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Vuoi sapere l’ultima? Ritorna la gnosi in grande stile

Qualcuno ha osservato che quando gli uomini smettono di crede in Dio non è che non credano più a niente; al contrario, sono pronti e disposti a credere qualsiasi cosa. E Jean-Marie Vianney, il Santo Curato d’Ars, disse una volta che se si lasciano gli abitanti di un paese senza il sacerdote, nello spazio di qualche anno si metteranno ad adorare le bestie. Stiamo verificando l’esattezza di entrambe queste predizioni, alle quali si potrebbe aggiungere, a loro integrazione, una terza frase celebre, un aforisma di Nicolás Gomez Dávila: Non sentire la decomposizione della modernità è indizio sicuro del contagio. Sta di fatto che da quando l’uomo moderno ha rifiutato il vero Dio e gli ha voltato le spalle, abbiamo visto tutto un ribollire e uno spumeggiare di antiche e nuove credenze e un ritorno di sistemi di pensiero che si credevano persi nelle nebbie del passato; tutto un sorgere o risorgere di idoli venuti a prendere il posto del vecchio Dio, occupare lo spazio che prima era Suo e svolgere le funzioni che spettavano a Lui.

Ora, fra le altre cose, è tornata alla ribalta la gnosi; e ci sta tornando in pompa magna, quasi con l’aria di rivendicare una legittimità e una onestà intellettuale che altri non hanno: come potrebbero fare dei militanti democratici alla caduta di un regime totalitario. Se non che nessun regime totalitario è caduto; al contrario, ne sta sorgendo uno nuovo, terribile, simile a un Moloch: quello imposto dai Padroni Universali col pretesto dell’emergenza sanitaria, e fondato sul presunto diritto alla difesa della "nuda vita", cioè della vita biologica pura e semplice, come valore assoluto che precede e che scavalca senza bisogno di fornire spiegazioni tutti gli altri diritti e gli altri valori. O almeno questo è quanto viene detto dalla Narrazione Unica: perché tale assolutezza non vale per i nascituri, sottoposti al massacro sistematico dell’aborto legalizzato, che ne fa letteralmente carne da macello (per chi non lo sapesse, gli organi del feto vengono espiantati senza anestesia, infliggendo un dolore straziante alla vittima indifesa, perché diversamente non sarebbero più utilizzabili); e non vale nemmeno per quanti vengono soppressi mediante la cosiddetta eutanasia, melliflua parola per designare una realtà decisamente brutale. I nuovi gnostici, dunque, escono dal cono d’ombra dove si trovavano fino all’altro ieri, e pongono con decisone la loro candidatura al riempimento di quel vuoto spirituale e morale che si è prodotto con il crollo del cattolicesimo e il tradimento clamoroso della gerarchia cattolica, lasciando milioni di persone smarrite e demoralizzate, senza più disporre di punti di riferimento degni di una qualche credibilità, proprio in uno dei momenti oggettivamente più difficili della storia.

L’idea centrale della gnosi, declinata in mille forme e in mille rivoli che si dipartono dall’antica sorgente, è una e una sola: spiegare come mai il mondo sia così cattivo, se davvero esiste un Dio infinitamente buono. Per prima cosa, è evidente che un tale Dio non può aver creato questo mondo: se lo avesse fatto, la malvagità di cui esso è intriso in qualche modo risalirebbe a Lui, il che non è ammissibile. Ecco allora sorgere la concezione secondo la quale Dio, purissimo spirito, emana da Sé una serie di realtà subordinate, gli eoni, sempre meno luminosi e sempre più imperfetti, mano a mano che ci si allontana dalla Fonte originaria. Va detto, però, che anche il Dio Primo è concepito dagli gnostici come un eone (ma emanato da chi?), sia pure assolutamente puro, che ne contiene un altro, il Pensiero; il secondo e il terzo eone sono il Maschio e la Femmina, concepiti rispettivamente come il Potere e l’Amore, che formano la prima coppia di Sizigie o unione degli opposti (poveri gnostici, forse non si rendono conto di quante grane rischiano dio attirarsi, di questi tempi, da parte delle associazioni che si sono auto-nominate custodi del totalitarismo Politicamente Corretto, e quindi anche dell’ideologia di genere, secondo la quale maschile e femminile non sono realtà a sé stanti, ma scelte soggettive da parte dell’individuo, che è libero di rivendicare l’identità che preferisce e poi eventualmente di cambiarla ancora). Va notato che le sefirot della Cabala richiamano in qualche modo gli eoni della gnosi, e infatti tra i due sistemi esistono forti analogie. Analogie esistono anche col cristianesimo, nel senso che i sistemi gnostici, tutti posteriori ad esso, e più o meno direttamente influenzati dal neoplatonismo, specialmente quello di Plotino, considerano Cristo come un eone, di solito accostato all’eone dello Spirito Santo, ossia come un essere puramente spirituale venuto a mostrare agli uomini la via per allontanarsi dal mondo materiale e risalire al mondo luminoso dal quale Egli stesso proviene, il mondo del Pleroma, cioè la Regione della Luce.

