Dieci buone ragioni per restare nella Chiesa cattolica
21 Ottobre 2020Léon Bloy, i buoni, i cattivi, i destri e i sinistri
23 Ottobre 2020Il tempo delle persecuzioni è arrivato. Avevamo sempre creduto che quel tempo fosse finito da tanto tempo e che fosse consegnato una volta per sempre ai libri di storia; che nessun cristiano avrebbe più dovuto soffrire per la sua fede, se non ad opera di un nemico esterno, come nel caso del fondamentalismo islamico e, qualche decennio addietro, in quello del comunismo. E invece il nemico stava entrando, quatto quatto, proprio nella cittadella che credevamo ben difesa, si è impadronito del vertice della Chiesa e ora sta scatenando la sua rabbia infernale contro i veri credenti: gli ultimi rimasti, che sono ormai ben pochi. Il nostro errore è stato il frutto della nostra poca fede: senza rendercene quasi conto, avevamo sostituito le categorie cristiane della storia con quelle liberali, e ne avevamo tratto la conclusione che in una società che pone al di sopra di tutto la libertà e la tolleranza, nessuno avrebbe mai più subito discriminazioni o persecuzioni a motivo della sua fede. E invece la società liberale sta mostrando ora il suo vero volto, che in verità era già possibile cogliere fin dai suoi albori, perché è insito nel suo DNA: in essa tutti gli uomini sono teoricamente uguali, ma in pratica i miliardari lo sono più degli altri; e se i miliardari riescono ad impadronirsi di tutte le leve del potere, finanziario, economico, scientifico, tecnologico, sanitario, giuridico, culturale, allora l’intera umanità viene ridotta a una massa di schiavi da spremere senza pietà, da fruttare come cavie e animali da lavoro. A quel punto anche la tolleranza si riduce a un guscio vuoto: vale solo per chi rispetta le direttive del potere, mentre chi tenta di esprimere una critica o imbastire un’opposizione viene trattato alla stregua di un nemico, senza diritti né uno statuto veramente umano che gi assicuri una qualunque forma di protezione. In una società liberale le regole sono sempre piegate a favore dei più ricchi e l’uguaglianza giuridica si riduce a una beffa, mentre sul piano economico il povero può anche crepare di fame, e su quello politico viene negata ogni legittimità a chi non s’inchina devotamente davanti al potere. La cultura, poi, si riduce al ruolo di fanfara del potere, di cassa di risonanza dei suoi slogan e delle sue parole d’ordine. L’intelligenza viene mortificata, lo spirito critico viene scoraggiato in ogni modo: la libertà di pensare è solo per chi possiede ampi mezzi finanziari, così come la libertà individuale di esercitare delle scelte mediche e sanitarie, come quella di fare o non fare i vaccini, fare o non fare i tamponi, sottoporsi o meno alla quarantena.
Ora, si tenga ben presente che nessuno diventa miliardario per merito del proprio lavoro e della propria intelligenza. Con quelli si può avere successo, sì, e anche farei milioni; ma per fare i miliardi, il discorso è del tutto diverso. I magnati della finanza non sono uomini che lavorano più e meglio di tutti gli altri: sono dei criminali che sfruttano i meccanismi speculativi per accumulare capitali favolosi dei quali non esiste il corrispondente in beni e servizi, né creano un solo posto di lavoro o danno un qualsivoglia contribuito all’economia, ma in compenso creano il debito altrui, degli Stati non meno che dei soggetti privati. I grandi finanzieri sono dei grandi criminali che hanno trovato il modo di emettere denaro in proprio e poi venderlo al prezzo stabilito da loro in regime di assoluto monopolio. Mentre gli altri, le persone comuni, lavorano per guadagnarsi da vivere e per mantenere le proprie famiglie, loro speculano in borsa, conquistano i vertici delle società multinazionali e complottano con i governi"amici" per asservire i popoli e le nazioni, aumentando la voragine del debito e poi ricorrendo a loro per pagare gl’interessi sui prestiti necessari a sostenere l’economia: il che non è svolgere un lavoro. In pratica, sono i parassiti dell’umanità e il loro contribuito alla vita sociale è paragonabile a quello di una sanguisuga che succhia il sangue da un organismo sano e non cessa di succhiarlo finché non l’ha condotto alla morte; dopo di che si attacca a un altro organismo e ricomincia il suo lavoro. Si aggiunga che non hanno dovuto neppure sprecare energie per conquistare le posizioni di potere che occupano: le hanno semplicemente ereditate. Tutto, da decenni, da secoli, resta confinato all’interno delle stesse famiglie, matrimoni e successioni compresi: essi stanno bene attenti a che né una goccia