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Ridono di lui? È proprio ciò che vuole

Si dice che la più grande beffa che il Diavolo si diverte a giocare agli uomini è che essi non credano alla sua esistenza e accolgano con un sorriso scettico e scanzonato ogni riferimento alla credenza nel fatto che lui c’è e che lavora nascostamente e incessantemente contro di loro, per traviarli con ogni espediente possibile e trascinarli con sé all’inferno, in odio a Dio che li ha creati più fragili e limitati degli spiriti, buoni e cattivi, eppure misteriosamente privilegiati e destinati alla salvezza, laddove lui è condannato alla pena eterna. In effetti, in base alla logica, chi vuol fare il male e al tempo stesso cercare di non farsi scoprire, non ha alcun interesse a reclamizzare se stesso: al contrario, desidera fare in modo che su di lui circolino solo delle vaghe dicerie, dei pettegolezzi senza costrutto, e possibilmente che il maggior numero possibile di persone finisca per non prendere nemmeno sul serio la sua esistenza e attribuisca la sua fama alla mentalità superstiziosa e irrazionale della gente ignorante. Ora, se gli spiriti maligni esistono — per i credenti ciò fa parte della loro fede, ma per gli altri è diverso, e bisogna procedere senza tener conto di alcuna credenza religiosa — sarebbe illogico attribuire ad essi, viste le loro intenzioni ostili, minore furbizia di un qualunque delinquente di mezza tacca che si aggira per le strade di una città, in cerca di vittime da derubare o di abitazioni da svaligiare. Questo sì che sarebbe fare torto al diavolo: considerarlo un povero stupido che ignora la regola numero uno per chi vuol fare il male: la segretezza, nella quale avvolgersi come in una cortina fumogena. In ciò egli è facilitato dal fatto che i suoi poteri preternaturali gli permettono di cambiare aspetto a piacere, di passare attraverso i corpi solidi e di spostarsi velocemente nello spazio, di parlare lingue diverse e anche sconosciute ai più, nonché di rendersi invisibile e agire per così dire in incognito, talvolta facendo in modo che si possa attribuire la sua azione perversa, come un’inspiegabile malattia che ha colpito una certa persona, a delle cause naturali, o comunque lasciando sussistere un ampio margine di dubbio, grazie al quale gli uomini moderni, fondamentalmente increduli, possano aggrapparsi per negare la sua presenza e rivolgere la loro attenzione in direzioni sbagliate.

Citiamo un brano del giornalista e saggista britannico Hilary Evans (Shrewsbury, 6 marzo 1929-Londra, 27 luglio 2011), esperto di questioni legate all’ufologia, alla parapsicologia e ad altri ambiti insoliti, tratto dal suo corposo volume Visioni, apparizioni, visitatori alieni (titolo originale: Visions, apparitions, alien visitors, The Aquarium Press, 1984; traduzione dall’inglese di Mario Monti, Milano, Armenia Editore, 1987, pp. 149-150):

Anche tra le persone colte una credenza nella realtà delle forze demoniache persiste in questi tempi dominati da Freud. Montague Summers, singolare investigatore del paranormale, mantenne un’indiscutibile fede nell’esistenza materiale del diavolo. Nel 1979, un eminente ufologo inglese, Randall Jones Pugh, annunciò che avrebbe abbandonato le sue investigazioni sugli UFO perché era giunto alla convinzione che, continuando, correva il rischio di andare incontro a spiriti maligni:

"Sono sicuro che dobbiamo accettare, in mancanza di una migliore definizione, la potenziale e probabile presenza di entità (come esseri umani) il cui unico scopo è distruggere la genuina fede in Gesù Cristo… e che la loro funesta influenza possa essere traumatica e penosa per coloro che accettano Cristo per quello che è e che rappresenta" ("British UFO Research Association", "Journal", vol. 8, No. 4, 1979).

L’investigatore francese Émile Tizané, un ex agente di polizia il quale ha dedicato gran parte della sua vita agli aspetti del paranormale che sembrano suggerire la presenza di forze invadenti — poltergeist, possessione e visioni di entità – è giunto inequivocabilmente alla conclusione che in questi casi abbiamo di fronte poteri maligni in forma fisica:

"L’essere vivente, il vero induttore, è la CAUSA SECONDARIA dei fenomeni, la cui attuazione è da lui resa possibile, sebbene egli non li capisca né li abbia iniziati. Relazioni e inchieste mostrano che un "ospite sconosciuto" invade la fisiologia di un soggetto ricettivo, che sia in stato di latente disponibilità, e lo costringe a compiere una serie di offese (o anche di delitti, come un incendio doloso, per citarne solo uno) con mezzi che possono essere normali o paranormali, a mascherare le sue azioni a sabotare tutte le ricerche, e che svanisce, come è venuto, quando le condizioni necessarie per la manifestazione non sussistono più… Nell’invadere la personalità conscia di un essere vivente, questo essere risveglia in lui facoltà che egli non avrebbe posseduto altrimenti" (Tizané, "L’hôte inconnu dans le crime sans cause" (Tchou, Paris, 1977).

