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Magia nera e satanismo nascosti nella letteratura?

Chi non conosce, almeno di fama, L’amante di Lady Chatterley, di D. H. Lawrence (1885-1930)1875-1947).; la romantica e sensuale storia d’amore fra il solitario guardacaccia e la rispettabile signora inglese che tradisce il marito paralizzato su una sedia a rotelle e raggiunge i vertici dell’estasi, dei quali ignorava perfino l’esistenza? Eppure D. H. Lawrence non è stato solo un romanziere molto letto e apprezzato, specialmente presso il pubblico anticonformista in rivolta contro il perbenismo borghese, la morale vittoriana e lo spirito puritano anglosassone, e desideroso di trovare espressa la propria voglia di libertà e il rifiuto delle convenzioni, specie in materia sessuale. Anche se il grosso pubblico lo conosce, oltre che per L’amante di lady Chatterley (1928), per romanzi nei quali ricorrono le stese tematiche — il complesso di Edipo, la liberazione sessuale, l’ansia di emancipazione spirituale ed esistenziale — come Il pavone bianco (1911), Figli e amanti (1913), Donne innamorate (1920), La ragazza perduta (1920), egli è stato anche un allucinato profeta della resurrezione delle antiche divinità precristiane, ovviamente in chiave anticristiana, nel singolare e inquietante romanzo, ambientato in Messico, Il serpente piumato (1926). Inoltre è stato un poeta, un pittore, un saggista, un drammaturgo, uno studioso – e forse un praticante – di occultismo e discipline segrete, il cui irrequieto e vagabondo itinerario esistenziale e spirituale si è intrecciata a un certo punto con quello del più discusso, pericoloso e ripugnante satanista dei tempi moderni, Aleister Crowley (1875-1947).

Il punto d’unione fra i due, che spiega l’esistenza di interessi comuni a due personalità in apparenza tanto lontane l’una dall’altra, è, naturalmente, la magia sessuale: che per Lawrence era un semplice strumento di liberazione delle forze represse dell’io, mentre per Crowley, secondo l’insegnamento del tantrismo della mano sinistra, era puramente e semplicemente un ramo o un aspetto della magia nera, atto a potenziare le capacità operative del mago o stregone. Ma prima di procedere, bisogna tener presente l’evento chiave nel percorso di ricerca di Crowley: l’8 aprile 1904, in seguito a cerimonie di evocazione del dio egizio Horus, al Cairo, egli disse di aver udito la voce di uno spirito o demone, Aiwass, che da quel momento lo avrebbe guidato sulla strada della resurrezione delle antiche divinità destinate a soppiantare il cristianesimo. Dal punto di vista cristiano, Aiwass altri non era che uno spirito maligno e Crowley, che conduceva le sue cerimonie effettuando anche sacrifici di sangue (certamente di animali, ma forse anche di un bambino) si può considerare a tutti gli effetti come un posseduto dalle forze del male. In seguito, durante il soggiorno negli Stati Uniti, nel 1918, egli si vantò di aver aperto un "portale interdimensionale" che non è più stato chiuso e che consente alle "divinità" da lui evocate di entrare in contatto con il mondo terreno, agendo sulla coscienza degli esseri umani e predisponendo il terreno per il proprio ritorno trionfale. La cosa venne presa talmente sul serio da alcuni suoi seguaci che un ingegnere missilistico, James Parson, e il futuro fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, nel 1946 tentarono di evocare, nel deserto della California, la dea Babalon, che gli occultisti interpretano come la Donna Scarlatta dell’Apocalisse e quindi come una figura chiaramente anticristica. I lettori forse ricorderanno che avevamo trattato tale oscuro episodio in un precedente articolo (Forse LORO stanno tornando; o erano già qui?, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 30/01/21); sta di fatto che poco dopo quella operazione di magia nera, nel 1947, ebbero inizio gli avvistamenti di UFO, inaugurati da quello del pilota Kennet Arnold, e si verificò l’incidente di Roswell, nel Nuovo Messico, che avrebbe visto lo schianto al suolo di un’astronave aliena e la possibilità, per le autorità militari USA, di studiare sia il mezzo che i suoi deceduti occupanti. Ora, in una prospettiva cattolica si può vedere negli UFO una manifestazioni delle forze del male e nei loro misteriosi e sovente minacciosi occupanti, dei demoni veri e propri, che si mostrano nella forma adatta alla cultura e alla mentalità degli uomini contemporanei, per poterli ingannare e sedurre più facilmente.

