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La Chiesa cattolica: chi è dentro e chi fuori

A forza di sentir parlare di muri che si devono abbattere e di ponti che si devono gettare, vien da pensare che la Chiesa non abbia più un "dentro e un fuori"; e a forza di sentir dire che Dio porterà tutti con Sé, alla fine dei tempi, si sarebbe indotti a credere che non ci sarà alcun giudizio, né alcuna distinzione fra giusti e peccatori, e questo perché non avrà più alcuna importanza aver fatto, oppure no, le sue santissime volontà. Ma allora, vien da chiedersi cosa sia la Chiesa cattolica, a che cosa serva, che cosa significhi fare parte di essa; si direbbe, infatti, che non faccia alcuna differenza essere cattolici o no, aver accolto o rifiutato la Parola di Cristo e aver detto "sì" oppure "no" al suo invito di prendere la croce e seguirlo.

Ora, per capire cosa sia la Chiesa e cosa significhi farne parte, non consiglieremmo nessuno, e tanto meno un cattolico un po’ confuso e frastornato da simili discorsi, di ascoltare le omelie di un prete modernista, come se ne sentono fare anche troppe, abusivamente, dal pulpito delle chiese cattoliche; né di leggere i libri di qualche sedicente teologo, impregnate dello spirito progressista, razionalista, antropocentrico: da quando la teologia moderna è giunta ad affermare che gli uomini devono vivere e regolarsi etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse, non vi è più follia, bestemmia o eresia che non ci si debba aspettare da simile gente, col risultato di aggiungere turbamento, confusione e angoscia nelle anime desiderose di luce, di verità e di certezze. Al contrario, ci sembra che sarebbe una buona, anzi, un’ottima idea, quella di andare a ripescare – oltre, naturalmente, ai Vangeli e al Credo, nei quali c’è già tutto quel che serve per accedere alla comprensione delle verità eterne — qualche robusto teologo non moderno, qualche Dottore della Chiesa dei primi secoli, nel quale la fede e la ragione erano in un giusto e sapiente equilibrio, eredi sia della Tradizione apostolica, sia della filosofia greca, il tutto in una sintesi felice, che ha fornito la base plurisecolare per il meraviglioso edificio sul quale sono poi sorte le cattedrali, la Divina Commedia, la Scolastica, il tomismo, e centinaia d’anni di pensiero, arte e musica sacra, fino al Beato Angelico, a Bach, a Kierkegaard, a Manzoni, a Dostoevskij, a Claudel, a Rouault.

E allora andiamo a rileggerci quel che scriveva, sulla natura della Chiesa cattolica, san Cirillo di Gerusalemme, famoso teologo e Dottore della Chiesa, il quale fu vescovo della Città Santa nella seconda metà del IV secolo, nella XVIII Catechesi pre-battesimale (in: Giovanni Crisostomo, Le catechesi battesimali; Cirillo e Giovanni di Gerusalemme, Le catechesi ai Misteri, Roma, Città Nuova, 1977, e Milano, San Paolo, 2005, pp. 242-247):

LA CHIESA CATTOLICA

23. Si chiama cattolica perché si diffonde per tutto il mondo da un confine all’altro della terra; perché insegna universalmente e con esattezza tutti i principi che giovano alla conoscenza degli uomini nelle cose visibili ed invisibili, celesti e terrestri; perché  è subordinato al suo culto tutto il genere umano, capi e sudditi, dotti e indotti; perché sana e cura da per tutto ogni specie di peccati dell’anima e del corpo che si commettono. Essa ha in sé ogni conclamata virtù nelle opere, nelle parole e in ogni carisma di vita spirituale.

LE RADICI DEL TERMINE CHIESA

24. È chiamata appropriatamente Chiesa perché convoca e raccoglie insieme tutti, come nel Levitico dice il Signore: "Riunisci tutta la comunità all’ingresso del tabernacolo del convegno". […]

LA CHIESA NON PIÙ ASSEMBLEA DI ISRAELE

25. Prima il salmista aveva cantato: "Nella adunanza benedite il Signore, dalle sorgenti di Israele". per le insidie tese contro il Salvatore, il giudei sono stati allontanati dalla grazia. Il Salvatore costruì per i gentili un seconda santa Chiesa di cristiani, sulla quale disse a Pietro: "E su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Di entrambe chiaramente profetando parlò Davide. Della prima [Chiesa] che fu abbandonata: "Odo il convegno dei malvagi". Della seconda che fu edificata dice nello stesso Salmo: "Signore, ho amato il decoro della tua casa". […]

LA CHIESA CATTOLICA E LA CHIESA DEGLI ERETICI

26. Il nome di Chiesa si addice a cose diverse, come della moltitudine nel teatro degli efesini è scritto: "Dopo aver detto ciò, sciolse l’adunanza". Giustamente qualcuno potrebbe chiamare, e con fondamento, Chiesa dei malvagi le adunanze degli eretici. Mi riferisco ai marcioniti, manichei ed altri.

