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L’elogio della matematica di Alessandro Padoa

Merita di essere riportata una parte del discorso pronunciato da Alessandro Padoa, uno dei più grandi matematici italiani (Venezia, 1868 – Genova, 1937), come elogio della matematica; discorso che fu tenuto a Pinerolo il 28 marzo 1908 e pubblicato dalla Tipografia Chiantone-Mascarelli della stessa città (citato in: L. Cateni e R. Fortini, «La Geometria per il Liceo classico e per il Liceo Artistico», Firenze, Le Monnier, 1974, pp. 160-61):

«Mentre affermo, come ora faccio, che nessuna scienza mi sembra più utile, più bella e più facile della matematica, quei tali [quelli che ostentano disprezzo per la matematica], forse commentano argutamente questi tre aggettivi, così: "Utile?" E quale professore non ritiene utile più di ogni altra che egli insegna? "Bella?" Bello è quel che piace e, se la matematica piace a lei, non piace a noi. "Facile?" Questo poi rasente la canzonatura! No, no; io non ischerzo. E poiché nulla più del dogmatismo è ripugnante a chi abbia la mente esercitata alle indagini scientifiche, io non voglio imporre a que’ tali la mia opinione; desidero soltanto aiutarli a formarsene una conforme alla mia.

Ho detto che la matematica è più FACILE di ogni altra scienza. Ed invero, quale altra scienza si occupa di verità più elementari, poiché essa non ne presuppone alcun’altra, mentre ogni altra presuppone la matematica? In quale altra scienza le argomentazioni sono altrettanto convincenti ed esaurienti? Quale altra scienza conduce a risultati più sicuri e più agevolmente controllabili?

È appunto la facilità e l’immediatezza della verifica ch, dando autorità critica decisiva anche ai più ignari, rende impossibile ogni frode. Invero, mentre un matematico ciarlatano può essere messo con le spalle al muro da uno anche non molto esperto, soltanto un dotto può riuscire a confondere, se pur vi riesce, un presuntuoso che si vanti competente in questioni politiche od economiche, filosofiche od artistiche, tanto è vero che, quando due discutono di argomenti siffatti, quasi sempre accade di udir sostenere risolutamente dagli avversari, nonché diverse, contraddicentesi, senza che alcuno riesca a provare luminosamente la verità della propri; tanto è vero che, mentre il tempo fece giustizia di psicologi e moralisti, filosofi e giureconsulti ch’ebbero grandissima e immeritata fama, la storia non registra, ch’io sappia, un solo esempio di matematici il cui nome già glorioso, sia divenuto oscuro nel volgere dei secoli.

Quando affermo che la matematica è più facile d’ogni altra scienza, io non ignoro e non dimentico quant’essa riesca difficile ai più (troppi si incaricano di provarmelo quotidianamente): gli è che, a dirla francamente, io dubito se costoro, benché sdiano i più, siano atti a formarsi una soda cultura in qualsiasi altro ramo dello scibile.

Ho detto che la matematica è più BELLA d’ogni altra scienza; ed invero in quale altra meglio rifulge lo splendore del vero?

Ho detto che la matematica è più UTILE d’ogni altra scienza; ed invero quale altra fornisce cognizioni tanto universali nel tempo e nello spazio, aiuto altrettanto valido alle scienze fisiche e alle arti costruttive?

Ma la matematica è universalmente utile, oltre e forse più che per la verità che essa fa conoscere, per i metodi di ricerca che essa adopera ed adoperando insegna.

Nessun altro studio richiede meditazione più pacata: nessun altro meglio induce ad esser CAUTI NELL’AFFERMARE, SEMPLICI ED ORDINATI NELL’ARGOMENTARE, PRECISI E CHIARI NEL DIRE; e queste semplicissime qualità sono sì rare che possono bastare da sole ad elevare, chi ne è dotato, molto al di sopra della maggioranza degli uomini. perciò io esorto a studiare la matematica pur chi si accinge a divenire avocato o economista, filosofo o letterato: perché io spero e credo non gli sarà inutile saper bene ragionare e facilmente esporre.»

Fonte dell'immagine in evidenza: Francescoch - iStock

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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