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27 Marzo 2021La crisi senza precedenti che stiamo vivendo, il piano malvagio che una élite criminale di oligarchi sta portando avanti a tappe forzate, l’acquiescenza e l’arrendevolezza delle masse di fronte a una evidente manipolazione dei fatti e ad una narrazione palesemente fraudolenta, volta a sottomettere le menti prima ancora che le attività economiche, o imporre i protocolli sanitari, mostra con tragica evidenza dove ci hanno condotti alcuni secoli di progressivo allontanamento dalla verità nella sfera filosofica, e da Dio in quella religiosa. E che qui prima o poi saremmo giunti era cosa assolutamente scontata e prevedibile, viste le premesse della cosiddetta civiltà moderna, in effetti la prima anti-civiltà della storia: la prima che è sorta ponendo a suo fondamento l’oblio della verità e il rifiuto di Dio. Queste due idee fondamentali non sono state dichiarate apertamente sin dall’inizio: quando la modernità si è affacciata alla ribalta, nel tardo Medioevo, quasi nessuno osava proclamare apertamente simili obiettivi. Nondimeno essi sono stati realizzati, un poco alla volta, senza fretta e con grande abilità: facendo digerire il nuovo orientamento in piccole dosi, si è raggiunto lo scopo di familiarizzare con quelle idee le classi dirigenti e il ceto intellettuale; per le masse, la cosa si è svolta in maniera automatica, perché le masse vanno sempre dietro a quelli che vede come le sue guide naturali, anche se in questo caso gli obiettivi finali sono così innaturali e contrari sia alla ragione, sia alla fede, che ci è voluto molto più tempo di quanto le élite avessero preventivato. Perché la chiave di lettura della modernità è questa: essa nasce come un progetto organico e unitario fin dall’inizio, un progetto concepito da una minuscola minoranza d’individui detentori del potere finanziario e di quello culturale, mentre il potere politico è stato assoggettato anch’esso in maniera graduale, senza quasi che se ne rendesse conto.
Il momento di svolta si verifica quando Carlo V, re di Spagna, riesce a farsi eleggere imperatore del Sacro Romano Impero Germanico grazie al denaro avuto in prestito dai banchieri Fugger, che gli serve per corrompere i grandi elettori tedeschi; ma il processo si era messo in movimento già da due o tre secoli, specialmente nei Comuni, quando erano cadute gradualmente le proibizioni della Chiesa cattolica contro il prestito a usura e il ceto emergente dei prestatori di denaro aveva cominciato a impadronirsi silenziosamente del potere, prestando somme sempre più consistenti ai re e ai governi, ottenendo che essi si indebitassero e iniziassero a spremere di tasse i loro sudditi allo scopo di saldare il debito. Lo stesso meccanismo, a ben guardare, che oggi domina incontrastato a livello internazionale, e che è appunto il motore fondamentale della modernità. Tutti gli altri aspetti che caratterizzano quest’ultima, in tutti gli ambiti della vita sociale e anche di quella individuale, sono la diretta o indiretta conseguenza di questo fatto: l’asservimento del potere politico al grande potere finanziario, agevolato e reso possibile dall’opera mercenaria dei cosiddetti intellettuali, il cui scopo si delinea sempre più come quello di far digerire, dapprima alle corti e ai governi, poi, dopo le rivoluzioni democratiche del XVIII e XIX secolo, ai popoli "sovrani", l’idea che la finanza speculativa è espressione di una tendenza assolutamente lecita e naturale, e che sarebbe follia pensare di opporvisi o volerla disciplinare con gli opportuni strumenti legislativi. Prendiamo buona nota del fatto che il solo stato di origine altomedievale che ebbe la forza e il coraggio di far ciò, ossia stabilire limiti e regole precisi entro i quali mantenere il potere finanziario, affinché non divenisse un fattore parassitario rispetto all’economia reale, la Repubblica di Venezia, il quale è stato distrutto nel momento culminante della modernità — con Napoleone, prodotto logico e necessario della Rivoluzione francese il cui modello doveva essere esportato in tutto il mondo — ed è stato l’unico, assieme alla Monarchia elettiva polacca, che non fu poi restaurata nel 1815, al Congresso di Vienna. Il suo esempio era troppo pericoloso: uno Stato che dura per oltre mille anni, che è amato dai cittadini e dove l’economia, la giustizia, il prelievo fiscale, la vita pubblica in genere, i rapporti tra la sfera laica e quella religiosa, sono regolati in maniera tale da non recarsi reciproco impaccio, e anzi da liberare il massimo delle energie creative per contribuire allo slancio delle attività produttive e alla fioritura delle arti liberali. Dove mai nella storia si trova l’esempio di uno Stato così piccolo e così longevo, così solido e così ben congegnato, da affrontare tali e tante sfide e da superare immense difficoltà e pericoli mortali, compresa una crociata internazionale volta a distruggerlo (la Lega di Cambrai), riuscendo ogni volta a rialzarsi e a ristabilirsi nella sua piena vitalità materiale e spirituale?
Il fondo del progetto della modernità, tuttavia, non è di natura economico-finanziaria, e nemmeno politica o culturale, bensì religiosa. La molla, il motore che l’ha messa in movimento, che ne ha oliato i meccanismi, che ha riparato i guasti e gl’inconvenienti, che ha investito fiumi di denaro per realizzare gli obiettivi di natura economica e politica, risiede in un antichissimo odio anticristico, quale si può trovare apertamente dichiarato nei testi del Talmud, e, in forma più sottintesa, più mascherata, nella Cabala in generale, che a torto viene presentata, e creduta, una semplice forma di conoscenza gnostica, mentre lo gnosticismo non è che la facciata dietro la quale si nasconde l’odio feroce e implacabile contro Gesù Cristo e contro la civiltà cristiana, nonché contro i popoli che hanno accolto la sua Parola. Si faccia caso: non vi è l’equivalente, nei confronti delle altre religioni, dell’attacco sistematico, sia materiale che culturale, condotto incessantemente contro il cristianesimo e specialmente contro la Chiesa cattolica, nel corso degli ultimi secoli e degli ultimi decenni. Si bruciano le chiese, anche le più grandi e famose, come la basilica di Notre-Dame: ma la cosa viene presto dimenticata, e del resto quando mai si è parlato seriamente dei mandanti di tutti quegli attentati? Eppure è evidente che esiste una regia mondiale: dalla Francia al Cile, passando per tutti gli altri Paesi nei quali esiste una consistente presenza cristiana e cattolica, non solo si incendiano le chiese, ma si perseguitano i fedeli, li si discrimina, li si intimidisce, li si costringe a cercare scampo lontano dalle loro case; oppure si introducono leggi che limitano in maniera gravissima la libertà di culto, che inibiscono l’esercizio della pratica religiosa, che interdicono loro la santa Messa. Lo stiamo vedendo in questi giorni, in questi mesi, nei quali i governi, pur avendo avuto tutto il tempo di legiferare, hanno preferito dedicarsi ad altri punti dell’agenda massonica e globalista e procedere a colpi di decreto legge, aggirando i parlamenti e ignorando la sovranità popolare. Nulla di paragonabile al lockdown che sopprime o che limita in maniera pesantissima la Pasqua e il Natale del 2020, e ora la Pasqua del 2021, è stato applicato nei confronti di altri culti religiosi. Qualcuno s’immagina cosa sarebbe successo che un governo europeo avesse proibito la ricorrenza del Ramadan o la preghiera comunitaria agli immigrati islamici, o se un ministro cristiano lo avesse proposto in un Paese a maggioranza islamica? No: l’attacco che viene condotto con tutte le armi, dalle profanazioni delle chiese da parte delle attiviste femen a seno nudo (stipendiate, per chi non lo sapesse, da oscuri miliardari appartenenti a certi ambienti massonici), alla distruzione degli edifici, all’assassinio di fedeli e sacerdoti, all’imposizione (e questo è il colmo dello sfregio) da parte della stessa gerarchia cattolica di un vaccino moralmente inaccettabile per qualunque vero cattolico, perché fabbricato anche con cellule di feti appositamente fatti abortire, e poi smembrati: tutto questo rivela un’idea unitaria ben precisa, colpire al cuore il cattolicesimo, sia dall’esterno, sia soprattutto dall’interno, distruggendone la dottrina, capovolgendone la morale col trasformare il male in bene e il bene in male, infine spegnendo la fede e la Speranza cristiana nel cuore dei fedeli, grazie al un clero traditore che si è totalmente venduto al grande potere mondialista animato da un antico e inestinguibile odio anticristico. Si veda, a titolo di esempio, la figura dei marrani, gli ebrei spagnoli falsamente convertiti al cattolicesimo e alcuni dei quali sono divenuti sacerdoti, vescovi e inquisitori, al solo scopo di minare dall’interno le fondamenta del cattolicesimo; proprio come faranno centinaia di falsi seminaristi negli anni centrali del Novecento, in realtà agenti segreti sovietici aventi la missione di contaminare la dottrina e la pratica cattolica con elementi ideologici mutuati dal comunismo marxista.
Ora, tutto quello che sta accadendo, la rapidità con cui sta accadendo, la mancanza di una risposta efficace da parte delle persone, è, secondo la nostra analisi, il risultato diretto dell’oblio della verità sul piano filosofico, e del rifiuto del vero Dio sul piano religioso. Da quando la filosofia moderna ha dichiarato che la verità non esiste, o non è raggiungibile, e da quando la cultura moderna ha dichiarato che Dio non esiste, o non è conoscibile, né s’interessa al destino degli uomini, si sono create le premesse per giungere al punto cui stiamo arrivando: l’inferno sulla terra. Perché un mondo senza verità e senza Dio è essenzialmente un mondo anti-umano, un mondo cioè nel quale gli uomini non trovano alcun vero bene, ma solo una serie di mali più o meno gravi, sia sul piano materiale che su quello spirituale. Fino alla inibizione di tutte le relazioni sociali, anche le più sacrosante (proibizione di accogliere i genitori o i figli o i fratelli per la ricorrenza del santo Natale) e fino alla morte dell’anima, che è l’obiettivo ultimo di chi ha concepito la manovra criminale di portata globale per asservirci, contaminarci con le cellule dei feti abortiti, farci perdere il lavoro, la dignità e il rispetto di noi stessi, spingendoci a richiedere un vaccino che dovrebbe salvarci "la nuda vita", ma al prezzo del sacrificio della vita dei nascituri. Sul piano filosofico l’oblio della verità inizia con Cartesio e il suo soggettivismo: io penso, io dubito, e questo è il fondamento di tutto quanto; prosegue con Kant e il suo criticismo che in effetti è fenomenismo (quel che si può indagare non è la cosa in sé, ma solo il fenomeno); poi con Hegel (è il pensiero che crea l’essere, e non l’essere il pensiero) e culmina con le tetre fumisterie di Heidegger, che dopo aver definito l’uomo essere-per-la-morte, se ne viene fuori a dire che ormai solo un dio ci può salvare: come se un dio valesse l’altro. Sul piano religioso, il rifiuto di Dio era implicito già nel pensiero rinascimentale (tutto permeato dalla Cabala), o coincideva col panteismo (Spinoza) o col deismo (Voltaire), per farsi poi esplicito coi filosofi della morte di Dio: Marx, Nietzsche, Freud, Sartre. Più pericolosi di questi ultimi, però, che almeno si presentavano come nemici a viso aperto, sono stati quei pessimi e velenosi teologi della Nouvelle théologie e della svolta antropologica, i De Lubac, i Congar, i Schillebeeckx, i Rahner, i Küng e tutti quelli che già negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso il grande Cornelio Fabro chiamava i pornoteologi (chissà cosa direbbe oggi!), la cui azione culmina nello smantellamento e nella sovversione radicale della morale cattolica, predicando la liceità del peccato e anzi il buon diritto del peccatore ad esibire con fierezza e ostentare con orgoglio la propria condizione, pretendendo pure di godere di una speciale predilezione da parte di Dio, che lo vuole proprio così com’è: peccatore impenitente che si rotola disinvoltamente nel peccato, senza alcuna intenzione di uscirne. Parallelamente al rifiuto di Dio, magari velato dietro vani sofismi (fare etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse, suggeriva il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, il che è una tipica forma di ateismo pratico, in tutto simile a quello dell’antico epicureismo) c’è stato, da parte di questi cattivi filosofi e pessimi teologi, un progressivo allontanamento dal senso comune, come bene ha mostrato un altro grandissimo pensatore scomparso di recente, Antonio Livi. Ed è una cosa perfettamente logica, se si pensa che l’oblio della metafisica, quindi della verità, e il rifiuto di Dio, Colui che è la Verità e quindi ne garantisce la sussistenza nel mondo degli uomini, ha come necessario risultato il disancorarsi della ragione dalla realtà e il suo vagare nel gran mare del nulla, dove tutto diviene uguale a tutto, e anche al suo contrario. E anche questa non è una conseguenza incidentale, ma il punto d’arrivo della strategia pianificata dai superoligarchi massoni, talmudisti e anticristiani, in base alla nota formula alchemica solve et coagula, che si ricollega tanto alla gnosi cabalistica che all’esoterismo massonico.
Come uscire da questo vicolo cieco? Riconoscendo sia l’errore sul piano filosofico, quanto il peccato di superbia su quello religioso. Una volta privato della verità e della lue di Dio, l’uomo è condannato all’autodistruzione, perché Dio e la verità fanno parte del suo statuto ontologico: noi non possiamo immaginare un uomo che sia veramente umano se non ha alcun desiderio di verità, né alcuna aspirazione al divino. I nostri nemici lo sanno, ed è per questo che vogliono traghettare la modernità morente nel transumanesimo: è un riconoscimento implicito del loro fallimento, perché si sono resi conto che non basta dominare l’uomo per spegnere in lui la sete di Dio e di verità, ma che per riuscirci bisogna trasformarlo in qualcos’altro, in un essere semiartificiale. Non ci riusciranno comunque, perché tutto quel che potranno fare sarà instaurare il caos, cioè l’inferno sulla terra. Ma poiché sanno solo distruggere e sfruttare il lavoro altrui, ma non sanno costruire, né creare (solo la bellezza sa creare, non certo l’usura, come insegna Ezra Pound), il loro trionfo sarà di brevissima ora e coinciderà con l’inizio della loro fine. Essi hanno per padre il diavolo (Gv 8,44) e questi paga assai male i suoi servitori; ma il solo padrone della storia è Gesù Cristo, Figlio del Padre amorevole.
Fonte dell'immagine in evidenza: RAI