Citiamo una pagina del libro di "Cassiel" Enciclopedia della scienza proibita (titolo originale: Encyclopedia of Forbidden Knowledge, The Hamlin Publishing Group Limited, 1990; traduzione dall’inglese di Roberta Aliotti Silvia, Roma, Gremese Editore, 1991, pp. 8-9):

"Dei delle Tenebre" è una celebre espressione del romanziere D. H. Lawrence, con la quale si riferiva alle potenti forze occulte presenti nell’inconscio di ogni essere umano. Tali divinità misteriose, affermava Lawrence, anche se sono in un certo senso sepolte, continuano pur sempre ad esistere. Erano state bandite dalla coscienza con il Positivismo, con il pensiero razionale scientifico proprio della società occidentale. Ma esse non sono mai state completamente debellate e sono in rado di riemergere con incredibile repentinità.

Lawrence, tuttavia non ha mai chiaramente definito la reale natura di tali divinità misteriose: non ha chiarito, se si trattasse semplicemente di componenti della mente umana o se, come parie lasci intendere nel romanzo Il serpente piumato, di potenti entità non-umane che influenzano la mente degli uomini interferendo nelle vicende del nostro pianeta.

In entrambi i casi il concetto di divinità misteriose è assai simile a certe idee che hanno tormentato molti uomini che nel passato, e ancora oggi, dedicano la loro intera esistenza alla ricerca del sapere segreto. Nell’universo cosmico di Lawrence le divinità misteriose lottano incessantemente per riappropriarsi dei compiti dai quali sono state defraudate con il trionfo della scienza moderna. Questa visione, in sostanza, ha molti elementi in comune con l’antico mito di cui si fanno portavoce di moderni Luciferiani — coloro che venerano in Satana "la stella del mattino" — secondo i quali il loro dio, scalzato dal legittimo dominio della terra deve ritornare sul trono che gli spetta di diritto. Questo pensiero richiama alla mente la tesi di Aleister Crowley, forse il più celebre occultista del nostri secolo, secondo il quale figli "dei schiavi" (Gesù, Allah, ecc.), che dominano oggi l’umanità sono destinati ad essere abbattuti.

L’analogia tra le idee di D. H. Lawrence e le idee di coloro che si sono indirizzati alla magia nera, o si sono incamminati lungo i sentieri che conducono al sapere proibito, non è puramente casuale.

Si sa infatti che Lawrence, durante la prima guerra mondiale, si dedicò allo studio di alcune opere di H. P. Blavatsky (1831-1891), una russa che affermava di essere discepola dei Mahatama, sacerdoti tibetani venerati come creature divine. Si sa anche che Lawrence fu legato da stretta amicizia a A. R. Orage, discepolo dell’occultista russo Gurdjieff. Il risultato di questi scambi è facilmente individuabile nel libro più singolare di Lawrence, "Fantasia of the Unconscious", in cui alcune enunciazioni sembrano derivare direttamente dagli insegnamenti della Blavatsky, di Gurdjieff e di altri studiosi del sapere proibito.

Esistono coincidenze piuttosto singolari tra la vita di D. H. Lawrence e quella di Aleister Crowley. Risulta, infatti, che alcuni quadri di Lawrence, furono esposti presso la Galleria Mandrake grazie all’aiuto di amici e discepoli di Crowley. Queste stesse persone vicine a Crowley dirigevano la Mandrake Pressi che pubblicò un libro dedicato ai dipinti di Lawrence ed anche alcuni scritto di Crowley, tra cui i due volumi delle "Confessions". La Mandrake Press in seguito fallì e venne messa in liquidazione, ma prima che questo avvenisse era ormai in fase di bozze un altro libro di Crowley: "Golden Twigs", un’opera singolare sulla scienza proibita, scritta in forma di romanzi.

Il presente libro nasce proprio con l’intento di consentire al lettore di individuare i legami, noti e meno noti, che esistono fra il "Magick" di Crowley, gli dei delle tenebre di Lawrence e, magari, creature ancor più antiche e misteriose.

Sappiamo, dagli studi di Julio Mieinville di don Curzio Notoglia, che esiste un filo roso che collega la Cabala alle correnti principali della filosofia moderna, in particolare l’hegelismo (dal quale deriva il marxismo) e, più recentemente, il pensiero di Martin Buber e Lévinass. Ebbene, siamo persuasi che un discorso analogo si può fare per la letteratura, la quale, per sua natura, raggiunge un pubblico molto più vasto della filosofia: ossia che moltissimi scrittori e poeti moderni, più o meno consapevolmente, più o meno intenzionalmente, hanno veicolato e diffuso fra i lettori una quantità di idee e concetti presi dall’occultismo, dalla magia nera e dal satanismo; hanno cioè predisposto la società, agendo in maniera subliminale, ad accogliere favorevolmente l’applicazione pratica di quelle idee: ciò che ora sta accadendo in maniera sempre più esplicita col Grat Reset, vuoi con eventi pubblici come l’inaugurazione del Tunnel del Gottardo, nel 2016, o la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra, nel 2012, in una coreografia denominata, significativamente, Pandemonio, vuoi con iniziative "culturali" o addirittura "religiose" come l’introduzione della Porta dell’Inferno a Roma o come l’intronizzazione dell’idolo chiamato Pachamama in due chiese romane, alla presenza compiaciuta di Bergoglio e di vescovi, preti, suore e zelanti fedeli laici. Ciò che "Cassiel" dice a proposito di Lawrence e dei suoi legami cin Crowley si può dire di molti altri scrittori, per non parlare dei legami col satanismo dei divi dello spettacolo, registi, attori, cantanti, presentatori di grandi eventi, stilisti di moda, supermodelle: al punto che si farebbe prima a dire quali attori di Hollywood e quali cantanti dello star-system non sono satanisti o prossimi al satanismo. E anche la loro aderenza al satanismo è sempre meno misteriosa e sempre più esplicita: il gesto di nascondere un occhio con le dita, esibito sulle copertine dei dischi o nelle sfilate di moda o in altre occasioni di grande richiamo, ad esempio, è uno dei segnali in codice, neanche tanto nascosti, per indicare la loro appartenenza. E non parliamo dei testi delle canzoni, di certe sequenze cinematografiche, di certe battute e certi gesti, nonché di certi vistosi tatuaggi mostrati sulle braccia, sulle spalle e sul collo.