Perciò ti è data saldamente la fede "nell’una santa Chiesa cattolica" perché, fuggendo le riunioni  degli abominevoli, tu aderisca in tutto alla santa Chiesa cattolica, nella quale sei rinato. […]

LA PACE, CONFINE DELLA CHIESA

27. Fu ripudiata la prima, nella seconda Chiesa cattolica, come dice Paolo: "Dio al primo posto stabilì gli apostoli, al secondo i profeti, al terzo i dottori, poi le potenze, poi i carismi delle guarigioni, le assistenze, i governi, i generi delle lingue" e ogni specie di virtù. Mi riferisco alla saggezza e all’intelletto, alla temperanza e alla giustizia, all’elemosina e alla misericordia, alla pazienza invitta nelle persecuzioni. Questa Chiesa, con le armi della giustizia nella destra e nella sinistra, con la gloria e l’ignominia, per prima nelle persecuzioni e nelle tribolazioni ha cinto i santi martiri di corone intrecciate dei vari fiori della pazienza. Ora in tempo di pace per grazia di Dio riceve il dovuto onore dai re, dalle autorità e da uomini di ogni ceto e nazione. I re delle nazioni che abitano le singole regioni hanno i limiti del loro dominio. La sola vera santa Chiesa cattolica ha, per tutto il mondo, un potere infinito. Dio pose – come è scritto – la pace come confine ad essa. […]

L’IMPEGNO PER LA VITA ETERNA.

28. Se siamo istruiti e ci comportiamo bene in questa Chiesa cattolica, avremo il regno dei cieli ed erediteremo la vita eterna, per la quale tutto sopportiamo a riceverla come guadagno dal Signore. Non è un obiettivo di piccole cose, ma l’impegno per la vita eterna. Perciò nella professione di fede impariamo che dopo le parole: "e nella risurrezione della carne", cioè dei morti, di cui abbiamo parlato, "crediamo nella vita eterna" per la quale noi cristiani lottiamo.

LA VITA ETERNA

29. Realmente e veramente il Padre è la vita che per mezzo del Figlio fa scaturire nello Spirito Santo doni celesti per tutti. Per la sua misericordia verso noi uomini, sono stati promessi infallibilmente quelli della vita eterna. È da credere che questo è possibile. Bisogna credere non per la nostra debolezza ma guardando la sua potenza: "Tutto è possibile a Dio". Che ciò sia possibile e che aspettiamo la vita eterna lo dice Daniele: "Tra i giusti molti come gli astri per i secoli", ecc. Dice Paolo: "Così saremo sempre col Signore". Essere sempre col Signore significa vita eterna. Chiaramente il Salvatore dice nel Vangelo: "Quelli andranno al supplizio eterno; i giusti, invece, alla vita eterna".

Dunque: si chiama cattolica perché si diffonde per tutto il mondo da un confine all’altro della terra, e poi perché insegna universalmente e con esattezza tutti i principi che giovano alla conoscenza degli uomini nelle cose visibili ed invisibili, celesti e terrestri. Se ne deduce che non è una chiesa fra le chiese, e che non custodisce una verità fra le altre verità; niente affatto, ma che è la sola vera chiesa, quella voluta e istituita da Dio, e l’unica che custodisce la Verità: quella Verità che è necessaria per la conoscenza delle cose invisibili e di quelle visibili, e quindi per la salvezza dell’anima e il raggiungimento della vita eterna nella comunione con Dio. Una chiesa la quale parli sempre e solo delle realtà visibili, quindi, non è la vera Chiesa di Gesù Cristo; una chiesa la quale non insegni "universalmente", cioè con una voce sola in tutto il mondo, ed "esattamene", cioè con assoluta fedeltà all’insegnamento divino, ma nella quale ciascuno può dire la prima cosa che gli passa per la testa e adoperando le parole e i concetti più diversi e contraddittori, non è la vera Chiesa fondata da Gesù Cristo; e infine una chiesa che si auto-censuri, che nasconda la Verità per compiacere la menzogna, o che proclami l’apostolato "una solenne sciocchezza", quell’apostolato per cui è stato sparso il sangue dei martiri — e tutti sappiamo di chi e di cosa stiamo parlando — non è la vera e legittima Chiesa di Gesù Cristo.

A una parte della Chiesa dei nostri giorni, infatti, si possono purtroppo applicare le parole della Seconda lettera di San Pietro, là dove essa dice (2, 1-8):

Un tempo, in mezzo al popolo di Dio ci furono anche falsi profeti. Allo stesso modo verranno anche fra voi falsi maestri. Essi cercheranno di diffondere eresie disastrose e si metteranno perfino contro il Signore che li ha salvati; ma andranno presto in rovina. Molti li ascolteranno e vivranno, come loro, una vita immorale. Per colpa loro, la fede cristiana sarà disprezzata. Per il desiderio di ricchezza, vi imbroglieranno con ragionamento sbagliati. Ma la condanna di questo falsi maestri è già pronta; la loro rovina non si farà aspettare. Dio non ha lasciato senza punizione quegli angeli che avevano peccato, ma li ha gettati nell’abisso buio dell’inferno, tenendoli rinchiusi per il giorno del giudizio. Allo stesso modo, Dio non ha lasciato senza punizione il mondo antico, pieno di uomini malvagi: ha mandato il diluvio a distruggerlo. Invece ha salvato Noè; che insegnava come si vive da uomini giusti, e altre sette persone insieme a lui. Dio ha condannato le città di Sodoma e Gomorra,: le ha distrutte con il fuoco, e ha lasciato un esempio per quelli che in futuro avrebbero vissuto una vita malvagia. Invece Dio ha liberto Lot che era un uomo giusto e rattristato per il comportamento immorale dei suoi contemporanei.

Non è vero, dunque, che il solo fatto di essere all’interno della Chiesa garantisce da errori ed eresie, perché i falsi profeti e i cattivi maestri si annidano anche nel suo seno, e si spacciano per zelanti e caritatevoli ministri del Signore; e meno ancora è vero che non ci sarà il giudizio, e che i buoni non riceveranno il premio, e i malvagi, invece, il castigo eterno. Non è neppure vero che Dio risparmiò Sodoma e Gomorra, come pure si è udito dalla bocca di un vescovo cattolico, a scandalo e confusione delle anime; ma è vero il contrario, che Dio le distrusse, a monito perenne per l’umanità peccatrice: e quel falso maestro sarà certamente chiamato a rendere conto, non a noi, ma a Dio, della malizia deliberata del suo insegnamento.

Il massimo del "politicamente scorretto" Cirillo di Gerusalemme lo tocca, là dive afferma che per le insidie tese contro il Salvatore, il giudei sono stati allontanati dalla grazia. Si può esprimere questo concetto in maniera più o meno diplomatica, più o meno edulcorata, ma il concetto è quello e non cambia, come è vero che chi lo ha espresso era un Dottore della Chiesa e non un qualsiasi teologo della "svolta antropologica", invocante non si sa bene quale "spirito del Concilio" (spirito con la lettera minuscola): i giudei che rifiutano Cristo sono esclusi dai benefici della Redenzione, proprio come chiunque altro rifiuti la divinità dio Gesù Cristo. Non è vero, pertanto, che i giudei non hanno bisogno di convertirsi, perché Dio non si rimangia le sue promesse e perché l’Antica Alleanza è sempre valida. Primo, Dio non si rimangia le sue promesse, ma i giudei che rifiutano Cristo, respingono anche l’offerta d’amore e riconciliazione divina; secondo, la Nuova Alleanza supera e abolisce l’Antica, così come il Sacrificio di Cristo sulla croce supera e abolisce la Legge di Mosè. Questo non significa, però, che non vi sia salvezza per i giudei; c’è, invece, come c’è per tutti gli uomini, se essi abbandonano la loro ostinazione e riconoscono in Gesù Cristo il Messia che era stato loro annunziato.

Questo concetto è bene espresso da san Paolo, fra l’altro, nella Lettera ai Romani (11, 25-32):

Fratelli, io voglio farvi conoscere il misterioso progetto di Dio, perché non diventiate presuntuosi: una parte d’Israele continuerà nella sua ostinazione fino a che tutti gli altri popoli non saranno giunti alla salvezza. E così tutto Israele sarà salvato. Lo dice la Bibbia: "Il liberatore verrà da Sion / ed eliminerà la disubbidienza dei discendenti di Giacobbe. / Sarà questo il patto che io farò con loro / quando distruggerò i loro peccati". Gli ebrei, per la posizione che hanno preso di fronte al messaggio del vangelo sono nemici di Dio, e ciò torna a vostro vantaggio. Siccome però, nonostante tutto, rimangono il popolo che Dio ha scelto, sono amati da Dio a causa dei loro antenati. Perché Dio non ritira i doni che ha fatto, e non muta parere verso quelli che ha chiamato. Come voi nel passato avete disubbidito a Dio, così ora Israele. Ma Dio, ora, malgrado la disubbidienza di Israele, ha avuto misericordia di voi per usare poi misericordia anche verso di loro. Dio ha rinchiuso tutti gli uomini nella disubbidienza, per concedere a tutti la sua misericordia.

Del pari, san Cirillo di Gerusalemme mette in guardia contro le false chiese degli eretici, che si spacciano per la vera Chiesa di Cristo e tentano di confondersi con essa: la vera Chiesa è una sola, quella cattolica e romana, mentre tutte le altre — Lund o non Lund, celebrazioni dei cinquecento anni della "Riforma" luterana oppure no — non sono che conventicole di eretici e covi d’infezione dottrinale e morale; il che sia detto nel rispetto delle persone in buona fede, ma non nel rispetto dell’errore, che va chiamato sempre col suo nome, e i cui effetti per la vita dell’anima sono sempre pestilenziali. Ci mancherebbe altro, che si mettessero sullo stesso piano le blasfeme affermazioni degli eretici e le sacre, immutabili verità della Chiesa cattolica, fondata da Gesù Cristo per custodire la Verità eterna. Chi ardisse fare una cosa del genere, si macchierebbe d’una colpa gravissima: il tentativo di adulterare e inquinare la purezza della parola di Dio.

E la Verità della Rivelazione deve essere annunciata a tutte le genti; come dice il patriarca di Gerusalemme, la sola vera santa Chiesa cattolica ha, per tutto il mondo, un potere infinito. Dio pose – come è scritto – la pace come confine ad essa. Questa, dunque, è la vera pace: la predicazione della Parola di Dio fino agli estremi confini del mondo. Perciò quei vescovi, pavidi o peggio, i quali affermano di essere pronti a occultare i segni del cristianesimo per non pregiudicare "l’amicizia" con gli islamici, cioè per preservare una pace illusoria e ignominiosa, sono fuori dalla vera dottrina cattolica e non sono degni di rappresentare la Chiesa cattolica, non sono degni di custodire il gregge che è stato loro affidato. Eppure, anche a questo ci è stato dato di assistere, anche queste cose abbiamo dovuto udire, dalla bocca di un vescovo cattolico, recentemente, e senza che, dall’alto, le sue affermazioni sbagliate venissero corrette, e le sue parole imprudenti e sconsiderate venissero sanzionate.

Infine, alla domanda: a cosa serve la Chiesa cattolica?, la risposta di san Cirillo è: a vivere bene la vita terrena, in vista della vita eterna; la quale vita eterna sarà preceduta dal giudizio finale, e Dio non accoglierà tutti gli uomini sotto la sua tenda, come è stato detto dal papa addirittura, ma solamente i giusti e i buoni, quelli che hanno accolto e messo in pratica la sua Parola; mentre, per gli altri, ci sarà il fuoco dell’inferno. Questo insegna la Chiesa la vera Chiesa cattolica; e se udiamo che essa annunzia cose diverse, ecco, ciò è il segnale che non si tratta della vera Chiesa, ma di una falsa chiesa, eretica e apostatica, la quale parla per bocca di falsi profeti e di cattivi maestri. San Pietro ci ha nesso in guardia: dobbiamo vegliar e vigilare. Il diavolo, simile a un leone ruggente, si aggira in cerca di anime da divorare (Prima lettera di san Pietro, 5, 8).

Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Raffaello)

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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