Grazie, professore
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12 Agosto 2021Federico Cellina, uno spiritista seguace di Allan Kardec, così parla delle sfuggenti e sibilline Entità, dispensatrici del sapere occulto, nel suo libro dal titolo significativo di Istruzioni dall’Aldilà (con prefazione di Paola Giovetti; Roma, Edizioni Mediterranee, 1990, pp. 19-22):
Termini come "Entità", ma anche come "comunicazioni medianiche", "messaggi d’insegnamento dall’altra Dimensione", "medium" e simili non fanno infatti abitualmente parte del nostro lessico quotidiano e richiedono quindi una chiara definizione onde evitare equivoci e facilitare la comprensione del testo.
Chi sono anzitutto queste "Entità" che tanto si occupano di noi e vogliono "svelarci l’arcano"? Chi sono questi misteriosi Maestri spirituali, così desiderosi dispiegarci i motivi veri dei nostri tanti guai e soprattutto di passarci preziose istruzioni e consigli per superarli?
Rispondono le Entità stesse: esse ci dicono di essere, come noi, figli di Dio e di vivere nell’aldilà su di un Piano di esistenza molto diverso dal nostro, da cui riescono a comunicare con noi — superando la "barriera dello spazio/tempo" del mondo fisico — per assisterci nella nostra evoluzione spirituale e nella nostra vita in genere.
Questi "Maestri dello Spirito" sono dunque nostri fratelli però, essendo molto più evoluti di noi e quindi più saggi e sapienti, sono come dei fratelli maggiori, che ci precedono lungo il Sentiero e sono in grado di additarcene gli ostacoli e di consigliarci i modi migliori di scansarli o superarli,
Queste Entità amiche confermano la validità della credenza nella Reincarnazione, tanto diffusa ovunque nel mondo al di fuori del solo Cristianesimo (salvo quello dei primi secoli). Secondo questa dottrina, come è noto, noi viviamo varie esistenze, in modo da poterci arricchire spiritualmente maturando nello scontro con le esperienze sempre diverse proposte ed imposte da ciascuna di esse.
Solo quando il nostro apprendimento è sufficiente, quando la nostra coscienza spirituale si è definitivamente completata, possiamo lasciare per sempre la "ruota delle nascite e delle morti", per dirla con gli Indiani. A questo punto della nostra evoluzione il Piano fisico non è infatti più necessario e noi proseguiamo allora la nostra ascesa verso Dio sul solo Piano spirituale, dove la nostra esistenza — ci dicono i Maestri — sarà di una bellezza e felicità indescrivibile con parole e concetti umani.
Le Entità che comunicano con noi (…) sono appunto delle individualità che hanno da tempo cessato di reincarnarsi e sono ormai molto avanzate anche nell’evoluzione spirituale successiva. L’altissimo livello di conoscenza e sapienza spirituale da esse raggiunto procura a questi Maestri una sicura ed approfondita visione e comprensione della Realtà e del perché della nostra prova terrena. Sono pertanto perfettamente in grado di aiutarci a "capire" ed a districarci al meglio tra le nostre tribolazioni, come pure di riversare su di noi i preziosissimi tesori della loro sapienza.
Tutta la storia dell’uomo ha conosciuto gli interventi di questi nostri amici dello Spirito.
Durante l’attuale ciclo storico le Entità ci fanno sapere che, durante la lunghissima vita del nostro pianeta,e contrariamente a quanto si ritiene, varie altre Umanità hanno preceduto la nostra — questi interventi "dall’alto" hanno sempre assunto due ben distinte configurazioni. Abbiamo cioè avuto l’insegnamento impartito dall’aldilà, quello appunto di cui ci occupiamo in questo libro, e l’insegnamento profuso direttamente nel nostro mondo, quando un Maestro spirituale, reincarnandosi eccezionalmente per questo scopo, è sceso in Terra proprio con la missione di farci progredire sulla via dello Spirito.
Come "missionari dello Spirito" riconosciamo naturalmente le figure dei fondatori di Religioni, dei profeti e dei grandi "iniziati", la cui opera e predicazione ha illuminato e trasformato la nostra storia. Tra essi spiccano, in particolare, i nomi di Rama, Krishna, Mosè, Buddha, Maometto e natura lene del "Maestro dei Maestri" Gesù Cristo. I loro insegnamenti, le loro "rivelazioni" hanno illuminato il mondo e si sono i trasfuse nella dottrina espressa ed insegnata delle grandi Religioni.
Questi grandi spiriti hanno dato all’Umanità una spinta evolutiva formidabile, riuscendo a smuoverla in periodi di cristallizzazione e di ristagno di ricerca spirituale, Tuttavia, come è ovvio, essi hanno potuto insegnare alla famiglia umana solo ci che gli uomini del loro tempo erano n grado di capire e di ritenere. I discepoli di questi Maestri, ed ancor più i successivi fruitori del loro messaggio, hanno poi inconsciamente, se non addirittura volutamente, "umanizzato" e quindi "svilito" ancora di più queste rivelazioni.
