Ma quanti don Gallo ci sono nella neochiesa?
4 Aprile 2017
Pazzi, abbiamo aperto la porta che doveva restar chiusa
5 Aprile 2017
Ma quanti don Gallo ci sono nella neochiesa?
4 Aprile 2017
Pazzi, abbiamo aperto la porta che doveva restar chiusa
5 Aprile 2017
Mostra tutto

… illumina, custodisci, reggi e governa me

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla Pietà celeste. Amen. Questa semplice preghiera, che viene insegnata — o forse dovremmo dire: che veniva insegnata — a tutti i bambini, è, probabilmente, una di quelle che, crescendo e distaccandosi dall’educazione religiosa e dalla pratica della vita cristiana, si dimenticano più in fretta. Non del tutto, però: la sua brevità, la sua concisione, la sua commovente intensità continuano a risuonare in qualche stanza segreta dell’anima, forse nelle cantine, la cui eco non si spegne però mai del tutto: simile a una fiammella che ondeggia paurosamente sotto le raffiche di vento, e tuttavia non si spegne, e, chi sa per quale miracolo, torna sempre a raddrizzarsi e a fare luce, a risplendere nel buio, confortante, preziosa.

Il motivo principale di un così rapido oblio, anche se non definitivo e irrimediabile, è, senza dubbio, il fatto che questa preghiera si rivolge a una figura soprannaturale di cui la Chiesa, ai nostri dì, parla poco o niente: la figura dell’Angelo custode. I catechisti, i sacerdoti, i vescovi e i teologi, ciascuno nel proprio ambito, hanno smesso di parlarne: forse essi per primi la considerano una credenza un po’ superata, per quanto l’esistenza degli Angeli sia confermata come un dogma di fede nel Catechismo della Chiesa cattolica, con tanto di citazioni bibliche, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, le quali ne attestano l’antichità e la piena legittimità. In particolare, dal momento che viene insegnata ai bambini, molti cattolici adulti hanno finito per considerarla come una preghiera che smarrisce un po’ la sua ragion d’essere con la fine dell’infanzia; essi non pensano che l’Angelo custode non protegge solo i bambini, ma tutti, anche gli adulti, anche i vecchi, dal primo all’ultimo giorno della loro vita. E non è affatto una credenza ingenua: anche Gesù Cristo ne parla come di una cosa assolutamente certa e vera, per esempio quando dice: Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli (Mt., 18, 10).

Non vogliamo riprendere le cose già dette a suo tempo (cfr. il nostro articolo: Angelo di Dio, che sei il mio custode…, pubblicato su Il Corriere delle Regioni il 07/12/2016); ma è certo che affidarsi alla protezione, al consiglio, all’ausilio dell’Angelo custode, oggi, in questi tempi così difficili, così oscuri nella vita della Chiesa, e nelle prove che il cristiano è chiamato a sostenere, non solo contro i nemici esterni, ma soprattutto contro quelli interni, subdoli, maliziosi, insinuanti, i quali con aria d’innocenza attentano alla purezza della fede e spingono le anime sulla via del traviamento, è cosa quanto mai necessaria. Dovremmo rivolgere ogni giorno un pensiero di gratitudine e una richiesta di sostegno e di saggio consiglio al nostro Angelo custode, per aiutarci a discernere il vero dal falso e il bene dal male, in un momento, quale è l’attuale, di estrema confusione dottrinale e morale, quando si sentono altissimi esponenti della Chiesa stessa dire che l’istanza suprema per giudicare quel che va fatto è la propria coscienza, così come potrebbe esprimersi chi cristiano non è, anzi, chi è fermamente e tenacemente anticristiano, e vorrebbe sostituire alla fede in Dio e alla legge di Dio, creatore onnipotente di tutte le cose, la fede nell’uomo, senza senso del limite o senso del mistero: una fede faustiana e demoniaca, che lo sta sospingendo giù per una china pericolosissima, in fondo alla quale non può esservi che il naufragio dell’anima e il collasso della nostra intera civiltà, colpevole di aver voltato le spalle a Dio per idolatrare la ragione, il progresso, la scienza, e per aver eretto il piacere individuale a criterio di giudizio d’ogni azione.

L’Angelo ci accompagna, ma soprattutto ci precede: ci mostra la via, ci spiana la strada; è il Messo celeste mandato a indicarci la direzione da tenere per non smarrirci nei labirinti della vita. Ci precede così come precedette Mosè, secondo la promessa fattagli da Dio di aiutarlo a condurre il popolo d’Israele verso la Terra Promessa, lontano dall’amara schiavitù sofferta nel Paese d’Egitto (Ex., 23, 20-23):

Haec dicit Dominus Deus: Ecce ego mittam Angelum meum, qui praecedat te, et custodiat in via, et introducat in locum, quem paravi. Observa eum, et audi vocem eius nec contemnendum putes: quia non dimittet cum peccaveris, et est nomen meum in illo. Quod si audieris vocem eius, et feceris omnia, quae loquor, inimicus ero inimicis tuis, et affligam affligentes te: praecedetque te Angelus meus.

