Dio ci scampi dai poeti egotisti, romantici e infelici
3 Settembre 2022Da Gentile a Bergoglio: Dio non è Dio senza l’uomo
5 Settembre 2022Dalla Cabala al progressismo è l’opera più importante dello studioso e sacerdote argentino Julio Meinville (1905-1973). In quel libro, che, sebbene tradotto anche in italiano, non è conosciuto quanto meriterebbe, egli sostiene che esistono da sempre due soli orientamenti filosofici, religiosi ed esistenziali possibili: quello cattolico, che parte da Adamo, passa per Mosè e culmina nell’Incarnazione e nella Rivelazione del Verbo in Gesù Cristo, e che ha ricevuto la più perfetta sistemazione filosofica nell’opera sterminata e ammirevole di san Tommaso d’Aquino; e quello gnostico e cabalistico, che caratterizza il paganesimo, l’ebraismo dopo l’Incarnazione (il che valse all’autore, naturalmente, l’accusa di antisemitismo), e tutte le eresie che si sono succedute all’interno della Chiesa e che trovano nel modernismo la sintesi a suo modo perfetta, non di rado facendosi scudo di dottrine solo apparentemente ortodosse, come quelle di Jacques Maritain, da lui accusato di aver introdotto gli errori del mondo moderno, cominciando dal liberalismo, nel cattolicesimo, grazie al cavallo di Troia del Concilio Vaticano II. Tertium non datur: o con Cristo o contro Cristo; e perciò tutto il pensiero moderno non è che la costante variazione sul tema, gnostico e cabalistico, della pretesa umana di sostituirsi a Dio, di essere Dio, e di poter fare senza di Lui e contro di Lui.
Ebbene, parafrasando quel titolo, potremmo anche dire: dalla Cabala al Satanismo: perché nel pensiero cabalistico non vi sono solo i germi di tutte le ideologie liberali, rivoluzionarie e anticattoliche dei secoli successivi, ma anche qualcosa di più e di peggio; vi sono, in parte almeno, i germi del Satanismo, ossia di quella contro-religione mondiale che i Padroni Universali si stanno accingendo ad instaurare ai nostri dì, sotto il nostro naso e senza che ce ne rendiamo conto. Si veda l’intronizzazione della Pachamama in Vaticano, un sanguinario idolo pagano che si pasceva di sacrifici umani; si veda l’installazione del dio cartaginese Moloch nel Colosseo, con la scusa di una mostra culturale, cioè del più feroce idolo assetato del sangue dei bambini innocenti; si veda la collocazione della Porta dell’Inferno, sempre dietro il paravento di un evento artistico, nelle ex Scuderie del Quirinale. Tutto questo a Roma, nello spazio di pochi mesi: nella città che è il cuore del cattolicesimo e dove ogni angolo, ogni pietra parlano della storia, due volte millenaria, della civiltà cristiana. Si ha un bel dire che tali fatti, e altri simili, non hanno quei risvolti sinistri che noi vi scorgiamo; ripetiamo, con la scrittrice Agata Christie, che una coincidenza è una coincidenza, due sono un indizio, ma tre sono una prova. Opinare diversamente significa chiudere gli occhi per non vedere, e gli orecchi per non udire: ma anche così diventa ben difficile, crediamo, non vedere il ghigno del Diavolo e non udire i suoi cachinni. Ve l’ho fatta, sta dicendo, e voi non riuscite nemmeno a fare due più due.