Che dire di fronte a tanto candore, a tanta ingenuità, a tale totale mancanza di spirito critico, di prudenza, di discernimento? Nel caso di Allan Kardec, peraltro, il fondatore di questa religione — perché lo spiritismo è una religione, e come tale viene considerato, a ragione, là dove è diffuso fra larghe masse di persone (cfr. il nostro articolo: È possibile combattere gli spiriti con lo spiritismo?, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 06/01/21) — siamo convinti che non si trattasse né di candore, né d’ingenuità, ma di qualcosa di assai peggiore. In pratica, gli spiritisti di ogni genere e tendenza, che siano dichiaratamente seguaci di Allan Kardec oppure no, sono accomunati da un pressoché identico atteggiamento verso il mondo degli spiriti o, come loro preferiscono chiamarli, verso le Entità: si fidano incondizionatamente di ciò che dicono, a cominciare da chi dicono di essere; prendono come oro colato tutto quello che esce dalla loro bocca, o meglio dalla bocca del medium, oppure dal movimento delle tavolette ouija, o da qualsiasi altro mezzo o strumento essi adoperino per mettersi in contatto con loro; sono pronti a fare un articolo di fede di qualunque cosa le Entità rivelino, a giurare sulla sua nobiltà, genialità, sacralità e sulla sua profonda, incomparabile bellezza morale. In breve, smarriscono qualunque residuo di senso critico, nonché di senso del ridicolo; non capiscono più niente, gettano il cervello all’ammasso e s’inchinano tutti commossi e consolati, pieni di deferenza, devozione e riconoscenza per le sublimi rivelazioni e le profondissime cognizioni delle quali esse hanno avuto la benignità di renderli partecipi. Il comportamento degli spiritisti è in tutto e per tutto paragonabile a quello di un uomo il quale apra la porta di casa sua al primo sconosciuto che passa per la via, del quale non sa assolutamente nulla, e al quale non si sogna neanche di domandare l’identità, la provenienza, la professione, e tanto meno di saggiarne la natura e le intenzioni, per consegnargli le chiavi di casa, per mostrargli le cose più preziose in essa riposte, per chiedergli consiglio sugli affari più delicati, per ricevere lumi su ciò che deve credere, fare e disfare nella propria vita, e addirittura su ciò che deve pensare dell’altra vita, e su quale sia la maniera migliore per predisporsi ad essa nel modo più conveniente. Colui che si comportasse in una simile maniera verrebbe da tutti giudicato un folle, pericoloso per se stesso e per i propri cari, che gioca con la sua vita e mette in pericolo anche quelli che gli sono più vicini. Non è forse vero? Ebbene: tale è il modo di comportarsi degli spiritisti nei confronti delle loro misteriose ed enigmatiche Entità.
E non c’è alcuna differenza sostanziale, da questo punto di vista, fra quanti praticano lo spiritismo in maniera ingenua, occasionale, e per così dire dilettantesca, e quelli che, avendo molto letto e riflettuto, ostentano la più imperturbabile sicurezza e la più grande padronanza dell’arcana materia, e si atteggiano quasi a scienziati dell’invisibile, a dei veri e propri dominatori dell’occulto, i quali sanno perfettamente quello che fanno, e anche gli eventuali rischi che corrono, perché hanno raggiunto, o almeno così credono, un livello così avanzato di consapevolezza spirituale, oltre che di scienza specifica della materia, che a loro non accadrà mai di perdere il controllo della situazione e di farsi strappare le redini del gioco. È pur vero che poi, contraddicendosi, affermano con un certo sussiego che non tutti possono intraprendere la stessa strada che hanno deciso di percorrere loro, perché vi sono dei pericoli che i comuni mortali e gli spiriti superficiali, animati da una sciocca e puerile curiosità per l’altra Dimensione, sottovalutano o ignorano del tutto. Di fatto, essi ne sanno esattamente quanto il ragazzetto incosciente o lo sciocco imprudente, e la verità è che non hanno la benché minima idea sulla natura delle forze che vanno a sollecitare, delle reali "entità" che evocano e di ciò che implica affidarsi alla loro guida, facendo di esse non solo dei misteriosi Maestri di un sapere sublime, ma anche ponendosi incondizionatamente a loro disposizione e facendone la stella polare e il modello perfetto della loro vita e delle loro scelte future.
