La felicità è il Sommo Bene, cioè Dio
4 Giugno 2021Quando cadono tutti i punti di riferimento
5 Giugno 2021Abbiamo già avuto occasione, in alcuni precedenti scritti, di ricordare gl’indomiti sacerdoti di Breganze, i fratelli Jacopo (1834-1909), Andrea (1838-1915) e Gottardo Scotton (1845-1916), animatori del battagliero giornale antimodernista La Riscossa e dirigenti dell’Opera dei Congressi, nonché autori di numerosi e importanti manuali di religione cattolica, i quali, dopo la morte di san Pio X, caddero in disgrazia e furono a loro vola perseguitati dal vescovo filo-modernista di Vicenza, Rodolfi, che non si peritò di far chiudere il loro giornale; finché, screditati e ridotti in miseria nei loro ultimi anni di vita, si spensero tristemente, abbandonati e dimenticati, Andrea sicuramente di crepacuore per i duri rimproveri ricevuti dal suo vescovo (cfr. spec. l’articolo: Protestantesimo liberale e scientismo hanno profondamente inquinato la teologia cattolica, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 29 gennaio 2018). Oggi chi si reca in visita a Breganze, un paese di 8.500 anime situato nella pianura vicentina ai piedi delle Prealpi, non trova il benché minimo indizio del fatto che in esso operarono, con piglio intrepido, tre illustri sacerdoti del buon tempo antico, totalmente dediti alla loro missione pastorale di cura delle anime, senza mai risparmiarsi né fisicamente né moralmente, e che fu la minuscola capitale dell’antimodernismo militante, con una tipografia che stampava un giornale venduto in tutta Italia e conduceva con piglio agguerrito la buona battaglia contro i deleteri errori di Buonaiuti, Loisy e Tyrrell. Sia detto fra parentesi, un’analoga sensazione di oblio scende nell’animo del viaggiatore che si rechi, non molto distante da lì, a visitare il paese di san Pio X, Riese, in provincia di Treviso: la chiesa parrocchiale è chiusa in pieno pomeriggio, anche nelle lunghe giornate estive, nei giorni feriali; niente ricorda il santo pontefice che qui ebbe i natali. Eppure, fra gli ultimi anni del XIX e i primi del XX secolo, i fratelli Scotton erano conosciutissimi, senza che la loro notorietà li facesse deflettere d’una virgola dal loro stile di vita spartano e dalla loro impostazione pastorale, che metteva al centro di tutto i Sacramenti e la catechesi, e si preoccupava, con paterna sollecitudine, d’istruire i fedeli per tenerli al riparo dai veleni della cultura moderna, con tutto il loro strascico di deviazioni e degenerazioni morali. Né le loro cure si limitavano alla sfera spirituale, ma si estendevano anche alla sfera sociale dell’esistenza, mediante l’istituzione e la promozione di casse rurali per sostenere le famiglie temporaneamente in difficoltà; nonché ammonendo severamente i proprietari terrieri a non pretende dai fittavoli più del giusto e a non volersi arricchire col sangue dei poveri.
Citiamo dal saggio di Lodovica Zolin Breganze: comune e parrocchia nel secondo Ottocento (nel volume collettaneo Comuni e parrocchie nella storia veneta fra l’Ottocento e il Novecento, a cura di Angelo Gambasin e Leonildo Torresan, Vicenza, Istituto per le Ricerche di storia sociale e di storia religiosa, 1983, pp. 241-244):
Anche per gli Scotton catechizzare era un compito fondamentale. Ricordo che Andrea Scotton scrisse un trattato di catechismo in 4 volumi e Gottardo, in 9 volumi, "il Vangelo studiato minutamente dal parroco e spiegato al popolo. Numerosi erano gli opuscoli stampati dalla tipografia della "Riscossa" e diffusi tra la popolazione, quale, uno dei più famosi, "Socialismo e socialisti, quattro parole alla buona in bocca ad un parroco di campagna", di Andrea Scotton.
