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È l’ultimo Natale dell’era cristiana. E poi?

Ogni anno, alla vigilia di Natale, ci si prepara alla solenne festività; ci si scambiano gli auguri, nella consapevolezza della perennità di questa ricorrenza, dell’immutabilità del rito della santa Messa nel giorno della nascita del Salvatore. Ma quest’anno è diverso. Quest’anno è speciale, tragicamente speciale: sappiamo che è l’ultimo dell’èra cristiana, che non ce ne saranno altri come è stato finora, mai più. Sappiamo che il cristianesimo, così come lo abbiamo sempre conosciuto, è finito, almeno umanamente parlando: cioè in base a ciò che si può ragionevolmente dedurre in base agli avvenimenti che si sono verificati nel corso degli ultimi decenni, anni, mesi e giorni. Sappiamo che non solo il cristianesimo, ma tutta la nostra civiltà, che dal cristianesimo ha avuto origine, è giunta al capolinea: che nulla sarà più come prima, che il 2020 ha concluso due millenni di storia e, in un certo senso, non solo due millenni, ma tutto l’arco della vicenda umana, fin dagli esordi. Sappiamo che l’intelligenza artificiale, gli organismi geneticamente modificati, una tecnologia digitale sempre più sofisticata, prenderanno il posto dei vecchi modi di vita; che il lavoro, così come lo abbiamo finora conosciuto, e il risparmio, e la famiglia, e il tempo libero, e l’informazione, e la cultura, la sanità, l’istruzione, la giustizia, l’ordine pubblico, la proprietà privata, la circolazione delle persone e delle merci, le nascite e le morti, le gioie e i dolori, il bene e il male, non saranno più quelli di prima, non risponderanno più ai criteri di prima, ma assumeranno forme inedite, finora sconosciute e perfino impensabili. L’assurdo diverrà la norma e la norma diverrà la pietra difettosa, che i costruttori scarteranno senza esitare, perché la riterranno inutile all’edificazione della casa. In altre parole, stiamo per assistere non solo all’ultimo Natale, ma all’ultimo atto della civiltà umana: stiamo per entrare nella civiltà post-umana, o transumana, o, se preferite farvi ancora qualche illusione, nel cosiddetto nuovo umanesimo. Però state certi che l’uomo, in essa, o almeno l’uomo comune, l’uomo normale, il padre o la madre di famiglia, il lavoratore, il pensionato, il cittadino che vive del proprio lavoro, paga le tasse e rispetta delle leggi, pensate e attuate per il suo bene e nel suo interesse, spariranno come inutili residui del passato. Ai Padroni Universali non serve nessuna di queste figure, anzi danno loro fastidio. Sono ostacoli da rimuovere. E li stanno rimuovendo. E sono già a buon punto della loro opera infame.

Molti sono sorpresi, sbigottiti: non se l’aspettavano; non con questa rapidità. Altri intuiscono che qualcosa non andava, qualcosa di profondo, ma si rifiutano di leggere i segni e di prendere atto della realtà delle cose: preferiscono illudersi che sia solo una crisi di passaggio, come tante, e che il mondo, presto o tardi, tornerà ad essere quello di prima, quello che abbiamo sempre conosciuto. Liberi di pensarlo; liberi di sognare. Noi ci rivolgiamo solo all’altra categoria, quella di coloro che si rendono conto della svolta epocale, pur essendo scioccati dalla velocità che hanno preso gli avvenimenti. Ad essi vorremmo far notare che la loro sorpresa è sostanzialmente ingiustificata: negli ultimi anni e decenni vi erano stati numerosissimi indizi, numerosissimi segnali di quel che si andava preparando. O meglio, per parlare con maggiore precisione, di quello che un piccolo gruppo di soggetti, ricchissimi e potentissimi, e abbastanza abili da essersi sempre tenuti più o meno nell’ombra, stavano preparando e tessendo, come ragni schifosi che tessono la loro tela nell’angolo della stanza, in attesa di catturare la preda. Non che abbiano fatto tutto da soli. Hanno avuto per patrono e ispiratore il Diavolo, e per utili collaboratori gli uomini tutti, sempre più dimentichi della legge morale, sempre più lontani da Dio, sempre più divorati dai loro personali demoni della lussuria, della superbia e dell’avarizia. Lussuria, superbia e avarizia hanno spinto gi uomini d’affari e di governo, i direttori dei giornali e i rettori delle università, gli scienziati e i banchieri, a mettersi al servizio dei superoligarchi, rendendosi disponibili a qualsiasi menzogna, qualsiasi nefandezza, qualsiasi tradimento alle spalle del cittadino comune. Il quale cittadino comune, però, si è lasciato manipolare, ingannare e tradire con tale stupefacente facilità, con tale rassegnazione e perfino con tale spirito di collaborazione coi propri carnefici, perché era stato a sua volta infettato dal vizio, dal peccato, dalla tirannia dell’ego; aveva scacciato Dio dal proprio cuore, aveva calpestato e disprezzato la Redenzione di Gesù Cristo, e si era messo a inseguire tutte le mode del consumismo, ad adorare tutti i feticci del benessere, a servire con il massimo zelo tutte le liturgie di un’umanità materialista, edonista, vuota, superficiale, incapace di guardare più in là del proprio naso, chiusa ai bisogni del prossimo, proiettata unicamente verso il raggiungimento del proprio piacere. Certo, questa degenerazione, questa inversione dei valori, questo capovolgimento del bene e del male è stato reso possibile, o comunque agevolato, dalla regia unica e occulta che, dalle centrali del potere mediatico, il cinema, la televisione, la radio, la stampa, e in buona misura la stessa rete informatica, ha incessantemente bombardato l’immaginario collettivo con messaggi aberranti, finalizzati alla corruzione morale, a creare ansia, sconforto, disperazione, riuscendo così ad agire sulla dimensione del subconscio e inoculando nell’interiorità delle persone i germi dell’infezione per la quale oggi stanno agonizzando.

