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Sodoma e Gomorra: eppure la Bibbia parla chiaro

Cardinali massoni, preti modernisti e teologi fasulli possono girarci intorno fin che vogliono; possono arrampicarsi sugli specchi per far dire alla Bibbia ciò che essa non dice, o il contrario di ciò che dice; possono mobilitare legioni di filologi, di linguisti, di esegeti, per proporre nuove e diverse traduzioni della Sacra Scrittura: ma il risultato, alla fine, sarà sempre quello e non cambierà di un millimetro: la Bibbia condanna la pratica dell’omosessualità come un peccato gravissimo; uno dei quattro, fra tutti quanti, — secondo il Catechismo di san Pio X, che non è un documento dei Padri antichi o dei Dottori medioevali, ma appartiene al XX secolo (la prima edizione venne pubblicata nel 1905) – che gridano vendetta al cospetto di Dio.

Il fatto è che i settori "progressisti" della cultura cattolica e gli stessi membri del clero sono stati investiti, almeno in parte, dall’ondata dilagante del libertinismo che infuria già da molto tempo nella società profana; negli ultimi anni, però, si è assistito a qualcosa di nuovo e di diverso, che non ha affatto l’aria di un processo, o di una tendenza, naturali, ma che somiglia piuttosto a un piano preordinato, orchestrato da un’abile regia e reso ognora più forte e incalzante dall’asservimento della maggior parte della stampa, delle televisioni e della stessa cultura "ufficiale" (mentre, fino a qualche anno fa, era la cosiddetta controcultura a sostenere certe posizioni): un piano il cui obiettivo non è, per così dire, difensivo, ossia sdoganare l’omosessualità e proporla come un orientamento del tutto normale della personalità e nel gioco delle relazioni umane, bensì decisamente offensivo: sovvertire, in linea di principio, il concetto stesso di ciò che è secondo natura, anzi, abolire l’idea che esista una legge di natura, che esista una ragione naturale e, a maggior motivo, che esista una legge divina. Sostenere l’assoluta naturalità dell’orientamento omosessuale equivale a dichiarare che tutto ciò che viene dalla natura, a cominciare dagli istinti e dall’inconscio, è buono in se stesso e merita di essere assecondato, mentre tutto ciò che vi si oppone è cattivo e meritevole di essere liquidato. È, questo, l’ultimo approdo, aberrante e delirante, ma — al tempo stesso — estremamente coerente, della religione naturalistica proclamata da Rousseau ai tempi d’oro del’illuminismo; e che lo sventurato Robespierre ebbe la malaugurata idea (malaugurata anche per lui: la Convenzione non gliela perdonò mai) di voler instaurare, così, dall’oggi al domani, mediante il culto dell’Essere Supremo e la pratica di una "virtù" che consisteva nella eliminazione fisica di tutti i dissenzienti, effettivi o potenziali che fossero.

Si noti il rovesciamento logico, oltre che etico, operato da quei signori. Il filosofo Massimo Cacciari, ad esempio, ha detto qualche tempo fa, in televisione (dove ha sempre una presenza assicurata in prima fila, qualunque cosa abbia voglia di affermare), mentre il Parlamento italiano si accingeva a discutere l’equiparazione giuridica delle coppie di fatto e delle unioni omosessuali al nucleo familiare "tradizionale", cioè formato da un uomo, una donna e dei bambini, che il Papa e la Chiesa dovrebbero abbandonare il loro "naturalismo", intendendo, evidentemente che il "dato" di natura dell’esistenza di due sessi, maschile e femminile, dovrebbe inchinarsi davanti al fatto psicologico e culturale dell’orientamento sessuale, il quale, in base alla teoria gender, può rivolgersi indifferentemente in cinque direzioni diverse (omosessuale maschile e femminile, bisessuale, transessuale ed eterosessuale), ad assoluta discrezione dell’individuo. Sicché la dottrina cattolica, che considera l’omosessualità intrinsecamente disordinata, perché ignora le differenti identità sessuali maschile e femminile, e le sostituisce con un volontarismo soggettivistico, viene fatta passare per "naturalista": mentre il vero naturalismo è tutt’altra cosa, ed è proprio quello su cui si basano le aberranti ideologie, come quella dei cinque orientamenti di genere, ossia la consacrazione e la piena e totale accettazione di qualunque cosa venga dalla natura, intesa come l’insieme degli istinti e delle pulsioni, svincolati da qualsiasi legge di natura (biologica e fisiologica) e da qualsiasi codice etico.

Il passo successivo, e vi sono già delle avvisaglie in tal senso, sarà la liceità della fecondazione eterologa e della pratica dell’utero in affitto, per consentire di aver figli a chi non li può avere per via naturale; poi verrà la "naturalizzazione" della pedofilia (da tempo "rivendicata" da alcune lobby legate all’omosessualismo); seguiranno l’incesto (se tutto ciò che conta è l’amore, perché no?), il bestialismo (in Australia, un ragazzo di vent’anni si è già sposato con il proprio cane), il sadismo, il masochismo, la necrofilia (anche per questa pratica, vi sono già delle proposte di legge da parte di alcune forze politiche), e così via. Intanto, però, il messaggio che Cacciari e altri stanno facendo passare, è questo: Vedete com’è oscurantista e troglodita la Chiesa cattolica, ancora legata ad una concezione naturalistica del sesso?

Il cattolicesimo è, nella civiltà moderna, l’ultima forza morale – insieme alla religione greco-ortodossa – che possa rappresentare un ostacolo, almeno teoricamente (in pratica, molto meno) ad un simile disegno; dunque, bisogna spazzarlo via, adoperando la questione omosessuale come un grimaldello. Così come la questione delle indulgenze fu, per Lutero, il grimaldello con cui la rivoluzione protestante passò a investire l’intera questione morale nell’ambito della Chiesa, indi gli aspetti dottrinari e teologici, allo scopo di distruggere completamente il cattolicesimo e la sua Chiesa; così, oggi, le lobby finanziarie che dominano occultamente l’intero pianeta, e che si prefiggono di sostituire al cattolicesimo la nuova religione illuminista, gnostico-massonica, panteista e naturalista, si stanno servendo delle rivendicazioni della galassia omosessualista per rovesciare completamente quel (poco) che resta della presenza cattolica nella società, e per estinguere gli ultimi sussulti della morale cristiana, sostituendoli con un relativismo assoluto e con un naturalismo radicale.

Vale la pena — e lo consigliamo caldamente ai teologi cattolici e ai sacerdoti modernisti e progressisti – di rileggersi con la massima serietà il brano del Libro della Genesi relativo al celebre episodio della distruzione di Sodoma e Gomorra (18, 17-21; 19, 1-29):

Il Signore diceva tra sé: "Potrò io celare ad Abramo quello che sto per fare, dal momento che Abramo dovrà diventare un popolo grande e potente e in lui saranno benedette tutte le genti della terra? L’ho scelto, infatti, affinché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui, di osservare la via del Signore e di agore con rettitudine e giustizia, perché il Signore compia in favore di Abramo quello che gli ha promesso. Disse dunque il Signore: "Il clangore che giunge a me da Sodoma e da Gomorra è grande, e il loro peccato è gravissimo. Io scenderò e vedrò, se in realtà hanno fatto o no, quello che indica il grido giunto a me: voglio constatarlo. […]