Ma era soprattutto attraverso le prediche domenicali, delle messe e delle funzioni, che il parroco istruiva il suo popolo. Il catechismo agli adulti era tenuto regolarmente nei giorni di festa; si aggiungevano un ottavario dei morti in forma di esercizi ed una predicazione particolare durante la quaresima. In parole semplici, ricche di aneddoti e proverbi popolari, egli istruiva i fedeli trasferendo ad essi le sue concezioni teologiche ma soprattutto la sua "mistica della papalità", cioè l’attaccamento alla chiesa ed al pontefice romano, il timore e l’odio per il liberalismo coincidente per lui con la massoneria e le "più nefande malvagità", tra cui il socialismo, il senso di un Dio più "padrone che padre", castigatore inflessibile dei vizi morali con mali fisici. "È un presentimento universale che il mondo è vicino a subire una qualche grande catastrofe. Così deve essere, così infallibilmente sarà, perché l’ordine fisico fu creato per l’ordine morale e quando questo viene sconvolto dall’uomo, questo viene sconvolto da Dio. Se non sarà il colera sarà la peste, sarà la carestia, se non sarà la carestia sarà la guerra, sarà il fuoco, sarà il terremoto, sarà quello che Dio comanderà, ma castighi certo e castighi tanto più gagliardi quanto più gravi sono le iniquità… no, no, no, io lo dico a fronte alta dinanzi alle maestà degli altari, no, noi non potremmo sperare che si ricomponga l’ordine fisico finché non si ricomponga l’ordine religioso e morale: e se non si cessa dal peccato, gli individui, i popoli, le nazioni dovranno, voglia o non voglia, bere fino alla feccia il nappo dell’ira di Dio…." (predica per l’ultimo giorno del 1884). Nel vocabolario dei nuovi tempi il male si chiama bene, il vizio virtù, furto la proprietà, diritto la forza, carità patrie l’odio alla religione, eroismo il tradimento, la ribellione, il regicidio… È capovolto l’ordine stabilito a Dio, autore della natura ed ecco le infezioni dei campi, ecco le malattie delle viti… Non vi è forse pianta che non abbia nelle sue foglie i segni di una misteriosa infezione, non vi è forse vigneto che non porti impressi gli indizi d’un qualche inesplicabile morbo: sarà la ruggine, sarà la nebbia, sarà il freddo, sarà il caldo, sarà la crittogama, sarà la peronospora, sarà quel che sarà, ma qualunque ne possa essere la causa strumentale, è il Signore che si serve di essa a punire l’orgoglio umano che vuole sostituire alla sua legge il proprio capriccio… Il mondo fisico è in disordine perché è tutto in disordine l’ordine morale: la natura si ribella all’uomo perché l’uomo si ribella a Dio, e finché l’uomo non piega il capo al giogo del Signore, finché la società non ridiventa cristiana, no, non sarà mai che le stagioni ripiglino l’antico loro corso e ci arridano, come in antico, prospere le annate…" (predica domenicale tenuta da Andrea Scotton, ringraziamento per la preservazione dal colera e per il raccolto del 1886, 24 ottobre 1866). Il concetto di un Dio giudice, che colpisce i cattivi e premia i buoni, porta lo Scotton a rappresentare Breganze come oasi di bontà in mezzo al male e perciò come particolarmente protetta da Dio.
Il parroco sa che parla a gente che vive nella e della campagna. Egli stesso non crede possibile nessun’altra società al di fuori di quella rurale. Ed il mondo dei campi è sempre presente nelle sue prediche. Sfilano in queste il ritmo ed i lavori delle stagioni, la risonanza per una tempesta passata innocuamente, la preghiera per quello che potrebbe venire. Dal pulpito, pur ribadendo la necessità di una società conservatrice, in cui è "provvidenziale" che i "padroni" esistano, si scaglia contro la rapacità dei proprietari nei confronti di affittuari, mezzadri, piccoli artigiani locali: "… la classe sociale che dovrebbe essere affatto immune dal trasgredire il settimo comandamento è la classe dei ricchi e dei facoltosi. Io osservo tuttavia che quando lo Spirito Santo parla di questo vizio nella Sacra Scrittura, la sua parola è sempre rivola ai ricchi, fino a dire ch’essi si pascono del sangue dei poveri, come il leone si pasce degli animali più deboli… Il primo pericolo di offendere la giustizia è quello di pretendere un affitto esagerato dalle proprie campagne" (catechismo tenuto da A. Scotton sul VII comandamento, anno 1887).
Fino a qualche anno fa un cattolico in buona fede, cresciuto nel clima del Vaticano II, catechizzato secondo le nuove linee pastorali alla Congar e alla De Lubac o, peggio, alla von Balthasar e alla Rahner, poteva anche guardare al catechismo dei fratelli Scotton, ai testi delle loro omelie e al tono del loro insegnamento con la tipica aria di sufficienza di chi ha avuto ragione dalla storia, e può guardare con un misto di compassione e velato disprezzo chi, invece, è stato smentito da essa. Ma oggi, dopo quindici mesi di dittatura sanitaria ingiustificata e ingiustificabile, e con la chiesa di Bergoglio pienamente e servilmente sdraiata sulle direttive dell’ONU o del Forum di Davos e del Nuovo Ordine Mondiale; con una chiesa, cioè, che invece di difendere i veri poveri, ossia i cittadini onesti impoveriti da decenni di politiche finanziarie speculative, e ora distrutti dall’impossibilità di lavorare e guadagnare con la propria fatica e la propria capacità imprenditoriale, ma in compenso annoiati e disgustati da anni di predicazione a favore dei migranti, cioè di falsi profughi che vengono in Italia per colonizzarla e sostituirsi alla sua popolazione e alla sua civiltà: ebbene almeno oggi si può vedere e misurare, se si possiede un minimo di onestà intellettuale, fino a che punto fossero nel giusto quei bravi preti di una volta, fino a che punto fossero realistiche le loro preoccupazioni verso il liberalismo e la massoneria, e fino a che punto avessero compreso che la rovina materiale di una società si delinea immancabilmente quando l’ordine morale viene sovvertito e il bene diventa male, e il male vien fatto passare per bene. Al tempo dei fratelli Scotton si era ancora lontanissimi dall’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto, e certo nessuno avrebbe potuto immaginare che un giorno ci sarebbero stati i matrimoni omosessuali, e che una parte del clero avrebbe reclamato la benedizione sull’altare anche per essi, o che nelle diocesi si sarebbero tenuti dei corsi di affettività omosessuale, col permesso dei vescovi e oltretutto nei locali dei conventi femminili, o si sarebbero invitate famose fautrici della legge sull’aborto a tenere conferenze sociali all’interno delle chiese. Né si sarebbe potuto immaginare che l’utero in affitto, la fecondazione eterologa, il cambio di sesso e la predicazione negli asili e nelle scuole del nuovo verbo transgender avrebbero scalzato anche le fondamenta dell’ordine sociale e morale costituito, capovolgendo la legislazione civile e perfino la dottrina cattolica, ad opera di sacerdoti che hanno deciso di sposare totalmente le "ragioni" del mondo fino al puto di dare torto a Dio e al Vangelo pur di dare ragione agli uomini in tutto ciò che essi fanno, per quanto lontano sia dalla legge naturale come da quella divina.