Derivando da un investigatore così sperimentato, questa interpretazione non può essere respinta alla leggera: dobbiamo prende seriamente in considerazione la possibilità che questo accada quando un percipiente riferisce un incontro con il demonio o con qualche altra forza maligna. Tizané, naturalmente, non propone che le forze oscure assumano una qualche forma fisica: egli le vede invadere la mente della vittima e operare direttamente attraverso il suo subconscio. Ma, se possono fare una cosa, possiamo ammettere ragionevolmente che possano fare anche l’altra, e Tizané può pensare che questo sia accaduto nel caso seguente:

"Nel 1886, la signorina Becket, della Società per la Ricerca Psichica di Boston, riferì come avesse provato a ipnotizzare un’amica, la signora Williams, in presenza del marito di lei. Le due signore distavano di due o tre metri: in breve entrambe divennero rigide, con le braccia aperte. Entrambe volsero la testa per guardare qualche cosa che il signor Williams non poteva vedere: i loro volti assunsero un’espressione di così indicibile orrore che egli si slanciò verso sua moglie, la trasse a sedere su di una sedia, e dovette usare una grande forza fisica prima di poterla liberare dall’influenza. La signorina Becket parve in parte liberata in egual tempo, ma ci volle parecchio prima che tornasse completamente in sé. "Quando potemmo parlare", riferì la signorina Becket, "trovammo che avevamo visto la stessa visione, identica in tutti i particolari. Entrambe vedemmo improvvisamente prendere forma nel vuoto la figura gigantesca di un uomo. Il suo volto esprimeva una diabolica crudeltà e malvagità, e noi ci sentimmo in parte in suo potere, sapendo che egli ne era esultante. Sembrava seguito da un gran numero di pigmei che ballavano per la stanza e ci facevano smorfie, ma non osavano far di più in presenza di questo spirito maestro. Appunto quando la soprannaturale malignità di questa paurosa creatura ci ebbe quasi sopraffatto con la paura e l’orrore, i nostri volti espressero una tale tortura da far intervenire il signor Williams. La signorina Becket non ebbe dubbi su ciò che aveva visto: "Ho sempre avuto una forte fede nella religione. I miei amici avevano una mentalità troppo filosofica per ammettere dogmi. L’orribile figura deve aver avuto origine nel MIO cervello, per la sua somiglianza con la MIA idea di un demonio personale." (Gurney e altri, "Phantasms of the living, Society for Psychical Research, 1886).