«Onoralo, ascolta la sua parola, guardati dal disprezzarlo, dice Dio a Mosè, perché egli non ti perdonerà quando farai del male, essendo in lui il mio nome». Altro che gli angioletti zuccherosi della mitologia consumista del New Age, buoni per vendere libri melensi o collezionare cartoline pseudo esoteriche: questo è un Angelo di Dio, e ascoltare lui è ascoltare Dio, ignorare o disprezzare lui, è ignorare o disprezzare Dio. Ricordarsi della sua presenza, è già porsi sotto la sua protezione; rivolgersi a lui, è ricevere la sua illuminazione. La sua funzione specifica non è solo quella di custodirci e proteggerci, ma anche quella di illuminare e governare gli esseri umani. È una guida sicura nel cammino della vita, ma è anche lo strumento per mezzo del quale Dio ci ispira, ci conforta, chiarisce i nostri dubbi, vince le nostre incertezze e placa i nostri timori, così come la luce dell’alba dissipa le ombre e placa le inquietudini e i timori notturni. È una guida autorevole e un protettore fidatissimo, ma è anche il rappresentante della divina giustizia: per questo il Libro dell’Esodo dice a Mosè: egli non ti perdonerà quando farai del male, essendo in lui il mio nome. Non ascoltare una tale guida, fare del male al suo cospetto, è lo stesso che disprezzare l’amore di Dio, il quale è così sollecito da porre una presenza celestiale accanto a ciascun essere umano, in ogni circostanze della vita e fino al momento estremo della morte.

Fortunato quel bambino al quale è stata insegnata la devozione verso l’Angelo custode; che ne ha visto l’immagine rasserenante dipinta su di un quadro, appeso a capo del letto; che ha imparato sin da piccolo le semplici parole di questa preghiera e le ha custodite in qualche piega della memoria negli anni successivi; che, invece di porsi sotto la protezione delle potenze malvagie, come fanno tanti inconsapevoli bambini per la cosiddetta festa di Halloween, si ricorda, il 2 ottobre, della ricorrenza dei Santi Angeli Custodi, e si affida alla loro speciale custodia, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Come stava scritto sul Messale Romano quotidiano:

2 OTTOBRE, SANTI ANGELI CUSTODI. È verità cattolica che ogni uomo abbia un Angelo a sua custodia, e che gli sia guida e sostegno nelle battaglie contro il nemico infernale, e lo difenda, anche nei pericoli temporali. Si crede pure che ogni famiglia, paese, città, diocesi, regione, nazione, abbia un Angelo tutelare.

L’Angelo, dunque ci protegge sia nei pericoli materiali, nei viaggi, nelle malattie, sia, soprattutto, in quelli spirituali. Veglia su di noi: e veglia perché c’è qualcun altro che s’interessa a noi, ma con intenzioni completamente diverse: l’antico Avversario, lo spirito maligno, che gode di vedere l’uomo allontanarsi da Dio e s’industria in ogni modo per far sì che ciò accada; ma che non può agire sulla nostra anima senza un libero assenso da pare nostra. Ecco, dunque, che l’Angelo ci mette in guardia, protende lo scudo davanti a noi, per difenderci dagli assalti di questa creatura malvagia, della cui esistenza tanti sedicenti cattolici dei nostri giorni si sono perfino scordati, o, peggio ancora (se può esservi qualcosa di peggio), che si rifiutano di credere alla sua esistenza, benché anch’essa sia una verità di fede, ribadita nel Catechismo della Chiesa cattolica, e che dovrebbe essere insegnata dai catechisti, dai sacerdoti, dai vescovi. Del resto, il sacerdote non recita forse, e non fa recitare ai genitori del bambino, durante la cerimonia del Battesimo, la formula: Rinunci a Satana e a tutte le sue seduzioni? Perché il Battesimo è, oltre che il rito di dedicazione dell’anima a Dio e di apertura dell’anima all’azione della grazia divina, anche una cerimonia di esorcismo, con la quale si rifiuta l’abbraccio del male e si domanda a Dio l’aiuto e il consiglio per resistere sempre, anche nel corso degli anni a venire, alle perfidie di un nemico così astuto ed implacabile, così tremendamente furbo, da averci quasi convinti d’essercelo sognato.