di sangue, né un centesimo bucato vadano a finire in altre mani o alimentino altri soggetti. Così come hanno ricevuto i loro imperi finanziari per via ereditaria, così li vogliono trasmettere integri, anzi raddoppiati, triplicati o decuplicati, ai loro successori. Pensano in grande, molto in grande, come i membri di un formicaio o di un termitaio. A loro modo, sono perfino degli asceti, quantunque perlopiù pratichino il culto di Satana, con tanto di sacrifici umani: non considerano essenziale godere in prima persona dei vantaggi conquistati con la loro strategia, ma ritengono loro dovere concorrere al consolidamento e all’ampliamento della sfera d’affari della loro famiglia. In questo modo, nel corso del tempo, si sono formati dei colossi finanziari che oggi dominano letteralmente il pianeta: i Rotschild, i Rockefeller, ecc. Non si creda che costoro siano partiti dalla gavetta, come avviene per il piccolo e medio imprenditore figlio di operai o di contadini delle passate generazioni; no: essi sono inseriti in una rete di relazioni massonico-mafiose che vedono coinvolte le principali famiglie finanziarie a livello mondiale. Non hanno fretta, perché sanno che ci vogliono tempo e pazienza per arrivare alla meta. D’altra parte, ora si accingono a trarre a bordo le reti: hanno atteso abbastanza, tutti i pesci sono finiti nelle reti e non resta altro da fare che procedere all’ultima fase del programma, incamerare i beni espropriati alle popolazioni, specialmente degli ex ceti medi da essi distrutti mediante la concorrenza insostenibile delle loro catene di società multinazionali, e mettere la pietra tombale su ciò che ancora sopravvive dell’economia reale, fatta di lavoro vero, di risparmio vero, di beni e servizi effettivamente prodotti con il sudore della fronte e non cifre astratte segnate sullo schermo di un computer.
In questo quadro planetario, è accaduto che il vertice della Chiesa e gran parte delle sue strutture esteriori, conquistate dall’interno ad opera della massoneria ecclesiastica e delle lobby gay che le fanno corteggio, si è affiancata e allineata perfettamente al vertice del potere politico dei maggiori Stati, con tre singolari eccezioni: la Russia, che finora si è saputa difendere dai tentacoli della piovra finanziaria; la Cina, che conserva la propria autonomia ma solo perché è stata ridotta a strumento "esterno" della strategia del N.W.O. e, all’interno, a Paese pilota sul piano politico-sociale, ovvero a una spietata e omologante dittatura statalista; e gli Stati Uniti, fino a ieri il maggiore strumento del N.W.O. ma oggi in bilico per la reazione delle forze produttive, politiche e culturali ancora sane e coscienti della posta in gioco. L’Europa invece, o meglio l’UE, spicca come massima realizzazione pratica e teorica della super-massoneria formata dal cartello dei miliardari speculatori e parassiti come Soros, Gates, Bezos e Zuckerberg. Costoro hanno trovato il modo di servirsi doppiamente della falsa pandemia da Covid-19 proclamata dall’OMS, tipico organismo controllato dall’élite finanziaria: per imporre in maniera dolce l’ordine mondiale totalitario, dove il colpo di Stato si chiama "emergenza sanitaria", il coprifuoco imposto militarmente alla popolazione si chiama "lockdown", e chi cerca di fare contro-informazione è un "negazionista"; e per trarre il massimo vantaggio diretto da essa, fornendo prestiti-capestro alle economie in difficoltà, vendendo vaccini e pseudo vaccini alla gente terrorizzata, e aumentando i profitti delle multinazionali come Amazon, mediante l’azzoppamento del piccolo commercio e l’incremento del volume d’affari di chi vende per corrispondenza o di chi fabbrica mascherine e altri presidi sanitari come disinfettanti, guanti di plastica, ecc. Il falso papa e il suo falso clero hanno colto l’occasione per schierarsi al cento per cento con il disegno strategico dell’élite massonico finanziaria, chiudendo le chiese, sospendendo le Messe, imponendo ai sacerdoti di rispettare tutte le norme arbitrariamente stabilite dai governi, anche se queste violano in modo flagrante i termini dei rispettivi concordati, poiché si configurano come interventi unilaterali dell’autorità civile ai danni della libertà religiosa. E qui appunto si è visto cosa sia la libertà garantita dal liberalismo alla religione cristiana: sospensione dei Sacramenti, perfino nel giorno della santa Pasqua, multe e intimidazioni poliziesche contro i parroci e i fedeli che disobbediscono, mentre i supermercati restano aperti, come pure i centri commerciali, ventiquattro ore al giorno e sette giorni la settimana.