La posizione del ricercatore britannico Randall Jones Pugh, autore di un best-seller intitolato The Dyfed enigma: Unidentified flying objects in West Wales, apparso nel 1979, ci sembra particolarmente interessante, anche se si discosta parecchio dalla maggior parte delle interpretazioni del fenomeno OVNI. Proprio mentre il suo libro raggiungeva un vasto pubblico, egli decise di interrompere le ricerche sugli Oggetti Volanti non Identificati perché era giunto alla convinzione che, presto o tardi, esse lo avrebbero messo a contatto con delle entità demoniache, cosa della quale aveva già indizi poco rassicuranti. La maggior parte degli studiosi di tali oggetti si divide fra quanti li interpretano come velivoli di provenienza extraterrestre, pilotati da creature aliene, e quanti invece li concepiscono come oggetti provenienti da un’altra dimensione del multiverso, ovvero da universi paralleli, come pure i loro equipaggi. Jones Pugh invece credeva che vi sia un collegamento fra le apparizioni degli OVNI, gli incontri ravvicinati e le abductions (rapimenti alieni), e la demonologia; in altre parole, che le supposte creature aliene, con i loro strumenti tecnologici, altro non siano che le forme assunte nel contesto della civiltà moderna dalle entità del Male. A sostegno di ciò osservava, come è stato fatto anche da un altro studioso di ufologia, lo spagnolo Salvador Freixedo, ex gesuita, del quale abbiamo già parlato a suo tempo, che la maggior parte dei contatti fra questi supposti viaggiatori dello spazio e le creature umane si risolve in una serie di effetti negativi per queste ultime. Si va dai danni fisici, talvolta assai gravi, come la contaminazione da radioattività, alla perdita di memoria, agli incubi ricorrenti, e in ogni caso a un forte stress emotivo, a uno stato di angoscia e di paura, come se tali creature volessero appunto provocare il rilascio di energia negativa a bassa frequenza, che per loro costituirebbe una sorta di alimento. È notevole che Jones Pugh fosse anche giunto alla convinzione che esistono entità non umane il cui unico scopo è aggredire gli uomini su piano spirituale e religioso, distruggendo in essi la fede in Gesù Cristo e nella sua Redenzione, e che fosse propenso a collocare lo scenario ufologico nel quadro di una attività diabolica diretta a scalzare la fede. Ricordiamo, en passant, che anche un notevole ricercatore statunitense di tali fenomeni, John Keel (1930-2009), autore del famoso The Mothman Prophecies, del 1975 (da cui verrà poi tratto, nel 2002, un film interpretato da Richard Gere), dedicato alla vicenda dell’Uomo Falena, una creatura spaventosa, umanoide ma alata, apparsa di notte a numerosi e attendibili testimoni nei boschi della zona di Point Pleasant, in West Virginia, nel 1966-67, era giunto a conclusioni non molto diverse. A lui si deve la definizione dei Men in Black, gli strani visitatori che si presentano a casa di coloro che hanno visto un UFO o che sono stati contattati da creature aliene, intimando loro, più o meno velatamente, di non parlare a nessuno di ciò che hanno visto e sperimentato, minacciando gravi conseguenze in caso contrario. Vale inoltre la pena di notare che il cosiddetto Uomo Falena, così come è stato descritto dai testimoni, per quanto ciò possa apparire sconcertante, somiglia in maniera inequivocabile al demone mesopotamico Pazuzu, che, nella mitologia babilonese, era il re degli spiriti malvagi ed era quindi molto temuto da quelle antiche popolazioni (se ne è ricordato William Peter Blatty, autore del romanzo L’esorcista, così come il regista del film omonimo). Questa somiglianza suggerisce che le raffigurazione dei demoni delle antiche religioni trova singolari riscontri nella descrizione di alcune creature di provenienza sconosciuta e aspetto inquietante che appaiono ad alcuni testimoni moderni e quindi getta un ponte fra ufologia e demonologia, nel senso che le creature aliene avvistate oggi erano adorate nell’antichità come dei, ma in realtà sono demoni, come sostenevano i primi scrittori cristiani (cfr. il nostro articolo: Mothman o l’Uomo Falena è il ritorno del demone Pazuzu?, pubblicato su sito di Arianna Editrice il 04/01/11, e dell’Accademia Nuova Italia il 26/01/18). Un altro collegamento interessante è quello fra Montague Summers (1880-1948), diacono anglicano convertito al cattolicesimo e forse ordinato sacerdote, considerato nel mondo anglofono fra i maggiori studiosi dell’occulto, del vampirismo e del satanismo, ed Émile Tizané (1901-1982), un gendarme francese che si era specializzato nel paranormale e aveva condotto ben 300 inchieste su case infestate, fra il 1935 e il 1954, per poi rivolgere il suo interesse ai fenomeni OVNI. Come Summers era fermamente convinto nell’esistenza del Diavolo e degli spiriti maligni, che vedeva incessantemente all’opera contro gli uomini, Tizané si era persuaso che dietro alcuni crimini efferati e senza movente è rintracciabile la presenza del Maligno, e aveva esposto tale convinzione nel libro L’ospite sconosciuto nel crimine senza cause, del 1977.

Questi che abbiamo ricordato sono fra i pochissimi, anzi quasi gli unici studiosi del Novecento che si sono dedicati alla parapsicologia, ai fenomeni OVNI, alle infestazioni e alle possessioni, ammettendo l’esistenza del Diavolo. Per la Chiesa cattolica questo era, anzi dovrebbe essere tuttora, un articolo di fede, insegnato da Catechismo e ribadito da numerosi documenti del Magistero, oltre che dalle opere dei Padri e dei Dottori della Chiesa, dalla testimonianza di numerosi Santi e dalle pagine stesse delle Sacre Scritture. A partire dal Vaticano II, però, e specialmente sotto l’attuale pontificato, la credenza nel Demonio si è rapidamente indebolita e in molti sacerdoti è pressoché scomparsa. Numerose diocesi sono rimaste senza esorcista e il preposito generale dei gesuiti, Arturo Sosa Abascal, in una tristemente famosa intervista alla stampa spagnola ha affermato di non credere all’esistenza del Diavolo, che deve essere considerato semplicemente come un simbolo del male, senza che tali sconsiderate parole venissero corrette da un intervento dell’autorità superiore, in questo caso del pontefice stesso. Logico: come avrebbe potuto intervenire a smentirlo il signor Bergoglio, che non è legittimamente papa e che ha avuto la sacrilega impudenza d’intronizzare la Pachamama, un idolo pagano, ossia un demone, nei Giardini Vaticani e nella Basilica di San Pietro?

Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Gustave Dorè)

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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