve essere che il permesso di venire in Italia va concesso a quei nuclei familiari che dimostrano di essere economicamente autosufficienti e non a quelli che non possiedono mezzi di sussistenza adeguati; altrimenti l’immigrazione si risolve in una forma di assistenzialismo all’ingrosso e quella dell’immigrato diventa una comoda professione per essere mantenuto gratis. Ci sono poi parecchi casi di lavoratori stranieri di religione musulmana che tornano periodicamente nel loro Paese di origine, contraggono un nuovo matrimonio (fino a quattro, come prevedono quelle legislazioni) e poi tornano in Italia, esibendo il certificato matrimoniale e chiedendo i relativi sussidi per il mantenimento della famiglia. Oltre alla turlupinatura economica, qui siamo in presenza di una tacita legalizzazione della poligamia: cosa inaccettabile, visto che essa è contraria alle nostre leggi sul diritto di famiglia.
10) Il governo deve procedere, d’accordo con le amministrazioni locali, a una politica d’incoraggiamento ai rimpatri. Tutti gli stranieri residenti in Italia, con o senza nucleo familiare, la cui presenza non è essenziale alla nostra economia, devono essere incoraggiati a valutare la possibilità di rientrare nei Paesi di origine, beneficiando di determinati incentivi economici. In pratica, si tratta di far capire ai diretti interessati, e anche alla nostra opinione pubblica, che i problemi del Sud del mondo non si risolvono trasferendo milioni e milioni di persone al Nord, bensì creando opportunità di lavoro al Sud, il che è possibile se i’immigrato, messo da parte un gruzzoletto, rientra nel suo Paese e investe quei soldi nella sua economia, ad esempio impiantando una piccola azienda a conduzione familiare. Ed è una riflessione di puro buon senso.
Ma sappiamo quanto sia remota la possibilità che una simile piattaforma venga anche solo parzialmente presa in considerazione dai nostri governanti. La nostra opinione pubblica non è preparata, perché sino ad ora è stata sistematicamente disinformata. I mass media hanno fornito una immagine distorta dell’immigrazione, minimizzando gli spetti negativi e gonfiando oltre misura i (supposti) effetti positivi. Quando il presidente dell’Inps, Tito Boeri, dice che solo grazie agli immigrati lo Stato italiano riesce a pagare le pensioni ai cittadini, fa della disinformazione e quasi del terrorismo psicologico. Ma la realtà è un’altra. Gli italiani che hanno lavorato quarantanni e più, versando regolarmente i contribuiti allo Stato, non si sono forse pagati da sé la loro pensione? E dunque, la prima cosa da fare è sempre la stessa: riscuotersi, risvegliarsi, rifiutare la manipolazione mentale, acquisire consapevolezza del vero stato delle cose, soprattutto di quali siano le priorità per il bene del nostro Paese e del nostro popolo. Chi non è d’accordo, chi si preoccupa di astratti principi di filantropia, chi sta sempre e comunque dalla pare dei "poveri" profughi, per partito preso, calpestando, di fatto, il diritto alla sicurezza, alla vita e alla proprietà dei nostri cittadini, dovrebbe essere guardato alla stregua di un traditore. Ché tale è, nei fatti: e il marchio morale del tradimento dovrebbe essere il primo scotto da pagare, per lui, finché non gli sia passata la voglia di fare, demagogicamente, il generoso con ciò che non gli appartiene: il diritto al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash