
Paul Roca, prete apostata e scomunicato, è il trait d’union fra la gnosi e il modernismo cattolico
8 Gennaio 2017
Fahrenheit 2017
9 Gennaio 2017Lo gnosticismo non è mai morto, anzi, si sta impadronendo della società e della Chiesa cattolica

Il lettore rifletta su questa affermazione dell’abbé Paul Roca (1830-1893), tenebroso personaggio del quale abbiamo già parlato in un recente articolo:
Quello che dobbiamo cercare e aspettare, come i Giudei aspettano il Messia, è un Papa secondo i nostri bisogni… per spezzare con lui la roccia sulla quale Dio ha costruito la sua Chiesa… Noi avremo i mignolo del successore di Pietro coinvolto nel complotto.
E poi su quest’altra affermazione, stavolta di Julian Huxley (1887-1975), biologo, strenuo difensore dell’evoluzionismo e primo direttore dell’U.N.E.S.C.O.:
Quanto alla Chiesa cattolica, essa dovrà essere gradualmente purgata dalle sue dottrine intransigenti e particolari e non conserverà che le espressioni basilari della religione condivisibili con una vasta confraternita religiosa e culturale che dovrà includere tutti i culti e tutte le civiltà.
Come si vede, c’è una sostanziale affinità e convergenza fra il prete scomunicato del XIX secolo, apostata e massone, e il famoso scienziato e dirigente delle Nazioni Unite del XX secolo, rispetto a ciò che essi auspicano che avvenga nella Chiesa cattolica. E cioè non una repressione o una persecuzione dall’esterno, che sarebbero riconosciute subito come tali, ma una lenta e graduale infiltrazione, una paziente opera d’inquinamento dottrinale, sì da stravolgerne, alla fine, l’identità, lo scopo e la prospettiva, per sostituirla con una neochiesa, o una contro-chiesa, che, di cattolico, avrà ancora il nome, ma poco più di quello, o solamente quello, mentre tutto il resto, dietro la superficie, sarà stato alterato al punto da renderla irriconoscibile e da creare le condizioni per una sua fusione con le altre religioni, in vista della costruzione di un Nuovo Ordine Mondiale. In esso vi sarà un solo Stato ed una sola religione: la religione gnostica dell’Uomo, ben deciso a glorificare e a divinizzare se stesso, così come era in colui che viene generalmente considerato il capostipite della gnosi: Simon Mago, che venne maledetto da san Pietro per aver voluto comparare col denaro il dono dello Spirito Santo (cfr. Atti degli Apostoli, 8, 9-24).
Il pensiero gnostico, dunque, è più che mai attuale, e, pertanto, pericolosissimo per la Chiesa cattolica, che esso vorrebbe infiltrare e sovvertire dall’interno — operazione, peraltro, già da tempo avviata e giunta, secondo ogni evidenza, ormai a buon punto, anche se fortunatamente non del tutto conclusa. Ricordiamo le riflessioni di Paolo VI, quasi in punto di morte, durante una conversazione con il filosofo Jean Guitton, avvenuta l’8 settembre 1977:
Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia.
Qualcuno potrebbe pensare che è arduo vedere un collegamento fra la gnosi dei primi secoli dell’era cristiana — quella di Simon Mago, Saturnino, Basilide, Carpocrate, Valentino e Marcione — e certe tendenze spirituali e religiose (religiose fra virgolette) oggi esistenti, fuori e anche dentro la Chiesa cattolica. È una obiezione quasi ovvia, ed è facile rispondere, anche se preferiremmo che così non fosse: la gnosi, come atteggiamento complessivo dell’uomo verso il divino, non è affatto un fenomeno storico limitato ai primi secoli della nostra era; anzi, oggi è più viva che mai: si potrebbe quasi dire che la modernità segna il ritorno e il trionfo dello gnosticismo, sia pure dissimulato in forme pratiche, più che in dottrine teoriche.
Quali sono, infatti, i punti essenziali delle dottrine gnostiche?
– Primo, la convinzione che solo pochi individui sono destinati ad accedere alla verità suprema, e quindi alla salvezza, mentre la massa deve accontentarsi di una religiosità d’infimo livello. – Secondo: alla suprema conoscenza si giunge non con un atto di fede in Dio e di umiltà verso di Lui, ma in sfida a Dio, sottraendogli, rubandogli i suoi segreti, per divenire simili a Lui; da ciò il particolare interesse della gnosi nei confronti delle pratiche magiche.