Ma non c’è solo l’Angelo custode a prendersi cura di ciascuno di noi; vi sono altre presenze benefiche, che vegliano e pregano per la salute della nostra anima e ci sostengono nei passi difficili, spesso senza che noi neppure ce lo immaginiamo. Si tratta delle anime del Purgatorio, e specialmente di quelle dei nostri cari che ci hanno preceduto. Di solito, quando pensiamo alle anime purganti, e ammesso che lo facciamo, noi le consideriamo sotto una sola prospettiva, la più ovvia: il bisogno che esse hanno delle preghiere dei vivi affinché vengano affrettati i tempi della loro liberazione e alleviate le loro sofferenze, come fa dire Dante all’anima del re Manfredi: ché qui per quei di là molto s’avanza (Purg., III, 145). Eppure, esiste anche un’altra maniera di pensare a loro: e cioè le grazie che esse possono ottenere per i vivi, grazie alle loro preghiere; perché, se esse non possono pregare per se stesse, non essendo ancora rientrate pienamente nella grazia di Dio, possono tuttavia pregare per le anime degli altri, e cioè precisamente per quelle dei vivi. San Pio da Pietrelcina, che aveva un rapporto d’amore vivissimo con le anime del Purgatorio, a un confratello che gli espresse, una volta, tutti i suoi dubbi e le sue perplessità nei loro confronti, risposte, bruscamente e quasi scandalizzato: Taci! Tu non sai che quelle anime mi sono state d’aiuto più di chiunque altro.

Anche la veggente austriaca Maria Simma (Sonntag, 5 febbraio 1915-ivi, 16 marzo 2004), della quale abbiamo altra volta parlato, una donna semplice ed eccezionalmente buona, che trascorso tutta la vita nel suo villaggio di montagna del Vorarlberg, una regione alpina particolarmente isolata, era costantemente in contatto con le anime del Purgatorio, per le quali pregava ardentemente, e che le apparivano sia di notte, in visione, avvolte in un alone di luce, per cui le riconosceva subito, sia di giorno, nel qual caso non le riconosceva come tali se non quando sparivano improvvisamente alla sua vista, dopo averle parlato (cfr. il nostro articolo Se non ci fosse qualcuno che prega per noi… La storia incredibile di padre Kalosans, pubblicato su Il Corriere delle Regioni il 03/03/2016). A suo dire, esse le comunicarono, fra le altre cose, di aver risparmiato il villaggio vicino dalla distruzione per opera di una valanga, con le loro preghiere, salvando la vita degli ignari abitanti. Così ella aveva riferito il fatto (in: Maria Simma e Nicky Eltz, Fateci uscire da qui!, traduzione dall’inglese di Anna Parish Pedeferri, Feletto Umberto, Udine, Edizioni Segno, 1997, 2001, p. 141):

Non c’è nulla che non possano fare per noi! Salvarono una buona parte del villaggio a monte di Sonntag da una grossa valanga nel 1954. Erano intervenute perché nel villaggio dio Fontanella v’era una donna costretta a letto da trent’anni che aveva offerto tutte le sue preghiere e le sue sofferenze per il bene di quella Parrocchia. Quindi si può dire che fu lei, in verità, a salvare tutte quelle case, e certamente molte vite umane. Quando gli esperti esaminarono la valanga il giorno dopo, dissero che qualcosa di molto potente, ben più potente della valanga stessa, l’aveva bloccata nel suo alveo.

Ecco a che punto possono arrivare! Quindi non invocare la loro protezione ogni giorno è una grossa perdita. Davvero non le dimentichi mai!

Pregare fervidamente l’Angelo custode e pregare le anime del Purgatorio: è una cosa di cui vi è più che mai bisogno, in questi tempo di turbamento nella Chiesa e di sconforto generalizzato, ma anche di malsano trionfalismo e d’illusorio rinnovamento spirituale, mentre invece quel che sta accadendo è una resa sempre più marcata e sempre più veloce alle pretese del mondo moderno, a cominciare da quella, veramente enorme e sfrontata, di far sì che il peccato non venga più percepito e riconosciuto come tale, ma che esso venga visto quasi come legittima espressione di libertà e di autonomia personale. Senza il loro aiuto, probabilmente non troveremmo né il discernimento, né il coraggio e la fermezza necessari a restare fedeli al Vangelo: perché è vero che l’aiuto viene da Dio, ma sono poche le anime così pure e trasparenti da potersi rivolgere a Lui direttamente, o alla Madre sua; per la maggioranza di esse, vi è bisogno d’intermediari pazienti e amorevoli, quali sono, appunto, gli Angeli e le anime purganti. E poi, è necessario ricordare sempre le parole del divino Maestro (Gv., 16, 33): Nel mondo avrete tribolazione. Ma fatevi coraggio: io ho vinto il mondo!…

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Chad Greiter su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
Hai notato degli errori in questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.