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20 Settembre 2018
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21 Settembre 2018Stando al signore argentino che siede, assai scompostamente sul soglio di san Pietro, gran parte dei mali che affliggono la Chiesa derivano dal clericalismo; perfino la piaga vergogna della pederastia è un effetto del clericalismo, e non della perdita della fede, che a sua volta lascia libere le passioni sregolate, e fra esse la sodomia, che genera, a sua volta, la pederastia. Non siano riusciti a capire esattamente cosa sia codesto "clericalismo" che costui tira in ballo continuamente, adducendolo a causa e spiegazione dei mali della Chiesa e della cristianità, ma abbiamo la netta sensazione che stia barando sulle parole. Per quanto ci riguarda, oggi, anno di grazia 2018, il clericalismo, come lo si intendeva fino a cento ani fa, semplicemente non esiste: non esiste, cioè, una prevaricazione del potere della Chiesa sulla società, tanto meno sulle scelte del popolo e sulle leggi dello Stato. Esiste, tuttavia, un’altra forma di clericalismo, della quale il signore argentino non parla mai: l’esercizio di un potere di casta all’interno della Chiesa: così forte, anche se ben dissimulato, da farsi sentire pesantemente anche all’esterno, non però nelle forme tradizionali ed esplicite dell’ingerenza e dell’invasione di campo rispetto alla società civile, bensì in forma assai più astute e raffinate, sempre, comunque, dissimulata dietro il paravento del Vangelo, divenuto un passe-partout per un clero che pensa sempre di meno alle cose dell’anima e si immerge sempre più nelle cose del mondo, con lo spirito del mondo.
Esiste, in particolare, una lobby massonica e omofila dentro la Chiesa, dedita almeno in parte al satanismo, che lega in un patto scellerato parecchi monsignori ed eminenze: la mafia di San Gallo è, probabilmente, solo la punta dell’iceberg; mafia di San Gallo che, comunque, è stata abbastanza forte da costringere Benedetto XVI alle dimissioni, sotto ricatto, e da eleggere in fretta e furia, senza nemmeno rispettare i quindici giorni di interregno minimo previsti dal diritto canonico, il signore venuto "dalla fine del mondo". E pur essendo solo la punta dell’iceberg, si è capito di quale potere smisurato essa goda entro i sacri palazzi e, di riflesso, su tutto quell’organismo gigantesco che è la Chiesa cattolica, sparsa sui cinque continenti e abbracciante poco meno di un miliardo e trecento milioni di fedeli; lo si è capito da episodi come quello degli scandali sessuali nella Chiesa cattolica statunitense e nella rivelazione della schifosa rete di abusatori seriali facente capo al cardinale Mc Carrick. Ricordiamo, di sfuggita, che il diritto canonico prevede pene severissime, fino alla scomunica, per chi tenti di influenzare la nomina di un nuovo pontefice; ma i cardinali del gruppo massonico di San Gallo, proprio questo hanno fatto: si sono messi d’accordo prima del conclave medesimo e poi si sono presentati con il loro candidato già bello e pronto, lo stesso che avevano tentato di insediare fin dal 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II. Accordo preventivo e segreto che, ripetiamo, è assolutamente proibito dalle norme relative all’elezione dei pontefici romani, e che basterebbe da solo a rendere invalida l’elezione del signore argentino. Non siamo solo noi a dirlo: lo dicono perfino alcuni altri prelati, ad esempio monsignor René Gracida, vescovo emerito di Corpus Christi, nel Texas. E questo è un fatto di una gravità inaudita e, fino a questo pontificato, semplicemente inimmaginabile: non il fatto che un vescovo denunci l’illegittimità della elezione di Bergoglio, ma il fatto che essa sia avvenuta. Qualcuno riesce onestamente a immaginarsi un fatto di tale gravità prima del 2013? Qualcuno riesce a immaginarsi che, se un solo vescovo avesse detto quel che ha detto monsignor Gracida durante il pontificato di Benedetto XVI — mentre sono oggi in molti a dire cose simili, per tacere di monsignor Viganò, che è andato oltre e ha chiesto addirittura le dimissioni del papa — la Chiesa non sarebbe stata messa a rumore da migliaia di moralisti improvvisati, i quali, con l’appoggio massiccio di tutti i mass media laicisti, a gran voce avrebbero denunciato la vergognosa manipolazione del conclave e avrebbero iniziato una campagna incessante, con marce di protesta, raccolta di firme, striscioni, sit-in, e chi più ne ha, più né metta, per indurre il "papa" reazionario", il "pastore tedesco", a dare le dimissioni.