Per quanto riguarda il pensiero, può sembrare esagerato vedere in tutte le correnti non cristiane un sottofondo anticristiano: invece, a un attento esame della loro natura e della loro intenzionalità, appare evidente che si tratta proprio di questo; e che la cosa tende a sfuggire, ad esempio agli studenti di filosofia iscritti a un corso regolare, per la semplice ragione che ben pochi professori e autori dei manuali si sono mai presi la briga di verificare se e in quale misura nelle più svariate correnti e tendenze della filosofia moderna e contemporanea, in particolare da Cartesio a Heidegger e oltre, vi sia una comunanza di prospettive con il pensiero gnostico e cabalistico. Nel qual caso si sarebbero resi conto che tale comunanza esiste e che, per dirla con Agata Christie, è alquanto improbabile spiegare un simile fatto invocando tutta una serie, costante e millenaria, d’incredibili coincidenze. E se qualcuno non ne fosse ancora persuaso, consideri i tratti essenziali e costitutivi delle filosofie moderne: a Cartesio, il cui soggettivismo necessariamente porta al rifiuto di Dio quale garante dell’intelligibilità del mondo; a Spinoza, il cui panteismo implica la scomparsa totale della differenza ontologica fra uomo e Dio; a Locke, che predica la tolleranza universale, facendo però un’esplicita eccezione per i cattolici, che non ne sono degni; a Kant, il cui rifiuto della cosa in sé conduce a una radicale fenomenologia e quindi all’immanentismo; a Hegel, la cui identificazione di reale e razionale comporta l’assolutizzazione della storia e la divinizzazione dell’ente; a Marx, che vede in tutte le religioni, ma specialmente nel cristianesimo, l’oppio dei popoli, che va abolito per la loro emancipazione; a Heidegger, che ha insegnato a Karl Rahner come introdurre il soggettivismo nella teologia e con ciò scalzare la fede e la teologia stessa. Si rifletta che tutte queste filosofie sono accomunate dal filo rosso di una costituzionale opposizione, esplicita o implicita, al cristianesimo; e poi si analizzi la loro genesi e i loro contenuti, e si vedrà che sono state influenzate, alcune in maniera consapevole, altre meno, dalla gnosi, dalla Cabala e talune, per certi aspetti anche dal Talmud.
Con ciò non s’intende dire che tutto il pensiero moderno è frutto di un disegno consapevole anticristiano: o meglio, sì che lo è, ma la regia occulta non è nota alla maggior pare dei singoli; e quando un David Hume, per esempio, demolisce ogni certezza metafisica e un Voltaire ridicolizza le verità del cristianesimo, forse lo fanno in base a un disegno unitario (che discende storicamente dalla massoneria) o forse no; ma certamente c’è un tale disegno lo ha concepito, propagandato e agevolato in ogni maniera possibile. Un’altra prevedibile obiezione è questa: ma un simile disegno, che si espande nel corso delle generazioni e abbraccia alcuni secoli di storia, non può formarsi nella mente di un essere umano: infatti non c’è essere umano che possa vivere trecento anni, né che abbia la pazienza di attendere dieci generazioni per tirare in barca le reti, dopo averle gettate in mare per catturare i pesci. Ed è verissimo. Una tale creatura umana non esiste, infatti; né esiste una creatura umana che sia capace di pensare così in grande, di concepire un disegno anticristico e anticristiano che abbracci ogni aspetto della vita associata e perfino di quella individuale, dalla politica alla giurisprudenza e dalla medicina all’educazione e all’informazione. Evidentemente non stiamo parlando di un essere umano, ma di un’intelligenza non umana: la quale, nella visione cristiana del reale, ha un nome e un volto ben precisi, e gioca da sempre un ruolo fondamentale, tanto più decisivo quanto meno esso viene riconosciuto e tenuto presente: è l’antico avversario, colui che per odio a Dio e gelosia nei confronti dell’uomo vorrebbe rendere nulli gli effetti della divina Rivelazione e dell’Incarnazione del Verbo; Colui e coloro verso i quali san Paolo ci mette in guardia, dicendo (Ef. 6,11-13):
^11^Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. ^12^La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
^13^Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove.
E adesso torniamo all’influsso esercitato dalla Cabala sulle filosofie moderne.
Ha scritto Richard Cavendish (1930-2016), storico delle religioni, e studioso di occultismo, Tarocchi, magia e dottrine segrete (in: R. Cavendish, La magia nera; titolo originale: The Black Arts: A Concise History of Witchcraft, Demonology, Astrology, and Other Mystical Practices Throughout the Ages, 1967; traduzione dall’inglese di Sebastiano Fusco, Roma, Edizioni Mediterranee, 1987, vol. 1, pp. 109-111):
La Cabala è un corpo di dottrine occulte, di origine ebraica, che venne adottato con entusiasmo dagli occultisti non ebraici sin da quindicesimo secolo. Levi, Mathers e Crowley ne furono profondamente influenzati. Gli occultisti moderni ne sono attratti per via della sua antichità e dal suo mistero, e perché da essa possono trarre i grandi principi magici: che l’universo è una unità; che si fonda su di un tessuto sotterraneo connesso con i numeri e i pianeti; che l’uomo è Dio e l’universo in miniatura, d può sviluppare la scintilla divina che ha in sé sino a dominare l’intera creazione e divenire egli stesso Dio.