– Terzo: Dio e il mondo sono in sostanza la stessa cosa (panteismo), quindi il "Cristo venturo" non è il Figlio di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità, bensì l’Uomo nuovo, l’evoluzione dell’Adam Qadmon della Cabala ebraica, essere androgino originario.
– Quarto: Gesù non ha realmente sofferto e non è realmente morto sulla croce (docetismo), perché, come Dio, ciò non sarebbe stato possibile: in tal caso, però, ne consegue che non ha nemmeno redento gli uomini.
– Quinto (anche se questo punto, a rigore, mal si concilia con il terzo, cioè col panteismo): vi è un perenne e inconciliabile conflitto tra il Dio buono, puramente spirituale e il Demiurgo malvagio, che ha creato un mondo materiale dominato dal male.
– Sesto: ci si inizia alle verità più alte per mezzo di una forma di intuizione interiore, nonché per mezzo della magia, e non "semplicemente" facendosi battezzare e credendo nel Vangelo (questa, appunto, sarebbe la religiosità "inferiore" riservata alla maggioranza degli uomini, indegni o incapaci di pervenire alla Verità).
– Settimo: tutte le religioni e tutte le culture sono destinate a fondersi, e a ciò bisogna attivamente adoperarsi; e ciò che alla fine dovrà emergere e trionfare sarà il culto dell’Uomo stesso, la sua orgogliosa auto-glorificazione (vedi punto due).
Ebbene, alcune di queste proposizioni, o anche tutte, sono presenti in una serie di elucubrazioni teologiche, non sempre espresse sino in fondo, ma subdolamente suggerite, da un certo numero di teologi, perfino tra quelli che si definiscono "cattolici" e che pretendono di aver subito una ingiustizia se sono stati allontanati dalle facoltà cattoliche (come nel caso di Hans Küng); sono presenti nelle omelie di certi arcivescovi, vescovi e sacerdoti, e nei pensieri e nei comportamenti pratici di un numero non indifferente di religiosi e di religiose, sempre più vistosamente mondanizzati e sempre più insofferenti, in maniera aperta o sottintesa, di ogni sia pur tenute residuo di autorità da parte del sacro Magistero: come se fosse cosa perfettamente ovvia e naturale che ciascun membro del clero cattolico si fabbrichi, e vada in giro a predicare, non più il Vangelo secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ossia l’unico e indivisibile Vangelo di Gesù Cristo, ma il Vangelo (con la lettera minuscola) secondo me. Tutte cose che sono state rese possibili dalla funesta "svolta antropologica", tanto sbandierata a partire dal Concilio Vaticano II, quasi fosse stata un momento trionfale nella storia del cattolicesimo, e il cui maestro riconosciuto è stato Karl Rahner: prima di essa, la sana teologia cattolica, e specialmente quella che fra tutte godeva della maggiore stima e diffusione, ossia la teologia tomista, forniva a tutti i credenti, clero e laici, una guida sicura per sostenere e alimentare la propria fede e non suscitava di certo, come ora sta purtroppo accadendo, una serie di dubbi, anche angosciosi, di ambiguità, di malintesi, di perplessità, di confusioni, di smarrimenti, di turbamenti.
Ha osservato Epiphanius, nel volume Massoneria e sette segrete. La faccia occulta della storia, Napoli, Controcorrente Edizioni, 1990, 2002, pp. 41-43):
Quanta attualità quindi si rinviene nel pensiero gnostico dei primi secoli dopo Cristo! [L’allusione è rivolta specificamente alla psicanalisi freudiana, che scarica sull’inconscio la responsabilità delle azioni malvagie, e, nello stesso tempo, esorta l’Io a compierle, per non creare pericolose "repressioni".] L’uomo moderno […] è iniziato alla gnosi senza che se ne renda conto. L’aspetto più preoccupante, tuttavia, dell’inarrestabile espansione della gnosi nella società moderna, deriva dalla diffusione, effettuata con abilità seconda solo alla perfidia, di un opportuno "état d’esprit", favorevole all’affermazione e alla glorificazione del Male, della distruzione, della perversione, dell’irrazionale in quanto tale, e ostile ad ogni forma di Bene, di azione costruttiva, di virtù, di razionalità, di buon senso. Facendo leva sul conformismo, sullo spirito di emulazione e sull’istinto gregario dell’uomo (e del giovane in particolare) questi viene indotto a conformarsi a questo "état d’esprit" con comportamenti istintuali, autodistruttivi e innaturali. Il tutto avviene senza che l’uomo ne sia conscio, se ne renda conto, anche se esso avverte quasi sempre un certo disagio del quale non riesce a definire e riconoscere la natura e le cause, e che determina in misura crescente crisi, depressione, follia suicida e omicida. Un utile ruolo depistante è qui giocato dalla psicoanalisi e dalla psicoterapia, che […] deresponsabilizzano e, quale antidoti a tale disagio, suggeriscono dosi ulteriori degli stessi comportamenti che hanno già causato il disagio medesimo. Per creare questo "état d’esprit" gli artefici si basano su consolidate tecniche di manipolazione della coscienza, servendosi dei personaggi che si susseguono sulla ribalta dell’attualità, comparendo e scomparendo sotto la loro sapiente regia e interpretando ciascuno il ruolo loro assegnato. Divi dello spettacolo, della musica rock, della Tv, dello sport, della politica, del mondo scientifico e letterario, si susseguono incessantemente sotto le luci della ribalta, funzionali a questa o quella parte della tragica commedia, ne siano essi consapevoli o inconsapevoli strumenti.
Gli effetti tremendi dell’immersione totale e costante, per anni del pubblico in un ambiente artificiale finalizzato alla diffusione di modelli banali, amorali, perversi e negativi, sono rilevati e apprezzati solo da quell’infima minoranza che, bandendo TV, cinema, concerti rock, discoteche, e simili, percepiscono il progressivo degrado morale ed intellettuale di coloro che li circondano. Dal carattere totalizzante di questa immersione della massa della società deriva pure l’incapacità dell’uomo comune di realizzare o ricordare modelli comportamentali assai più virtuosi, che fino a poco tempo fa esistevano quasi ovunque e sono stati distrutti. Modelli che gli assicuravano una vita serena e pacifica, della quale è rimasto solo un vago e nostalgico ricordo, che riaffiora però con prepotenza nelle rare pause del suo vivere convulso e artificioso. L’avversione e il rifiuto di ogni legge — "historia docet" — degenera lentamente in nichilismo, devastante per il singolo e per la società e in sincretismo che si sostanzia nel protervo rifiuto di riconoscere la Verità e con essa il Logos, la Seconda Persona divina.
Senza tema di smentite si può dunque affermare che l’origine di questa autentica tragedia è da ricondurre all’iniziazione dell’uomo moderno al pensiero gnostico […].
Il vero gnostico in realtà è colui che ha accolto in pieno l’eco del "non serviam", il grido di Lucifero che, riecheggiato fra gli angeli, fu udito anche da Nostro Signore quando, venuto sulla terra, raccontò Egli stesso la parabola: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare […]. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un”ambasceria a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi" (Lc XIX, 12-14).
Lo gnostico è il perpetuatore dello spirito di rivolta che animò l’antico tentatore quando sussurrava ad Adamo ed Eva l’"eritis sicut Dei", solo che mangiate dell’Albero della Conoscenza (gnosi). Tanto basti, ché gli stessi adepti delle sette gnostiche degli Ofiti o dei Naasseni ("ophis" in greco e "naas" in ebraico significano serpente) ammettevano: "Noi veneriamo il serpente perché Dio l’ha posto all’origine della gnosi per l’umanità: egli stesso ha insegnato all’uomo e alla donna la completa conoscenza degli alti misteri". Così, concludere il Couvert [in "De la gnose à l’oecumenisme", Vouillé, Éditions de Chiré, 1983, p. 21], tutto è chiaro. Ogni elucubrazione gnostica ostentatamente sapiente è in realtà destinata a distogliere i cristiani dall’adorazione del vero Dio e a portarli verso l’adorazione del Serpente, scopo supremo della setta.
Sarete come dei: in questa frase è compendiata la filosofia gnostica, che è, per l’appunto, la filosofia della modernità. Tutte le aberrazioni della scienza moderna — la manipolazione genetica, la bioingegneria, la clonazione, la fabbricazione di ibridi — traggono di qui la loro radice. Di qui anche il crollo del senso etico nelle persone, nelle famiglie, nella società; la violenza, la corruzione, la droga, il sadismo, la pornografia dilaganti. Di qui, infine, la disperazione diffusa, che è come il rumore di fondo della nostra sventurata società: disperazione alla quale i cosiddetti specialisti del corpo e della psiche (non più dell’anima, concetto che è stato abolito e bandito come oscurantista e medievale) non sanno dare altro sollievo, che predicare una sempre maggiore sregolatezza morale…
Fonte dell'immagine in evidenza: RAI