Il respiro della Terra, per Rudolf Steiner, è l’inspirare e l’espirare della sua stessa anima
26 Luglio 2013
Essere persone Senza Limite, per Wayne W. Dyer, vuol dire aprirsi alla propria unicità
26 Luglio 2013
Il respiro della Terra, per Rudolf Steiner, è l’inspirare e l’espirare della sua stessa anima
26 Luglio 2013
Essere persone Senza Limite, per Wayne W. Dyer, vuol dire aprirsi alla propria unicità
26 Luglio 2013
Mostra tutto

La rivoluzione della bellezza e l’equivoco della scuola gratuita e di qualità

Da alcuni mesi è indiscutibilmente il personaggio più popolare del suo Paese, il Cile, e da alcuni giorni anche i resto del mondo ha incominciato a conoscere il suo nome e familiarizzarsi con l’immagine del suo volto.

È Camila Vallejo, una studentessa ventitreenne della Facoltà di Geografia che ha rivelato doti notevolissime di leader politico e che ormai decine di migliaia di studenti cileni considerano come la loro icona: una icona capace di far tremare il governo conservatore di Sebastian Piñera, accusato di essere l’erede della dittatura di Pinochet e di condurre, come quello, una politica sociale antipopolare e classista.

E che icona: Camila Vallejo è bellissima e i media di tutto il mondo si sono gettati a pesce su questa particolarità; ma la giovane donna, figlia di comunisti e lettrice di Bakunin e Marx (speriamo abbia compreso la differenza), alle domande di tipo personale che le rivolgono i giornalisti, giustamente taglia corto e risponde che bisognerebbe parlare delle diseguaglianze sociali nel suo Paese, non del suo fidanzato che non esiste, dato che ella non ha tempo per simili cose.

La protesta è partita dalle università, rivelando tratti non violenti e una notevole dose di creatività, ironia e capacità di improvvisazione: i suoi cortei assomigliano a balletti, le sue adunanze, a giochi adolescenziali; nel mirino della protesta sono i costi proibitivi delle rette universitarie, che, di fatto, tagliano fuori gran parte dei giovani dalla possibilità di accedere ai livelli più alti dell’istruzione o costringono le loro famiglie a indebitarsi oltre misura.

In Cile, anche le università statali si sovvenzionano per mezzo di rette salatissime, mentre il bilancio statale riserva alla pubblica istruzione meno dell’1% del Prodotto Interno Lordo; va ricordato che, ai tempi del governo di Salvador Allende, la quota destinata ad essa era del 7% e che, dopo il "golpe" dei militari del 1973, essa non ha fatto che scendere costantemente, arrivando ad attestarsi su una cifra che, percentualmente, è fra le più basse del mondo.

La risposta del governo è stata dura, con cariche della polizia, centinaia di arresti e un numero imprecisati di vittime, fra le quali degli studenti che risultano ufficialmente scomparsi o irreperibili, ma che si hanno forti ragioni per temere siano stati assassinati o, nel migliore dei caso, imprigionati illegalmente e trasferiti chissà dove.

E basterebbe già questo perché il cuore di qualsiasi persona generosa batta dalla parte degli studenti e della loro rappresentante nazionale, Camila Vallejo; e perché i sentimenti di ogni persona onesta e amante della giustizia si volgano istintivamente contro il Berlusconi del Cile, quel Sebastian Piñera che, provenendo dal mondo dell’impresa, ha creduto di cavarsela con un semplice rimpasto ministeriale e con la promessa di alcune riforme, peraltro non di carattere strutturale, onde reperire maggiori fondi per l’università statale e la scuola pubblica.

Chi è nato povero, ma dotato di intelligenza, buona volontà e senso della giustizia, non può non fremere al pensiero che una scuola e una università statali impostate con criteri privatistici e aziendali favoriscono inevitabilmente i figli di papà, indipendentemente dai loro meriti, e sbarrano la strada a tutti gli altri.

Quello che Camila e tutti gli altri studenti cileni vorrebbero è una istruzione pubblica gratuita, e quindi di massa, ma che sia, al tempo stesso, di qualità: e questa, pur con tutta la simpatia che non si può non provare per una intera generazione di studenti così generosa e bene intenzionata, è una contraddizione in termini, che dovrebbe apparire evidente di primo acchito.

Al di là degli specifici problemi dell’istruzione pubblica in Cile, che si intrecciano con problemi politici più vasti (la sopravvivenza di "rimasugli" della dittatura militare nell’attuale governo democratico, l’eventuale rinazionalizzazione delle miniere di rame per finanziare i servizi pubblici e specialmente la scuola, il superamento dell’ottica privatistica e aziendale nel settore della scuola superiore e della università), si tratta di una richiesta che merita una riflessione di più ampia portata, valevole non solo per l’area sudamericana, ma per qualsiasi Paese del mondo.

Una riflessione che noi Italiani, in modo particolare, possiamo e dobbiamo fare, dal momento che la nostra scuola e la nostra università, negli anni intorno al ’68 e poi ancora per lungo tempo, hanno provato a coniugare appunto quelle due cose, la dimensione di massa, anticlassista e quindi antiselettiva (quella del voto "politico" garantito, ovviamente sufficiente, per intenderci), e la qualità dell’insegnamento impartito agli studenti: con risultati che è difficile definire altro che fallimentari, tanto è vero che, negli ultimi anni, si è parzialmente tentato di modificare la rotta, anche se più a parole che nei fatti e lasciando sostanzialmente intatto il sistema precedente, tanto demagogico quanto inefficiente.

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
Hai notato degli errori in questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.