
Perché ci si rifiuta di usare la logica e il buon senso?
22 Aprile 2021
Quando ermetismo, cabala e gnosi sedussero i papi
24 Aprile 2021Ci siamo chiesti, nel precedente articolo (Perché ci si rifiuta di usare la logica e il buon senso?, pubblicato sul sto dell’Accademia Nuova Italia il 22/04/21), che cosa impedisca a così tante persone, nella situazione attuale determinatasi con la presunta pandemia da Covid-19, di utilizzare la logica e il buon senso per smontare il castello di menzogne della narrazione ufficiale che ci tiene imprigionati in una bolla di terrore permanente, e rendersi conto di quale sia effettivamente la realtà, cosa che teoricamente è alla portata di chiunque. Ci siamo dati la risposta che i fattori principali sono la perdita di senso della realtà, la perdita di senso critico, il conformismo intellettuale, il martellamento implacabile dei mass-media, il venir meno di tutte le agenzie educative che un tempo fornivano gli strumenti intellettuali, morali e spirituali per formarsi un giudizio appropriato sulla realtà delle cose. A questi elementi di carattere generale si è aggiunto, dando la spinta decisiva, l’elemento della paura, sapientemente costruita nelle coscienze mediante il dispiegamento di tutta la potenza di fuoco di cui sono capaci i mezzi d’informazione, tutti praticamente tenuti a libro paga dalla grande finanza, e cioè direttamente al servizio di quegli stessi poteri che hanno ogni interesse a vederci spaventati a morte, per ottenere la nostra sottomissione volontaria e il nostro pieno consenso alle misure di "sicurezza", coprifuoco e vaccini compresi, che i governi stanno mettendo in atto. A questi fattori bisogna però aggiungerne un atro, del quale abbiamo parlato in altre occasioni, ma non nell’articolo citato, proprio perché volevamo trattarlo in separata sede: quella che gli psicologi sociali, a partire dal lavoro di Leon Festinger del 1957, A Theory of Cognitive Dissonance (ma tradotta in Italia solo nel 1973) chiamano ormai abitualmente dissonanza cognitiva.
In parole semplici, l’individuo che vive in maniera coerente i propri sentimenti e pensieri e quindi le proprie azioni, si trova in una condizione di consonanza cognitiva; si trova invece in una condizione di dissonanza quando non riesce a integrare e rendere coerenti fra loro i suoi sentimenti e i suoi pensieri, e naturalmente anche le sue azioni. Un tipico esempio di dissonanza cognitiva si verifica quando una persona si trova in conflitto tra ciò che gli suggerisce l’istinto e ciò che gli prescrive la ragione; oppure fra ciò che egli ritiene vero e certo e ciò di cui, del mondo esterno, fa esperienza, constatando una netta distanza fra le due cose. Spesso la dissonanza si presenta all’animo del fanciullo – che per sua natura è ancora allo stato fluido, non essendosi formata la personalità e non essendo giunta a maturazione la facoltà razionale – a causa di forti sollecitazioni esterne, talvolta traumatiche. Ad esempio un bambino il quale scopra, a un cero momento, che suo padre è una persona completamente diversa da quella che credeva di conoscere, che è un criminale incallito, tanto abile però da nascondere ai familiari le sue sinistre imprese; oppure un bambino che abbia subito abusi sessuali da parte del proprio genitore, e che solamente crescendo si renda conto di cosa effettivamente è accaduto, col relativo trauma della scoperta di essere stato vittima di violenza da parte di colui che credeva il proprio naturale difensore contro eventuali minacce del mondo esterno, verrà a trovarsi in uno stato di dissonanza cognitiva. A chi credere, a quale voce interiore dare il proprio assenso: a quella che accetta o a quella che rifiuta la realtà dei fatti; e, una volta accettata la realtà, con dolore e profondo travaglio, a quella che giustifica o a quella che condanna senza appello? Mettere d’accordo, in una sistemazione coerente, queste poderose spinte divergenti è impresa non facile; non tutti ci riescono, per cui vi sono delle persone che si trascinano dietro per tutta la vita il fardello d’una dissonanza cognitiva: amano e odiano nello stesso tempo, rimpiangono e detestano, accusano e perdonano, ma senza giungere mai a una sintesi del proprio vissuto. Ebbene: la stessa cosa accade oggi a tutti quelli che si rendono conto, magari lentamente e faticosamente, di essere stati traditi e ingannati da quelle istituzioni, lo Stato e la Chiesa, nelle quali avevano riposto, sin da piccoli, la loro fiducia.