Comunque, tornando alla letteratura, non ci riferiamo tanto a quei romanzi che trattano in maniera esplicita la magia nera e il satanismo, come Baal di Robert R. McCammon, nel quale si descrive il "ritorno" fra gli umani di Baal, la crudele divinità fenicia, o Sacrificio di Sharon Bolton, ove si parla della sopravvivenza di sacrifici umani nelle Isole Shetland dei nostri giorni (tanto per citarne due praticamente a caso, fra i mille e mille) e meno ancora di quei libri che sono stato scritti da ex occultisti convertiti, come il celeberrimo Controcorrente di J. K. Huysmans, quanto di quei romanzi che nascondono fra le pieghe una filosofia occultistica, cabalistica, gnostica, magica e satanista, e che trasmettono alla psiche del lettore concetti appartenenti a tali correnti sotterranee, senza che questi se ne renda affatto conto. Perché il male è lì: quando una persona assorbe inconsapevolmente in piccole ma frequenti dosi una sostanza velenosa, e non ha nodo di difendersi perché ignora del tutto il pericolo. Nel Flauto Magico di Mozart, ad esempio, c’è tutta una filosofia massonica, che probabilmente è sfuggita a buona parte del pubblico; e la stessa cosa avviene con poesie e romanzi insospettabili, dai versi W. B. Yeats e Fernando Pessoa a Il Monte Analogo di René Daumal, a La foresta proibita di Mircea Eliade, passando per le opere di Franz Kafka, di Gustav Meyrink, specie Il Golem, di Arthur Schnitzler (dal cui racconto Doppio sogno Stanley Kubrick ha tratto il film Eyes Wide Shut), di Hermann Hesse: ove non è tanto la filosofia massonica ad essere nascosta fra le pieghe, quanto un insieme di conoscenze e tradizioni esoteriche e occultistiche di varia provenienza. Non parliamo invece di scrittori come Umberto Eco che hanno usato tali tradizioni per condire i loro romanzi di elementi misteriosi e intriganti, come ne Il pendolo di Foucault o Il cimitero di Praga, ma al solo scopo di ridicolizzare l’esoterismo (e scimmiottare ironicamente il feuilleton tardo-ottocentesco) e, con ciò stesso, di renderlo innocuo agli occhi del pubblico; il che, in realtà, non è. Infatti bisogna tener presente che, fra gli scrittori che hanno parlato, o lasciato filtrare qualcosa, dei culti segreti che si praticano tuttora nel mondo, alcuni dei quali di chiara matrice satanica e luciferina, vi sono anche quelli che hanno agito con la precisa intenzione di minimizzare o ridicolizzare la materia trattata, rassicurando il pubblico sul fatto che, da quel lato, non c’è nulla di cui preoccuparsi. In pratica hanno agito come dei debunkers o "disinformatori", quegli oscuri personaggi che fanno rivelazioni sensazionali a proposito di questa o quella materia, per poi arrivare fino al ridicolo e così screditare anche gli studio seri e soprattutto la serietà dell’argomento. Infatti non c’è nulla di più corrosivo, nella cultura moderna, del ridicolo: una volta che un’idea o un libro siano stati ridicolizzati agli occhi del pubblico, qualsiasi altra cosa possa venir detta su quel determinato argomento, per quanto ragionata, profonda e piena di buon senso, scivolerà sul lettore senza fare più alcuna presa. Un agente provocatore di tal fatta, senza dubbio, era Léo Taxil, ebreo falsamente convertito al cattolicesimo, che alla fine dell’800 folgorò il pubblico con le sue raccapriccianti rivelazioni sulla massoneria e ottenne la benevola attenzione di Leone XIII. Peccato che dietro le sue grossolane esagerazioni ci fosse un fondo di verità che passava, così, inosservato…

Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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