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Marco Casagrande

Marco Casagrande, insigne scultore trevigiano (nato a Campea di Miane il 18 settembre 1804 e morto a Cison di Valmarino il 5 febbraio 1804) ha saputo anche essere, proprio in quanto artista, uomo di pace, a dispetto delle violenze della storia: se è vero che la pace è conoscenza autentica tra i popoli, superamento dei pregiudizi e dei feroci nazionalismi, dialogo e comprensione, apertura e tolleranza.

Come il suo maggiore biografo, l’ungherese Tibor Tombor (nato a Fiume quando questa città era italiana), anche Marco Casagrande è stato un uomo di cultura internazionale, messaggero di arte e di bellezza, e perciò di pace, fra Italia ed Ungheria, proprio negli anni critici dei due Risorgimenti, l’italiano e il magiaro, a dispetto della politica asburgica del "divide et impera" che cercava di volgere l’una contro l’altra le differenti nazionalità del vacillante impero di Vienna.

Pertanto, è anche per merito di artisti come Casagrande (e, in seguito, di storici e critici d’arte come Tombor) se tra la cultura italiana e la cultura ungherese, pur nei decenni travagliati dell’ Ottocento e perfino durante le tragiche giornate della prima guerra mondiale – che videro gli eserciti dei due popoli schierati sulle due opposte sponde dell’Isonzo e del Piave, strenuamente impegnati gli uni contro gli altri -, si è sempre mantenuta fresca e viva una corrente di sincera simpatia, di stima reciproca e affetto non simulato o epidermico, ma profondo e costante.

Ed è commovente pensare che, quando sostiamo ammirati davanti alle sculture della chiesa di Cison di Valmarino (magari ignorandone l’autore), o gli altorilievi del Palazzo Bortolan a Treviso, è uno scrittore ungherese innamorato della nostra terra, il Tombor, che ci permette di "riscoprire" un artista di casa nostra, delle nostre colline, il quale, ingiustamente, era stato quasi dimenticato: una perla che brillava nel giardino di casa nostra, ma che noi, forse, non avremmo mai riconosciuta senza il soccorso generoso di questo figlio riconoscente della Mitteleuropa.

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Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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