Il Great Reset non è di oggi: inizia nel 1945
15 Giugno 2021Cos’è il mondo per il cristiano?
17 Giugno 2021La famiglia naturale è sotto attacco: la si vuol distruggere. La religione cristiana è sotto attacco: la si vuole adulterare. La Patria è sotto attacco: amarla equivale a un crimine. Il lavoro, il risparmio, la cultura, la scuola, la sanità, l’informazione, lo sport, perfino l’arte e la scienza sono sotto attacco: li si vuol destrutturare o rendere compatibili con gl’interessi dei Padroni Universali, decisi a eliminare tutto ciò che si oppone alla loro marcia ormai trionfale. Ma quando è incominciato questo attacco? Non da oggi, di certo, né da ieri; è incominciato molto, molto tempo fa. Da secoli addirittura: perché i Padroni Universali, dei quali possiamo anche fare i nomi — Rockefeller, Rotschild, Warburg — esistono da secoli, così come da secoli esiste la massoneria, e da secoli essi si adoperano instancabilmente per realizzare il loro piano di dominio globale. Tuttavia, se vogliano fermare l’attenzione su una data decisiva, e a noi più vicina, possiamo tranquillamente indicare il 1945. Il 1945 infatti è l’anno che, secondo la vulgata storiografica dominante, sia nella versione liberal-democratica, sia in quella marxista, chiude la Seconda guerra mondiale e vede liquidati il fascismo e il nazismo, orridi movimenti ultranazionalisti e razzisti, i quali, una volta andati al potere, avevano reso inevitabile la corsa dell’umanità intera verso il baratro di una guerra crudelissima e barbarica, quale mai si era vista fino ad allora; e che vede l’inizio di un’era di pace, prosperità e rinnovata fiducia nelle relazioni internazionali.
Abbiamo già visto come, nel pensiero storico-politico di Maurice Bardèche, la "trovata" del processo di Norimberga, un vero obbrobrio giuridico e morale, sia stata funzionale alla riduzione degli sconfitti a mostri, per poter giustificare le mostruosità compiute contro di loro — in particolare, la distruzione delle città e lo sterminio di massa dei loro inermi abitanti per mezzo dei criminali bombardamento aerei nel 1943-45 — dai vincitori autoproclamatisi buoni e vendicatori dell’umanità offesa. Tuttavia questo non bastava. Non bastava processare e impiccare i capi di uno Stato sconfitto accusandoli di crimini che non erano considerati tali al momento in cui furono commessi — ad esempio, la preparazione della guerra, considerata retroattivamente un crimine contro la pace; e sorvolando suo fatto che tutte le grandi potenze avevano preparato la guerra e che, alla fine, erano state Inghilterra e Francia a dichiarala alla Germania, mente l’URSS aveva addirittura stretto un’alleanza con quest’ultima e partecipato alla spartizione della Polonia. Né bastava criminalizzare gruppi e organizzazioni, rendendo automaticamente dei criminali tutti quelli che ne avevano fatto parte, anche se, quando vi erano entrati, non avevano fatto nulla di diverso da ciò che avevano fatto milioni di altri cittadini sparsi nel mondo, aderendo a gruppi e movimenti strutturati in maniera molto simile — ad esempio, dichiarando criminale l’organizzazione delle SS in quanto tale, e trasformando in criminali tutti i cittadini tedeschi che in buona fede vi avevano aderito, specie nella fase precedente lo scoppio della guerra. Il tutto sulla base della pretesa unicità di un solo fatto, l’Olocausto; mentre Stalin, per dirne una, aveva pianificato il genocidio degli ucraini mediante la grande carestia del 1932-33, provocando scientemente quattro milioni di morti. No, tutto questo non bastava ancora: bisognava sradicare una volta per sempre tutti i valori della tradizione: Dio, patria e famiglia, perché sia la democrazia liberale sia il comunismo — guarda caso, le ideologie dei vincitori – li vedevano come il principale ostacolo alla realizzazione dei loro fini. E che l’obiettivo di costoro fosse proprio la distruzione della fede cristiana, del senso della patria e della famiglia naturale, non lo si è visto subito; si disse anzi che il fascismo e il nazismo avevano difeso quei valori, ma portandoli all’esasperazione e all’abbrutimento, però i valori in sé non erano in discussione; mentre ora ciò appare evidente, a patto che lo si voglia vedere e si abbia l’onestà di ammettere che esiste una perfetta continuità fra ieri e oggi, fra ciò che perseguivano allora la cultura massonica liberale e la cultura marxista, quest’ultima non scomparsa, ma semplicemente trasmigrata nel cattolicesimo post Concilio Vaticano II; e ciò che perseguono oggi.