In altre parole, la crisi morale e spirituale era di carattere globale, così come globale era, ed è, l’assalto portato all’umanità dai Padroni Universali; ed è logico: in tempi di globalizzazione, anche le infezioni morali si sviluppano e si diffondo ovunque con velocità moltiplicata. Ha scritto il medico e psichiatra inglese Arthur Guirdham (in: Obsession, 1972; L’ossessione diabolica, Roma, Tattilo Editrice, 1974, pp. 257-259):

Abbiamo visto in precedenza che atmosfere malefiche possono portare alla malattia. Ora, può un’intera civiltà essere così contaminata dal Male che i soggetti suscettibili vengono presi di mira allo steso modo di quanto si verifica per esempio in una zona colpita dal colera? Possiamo affermare che gran parte di quel che è accaduto nella civiltà occidentale nell’ultimo quarantennio sia da attribuirsi alla potenza del Male, o dobbiamo invece ripiegare sulle spiegazioni che ci offre la psichiatria contemporanea?

Tipico esempio di illustrazione psichiatrica è che i fenomeni del nazismo si possono spiegare con l’influenza esercitata dalla personalità paranoide di Hitler su una nazione di isterici estremamente suggestionabili.

Dove questo ragionamento cade è quando non tiene conto della rapidità con cui il Male si origina, o quando non considera la sua intensità e durata. Quel che insegna la psichiatria attuale è che lo sviluppo dei sintomi e le loro manifestazioni esterne sono essenzialmente un processo lento.

Nell’ultimo trentennio, la diffusione del Male e in particolare il Male della violenza, si è verificata nel mondo con una rapidità spaventosa. Nel nostro paese la decadenza è stata vertiginosa.

Fino ad ora, abbiamo preso in esame solo il problema delle atmosfere del Male legate a luoghi, come induttrici di malattia e specialmente di stati ossessivi, sia in bambini che in adulti psichici. C’è qualche prova che, allorché la contaminazione del Male si spande sui continenti, è indotto un diverso modello di reazione?

Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto una prova chiara e indiscutibile di questo cambiamento di modello. La psichiatria ci ha inculcato sin dagli anni Venti che, in massima parte, noi siamo i prodotti dell’ambiente familiare e culturale. Stando così le cose, saremmo in grado di prevedere che i bambini buoni provengano da buone famiglie e i delinquenti da ambienti disturbati. Ciò non è più assolutamente vero.

