Chiarezza di veri filosofi, oscurità di pseudofilosofi
5 Giugno 2022Tornare al pensiero sano per tornare alla vita
6 Giugno 2022Lo studio di Roberto Bonuglia Dalla globalizzazione alla tecnocrazia. Orientamenti di consapevolezza distopica del Terzo Millennio è un lavoro prezioso, che consente al lettore di andare al cuore del problema fondamentale del nostro tempo, fornendo al tempo stesso una panoramica sugli aspetti più vistosi in cui si manifesta il disegno del Nuovo Ordine Mondiale, da quello geopolitico a quello medico-sanitario, a quello finanziario, economico e politico; e ciò con una libertà di pensiero e una capacità di formulare punti di vista "alternativi" che, oggi, sono diventati sempre più rari. Perché Robeto Bonuglia è non solo uno storico di professione, cresciuta alla scuola di Renzo De Felice e quindi con la piena coscienza del doveroso sforzo di obiettività degli studi storici; ma è anche e prima di tutto un uomo che sente con forza il bisogno di verità, un bisogno che non esita a confrontarsi a tutto campo con il reale e che non tiene in alcun conto i pregiudizi consolidati da decenni di storiografia faziosa e partigiana, perennemente prostrata davanti ai luoghi comuni e ai tabù del politicamente corretto, ma che tende al vero con tutte le sue forze, perché lo sente come un bisogno insopprimibile dell’animo; né si darebbe pace se omettesse d’indagare il sia pur minimo aspetto del reale, per quanto snobbato e disprezzato dagli storici politicamente corretti, se ciò offre la prospettiva di completare il quadro d’insieme e d’intendere più in profondità il senso degli accadimenti.
Questo infatti, stavamo quasi per dimenticarcene un po’ tutti, è il senso del fare ricerca storica: non "accontentare" le aspettative di questa o quella ideologia e di questo o quel tipo di pubblico, ma ristabilire la verità attraverso la comprensione dei processi profondi e delle forze che talvolta si tengono nell’ombra, lasciando che agiscano in maniera visibile quelle tradizionali, con le quali il pubblico ha familiarizzato da sempre (per fare un esempio, il concetto di Stato sovrano), esse sono assurte al ruolo di veri protagonisti delle vicende internazionali, e possono farlo tanto più agevolmente, quanto più l’opinione pubblica, e gli stessi studiosi, sembrano non essersi neppure accorti della loro capillare, invadente presenza.
Roberto Bonuglia con questo suo studio ci conduce per mano attraverso una serie di scenari distopici, sorprendenti per la loro vastità e complessità, e ci indica i punti precisi in cui guardare con particolare attenzione, senza farci distrarre dagli aspetti secondari: ad esempio, l’impressionante arricchimento dei soliti noti nel corso del trentennio che va dal 1990 a oggi (i peggiori anni della nostra vita) e lo speculare, drammatico impoverimento di strati di ceto medio, o di ex ceto medio, sempre più significativi. Così, dalla questione delle multinazionali del farmaco all’onnipotenza della grande finanza, capace ormai di condizionare non solo indirettamente, come faceva un tempo, ma anche direttamente, la vita politica degli stati, anche attraverso quel cavallo di Troia che sono i grandi organismi sovranazionali, come l’ONU, e degli istituiti privati, ma auto-promossi alla dignità di centrali insindacabili ove si decide il futuro dell’umanità, come il Forum Economico di Davos il lettore si rende conto che nulla di ciò che credeva di sapere poggia ormai su basi solide, che l’intero quadro della realtà ci è stato sottratto e ricostruito sotto i nostri occhi, senza che ce ne avvedessimo. Adesso, però, le cose sono giunte a un punto tale che è quasi impossibile non vedere e non capire, a meno che si scelga — come sembra fare la maggioranza — la via della dissonanza cognitiva: piuttosto che riconoscere la dura realtà nella quale ci troviamo immersi, fingere che tutto prosegua più o meno come prima, e che insomma ci si possa arrangiare in qualche modo e sopravvivere alla meno peggio anche ai radicali mutamenti imposti dalla globalizzazione.
Il libro di Roberto Bonuglia, lucido, implacabile, obiettivo, si rivolge a quanti hanno incominciato a vedere e a capire, e anche a quelli che, pur essendosi finora rifiutati di farlo, avvertono un peso sempre più grande sulle loro vite e un fardello sempre più imbarazzante sulla propria coscienza: ad esempio nel momento in cui leggi inique e incomprensibili impongono alle categorie professionali e lavorative, e agli stessi servitori dello Stato, di agire in maniera difforme dal senso comune e anche, purtroppo, dal più elementare senso etico, per adeguarsi a imperiose direttive che vengono dall’alto e che a tutto sembrano finalizzate, tranne, purtroppo, che al pubblico bene e al vero interesse della nazione.
Dopo aver terminato la lettura dello studio di Roberto Bonuglia ci si sente da un lato più tristi, perché si vedono confermate le proprie peggiori preoccupazioni e ci si rende conto che i propri timori, anche se non condivisi da tanti amici e conoscenti, erano disgraziatamente ben fondati; ma dall’altro più consapevoli e quindi capaci di reagire, di elaborare non solo una strategia di sopravvivenza, ma anche di lotta comune contro i poteri oscuri e per il ritorno ad una società dal volto umano, dove il bene sia ancora e sempre il bene, e non il male travestito da bene, come oggi accade nell’indifferenza o, peggio, nella connivenza e nella complicità di tante, troppe persone. Chiusa l’ultima pagina, insomma, ci si sente frastornati e per certi versi angosciati, ma per un altro verso liberati: liberati da pericolose illusioni e da patetici tentativi di adeguarsi a un progetto globale talmente inumano e malefico, che molti di noi, ancorché disposti a sottomettersi, non potranno farne parte, per la buona ragione che la loro stessa sopravvivenza non è compresa in esso, anzi è prevista e programmata l’eliminazione di un numero impressionante di esseri umani, sacrificati sull’altare di un tecnicismo e di un dirigismo che si sono concentrati nelle mani peggiori: quelle di chi ha deciso scientemente di servire il male per farsi signore del mondo, in realtà come strumento del vero signore, che non desideriamo nemmeno nominare ma che si sarà ben capito chi sia e a che cosa tenda, da sempre, per odio vero Dio e verso l’uomo.
Roberto Bonuglia fa la diagnosi, non ci offre la terapia: ciascuno di noi è personalmente interpellato a cercare le soluzioni. Ed è giusto che sia così: la condizione, tragica e umiliante, nella quale siamo caduti è stata resa possibile dalla massificazione della società; pertanto non risaliremo la china se non ritroveremo la forza e la capacità di porci come soggetti liberi e razionali, davanti agli altri e davanti a noi stessi.
FRANCESCO LAMENDOLA
Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash