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Perché la Massoneria è il cuore della Bestia

Anche se il cardinale Gianfranco Ravasi ha porto il ramoscello d’ulivo alla Massoneria, scrivendo sul Sole 24 Ore il famoso (o famigerato) articolo Cari fratelli massoni, a coronamento di una lenta e graduale marcia di avvicinamento che parte dagli anni successivi al Concilio Vaticano II, la verità è che non esiste la benché minima possibilità di conciliare decentemente l’affiliazione a una loggia massonica con la fede cattolica. Le due cose si escludono nella maniera più assoluta: e non solo per ragioni storiche e disciplinari, cioè da quando, nell’ormai lontano 1738, il papa Clemente XII formulò la scomunica per tutti gli aderenti alle diverse società segrete di tipo massonico, con la bolla In eminenti apostolatus specula; ma soprattutto per ragioni sostanziali, morali e intellettuali, di coerenza e dignità della persona umana. Come si può entrare nella Massoneria e dirsi seguaci di Gesù Cristo? Ciò che la filosofia massonica pensa di Gesù Cristo è cosa nota: lo vede come uno dei "grandi iniziati" ai quali si devono i primi rudimenti della spiritualità umana; ma allo stesso livello di Pitagora, Socrate, Buddha, Confucio e Maometto. Non riconosce la sua divinità; non riconosce la Resurrezione; non vede alcuna necessità della sua Redenzione. L’uomo non ha bisogno di essere redento perché si redime da se stesso, e non riconosce nulla e nessuno al di sopra di sé. L’uomo è solamente un dio che non sa ancora di esserlo; ma quando lo avrà compreso, i veli gli cadranno dagli occhi e potrà entrare in quel regno della vera luce che è il mondo futuro preconizzati dai massoni, un mondo fatto dall’uomo e per l’uomo. Senza Dio e, a un certo punto, contro Dio; soprattutto senza Cristo, perché Cristo è per lui il legame, la dipendenza, la prova della sua condizione di creatura segnata dalla finitezza e dalla fragilità.

Questo, a livello teorico. A livello pratico, la Massoneria si è andata sempre più configurando, nel corso degli ultimi due secoli, come lo strumento designato dai grandi centri di potere occulti, soprattutto finanziario, per la scristianizzazione dei popoli e, nel caso dell’Italia, per la distruzione della dottrina cattolica mediante l’inquinamento del magistero e la corruzione interna dell’alto clero. Corruzione dei costumi — affarismo, superbia, lussuria — e corruzione intellettuale, mediante l’inserimento graduale di un insieme d’idee tipicamente moderne, dal liberalismo al socialismo e dal relativismo religioso all’agnosticismo, nel corpus della dottrina cattolica, provocando disordini pastorali, abusi liturgici e crescente confusione sulla sostanza stessa della fede, contaminando l’insegnamento con elementi estranei al cattolicesimo. Ora questi progetto è giunto in fase avanzatissima, con un sedicente papa che si perette d’intronizzare gli idoli pagani belle chiese, che bestemmia contro la Santissima Trinità e contro la Redenzione di Cristo, e che arriva a cambiare le parole stesse della preghiera insegnataci da Gesù, il Padre nostro, così come a imporre la distribuzione della santa Comunione sulla mano, magari con i guanti di plastica; e dei vescovi indegni ad obbligare i presbiteri a farsi inoculare il siero genico spacciato per vaccino, pena la proibizione di celebrare la santa Messa. Inutile chiedersi, perciò, come fa il cardinale Ravasi, perché la Chiesa e la Massoneria non dovrebbero fare pace: non possono fare pace, non lo possono in alcun caso, perché la Massoneria rappresenta le potenze del mondo ed è contro di esse che Gesù Cristo si è incarnato e ha svolto la Sua missione terrena: per liberare gli uomini da tali potenze ed infrangere la schiavitù del peccato.

A tutto ciò si aggiunga che la Massoneria conduce la sua strategia subdolamente, perfidamente, non solo verso la Chiesa, ma anche contro i suoi stessi adepti, la stragrande maggiorana dei quali si ferma ai gradi inferiori e non verrà mai a conoscenza di ciò che sanno i maestri del 33° grado: che il dio adorato da costoro è Lucifero e che la Massoneria è una forma di satanismo, con tanto di messe nere e sacrifici umani; e che il suo scopo finale non è solo quello di estirpare la fede cristiana dalla faccia della terra, ma sostituirla con un nuovo culto, il culto del diavolo, al quale gli uomini saranno aggiogati come carne da macello ed al quale dovranno rendere i dovuti onori. E che altro è l’aborto legalizzato, magari fino al nono mese di gravidanza, come caldeggiato dal "cattolico" presidente americano Joe Biden, se non una gigantesca messa nera, nella quale il sangue degli innocenti viene sparso per rendere omaggio al principe di questo mondo? E che dire della malizia infernale dei servi di tale sistema di potere, che li porta ad un tale livello di aberrazione da servirsi di quei poveri esseri per la fabbricazione di farmaci, cosmetici e soprattutto di vaccini che poi non sono tali, e che, inoculati nell’organismo, lo marchiano come il segno della Bestia di cui parla l’Apocalisse? Mentre chi non si farà marchiare, non otterrà l’apposito documento grazie al quale si può vendere e comprare, ma senza il quale si è di fatto condannati a una sorta di morte civile. Come non vedere la lunga mano della Massoneria dietro il colpo di stato mondiale che si serve di uomini come Biden, Macron e Draghi, tutti esponenti degli alti gradi massonici e tutti al servizio del grande potere finanziario internazionale? E adesso ci vengano a dire questi cattolici adulti e dialoganti, questi figli e nipoti dello "spirito" del Concilio, per i quali esiste solo il dovere di gettare ponti e abbattere muri, senza pensare che così facendo distruggono la casa e lasciano entrare a frotte anche i peggiori nemici: ci vengano a dire che non vi è nulla di strano se, dopo essersi combattuti per tanto tempo, la Massoneria e la Chiesa cattolica decidono di abbassare le armi e di sottoscrivere un vero e proprio trattato di pace basato sulla coesistenza reciproca. Laddove è evidente anche ai più sprovveduti che uno solo dei due contraenti, la Chiesa cattolica,ha abbassato le armi e aperto le porte al nemico: l’altro se ne guarda bene, perché il suo vero scopo è proprio quello di far credere che la guerra è finita, mentre si appresta a vibrare il colpo decisivo,

Così scriveva lo storico gesuita Pietro Pirri (Cerreto di Spoleto, 1881-Roma, 1969) in quel monumento della cultura cattolica che è stato anche il suo canto del cigno, l’Enciclopedia Cattolica, alla "voce" Massoneria (Città del Vaticano, 1952, vol. VIII, col. 323-324):

La filosofia religiosa della Massoneria, sulle tracce segate da Lessing, Herder e Fichte, pone tutte le religioni sul medesimo livello, considerando in esse non altro che il prodotto di quel determinato grado di civiltà e di cultura che ha raggiunto il popolo che le professa; una tappa nel processo evolutivo del’umanità, verso quella suprema meta in cui tutti gli uomini avranno raggiunto il possesso della "vera luce". La fede cristiana e cattolica, alla quale le vecchie corporazioni operative rimasero sempre tenacemente attaccate, si è andata man mano dissolvendo, verso un perfetto agnosticismo religioso nella Massoneria latina, che ha detronizzato Iddio e posto il Divin Redentore alla pari di tanti altri eroi dell’umanità. A dire del Findel, quella che per taluni sarebbe la vera filosofia della Massoneria non è in realtà che una tarda sovrapposizione dell’età del filosofismo alla genuina dottrina massonica, la quale consisterebbe nei «principi eterni ed immutabili comuni a tutte le religioni», principi che ognuno ha diritto di vagliare e far suoi con «piena libertà di opinioni». Non dovendo la mente umana inchinarsi ad altre verità fuori di quelle ch’essa può da se stessa indagare e comprendere, ne segue che la religione cattolica, con le sue verità rivelate positive e dogmatiche, va eliminata come tutto ciò che non soggiace al controllo della ragione e della scienza, e relegata fra i miti e le superstizioni. La stessa formula del Grande Architetto dell’Universo che troneggia sull’ara del tempio massonico, e il volume della Bibbia, per i più non rappresentano che residui e tradizioni ereditate dalle vecchie maestranze e non implicano la positiva credenza in un Dio personale e nella Rivelazione, ma solo una certa religiosità evanescente che ciascuno può intende a modo suo. La meta che la Massoneria si propone di raggiungere è l’emancipazione dell’umanità da ogni sorta di schiavitù, civile, religiosa e morale. In ciò consiste il supremo gradi di perfezione a cui il massone può e deve aspirare, attraverso il simbolismo e i misteriosi riti dell’"arte reale". I tre gradi di apprendista, compagno e maestro, nei quali si concreta in compendio tutta la grande piramide degli alti gradi, corrispondono alle diverse tappe di questo cammino verso la "vera luce". Il primo grado rappresenta il passaggio dal mondo profano alle soglie del nuovo mondo; il secondo, ch’è simboleggiato dal passaggio fra le colonne di Boz e di Jakin, introduce nel tempio della pura umanità; il terzo, il cui simbolo consiste nel tracciare dei segni su di una tavola, fa del massone la pietra ormai atta per l’edificio della perfetta umanità. A siffatte concezioni, circonfuse di un vago e vaporoso misticismo, vanno spesso congiunte altre pratiche esoteriche, gnostiche, teosofiche, spiritiche, cabalistiche.

Se poi si va a leggere il primo documento solenne di condanna della Massoneria, il già citato In eminenti apostolatus specula di Clemente XII, si nota che a un certo punto il pontefice scrive, in maniera un po’ misteriosa, che vi sono anche altri "giusti e razionali motivi", oltre a quelli esposti in maniera esplicita, noti a lui solo e che evidentemente ragioni di prudenza gli consigliano di non divulgare (fonte: https://www.vatican.va/content/leo-xii/it/documents/bolla-quo-graviora-13-marzo-1825.html):

Noi pertanto, meditando sui gravissimi danni che per lo più tali Società o Conventicole recano non solo alla tranquillità della temporale Repubblica, ma anche alla salute spirituale delle anime, in quanto non si accordano in alcun modo né con le Leggi Civili né con quelle Canoniche; ammaestrati dalle Divine parole a vigilare giorno e notte, come servo fedele e prudente preposto alla famiglia del Signore, affinché questa razza di uomini non saccheggi la casa come ladri, né come le volpi rovini la vigna; affinché, cioè, non corrompa i cuori dei semplici né ferisca occultamente gl’innocenti; allo scopo di chiudere la strada che, se aperta, potrebbe impunemente consentire dei delitti; per altri giusti e razionali motivi a Noi noti, con il consiglio di alcuni Venerabili Nostri Fratelli Cardinali della Santa Romana Chiesa, e ancora motu proprio, con sicura scienza, matura deliberazione e con la pienezza della Nostra Apostolica potestà, decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette società, unioni, riunioni, adunanze, aggregazioni o conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate. Pertanto, severamente, ed in virtù di santa obbedienza, comandiamo a tutti ed ai singoli fedeli di qualunque stato, grado, condizione, ordine, dignità o preminenza, sia Laici, sia Chierici, tanto Secolari quanto Regolari, ancorché degni di speciale ed individuale menzione e citazione, che nessuno ardisca o presuma sotto qualunque pretesto o apparenza di istituire, propagare o favorire le predette Società dei Liberi Muratori o des Francs Maçons o altrimenti denominate; di ospitarle e nasconderle nelle proprie case o altrove; di iscriversi ed aggregarsi ad esse; di procurare loro mezzi, facoltà o possibilità di convocarsi in qualche luogo; di somministrare loro qualche cosa od anche di prestare in qualunque modo consiglio, aiuto o favore, palesemente o in segreto, direttamente o indirettamente, in proprio o per altri, nonché di esortare, indurre, provocare o persuadere altri ad iscriversi o ad intervenire a simili Società, od in qualunque modo a giovare e a favorire le medesime. Anzi, ognuno debba assolutamente astenersi dalle dette società, unioni, riunioni, adunanze, aggregazioni o conventicole, sotto pena di scomunica per tutti i contravventori, come sopra, da incorrersi ipso facto, e senza alcuna dichiarazione: scomunica dalla quale nessuno possa essere assolto, se non in punto di morte, da altri all’infuori del Romano Pontefice pro tempore.

Ci sembra che tali ragioni di prudenza non possano essere state suggerite a Clemente XII e ai cardinali suoi consiglieri se non dalla certezza che il male era già penetrato nella Chiesa e che alcuni esponenti dell’alto clero avevano già aderito segretamente alla Massoneria, affiliandosi a qualche loggia o addirittura creando un sistema di logge interno alla Chiesa stessa. E siamo nell’anno di grazia 1738! Nei successivi tre secoli, ché tanto, o quasi, ne sono da allora trascorsi, la diffusione della Massoneria tra le file del clero ha fatto passi da gigante; e ne troviamo traccia nella cosiddetta riforma liturgica post-conciliare diretta dal vescovo Annibale Bugnini, noto affiliato alla setta dei frammassoni, il che spiega taluni aspetti strani della Messa Novus Ordo, che non sfuggono alla sensibilità di chi ha sempre amato il culto romano tridentino. Ma di che meravigliarsi, se un sacerdote autorevole come Gabriele Amorth ha rivelato che il diavolo, costretto a confessare la verità nel corso di taluni esorcismi, ha ammesso che in Vaticano c’è perfino chi pratica il satanismo?

Forse i tempi della Bestia dell’Apocalisse sono arrivati: e i cari fratelli massoni ne sanno qualcosa…

Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Gustave Dorè)

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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