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La notte del 17 maggio 1910, una piccola folla di studiosi del paranormale, fra cui medici e scienziati – i quali, a differenza di quelli di oggi, non temono il ricatto morale dell’establishment accademico e del pensiero unico scientista in esso dominante -, trattiene il fiato per la nuova "esibizione" di una medium dai poteri eccezionali, una donna di nome Eva C. (Eva Carrére), ovvero Marthe Beraud.
È una persona seria: non accetta alcun compenso in denaro e si sottopone di buon grado ai più minuziosi controlli, prima e durante i fenomeni di materializzazione di cui è la protagonista: si lascia esaminare nuda, prima di indossare un abito nero (per far meglio risaltare gli "apporti") che le è stato preparato appositamente; acconsente perfino che vengano esplorati la sua bocca, i suoi genitali e il suo ano, in modo da fugare anche il minimo dubbio che ella possa nascondere su di sé qualche "trucco" da prestigiatore.
Ed ecco, nel buio, il suo corpo incomincia a contorcersi in convulsioni spasmodiche; nel grande silenzio non si ode che il suo respiro affannoso, impressionante.
Quella che segue è una scena impressionante, altamente drammatica, quasi allucinante, che sembra tratta dalla sceneggiatura di un qualche sceneggiato televisivo basato sui fenomeni parapsicologici, se non addirittura di un verro e proprio film dell’orrore.
Se non vi fosse stata, in quella e in tutte le altre sedute, la presenza di un medico dalla fama inappuntabile, l tedesco Albert F. von Schrenck-Notzing (nato nel 1862 e morto nel 19129), considerato il fondatore della parapsicologia, si esiterebbe a prendere per vere e testimonianze dei presenti e, quanto alla documentazione fotografica, anch’essa a dir poco sconcertante, probabilmente si sarebbe tentati di liquidarla come un’impostura ben architettata.
Ma forse è meglio cedere la parola al verbale della seduta di quella sera e delle due sedute successive, le quali ebbero luogo, rispettivamente, il 1° giugno e il 2 settembre dello stesso anno; un rapporto che, nella sua concisione scientifica e nella assoluta mancanza di fronzoli e orpelli letterari, può rendere meglio di qualunque altra cosa l’idea di ciò che accadde in quella notte della tarda primavera.
Così, dunque, suona il rapporto compilato personalmente, al termine della seduta, dal professor Schrenck-Notzing e controfirmato dai presenti, persone degne di fede e tutt’altro che credule (riportato in: Erich von Däniken, «Messaggi dall’ignoto» (titolo originale: «Erscheinungen», Dusseldorf-Wien, Econ Verlag, 1974; traduzione italiana di Emi Mori, Milano, Sugarco, 1975, pp. 213-14):
«17 maggio 1910… con profondi respiri e contrazioni muscolari spasmodiche, direttamente sotto i miei occhi si formò una striscia grande e fioccosa che sembrò uscire dalla sua bocca, ingrossarsi e inspessirsi. La formazione poteva essere lunga fra i 40 ed i 50 centimetri e larga cinque-otto centimetri. Avvicinai il capo fino a circa 15-20 centimetri per vedere meglio e vidi questa massa, dall’aspetto di un mucchio di finissimo velo grigio a strisce, muoversi e scendere lentamente. Lo stesso avveniva ad ogni movimento del capo della medium, e nondimeno sembrava staccarsi a essa… Con stupore non riuscimmo più a distinguere i tratti del viso, poiché l’intera testa era avvolta in una grossa nube simile ad u velo, dalla quale pendevano brandelli e strisce chiare che arrivavano fino al ginocchio. Questa formazione svanì davanti ai nostri occhi,come quando la nebbia si dirada ed il viso f di nuovo chiaramente visibile…
1 giugno 1910… Nella visione successiva la parvenza luminosa uscì dapprima dal grembo e dall’anca desta della medium… La bocca non era in contatto con essa, cosa di cui mi accertai introducendovi le dita…
2 settembre 1910… Madame Bisson ha tenuto una seduta nella quale Eva C. non aveva indosso nulla se non una camicia da notte… Madame Bisson ordinò alla medium di aprirla e per la prima volta ebbi l’occasione di osservare l’emanazione del teleplasma sul corpo sen’abiti; il teleplasma scaturiva in primo luogo dagli orifizi del corpo: bocca, capezzoli e genitali… la emanazione ha un carattere simile al fumo o al gas e forma nubi dalle quali si crea una specie di velo palpabile e di tutte le forme possibili simili alle membra umane…»
Nessuna possibilità di trucco, dunque: la idioplastia, la facoltà ella mente di modellare la realtà o, addirittura, come in questo caso, di creare "sostanza" emettendola direttamente dal proprio corpo, è apparsa al professor Schrenck-Notzing in tutta la sua evidente naturalezza.
Non solo la medium, Eva C., non indossava nulla, sotto la camicia da notte; ma egli poté osservare, da una distanza di pochi centimetri, la sostanza idioplastica formarsi direttamente dagli orifizi naturali della donna: bocca, orecchi, capezzoli, vagina e ano.
La scena non doveva aver assolutamente nulla di sensuale, ma, al contrario, doveva essere impressionante, quasi orrorifica; va notata, peraltro, la notevole indipendenza intellettuale di quei medici e quegli studiosi i quali, un secolo fa, quando la scienza era in grado di spiegare tante meno cose di adesso, non si peritavano di sfidare eventuali critiche malevole e di andare incontro anche a possibili denigrazioni, pur di osservare e studiare i fenomeni parapsicologici in maniera diretta, andando, per così dire, alla fonte di essi.
È triste pensare a come si sia tornati indietro, in questo principio del terzo millennio, quando uno scienziato serio e rispettabile non si abbasserebbe mai ad assistere a simili esibizioni e la scienza, nel suo complesso, ha deciso di comportarsi, nei confronti dei fenomeni paranormali, come il proverbiale struzzo, che, affondando la teta nella sabbia, pensa con ciò di avere allontanato ogni minaccia.
In compenso, il campo è rimasto libero per i cosiddetti divulgatori scientifici, i quali, corazzati nelle loro certezze positivistiche di centocinquant’anni fa, e convinti di dover reggere sulle spalle l’immane responsabilità di salvare il mondo dagli errori e dagli orrori della credulità popolare e della superstizione, partono a lancia in resta come per una crociata e si fanno un dovere di demolire tutto, ridicolizzare tutto, negare tutto, senza nemmeno prendersi il fastidio di studiare i fenomeni in questione con un minimo di serietà e con mente libera da preconcetti e pregiudizi: valga per tutti il libro di Piero Angela «Viaggio nel mondo del paranormale» e, più in generale, lo zelo iconoclasta dei solerti ricercatori del C.I.C.A.P., il cui nome è tutto un programma: Centro Italiano di Controllo per le Affermazioni sul paranormale (ma chi li ha nominati "controllori", chi ha rilasciato loro la licenza di mettere in una luce farsesca tutto ciò che la LORO idea di scienza non è attualmente in gradi di capire e tanto meno di spiegare?).
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