Vale la pena di rileggersi e meditare a fondo un’altra pagina del già citato libro di Maurice Bardèche, autore oggi pressoché ignorato perché, come è facile capire, è stato totalmente rimosso dalla cultura perbene: progressista, democratica e marxista — o catto-comunista (da: I servi della democrazia; titolo originale: Nuremberg ou la Terra Promise, 1947; traduzione dal francese di Gianna Tornabuoni, Milano, Longanesi & C., 1949, pp. 44-49):
Non è una grande potenza o un particolare gruppo di grandi potenze ad opporsi al risorgere dei movimenti nazionalisti; è un’entità assai più vaga, un’entelechia senza poteri né uffici, è la coscienza dell’umanità. «Non vogliamo più veder cose simili», dice la coscienza dell’umanità. «Cose simili», come vedremo, neppure sa esattamente che siano. Nondimeno la voce dell’umanità è comodissima: è una potenza anonima che si risolve in un principio di impotenza. Non impone nulla, non pretende di imporre nulla. Se un movimento analogo al nazionalsocialismo venisse domani a ricostituirsi, sicuramente l’ONU non interverrà per domandarne la soppressione. Ma la «coscienza universale» approverà qualsiasi governo pronunciasse l’ostracismo contro un tale partito o, per comodità, contro un qualsiasi partito simile al nazionalsocialismo. Ogni risorgimento nazionale, ogni politica di forza o semplicemente di convenienza è colpita da sospetto. Si è procurata una distorsione alle coscienze e adesso ci guardano zoppicare. Chi ha fatto ciò? Chi l’ha voluto? "Nessuno", come gridava il Ciclope. Il super-stato non esiste, ma esistono i veti del super-stato: essi sono nel verdetto di Norimberga. Il super-stato fa tutto il male che può, prima ancora di avere la capacità di rendersi utile. Il male è di disarmarci contro tutti, contro i suoi nemici e contro i nostri. La situazione è singolare. Noi siamo disarmati e minacciati da un’idea: unicamente da un’idea. Niente è interdetto, ma siamo prevenuti che un certo "orientamento" non è buono. Siamo invitati a coltivare dentro di noi e a decidere certi rifiuti definitivi. (…)
E a coloro il cui spirito non è suscettibile a queste simpatie o che rifiutano questi rifiuti? Coloro il cui cuore risponde ad altre chiamate, il cui spirito penda attraverso altre categorie, coloro che sono fatti in un altro modo? (…) Essi condannano "la nostra verità", la dichiarano falsa. Condannano il nostro sentimento, le nostre stesse radici, la nostra maniera di vedere e di sentire. Ci spiegano che il nostro cervello è fatto male: è un cervello di barbari. (…)
Questo permanente stare in guardia, ci prepara una forma di vita politica che non dobbiamo ignorare e che d’altronde tre anni di esperienza continentale non ci permettono di ignorare. La condanna del partito nazionalsocialista va assai più lontano di quanto possa sembrare. Essa colpisce in realtà tutte le forme solide, tutte le forme geologiche della vita politica. Ogni nazione, ogni partito che abbiano il mito della patria, della tradizione, del lavoro e della razza sono sospetti. Chiunque reclami il diritto del primo occupante e attesti cose evidenti come la signoria della città, offende una morale universale che nega il diritto dei popoli a redigere la propria legge. Non soltanto i tedeschi ma noi tutti veniamo così ad essere spogliati. Nessuno ha più il diritto di sedersi nel proprio campicello e di dire: «Questa terra mi appartiene». Nessuno ha più il diritto nella città di levarsi e dire: «Noi siamo gli anziani, noi abbiamo costruito le case di questa città; colui il quale si rifiuta di obbedire alle leggi se ne vada». Ormai è scritto che un concilio di esseri impalpabili ha il potere di sapere ciò che avviene nelle nostre case e nelle città. Delitto contro l’umanità: questa legge è buona, quella no. La civiltà ha il diritto di veto. Abbiamo vissuto