Il concetto centrale, che ricorre in tutta la catechesi degli Scotton, è che il mondo è vicino a subire una qualche grande catastrofe: e infatti, di lì a qualche anno, sarebbe arrivata la catastrofe delle due guerre mondiali. E questo perché l’ordine fisico fu creato per l’ordine morale e quando questo viene sconvolto dall’uomo, questo viene sconvolto da Dio. Parole profetiche, parole sagge. Che cosa avrebbero detto o pensato quei bravi sacerdoti, se fossero vissuto ai nostri giorni e avessero visto il totale sovvertimento dell’ordine naturale operato da una scienza medica posta al servizio dei ricchi e impegnata a fabbricare farmaci e vaccini con cellule di feti umani fatti abortire, dopo aver pagato delle donne per portare avanti una gravidanze e poi interromperla, onde mettere gli organi del nascituro nei cataloghi commerciali delle multinazionali del farmaco? Giustissimo, poi, e anch’esso più che mai d’attualità, il concetto che noi non potremmo sperare che si ricomponga l’ordine fisico finché non si ricomponga l’ordine religioso e morale. Come può una società sperare che l’ordine della natura rientri nei suoi binari, se l’ordine morale e religioso viene completamente stravolto e sovvertito? Se le false religioni vengono equiparate alla sola vera; se idoli pagani vengono introdotti nella più veneranda basilica della cristianità; se il vicario di Cristo in terra si mette a predicare il dovere morale di assumere quei tali vaccini, fabbricati in quella tale maniera, e se pretende che quanti non accettano pienamente il deviato e deviante Concilio Vaticano II si pongono con ciò stesso al di fuori della Chiesa cattolica? Ancora: Nel vocabolario dei nuovi tempi il male si chiama bene, il vizio virtù, furto la proprietà… Ebbene: ci siamo arrivati. Il Nuovo Ordine Mondiale opera affinché l’intera popolazione mondiale s’impoverisca e si riduca a vivere della carità dei governi, e il sedicente papa invita caldamente quanti hanno una seconda casa a regalarla ai falsi profughi islamici, venuti in Italia per sottometterla, dichiarando che il tempo della proprietà privata è finito e lasciando che un suo importante collaboratore, monsignor Sorondo, tessa le più alte lodi della dittatura cinese, la quale nel suo Paese ha realizzato il perfetto ideale dell’ultraliberismo per i ricchi e del pauperismo comunista per tutti gli altri. Viceversa gli Scotton, i quali, giudicati col metro del cattolicesimo progressista, erano degli ultra-conservatori, se non dei reazionari, sapevano invece condannare con parole di fuoco l’avidità dei ricchi e certo non facevano nulla per attirarsi le simpatie dei proprietari e dei maggiorenti, laddove i cattolici progressisti di oggi, strano ma vero, si trovano schierati sulle stesse posizioni migrazioniste, globaliste e laiciste di George Doris, o di Mark Zuckergerg, o sulle posizioni vacciniste di Bill Gates e Anthony Fauci, o su quelle del supergoverno mondiale, previa decimazione della popolazione, di Klaus Schwab e delle Georgia Guidestones: cioè le posizioni della massoneria. Quella massoneria che i fratelli Scotton, incompresi ai loro tempi e derisi pochi anni dopo la morte, non si stancavano di denunciare come il peggiore di tutti i nemici di Dio e degli uomini, dalla quale rampollano sempre nuovi errori: il liberalismo, il socialismo, il comunismo, ai quali oggi si può aggiungere il supercapitalismo speculativo che sta impoverendo l’umanità intera e sta trasformando la terra in un solo, immenso campo di prigionia.
Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Raffaello)