Oltre a questo clericalismo, interno alla Chiesa, ce n’é un altro, rappresentato da una ideologia buonista, immigrazioni sta, omosessualista che, per opera di una legione di preti di sinistra, imbevuti di marxismo spurio e di teologia della liberazione, pretendono di contrabbandare le loro convinzioni politiche per "vangelo" e mettono i fedeli sotto ricatto, dicendo loro, anche nelle omelie della santa Messa, che, se non accettano incondizionatamente e di buon grado l’invasione africana ed islamica contrabbandata da migrazione, e se non sono favorevoli al riconoscimento delle coppie omofile, alla adozione di bambini da parte di queste, e alla diffusione della loro visione della vita negli asili e nelle scuole, non sono inclusivi, non sono misericordiosi, non sono accoglienti, e quindi non sono dei bravi cristiani. Qualcuno si spinge anche oltre e asserisce, nel foglietto parrocchiale distribuito in chiesa, che un cattolico che voti per la Lega di Salvini non è, puramente e semplicemente, un cattolico. E questo entrare a gamba tesa nelle opinioni politiche dei cattolici non è forse un clericalismo della più bell’acqua? Ecco, per esempio, cosa scrive don Paolo Cester, parroco di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso (ma nella diocesi di Vittorio Veneto), nel periodico parrocchiale Insieme, prendendo lo spunto da un articolo apparso sul quotidiano Libero del 24 agosto 2018, nel quale si stimava che l’85% dei cattolici italiani siano anche sostenitori della Lega di Salvini:
Questi sedicenti cattolici riempiono le statistiche, mandano i figli a catechismo e chiedono (tutti!) funerali cristiani: ma non entrano mai in chiesa e scoprono dopo anni (a volte tanti anni!) che il loro parroco è cambiato! Non mi risulta difficile pensare che l’85% di questi "cattolici di Stato" abbiano posizioni come quelle descritte dal citato quotidiano. Posizioni lecite. Ma costoro non sono cattolici! (…)
Dire "sono cattolico ma non sono disposto ad accogliere i disperati" è una contraddizione assoluta! Equivale a dire "sono cristiano ma non credo nella resurrezione".
Sorvoliamo sul fatto che questo sacerdote dà per scontato che tutti i sedicenti profughi che affollano le nostre strade e che premono sulle nostre coste, da vent’anni, con migliaia di barche, barconi e barchette, sotto la regia dei trafficanti di carne umana che realizzano lauti guadagni, e non senza una partecipazione interessata da parte di quanti, in Italia, fanno i soldi sul mercato della "ospitalità" e della "accoglienza" siano dei disperati, il che è notoriamente falso, dato che le cifre ufficiali del Ministero dell’Interno dicono che il 93% di costoro non possiedono affatto i titoli per essere considerati dei profughi e non fuggono da alcuna disperazione, né guerre, né epidemie, né carestie, né terremoti, nulla di nulla, anzi, sono persone benestanti, visto che pagano 3 o 4 mila dollari per il viaggio. Il punto centrale, tuttavia, è un altro, e cioè che costui si permette di togliere la qualifica di cattolico a chi vota per un certo partito politico, che egli indica in maniera esplicita. Ora, il fatto che tale scomunica nasca dal mancato assenso all’invasione islamica da parte di una quota notevole di cattolici, una quota decisamente maggioritaria, ha a che fare con la somma ipocrisia di questo neoclero che non disse una parola quando passarono le leggi, coi relativi referendum, sul divorzio e sull’aborto, e che tuttora non dice una parola sui 6 milioni di aborti che sono stati eseguiti nella sanità pubblica italiana, a spese degli italiani; così come non lo si è sentito tuonare con altrettanta convinzione quando la crisi economico-finanziaria che ci ha investiti fra il 2008 e il 2011, ad opera di personaggi come quel Soros che ora finanzia generosamente, per motivi puramente filantropici, le avi delle o.n.g. che riversano nei nostri porti decine di migliaia di clandestini, provocò l’impoverimento e la disperazione, quella sì, autentica, di dieci milioni di nostri connazionali, rimasti senza lavoro e senza risparmi. Mai, però, sulle labbra di codesti signori abbiamo sentito frasi così forti, così indignate, così radicali, come quella che qualifica "non cattolici" i cattolici che votano per la Lega: né mentre si consumava l’eutanasia di Eluana Englaro o del piccolo Alfie Evans, né mentre ogni giorno decine di nascituri vengono soppressi, a termini di legge, nel ventre delle loro madri, né quando italiani rimasti disoccupati dopo una vita onesta e laboriosa si tolgono la vita per l’angoscia di non saper come fare a mantenere la famiglia. E questo mentre migliaia e migliaia di rom e di africani arrivati da non si sa dove passano ai primi posti nell’assegnazione delle case popolarti, percepiscono il sussidio di disoccupazione, fanno venire in Italia i loro parenti perché godano dell’assistenza sanitaria italiana a costo zero, o quasi: il tutto con la tipica arroganza islamica che si rivela ogni giorno, per esempio nella pretesa delle donne islamiche di cacciar fuori i parenti delle donne italiane ricoverate nella stessa stanza d’ospedale, perché la loro fede religiosa vieta che degli uomini entrino nello stesso luogo in cui ci sono loro.