sinora in un universo solido le cui stratificazioni erano state create l’una dopo l’latra dalle varie generazioni. Tutto era chiaro: il padre era il padre, le legge la legge, lo straniero lo straniero. Si aveva il diritto di dire che la legge era dura, ma era legge. Oggi queste basi sicure della vita politica sono colpite da anatema, queste verità costituiscono il programma di un partito razzista condannato al tribunale dell’umanità. In cambio, lo straniero ci raccomanda un universo caro ai suoi sogni. Non esistono più frontiere né governi. Da un capo all’altro del continente vigono le medesime leggi: così è per i passaporti, per i giudici, per la moneta. Una sola polizia e un solo controllo: il senatore di Milwaukee ispeziona e decide. Così il commercio è libero; finalmente il commercio è libero. (…)
È un universo elastico. Non sappiamo dove poggiare i piedi, non si sa nemmeno se abbiamo piedi, ci sentiamo leggerissimi come se avessimo perduto il nostro corpo. Nondimeno per coloro i quali acconsentono a questa semplice ablazione, quante infinte ricompense quante numerosissime mance! Il mondo fattoci brillare davanti agli occhi è simile ai palazzi d’Atlantide.. Da per tutto pezzi di vetro lucenti, colonne di falso marmo, iscrizioni, frutti magici. Entrando n quei palazzi si abdica ogni potere, ma si ha il diritto di toccare le mele d’oro e di leggere le iscrizioni Non siete più un’entità, non sentite più il peso del corpo, cessate di essere un uomo: siete un fedele della religione dell’umanità. In fondo al santuario è assiso un duo negro. Voi avete tutti i diritti salvo quello di dir male del dio.
Questa pagina di Maurice Bardèche si presta veramente a stimolare una miniera di riflessioni. La più importante delle quali è la seguente: una volta collaudata e resa credibile una Grande Bugia, come accadde nel 1945, il terreno è pronto a ricevere anche altre Grandi Bugie, ad esempio quella terroristica globale del 2001, o quella odierna della pandemia e dell’emergenza sanitaria finalizzata alla vaccinazione di massa dell’intera popolazione mondiale, per delle ragioni che nulla hanno a che fare con la tutela della salute, ma semmai per la ragione esattamente opposta. E qui occorre sgombrare il campo da un possibile equivoco. Noi accogliamo il cuore del ragionamento di Bardèche, ma non sposiamo tutti i suoi contenuti. Egli rimpiange il nazionalsocialismo e sostiene che è stato calunniato. Noi, al contrario di lui, riteniamo che esso sia stato veramente un movimento politico criminale, e che ciò sia apparso evidente fin dal 1934, con la Notte dei lunghi coltelli. Quando si riserva un simile trattamento agli amici, non c’è limite alla brutalità che si può riservare ai nemici; e infatti così è stato. È vero, però, che non tutti quelli che vi aderirono, specie all’inizio, erano animati da intenti criminali; che anche altri movimenti e partiti dell’epoca, segnatamente i partiti comunisti, erano caratterizzati da intenti e modalità operative criminali; e che molto, negli sviluppi del nazismo dopo la sua andata al potere, fu determinato dall’atteggiamento delle grandi potenze e da quello di una parte della grande finanza internazionale, che si opposero ad esso con la stessa energia che avrebbero riservato a qualsiasi altro governo tedesco si fosse proposto l’obiettivo di ridare alla Germania quella libertà di crescere e svilupparsi che le erano state negate dal Trattato di Versailles. Ciò detto, gran pare di quel che lui dice del nazionalsocialismo, si potrebbe dire, ma più giustamente, del fascismo: e infatti il fascismo, che non ebbe quel torbido fondo neopagano né una matrice di razzismo biologico, fu veramente sociale e veramente nazionale, e quindi fu un modello, assai più del nazismo, a livello mondiale: un’autentica terza via fra plutocrazia e bolscevismo.