Come può ammettere un cittadino che non questo o quel politico, non questo o quel partito, non questo o quel governo o presidente del consiglio, ma tutto l’insieme della classe politica, sia di governo che di opposizione, lo sta tradendo ignobilmente e ha consegnato il suo futuro nelle mani di poteri oscuri senza nome e senza volto, che muovono tutti gli altri come marionette e mirano unicamente a realizzare ulteriori profitti, impoverendo sempre più la popolazione e spogliandola, via via, di diritti, libertà, consapevolezza, e infine della sua stessa dignità? Come può ammettere che il ministro, il giudice, il prefetto, il questore, il poliziotto, il medico, il sindaco, il dirigente scolastico, l’esattore delle tasse, non sono suoi amici, o quanto meno che non gli sono nemici, ma fanno parte di un enorme meccanismo la cui centrale di comando è caduta senza colpo ferire nelle mani di una ristrettissima cerchia di superoligarchi, e ciascuna di quelle figure istituzionali viene adesso utilizzata contro di lui, contro il suo vero interesse, contro il suo bene, per spogliarlo, impoverirlo, vessarlo, angariarlo, sottometterlo, umiliarlo, limitarlo? Oppure, nel caso del credente: come ammettere che il prete, il vescovo, i cardinali e il papa non fanno più ciò che dovrebbero fare, ciò che facevano al tempo dei suoi nonni, ma sono divenuti anch’essi parte di un meccanismo oscuro, di una perfida massoneria, e che, consapevolmente o no, stanno operando per strappargli la sua fede e per sospingerlo dolosamente, artatamente, fraudolentemente, nell’abisso dell’apostasia, lontano dalla luce della Verità, lontano da quel Gesù Cristo che pure, a parole, ancora affermano di rappresentare, e il cui regno, mentendo, dicono di voler affrettare? Come ammettere che il papa in persona posa porre il fatto di vaccinarsi contro il Covi-19, pur sapendo che i vaccini sono fabbricati anche con cellule di feti fatti appositamente abortire, e dunque calpestando tutte le leggi di Dio e degli uomini, come dunque ammettere che il papa dica una cosa del genere, se non perché esiste realmente un pericolo sanitario gravissimo, un’emergenza senza precedenti, e che a muoverlo è solo la sollecitudine del pastore nei confronti delle pecorelle del gregge di Cristo? Come capacitarsi del fatto che egli dica tali cose perché si è posto deliberatamente al servizio del male, perché vuole trascinarci verso la dannazione e perché così gli ordina di fare quello spietato potere finanziario che provvede, dopo aver sparso il terrore di una pandemia inesistente, a vendere centinaia di milioni di dosi di vaccino in tutto il mondo, senza assumersi, per legge, alcuna responsabilità riguardo ai loro effetti collaterali, anche gravissimi o letali?
Come un bambino il quale viene a sapere che suo padre è un criminale, oppure si rende conto di essere stato da lui abusato, tende a rifiutare e negare una realtà troppo atroce per essere accettata, e vive in uno stato di dissonanza cognitiva, sapendo e non sapendo, capendo e non capendo quel che è la realtà, così tragicamente in conflitto con gli altri dati della sua coscienza e soprattutto della sua affettività, allo stesso modo il cittadino e il credente esitano a trarre le conseguenze che pure la logica e il buon senso gli suggeriscono necessariamente di trarre. Se potesse vedere e giudicare le cose dall’esterno; se non fosse direttamene coinvolto e immerso nella situazione; se avesse la facoltà di giudicare in maniera spassionata, come un osservatore piovuto dal pianeta Marte, la logica e il buon senso gli direbbero che deve mettere insieme le tessere del mosaico e prendere atto della realtà effettiva del disegno complessivo: il disegno di una cospirazione globale fondata sulla bolla di una menzogna globale, la più sfrontata e inaudita che mai sia stata messa in atto nel corso della storia umana. E che lui, come tutti gli altri simili a lui, è sia la vittima che il testimone inconsapevole di tale menzogna e di tale cospirazione, e che anzi il copione scritto da oscuri poteri prevede che lui stesso si faccia zelante propagatore della menzogna e servitore della cospirazione, ad esempio denunciando alle forze dell’ordine (ordine?) il vicino di casa che scende in strada senza la mascherina, o il bar che tiene aperto un’altra mezz’ora dopo le sei di sera, sentendosi anzi un utile strumento del bene pubblico e un encomiabile difensore della salute collettiva. Il suo sgomento, il suo istintivo rifiuto di ammettere che le cose stanno proprio come sembrano, e come del resto i portavoce dei super-oligarchi non si peritano ormai di proclamare ad alta voce (si veda la recentissima intervista rilasciata a una rete televisiva del gran massone Giuliano Di Bernardo, perfino brutale nella sua franchezza) riguarda sia l’aspetto intellettuale che quello morale. Intellettualmente, il comune cittadino si rifiuta di ammettere che esista una cospirazione così vasta e diabolica, perché la sua mente non si capacita che una cosa del genere sia umanamente possibile (e in questo, almeno in parte, ha ragione) e perché non riesce ad ammettere che tante intelligenze, più acute della sua, non vedano tutto ciò, e anzi parlino in maniera conforme alla Narrazione Unica dei governi e dei mass-media. Moralmente, stenta a credere che sia possibile una malvagità così grande, così raffinata, così implacabile, da giocare con la vita e il destino di milioni, anzi di miliardi di persone, come se fossero solamente carne da macello, o, per parlare più propriamente, come se ciascuna di quelle persone altro non fosse che una cavia da utilizzare per i diabolici esperimenti di una scienza medica che si è posta totalmente al servizio delle forze infere. Per dire a se stesso: Sì, è così: le istituzioni stanno tradendo i cittadini, il clero sta tradendo i fedeli, è necessario fare uno sforzo enorme: è quasi come arrivare alla conclusione che tutto quel che c’è scritto sulla enciclopedia è falso e che invece il singolo individuo, così piccolo e fragile, è nel giusto e ha compreso. In un certo senso, può sembrare anche un atto di enorme presunzione. Chi sei tu per giudicare tante persone così rispettabili, così autorevoli, e per pensare che siano solo dei miserabili traditori che hanno letteralmente venduto la gente che fida di loro?