Da dive viene il mondo, allora, se la realtà originaria è puramente spirituale, senza alcuna traccia di materia? Paradossalmente, esso non avrebbe mai dovuto esistere: è nato da un errore del Demiurgo, il semi-creatore emanato inconsapevolmente dall’eone femminile chiamato Sophia, ma senza la collaborazione del suo corrispondente eone maschile (altra grave infrazione al Politicamente Corretto odierno: per i sistemi gnostici, la donna è per sua natura portatrice di guai). Sia Cristo che lo Spirito Santo sono stati emanati dall’Uno, l’Essere originario, al preciso scopo di offrire una via di salvezza agli uomini, ossia di redimerli da quella sciagurata creazione che non rientrava nei suoi piani e che solo per un malaugurato accidente ha avuto luogo. Così riassume la questione, in maniera semplice ma chiara, lo storico e divulgatore francese Yves Naud nel volume Enigmi degli U.F.O. e degli extraterrestri (titolo originale: Les Extrarrestres les O.V.N.I. dans l’histoire, 1977; trad. di Gian Luigi Vallotta, Ginevra, Edizioni Ferni, 1977, vol. 1, pp. 202-04; 205-06; 207-08):

Gli gnostici — che, ricordiamo, sono stati condannati dalla Chiesa nel II secolo come eretici — non vogliono ammettere che il mondo, creato da Dio "ex nihilo", non sia fondamentalmente malvagio e che il Male derivi soltanto dalla disubbidienza della creatura a Dio.

Per gli gnostici, Dio è unico e perfetto. La materia, che essi ritengono sostanzialmente malvagia, non può essere opera sua. Ma allora, come spiegare la perfezione di Dio e l’imperfezione degli uomini? Ovvero, per formulare altrimenti il problema: come conciliare il Bene e il Male?

Questo è il problema fondamentale per gli gnostici. Per cercare di risolverlo, elaborano una teogonia estremamente complessa in cui quelli che chiamano eoni svolgono un ruolo capitale.

All’origine dello gnosticismo c’è l’aspirazione fondamentale a possedere una gnosi, cioè una conoscenza superiore, esoterica, dei misteri della religione e, più in particolare, di quanto permette di stabilire il legame tra Dio e il mondo di quaggiù. A tale scopo gli gnostici si applicano a svelar ei misteri del mondo invisibile quello degli eoni — che si frappone tra Dio buono e gli uomini malvagi.

Poiché il mondo non può essere creazione di Dio, non può derivare che da eventi sopravvenuti nel mondo degli eoni. Nel popolare quel mondo invisibile, ovverossia extraterrestre, seguendo la loro fantasia, gli gnostici elaborano vari sistemi. (…)

[Simon Mago] fonda quindi una setta e costruisce un sistema attingendo largamente alle concezioni degli «orientali che precisa Condillac – si rappresentavano, al di là del modo, una luce immensa che diffondendosi in uno spazio senza corpi, era pura e senza inquinamento. Questa luce vivente si supponeva desse vita a tutto; e il flusso dei suoi raggi, che si diffondevano all’infinito, faceva concepire che tutti gli esseri ne derivassero per emanazione».

"Emanazione": la parola chiave ha fatto la sua comparsa. Infatti, per i cristiani che si attengono al retto insegnamento della Scrittura, Dio è il Creatore. Egli dà la vita, l’esistenza, partendo dal nulla, sia alle cose, che agli animali, agli uomini, agli angeli. Per gli gnostici, invece, non vi è creazione, ma emanazione. La sostanza stessa di Dio, fluendo, genera gli eoni che, come Dio, sono spiriti eterni.

In virtù di questi principi, Mithra, il dio della luce presso gli Orientali, non può generare che dei, i quali a loro volta ne generano altri e così di seguito. Ma ogni nuova emanazione è un po’ più lontana da Mithra e la parte di luce divina che riceve è più debole; gli dei divengono dunque sempre più imperfetti. Sono proprio i più imperfetti, i più vicini alle tenebre che generano il mondo terreno. (…)

All’inizio di tutto, c’è Dio o Primo Principio. Da lui emana una rima coppia di eoni che ne genera una seconda e così di seguito secondo l’immaginazione dei vari teorici. Gli eoni costituiscono il pleroma o pienezza dell’universo spirituale degli eoni. Il pleroma è un mondo dove regna la perfetta armonia fino al giorno in cui un eone vi semina lo scompiglio: dimentico dei doveri imposti dal suo rango, esso devia.