La Cabala è spesso ingannevolmente oscura, ed è talmente complessa che in pratica non se ne può parlare se non attraverso inaccettabili semplificazioni. È "hokmah nistarah, la "visione nascosta", che si pensava tramandata in segreto di generazione in generazione dai saggi sin dal tempo di Abramo, cui venne rivelata da Dio. I Cabalisti moderni asseriscono che le parti della Cabala esposte per iscritto e pubblicate nel corso dei secoli non ne contengono i segreti più profondi, rivelati solo a chi ne è dego, passati di bocca in bocca o affidati ad antichissimi documenti che non hanno mai lasciato le mani degli iniziati. Per fortuna, le glosse degli occultisti moderni gettano qualche luce su questi profondi segreti.
Oltre che dei trattati relativamente moderni, la Cabala stessa consiste di numerosi scritti di diversi autori anonimi. I più importanti sono il "Sepher Yetzirah" ("Libro della Formazione"), in ebraico, scritto probabilmente in Babilonia fra il terzo e il sesto secolo dopo Cristo (ma da molti Cabalisti moderni attribuito ad Abramo stesso), e lo "Zohar" ("Sepher ha-Zohar: "Libro dello splendore"), in aramaico, composto per la maggior parte in Spagna poco dopo il 1275, probabilmente dal cabalista e studioso Moses de Leon.
Molte delle idee fondamentali della Cabala si trovano anche nello Gnosticismo, che si sviluppò nella stessa epoca e nella stessa area: i paesi del Mediterraneo Orientale intorno al tempo di Cristo. Comune ai due movimenti è l’importanza attribuita al sapere. Entrambi affermano di possedere la "gnosi", o conoscenza di Dio. Questa non si ottiene mediante l’indagine razionale o le dissertazioni circa la natura della divinità, che sono respinte come inutili. La conoscenza di Dio si ha solo per diretta ispirazione divina, o attraverso sacre tradizioni a loro volta divinamente ispirate.
Tale conoscenza trasforma l’uomo che l’acquista, rendendolo partecipe dell’essenza divina: CONOSCERE significa ESSERE Dio. Gli eletti non sono coloro che conducono vita pia, ma gli illuminati, che possiedono la conoscenza del divino. Il peccato che distacca l’uomo da Dio non si identifica con alcuna "cattiva condotta" in senso morale, bensì con l’ignoranza.
Questa teoria della gnosi è una delle dee fondamentali di tutto l’occultismo. Spiega il disprezzo per la morale comune manifestato da molti Gnostici e Cabalisti, ed anche, paradossalmente, la mania cabalistica della classificazione: il tentativo cioè di disporre ogni cosa in Dio e nell’universo secondo uno schema logico. La conoscenza è la chiave per il divino, e la conoscenza suprema deve sapere spiegare tutto. Questo fa necessariamente entrare in gioco la ragione. I Cabalisti iniziarono stabilendo il principio che è assurdo pensare a Dio in termini razionali: ma questo è esso steso un PRINCIPIO RAZIONALE; ed inoltre, la conoscenza di Dio non può essere compresa o trasmessa agli altri eccetto che con l’uso della ragione. Ciò che è totalmente irrazionale e disordinato, è anche insondabile e inesplicabile; nonostante il suo originale rifiuto della ragione, la sete di conoscenza dei Cabalisti sfocia quindi nell’imposizione di un rigido schema razionale per inquadrare Dio e l’Universo.
Ecco dunque, spiegata da un esperto, la comune matrice di tante filosofie moderne, tanti movimenti culturali e scuole occultistiche (anche di «occultismo per le masse», come quello propinato ai giovani attraverso un certo tipo di musica, magari con la mediazione intellettuale di un Aleister Crowley): il rifiuto della trascendenza, il ripudio dell’Essere come causa sui e la rivendicazione orgogliosa, da parte della creatura, di potersi fare creatrice di se stessa. Vi ricorda nulla, tutto ciò? A noi ricorda il serpente nel giardino dell’Eden e il peccato originale (Gen. 3,4-5): Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.
Si pensi ora alle dichiarazioni di sedicenti scienziati e di ministri del governo i quali affermano di sapere per quanti esseri umano è stato programmato il nostro pianeta, lasciando intravedere la loro spietata volontà di un drastico sfoltimento; di ritenere inadeguati alcuni aspetti della realtà naturale, ad esempio in fatto di genere sessuale e possibilità di procreare, e di voler provvedere al riguardo; per non parlare della tavola dei valori morali che, parafrasando Nietzsche, devono essere totalmente sovvertiti: e il quadro sarà ancor più chiaro: Cabala e gnosi hanno assunto il controllo del mondo…
Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Gustave Dorè)