Queste osservazioni sono state fatte all’inizio degli ani ’70, dunque ben mezzo secolo fa: e ciò valga quale risposta a quanti non si capacitano del fatto che adesso, nel giro di cinque o sei anni, pare che l’intera società sia franata sulle proprie basi, e che nulla di quanto era vero e certo allora, lo sia più al dì presente. D’altra parte, possiamo fare a nostra volta un’osservazione a quanto scritto da Guirdham: non dagli anni ’40 (egli parla degli ultimi tre decenni rispetto al suo presente), ma da molto prima ancora, erano in pieno svolgimento i meccanismi che stavano operando la distruzione della morale e della società moderna: meccanismi che erano insiti nell’origine stessa della modernità, cioè verso il XVI secolo (il primo moderno in senso proprio è stato Lutero. Essi non erano frutto di un’evoluzione naturale, o non solo di un’evoluzione naturale, ma già allora erano almeno in parte creati e portati avanti, con abilità e in maniera occulta, dalla cupola di potere che oggi ha raggiunto il massimo della sua forza e che abbiamo definito dei superoligarchi o dei Padroni Universali. Negli ultimi anni si è verificato un moltiplicarsi di segnali, nemmeno tanto equivoci, che costoro hanno mandato alle popolazioni per annunciare il prossimo instaurarsi del Nuovo Ordine Mondiale. Come non ricordare la mostruosa coreografia dispiegata per celebrare l’apertura della Galleria di Base del San Gottardo, il 1° giugno del 2016, con centinaia di figuranti che si esibivano in una serie di rappresentazioni inquietanti, raccapriccianti, demoniache, e un personaggio dalle apparenze diaboliche che compariva verso la fine, con tanto di corna sulla fronte, e che assai goffamente si è cercato poi di "spiegare" come un elemento del folclore svizzero? E come scordare la cerimonia di apertura dei Giochi della XX Olimpiade, a Londra, il 27 luglio 2012, anch’essa caratterizzata da imponenti coreografie di massa dal carattere a dir poco inquietante, specie la sezione denominata Pandaemonium – nome che vale un programma: il Pandemonio è, nel poema di John Milton Paradise lost, la capitale dell”Inferno ove i diavoli tengono le loro assemblee – e che a un certo punto, nel mezzo del baccanale, ha visto l’ingresso trionfale della regima Elisabetta, che alcuni studiosi indicano come un membro della più stretta cerchia degli Illuminati, legati fra loro da antichi vincoli di sangue, oltre che dal comune obiettivo d’instaurare il NOM?

Dal punto di vista religioso, l’esplicita autorizzazione da parte del sedicente vicario di Cristo e dei suoi vescovi a utilizzare il vaccino anti-Covid, pur se è stato fabbricato con sequenze cellulari di feti abortiti, per non parlare delle altre circostanze che lo rendono sconsigliabile e dell’evidente inopportunità di un pronunciamento ecclesiastico su una materia così controversa sul piano medico e anche politico, sembra aver segnato il punto di non ritorno rispetto alle ultime cautele e alle ultime finzioni dietro le quali costoro ancora si nascondevano per illudere i cattolici che la "loro" chiesa fosse quella vera, quella di sempre, e non quella sciagurata Sinagoga di Satana che ormai, per tutta una serie di ragioni e per una lunghissima serie di eventi, è oggettivamente diventata. Caduti gli ultimi veli, cadute le ultime illusioni e le ultime finzioni, ora i fedeli sono di fronte alla nuda realtà e devono fare una scelta. Anche i cittadini sono di fronte alla nuda verità riguardo ai loro governanti, ai loro pubblici amministratori e alla classe dei giornalisti, i quali hanno fatto per quasi un anno del loro meglio, o del loro peggio, per ingannarli su tutta la linea, per disinformarli sistematicamente e per terrorizzarli con tamponi inattendibili e quindi con cifre gonfiate a dismisura di nuovo contagi, con l’intento palese di giustificare e rendere plausibili i decreti liberticidi della presidenza del Consiglio. Il fatto, però, che situazioni analoghe si registrino in molti altri Paesi, anzi praticamente in tutta Europa e in gran parte dell’Occidente, indica con chiarezza che il caso dell’Italia non è affatto speciale e che la manovra in atto per distruggere la sovranità degli stati, l’autodeterminazione dei popoli e la stesse libertà fondamentali della persona, parte da un’unica centrale e mira a scardinare non solo il tessuto economico e sociale delle nazioni, ma anche e soprattutto la loro integrità morale e spirituale. L’attacco, che in effetti è in corso da almeno tre secoli, ma che solo negli ultimi tempi è divenuto scoperto, è diretto principalmente contro il cristianesimo, e in particolare contro la Chiesa cattolica romana: quella vera, naturalmente, e non la sua orribile contraffazione operata da papi, vescovi e preti modernisti travestiti da cattolici. In tal senso, abbiamo detto che è la fine del cristianesimo e quindi la fine della nostra civiltà.

Vi sarà un nuovo inizio? Esistono ragioni realistiche per ipotizzare che da queste macerie, materiali e morali, sorgerà un mondo nuovo, non quello voluto e programmato dai Padroni Universali, ma un mondo a misura d’uomo e non di usura, dove la famiglia, la patria e Dio siano nuovamente al centro e non più degli oggetti di disprezzo, da combattere in ogni modo, diretto e indiretto? Forse sì. Ora che il crollo è totale, ora che la verità è chiara, si può procedere a una fase nuova, cosa che era impossibile finché sussistevano dubbi e finzioni. Ora tutti gli uomini di buona volontà (e non tutti gli uomini indistintamente, come vorrebbe Bergoglio) sono chiamati a dare il loro contribuito per la costruzione di questo mondo nuovo. Ma prima si combatterà la battaglia decisiva contro le forze del Male: non si potrà mai costruire nulla finché sono insediate nelle posizioni di potere. Ed è evidente che la condizione indispensabile per vincerla è porsi con fede sotto la protezione di Gesù e di Maria.

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Chad Greiter su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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