E tuttavia, obietteranno gli spiritisti, è evidente che le Entità rivelano un alto grado di coscienza spirituale: come potrebbe trattarsi di spiriti malvagi, visto che parlano con tanto rispetto di Buddha, Mosè, Gesù Cristo, e anzi parlano di quest’ultimo come del Maestro dei Maestri? Non è forse questo l’atteggiamento rispettoso e deferente di chi sa chi è Gesù Cristo, e dunque non può essere certo un suo nemico? No, assolutamente no. I concetti espressi dalle Entità sono un misto di banale sincretismo, di esoterismo massonico e di satanismo occulto. Gesù Cristo paragonato a Maometto, a Krishna e a Buddha ? Gesù Cristo grande iniziato? Ma questo non solo non ha niente a che fare col cristianesimo; è anti-cristianesimo della più bell’acqua. L’anticristo non viene a parlar male di Gesù Cristo; viene a parlarne bene, in apparenza: ma dicendo solo una parte della verità e mescolandola con un guazzabuglio di errori ed eresie. In pratica, viene ad adulterare la figura di Gesù Cristo, al preciso scopo di depotenziarla, travisarla, capovolgerla, e soprattutto spogliarla della sua assoluta unicità e indispensabilità. Annacquando il cristianesimo nel grande minestrone di tutte le religioni, quel che si ottiene è il sabba infernale di Astana, e non certo qualche cosa che somigli anche solo vagamente all’autentico cristianesimo. Peggio ancora: costoro sono convinti, convintissimi, di possedere, loro e loro soltanto, le vere chiavi del Vangelo; sanno, o credono di sapere, cosa veramente disse e fece Gesù Cristo, il che è cosa ben diversa da quel che sta scritto nei banali e manipolati Vangeli dei quattro evangelisti, discepoli bacchettoni e sempliciotti (che diamine: non c’erano mica i registratori, allora!; e del resto, vuoi mettere i Vangeli gnostici: apocrifi, sì, ma ben più fedeli al messaggio originale, parola di Dan Brown). Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: ogni esoterismo è non solo totalmente estraneo al cristianesimo, ma è, per forza di cose, e nella sua impostazione fondamentale, il peggior nemico di esso, poiché tende a penetrarlo e a scalzarlo dall’interno, senza però averne l’aria, anzi semmai con l’aria di presentarsi come un suo estimatore e fiancheggiatore, se non proprio come un amico di vecchia data (cfr. i nostri articoli: Sorpresa: Bergoglio è un "discepolo" di Evola?, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 09/03/18; Esoteristi o cattolici; Evola e Guénon o Gesù Cristo, il 27/06/21; e Il pensiero di Evola è incompatibile col cristianesimo, il 28/0/21). Dire che Gesù Cristo è venuto ad insegnare un sapere segreto, che solo le Entità conoscono nella sua essenza e che esse soltanto possono insegnarci, è perfino peggio che sostenere che Gesù non è mai esistito, o che era un impostore, o un predicatore di folli speranze e irrealistiche palingenesi.
Infatti una simile impostazione ci riconduce alla domanda di fondo, tanto ineludibile quanto scomoda e imbarazzante: ma chi sono, infine codeste Entità, che si fanno chiamare i Maestri Sconosciuti e che pretendono di dirci cos’è la verità, come la si può raggiungere, come si deve vivere la propria vita, in cosa si deve credere e cosa bisogna invece evitare? Allan Kardec e i suoi seguaci rispondono che le Entità sono gli spiriti buoni dei trapassati, giunti al termine del ciclo delle reincarnazioni e pervenuti, per ciò stesso, al culmine della consapevolezza spirituale. Ora che potrebbero godere della pace del Nirvana, invece, per amor nostro, e solo per amor nostro, accettano di rispondere alle nostre domande, di fugare i nostri dubbi, chiarire le nostre perplessità; e in certi casi non disdegnano neppure di prendere un corpo fisico e tornare nel mondo, quel mondo che hanno già lasciato da molto tempo, per insegnare direttamente agli uomini ciò che è necessario sapere per portare a termine, a propria volta, il ciclo delle esistenze. Come fece, appunto, Gesù Cristo: il quale altri non è che lo spirito disincarnato di un saggio ebreo, vissuto in Palestina e che era la reincarnazione, chi lo sa, di qualche egiziano, o sumero, o chissà che altro, vissuto a sua volta qualche centinaio o qualche migliaio d’anni prima. Magari uno spirito disincarnato venuto dallo spazio, da un altro pianeta: perché infiniti sono i mondi abitati e su ciascuno il problema è sempre lo stesso: portare felicemente a termine il compito che ci è stato assegnato dalla Grande Intelligenza che sovrintende a tutto, e della quale noi stessi siamo parte, non come creature rispetto al Creatore, ma come scintille vive della sua stessa essenza, senza che vi sia alcuna reale differenza fra Lui e noi.
Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Gustave Dorè)