Le parole di don Paolo Cester sono menzognere soprattutto dal punto di vista dottrinale e morale. Non è vero affatto che votare per la Lega equivale a non essere cattolici; è vero che equivale a non essere cattolici del tipo al quale lui appartiene e al quale appartengono anche i Bassetti, i Paglia, i Galantino e i Bergoglio. Quelli, non sono cattolici veri: e non già le persone oneste e laboriose che sono pronte ad aiutare il prossimo in difficoltà, ma non sono per niente disposte a continuare a farsi prendere in giro da una migrazione che è un’invasione, da un’accoglienza che è una sottomissione e da una misericordia che equivale alla consegna della nostra società, dei suoi valori, della sua identità, del suo futuro, nelle mani di stranieri che sono animati da valori diversissimi e spesso antitetici, e che, grazie al loro tasso di crescita demografica, nel giro di pochi anni avranno fatto di noi una minoranza a stento tollerata in casa propria, e della civiltà italiana e cristiana, uno sbiadito ricordo. No, su questo i cattolici che votano per la Lega non sono d’accordo. E non sono cattivi cattolici, o dei non cattolici; non cattolici sono i seguaci di Bergoglio. Il quale dicendo che Lutero aveva ragione; che gli ebrei sono già nella Verità, grazie all’Antica Alleanza sempre valida; che gli islamici possono venire in chiesa e partecipare alla santa Messa; che i divorziati risposati possono fare la Comunione; e che Dio non è cattolico, si è posto da se stesso, con la sua bocca, al di fuori della Chiesa, e perciò è solo un impostore che occupa abusivamente la sua altissima carica — senza contare il piccolo dettaglio che è stato eletto abusivamente, se non altro perché un gesuita non può divenire papa, e infatti ciò non era mai accaduto nell’arco di quasi cinque secoli: il che non è una nostra opinione, ma un fatto, attestato dallo statuto dei gesuiti stessi. Costoro sono degli impostori, degli eretici e degli apostati; costoro non sono cattolici; non quanti seguono il Vangelo così come Gesù Cristo lo ha insegnato e la Chiesa lo ha fedelmente trasmesso per millenovecento anni, e poi, nel giro di cinquant’anni, il clero post-conciliare lo ha stravolto, mistificato, rovesciato, capovolto.
Oltre a ciò, bisogna fare un’altra osservazione. Dire che la stragrande maggioranza dei cattolici non sono tali perché votano per la Lega è una gravissima forma di intromissione clericale nella società laica: sarebbe una cosa moralmente giustificata solo se la Lega di Salvini fosse un partito politico con delle caratteristiche simili a quelle del nazismo di Adolf Hitler. Onestamente, c’è qualcuno che, per quanto contrario possa essere, sul piano delle idee, alla Lega, se la sente di paragonare i leghisti a dei nazisti? E poi, un’altra cosa ancora. Cacciare fuori dalla Chiesa la stragrande maggioranza dei cattolici, perché non si piegano alla negrizzazione e all’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa, dopo aver taciuto sulla strage di sei milioni di innocenti, strage che continua e per la quale dobbiamo ringraziare i grandi amici di Bergoglio e Paglia, cioè Pannella e la Bonino (la grande italiana, come l’ha chiamata il papa impostore e apostata), è una enormità anche sul piano dottrinale e morale. Nessun prete ha il diritto di dire queste cose, abusando della veste che porta. Non sappiamo cosa abbia studiato in seminario; di certo, non può aver appreso che si può buttar fuori dalla Chiesa la maggioranza dei fedeli perché professano idee politiche diverse dalle proprie. Questo significa promuovere uno scisma: uno stranissimo scisma, in verità, originato dal fatto che il clero ha deciso di cambiare la dottrina e di escludere la massa dei fedeli; mentre tutti gli scismi che hanno travagliato la Chiesa, fino ad ora, partivano da minoranze di fedeli che volevano staccarsi dalla Chiesa. Insomma le cose si sono capovolte: ora chi vuol restare nel cattolicesimo di sempre, si vede accusato di essere un cattivo cattolico e addirittura di non essere cattolico. La sua colpa? Non aver accettato i cambiamenti — perché i cambiamenti ci sono stati, eccome, è inutile negarlo, imposti da un clero apostatico, a partire dal Concilio Vaticano II. Ma allora la realtà delle cose è di segno opposto a quel che costoro vorrebbe farci credere. La realtà è che costoro si sono allontanati dal Magistero e dalla Chiesa di sempre (tipico esempio: il cambiamento operato d’autorità, e abusivamente, da Bergoglio, sul catechismo circa la pena di morte), non i cattolici che vogliono difendere la matrice cattolica della nostra identità di popolo e, in definitiva, rimanere cattolici…
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