Quando i due Angeli giunsero a Sodoma sul fare della sera, Lot era seduto alla porta della città. Appena li vide, si alzò, andò loro incontro e si prostrò fino a terra, dicendo: "Vi prego, signori miei, degnatevi di venire in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e domattina, appena alzati, continuerete il vostro cammino". Ma essi risposero: "No, passeremo la notte sulla piazza". Tuttavia egli fece loro tanta insistenza, che essi andarono da lui, entrarono nella sua casa ed egli preparò loro un convito, cosse dei pani azzimi ed essi mangiarono. Non erano ancora coricati, che gli uomini della città, i Sodomiti, circondarono la casa, giovani e vecchi, tutto il popolo senza eccezione; chiamarono Lot e gli dissero: "Dove sono quegli uomini venuti da te questa notte? Mandaceli fuori perché ne abusiamo". Lot si presentò loro sulla soglia e chiuse la porta dietro di sé. Poi disse: "Deh, fratelli miei, non vogliate commettere un tal male! Ecco, io ho due figlie che sono ancora vergini: io ve le darò e ne farete quel che vorrete, ma a questi uomini non fate nulla, perché son venuti al’ombra de mio tetto". Quelli invece gli risposero: "Levati di mezzo!". E si dicevano: "Quest’individuo è venuto qua come straniero e ora vuol farci da giudice: faremo a te peggio che a loro". E si spinsero con violenza contro di lui, Lot, e volevamo abbattere la porta. Ma i due uomini stesero il braccio, riportarono Lot con loro in casa, chiusero la porta e colpirono di accecamento la gente che stava alla porta di casa, dal più piccolo al più grande, sicché si affaticarono invano per ritrovare la porta.

Poi quei due uomini dissero a Lot: "Chi c’è qui ancora dei tuoi? Fa’ uscire da questo luogo generi, figli e figlie e chiunque dei tuoi servi si trovi in questa città, poiché noi siamo qui per distruggere questo luogo: grande è il clamore che si è innalzato al Signore, e il Signore ci ha mandati a distruggerlo". Lot allora uscì fuori, parlò ai suoi generi, che dovevano prendere le sue figlie e disse loro: "Alzatevi, partite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!". Ma essi cedettero che volesse scherzare.

Quando spuntò l’aurora, gli Angeli sollecitarono Lot, dicendo: "Levati, porta via la tua moglie e le tue figlie, che si trovano qui, altrimenti perirai nel castigo della città". E siccome egli indugiava, quegli uomini presero per mano lui, la moglie e le figlie e lo fecero uscire e lo misero fuori della città, perché il Signore voleva salvarlo. Dopo averli fatti uscire fuori, uno degli Angeli gli disse: "Mettiti in salvo! Ne va la vita! Non guardare indietro e non fermarti in nessun luogo della pianura; salvati al monte, per non perire".

Ma Lot rispose loro: "Oh, no, Signor mio. Ecco, il tuo servo ha trovato grazia agli occhi tuoi e tu hai mostrato grande bontà verso di me conservandomi in vita, ma io non potrò salvarmi al monte prima che il castigo mi raggiunga, e morrò. Guarda, ti prego, vi è qui vicino questa città, mi ci posso rifugiare, è poca cosa. Permetti che io mi salvi là; — non è forse piccola cosa? – ed avrò salva la vita." Ed egli rispose: "Anche in questo io ti ho esaudito: non distruggerò la città di cui hai parlato. Presto, salvati là, perché io non potrò far nulla, finché tu non ci sia arrivato". Perciò quella città fu chiamata Segor. Il sole si levava sulla terra, quando Lot arrivò a Segor. Allora il Signore fece piovere sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco, da parte del Signore, e distrusse quelle città e tutta la pianura, tutti gli abitanti della città e ogni germinazione del suolo. Or, la moglie di Lot si voltò indietro a guardare e diventò una colonna di sale.

Abramo intanto si era alzato di buon mattino per andare sul luogo dive rima si era fermato davanti al Signore, e volgendo lo sguardo verso Sodoma e Gomorra e su tutta la pianura, vide che dalla terra si alzava un fumo simile al fumo di una fornace. Ma quando Iddio distrusse le città della pianura si ricordò di Abramo e fece scampare Lot dallo sterminio, mentre distruggeva le città in cui Lot aveva abitato.