Ma perché devia e qual è la natura di tale deviazione? A queste domande gli autori gnostici — che sono legioni- danno risposte diverse. Secondo alcuni, l’eone pecca per orgoglio, secondo altri per ignoranza. E la sua deviazione consiste sia nel credersi il più potente degli eoni, sia nel desiderio di conoscere ciò che è al di sopra di lui.

Il colpevole è immediatamente scacciato dal pleroma. L’eone "deviazionista" viene respinto dal mondo intermedio che, sempre mediante emanazioni successive, si popola di una folla di eoni, differenti per numero e organizzazione a seconda dei vari elaboratori di sistemi.

Qualunque sia la configurazione del mondo intermedio, gli eoni che lo costituiscono, per quanto lontani dal Primo Principio, racchiudono in sé sufficiente sostanza divina per agire da demiurghi, cioè da creatori del mondo terrestre. Ma il mondo, generato da eoni mondo imperfetti, non può essere a sua volta che imperfetto e macchiato dal male. È questo dunque il processo che permette di partire da un Dio perfetto per arrivare, senza troppa incoerenza, al mondo malvagio.

Alla fine, un eone salvatore verrà a compiere la redenzione e a ristabilire pace e armonia nei tre mondi sovrapposti.

È evidente che la gnosi deriva da una visione del reale particolarmente pessimistica, per non dire nichilista, e quindi è tipica delle epoche storiche di sofferenza, di travaglio e di esaurimento di una civiltà. È il sistema di pensiero adatto a chi vede ovunque solamente il male e aspira ardentemente a rompere ogni legame col mondo di quaggiù per proiettarsi con tutta l’anima verso una dimensione superiore, pura e luminosa. Ma, a parte gli aspetti superstiziosi e ridicoli legati alla fantasiosa determinazione degli eoni e delle loro reciproche combinazioni, che, proprio come avviene, a nostro giudizio, per la Cabala, ripugnano a una mente sana e razionale, saldamente ancorata alla realtà delle cose, chi lo dice che il mondo è così cattivo da non meritare nulla, neppure che un Dio lo abbia creato intenzionalmente, se non addirittura per amore dei suoi abitanti? Il catarismo, che si può considerare una declinazione medievale degli antichi sistemi gnostici, spingeva la sua concezione così all’estremo che i suoi seguaci a pieno titolo, i perfetti, rifiutavano la riproduzione, l’unione sessuale, il cibo e, alla fine, la vita stessa, mediante il suicidio volontario per fame. Tuttavia il pessimismo radicale è uno stato d’animo, non il risultato di un ragionamento; perché per quanti elementi si possano portare a favore di esso, ve ne sono sempre altrettanti, più uno, che gli si possono contrapporre: e quell’uno in più è dovuto al fatto che l’esistenza di qualcosa, in luogo del nulla, è di per se stessa un’affermazione positiva, dunque non può esse totalmente cattiva, perché il male tende ad auto-eliminarsi, mentre è evidente che nel mondo esistono e agiscono delle forze che tendono a farlo sussistere, e a mantenerlo in maniera ordinata (basta l’ordine di un cristallo, di una ragnatela o di un fiocco di neve per smentire la tesi che il mondo sia il regno del caos). Il vero problema, in effetti, non è l’ordine o il disordine, ma l’esistenza del male in un mondo che, per il solo fatto di esistere, e di esistere ordinatamente, si suppone sia fatto per il bene, e diretto al bene. Gli gnostici risolvono il problema assolvendo l’Uno (ma è lecito considerarlo Dio?) da qualsiasi sospetto di aver voluto creare quella cosa bruttissima che è il mondo, e ne danno la colpa a un mezzo Demiurgo stupido e irresponsabile. E qui si noti l’inquietante analogia con il Pantheon degli dèi mostruosi, ciechi e idioti, dello scrittore H. P. Lovecraft, i quali, come gli eoni di seconda e terza generazione, vivono in uno spazio distinto da quello degli umani, proprio come aveva insegnato Epicuro (a proposito, avete notato l’analogia fra la "deviazione" del Demiurgo e la parenclisi del filosofo greco, o deviazione spontanea degli atomi, tradotta con clinamen da Lucrezio nel De rerum natura?). Ma davvero aver creato il mondo è un atto così grave da non potersi attribuire a Dio? Qui, per onestà intellettuale, dobbiamo notare che lo stesso Tommaso d’Aquino sospende il giudizio, se la creazione del mondo sia avvenuta nel tempo o fuori di esso. Ai fini del nostro discorso, la domanda è un’altra: se il mondo è stato creato ammirevole da Dio, e l’uomo lo ha imbruttito col Peccato Originale, non sta in lui rimediare a tale colpa, con l’aiuto della Rivelazione e della Grazia?

Fonte dell'immagine in evidenza: Francescoch - iStock

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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