Infine c’è un altro elemento da tener presente, quando ci si chiede perché tante persone si rifiutino di usare la logica e il buon senso e di trarne le debite conclusioni. Si tratta di questo: per troppo tempo il sistema di vita moderno ha abituato i suoi membri a regolarsi in maniera soggettiva, a coltivare l’orticello del proprio edonismo e del proprio narcisismo, a perdere di vista il legame necessario che esiste tra le azioni e le loro conseguenze, in altre parole a deresponsabilizzarsi. Questo insieme di cose — soggettivismo, edonismo, narcisismo, deresponsabilizzazione — ha creato il terreno di coltura ideale perché i Padroni Universali gettassero la bomba del terrore sanitario, come in precedenza avevano sganciato la bomba del terrore fisico (attentati dell’11 settembre 2001) e poi quella del terrore finanziario (con la Grande Recessione del 2008-09), dando vita a un mix micidiale di paura, frustrazione, conformismo, rabbia. Quest’ultima soprattutto necessita di trovare una valvola di sfogo, affinché non accada che la gente si ribelli all’agenda del Nuovo Ordine Mondiale: ed è stato relativamente facile, perfino più facile di quanto i suoi strateghi avessero preventivato, indirizzare la rabbia e l’esasperazione della gente, originata anche da disperate necessità economiche, non contro gli artefici della grande cospirazione e della grande menzogna, bensì contro quelli che denunciano l’una e l’altra, indicandoli e criminalizzandoli come complottisti, negazionisti, eccetera. Finché i genitori di un figlio che frequenta una certa scuola, per esempio, sono impegnati a vomitare il loro odio sui social contro i genitori dell’unico bambino che ha rifiutato sia i tamponi, sia la vaccinazione, causando la messa in quarantena di tutti i suoi compagni di classe (tali infatti sono le assurde disposizioni delle Unità sanitarie locali: la quarantena è per chi ha già fatto il tampone e il vaccino, non per chi li rifiuta), si può star certi che non avranno tempo né voglia di rivolgere la loro ira contro gli amministratori pubblici, i politici e le autorità sanitarie che sono i veri responsabili del disagio in cui essi versano, insieme a milioni di altri genitori e di bambini che frequentano le scuole. E questo è solo un esempio fra i mille che si potrebbero fare. Di fatto, in tutti gli ambienti di lavoro e in tutte le categorie sociali, si è creata una situazione analoga: chi prende coscienza di come stanno realmente le cose e cerca di opporvisi, incorre nella disapprovazione della massa inconsapevole e terrorizzata, che vede in lui il responsabile del prolungarsi delle misure di emergenza. Senza riflettere che tale prolungamento, tendenzialmente infinito, è nella natura stessa del disegno criminale elaborato e messo in atto dal grande potere finanziario, e che pertanto l’emergenza non finirà mai, a meno che vi sia una effettiva assunzione di consapevolezza e una forte risposta da parte della popolazione che finora, invece, ha subito ogni imposizione in silenzio, senza reagire.
Situazioni eccezionali richiedono risposte eccezionali: ma un’umanità degradata e appiattita da anni di materialismo, utilitarismo spicciolo e deresponsabilizzazione, non possiede i presupposti per far nascere una tale risposta. Perciò l’onere del risveglio ricade, come sempre del resto, su piccole minoranze di uomini e donne riflessivi, profondi, allenati a vedere gli inganni della società moderna e saldamente ancorati a sani valori e al principio di realtà, che le forze oscure vorrebbero capovolgere, sino a far diventare vero ciò è falso e falso ciò che è vero, e bene ciò che è male e male ciò che è bene. Sono essi a dover impugnare la bandiera della riscossa. Gli altri, forse, li seguiranno.
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