Ma al di là del giudizio storico che si vuol dare, sia del nazismo, sia del fascismo, resta la validità dell’impianto complessivo del ragionamento di Bardèche. La cultura dominante, nelle sue due componenti liberale e marxista, in effetti perfettamente compatibili tra loro perché simili nel modo di concepire lo scopo della politica, aveva necessità di rifilare ai popoli la Grande Bugia del 1945 sia per far sparire il ricordo di una siffatta "terza via", sia per coprire i propri crimini, addossandoli interamente alla parte sconfitta. E in particolare doveva far credere che:
1) i nazisti, fin dalla loro andata al potere, puntavano niente di meno che al dominio sul mondo;
2) tutte le richieste dei nazisti a livello internazionale erano irragionevoli e sfrenate, e tutto ciò che essi fecero in politica interna fu barbarico e infamante;
3) macchiati da simili colpe, i tedeschi nel loro complesso non avevano alcun diritto di lamentarsi per i metodi di guerra alleati, per la distruzione deliberata delle città coi bombardamenti aerei, per la liquidazione di alcuni milioni di persone, compresi i prigionieri di guerra, e per lo smembramento di antiche province tedesche, nelle quali fu fatta una vera pulizia etnica a loro danno.
Nel 1945 l’intera opinione pubblica mondiale venne persuasa di ciò, e gli stessi tedeschi furono indottrinati nel senso di colpa e nell’auto-disprezzo per ciò che avevano fatto. I borgomastri e gli abitanti delle città distrutte vennero portati nei campi di concentramento e costretti ad assistere allo spettacolo dei mucchi di cadaveri scheletriti: ma non venne detto, né a loro né ad altri, che quei cadaveri scheletriti erano il frutto degli ultimi giorni di guerra, della fame, de tifo e dei bombardamenti alleati, che avevano interrotto i rifornimenti, assai più che di una deliberata volontà di sterminio. Né lo spettacolo che avrebbero offerto i gulag sovietici, a parti rovesciate, sarebbe stato sostanzialmente diverso: eppure i sovietici sedettero fra i giudici al processo di Norimberga. La Grande Bugia era stata varata con successo.
I frutti della Grande Bugia sono emersi solo lentamente, nel corso dei decenni successivi, e oggi sono giunti a piena maturazione. Oggi difendere la fede cristiana, la famiglia naturale e la propria Patria è divenuto qualcosa di molto simile a un crimine. Vengono varate leggi al riguardo nei Parlamenti dominati da quella che Bardèche chiama la religione dell’umanità, insediata anche ai vertici dell’ONU, dell’UNESCO e dell’UNICEF. Dominano i buoni, i cattivi devono essere puniti per i loro malvagi sentimenti: amare Dio, la patria e la famiglia. Deve essere punito, come un incitatore all’odio, chi affermi che la famiglia è formata da un uomo e una donna; che i confini dello Stato vanno difesi e che i cittadini hanno maggiori diritti di un qualsiasi sconosciuto penetratovi con l’inganno; e chi osi dire che il cristianesimo è la religione dell’Europa, che i cristiani adorano il vero Dio e che i seguaci di altre religioni, giunti di recente, non possono pretendere la laicità dello Stato allo scopo di vedersi equiparati in tutto e per tutto ai cittadini europei originari. In breve, oggi i Padroni Universali, che si servono di alcune minoranze per imporre il Nuovo Ordine Mondiale, ritengono che i popoli non abbiano il diritto di rivendicare le proprie radici, di tutelare la loro identità, di voler essere ciò che sono sempre stati, perché tutto questo è un crimine, come lo furono i programmi e le rivendicazioni del fascismo. E poiché il fascismo fu un’associazione criminale, anche tutti movimenti e i partiti che rivendicano la tradizione, l’identità e il diritto all’autodecisione dei popoli vanno trattati da criminali. Questo c’insegna la Grande Bugia del 1945. Non la nostalgia per il fascismo, che è morto e sepolto, ma l’odio per la pretesa di essere se stessi. Dobbiamo lasciare che i nostri cervelli vengano rifatti, poiché sono storti. Dobbiamo ringraziare i buoni che vogliono liberarci dai nostri cattivi istinti, che vogliono renderci delle persone civili. Grazie, dunque, Padroni Universali. Voi sì che vi prendete cura dei popoli. Basta vedere con quanta sollecitudine ci volete vaccinare tutti, anche quelli che non corrono il benché minimo rischio a causa del Covid-19, come nel caso dei giovani, dei bambini e dei neonati. Guarda caso, avete riproposto la stessa parola già usata per indicare quanti denunciano la Grande Bugia del 1945, per indicare quanti oggi denunciano la falsa pandemia, la falsa emergenza sanitaria e la falsa vaccinazione: negazionisti. E con ciò avete criminalizzato qualsiasi critica e qualsiasi dissenso.
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