Vorremmo essere chiari su questo argomento, per evitare qualsiasi equivoco strumentale. Non abbiamo nulla contro le persone omosessuali; anzi pensiamo che esse, come del resto chiunque altro, meritino considerazione e rispetto: questo insegna il Vangelo, e non ci piove. Dobbiamo però aggiungere che una cosa è il rispetto dovuto alle persone, un’altra cosa l’approvazione di certi comportamenti. Non solo. Siamo profondamente convinti che la grande maggioranza delle persone con vere tendenze omosessuali (le quali rappresentano una percentuale piccolissima della popolazione totale) non condividano l’esibizionismo, il cattivo gusto e l’aggressività delle lobby omosessualiste; che si sentano usate e manipolate da queste ultime, per i loro oscuri disegni politici; e che siano gelose della loro intimità ben più di quanto non lo siano le sfrontate persone che partecipano ai Gay Pride mostrandosi in vesti provocanti e ripugnanti, baciandosi in pubblico e facendo di tutto per offendere e disgustare chi non appartiene alla loro galassia. Si aggiunga che quelle stesse lobby omosessualiste – oggi molto potenti, perché controllano gran parte del sistema cinematografico e dell’informazione internazionale, così da essere in grado di mettere in ginocchio, boicottandola, qualunque industria promuova una pubblicità da esse giudicata omofoba — stanno facendo di tutto per diffondere l’omosessualità come fatto culturale, cioè come esperienza volontaria e gratuita, ossia come vizio, facendola passare per una "necessità", un "bisogno", un "istinto". La natura non conosce istinti deviati generalizzati; gli istinti deviati sono sempre le eccezioni che confermano la regola: e la regola è che la natura, per non autodistruggersi, favorisce ciò che alimenta la vita, e non ciò che è sterile. Ma le lobby omosessualiste hanno bisogno di questi due elementi — la diffusione abnorme di una "cultura" omosessuale e la crescente aggressività delle minoranze omosessualiste — per perseguire i loro fini particolari, dei quali le singole persone che partecipano alla diffusione della "filosofia" gender, anche sotto forma di nuovi programmi scolastici calati dall’alto, non sanno, probabilmente, un bel nulla.

L’aggressività fa parte di questa strategia: si pensi, nell’episodio biblico di Sodoma e Gomorra, alla componente di violenza sessuale dispiegata dagli abitanti di quelle due città; oppure si pensi alla rappresentazione, falsa e disonesta, del mondo gay da parte dei media. Quando vi è stata la terribile strage di Orlando, negli Stati Uniti, che non sarà mai deprecata abbastanza, il locale in cui si è svolta è stato rappresentato come una innocua e normalissima discoteca per persone desiderose di svago, e i ragazzi che la frequentavano, come delle persone dalle abitudini sessuali quasi morigerate, tanto è vero che erano lì insieme ai loro "fidanzati": mentre tutti sanno che simili locali esistono per consentire la promiscuità sessuale più sfrenata e le orge più brutali. Tutti lo sanno, ma nessun giornale politically correct ha osato dirlo: perché tutti hanno subito il ricatto consistente nella paura di sembrare cinici davanti alle vittime, e di approvare azioni assassine come quelle del "giustiziere" islamico (e sul fatto che fosse islamico, peraltro, si è steso un velo pietoso: perché altrimenti si sarebbe infranto un altro tabù del politically correct, se possibile ancora più ferreo: quello pro-immigrati e pro società multietnica).

Queste sono le armi di cui si servono le lobby mondialiste a sfondo gnostico-massonico: il ricatto, la paura e la menzogna.

Lo diciamo finché è ancora possibile farlo, anche se scomodo; e sperando, naturalmente, che le prossime leggi contro la cosiddetta omofobia, come la proposta di legge Scalfarotto, la numero 245, contro omofobia e transfobia (attenzione al vocabolario: quando inventano grotteschi neologismi di questo tipo, vuol dire che stanno manipolando l’immaginario concettuale della società) non avranno un valore retroattivo…

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Chad Greiter su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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