Intanto sta avanzando un’ondata di odio anticristiano che, in realtà, aveva già fatto la sua comparsa in questi ultimi anni, ma non era stata notata grazie alla complicità dei mass-media, pressoché totalmente asserviti al N.W.O.,ad esempio quando le Femen avevano profanata la basilica di Notre-Dame a Parigi e, al termine di un lungo e grottesco processo, ad essere condannati erano stati i sacrestani che avevano allontanato le baccanti seminude dal luogo sacro, profanato nel bel mezzo della Messa (cfr. il nostro articolo Una società che odia Dio, odia se stessa, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 18/11/17). Ora bruciano le chiese del Cile, e a molti sembra quasi una cosa inaspettata: eppure per mesi, per anni, hanno bruciato, vandalizzato e profanato le chiese di Francia, e se n’è parlato pochissimo. Perfino l’incendio di Notre-Dame è stato presto dimenticato e i giornali e le televisioni, di solito così curiosi quando c’è il sospetto di un’azione dolosa, in quel caso hanno tirato dritto, come se in fondo non fosse accaduto proprio niente di speciale. In effetti anche in Italia ci sono state decine di profanazioni e di atti vandalici, anche se meno gravi (la differenza è che la Francia attualmente è né più né meno una costruzione e un dominio esplicito della massoneria, con un presidente massone insediato direttamente dai Rotschild, una magistratura massonica, una classe politica massonica: ossia, nonostante il cari fratelli massoni del cardinale Ravasi, un Paese totalmente nelle mani di una forza ferocemente e tenacemente anticristiana da antica data), delle quali a suo tempo abbiamo provato anche noi a dare parzialmente conto (cfr. l’articolo Ora, almeno, sappiamo qual è la nostra religione, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 27/10/17). Ma il fenomeno è mondiale e non riguarda solo la violenza esercitata direttamene sulle chiese o sui fedeli cattolici (i quali, giova ricordarlo, in Siria e in altri Paesi dell’area islamica sono esposti quotidianamente alla morte), ma si esprime in tutto un complesso d’inferiorità e in un triste cerimoniale di sottomissione nei confronti delle altre religioni, specie l’islam e il giudaismo, da parte dell’Occidente. Quando, per fare un esempio fra i mille, una cuoca viene licenziata in tronco, in Gran Bretagna, perché ha inserito inavvertitamente della carne di maiale nella minestra di una mensa scolastica frequentata anche da un alunno islamico, si ha la misura del livello di sottomissione raggiunto. E quando, proprio all’indomani dello sgozzamento di un prete cattolico sull’altare, mentre celebrava il Mistero Eucaristico, il signor Bergoglio dichiara solennemente che non esiste un terrorismo islamico, perché anche da noi ci sono mariti che uccidono le suocere (?), e invita i fedeli islamici a entrare nelle chiese e a partecipare alla santa Messa in quanto islamici, con le loro preghiere e nella loro lingua, appare evidente l’analogia fra la strategia massonica nella società civile e quella interna alla Chiesa (ex)cattolica. Nei due differenti ambiti il nemico è sempre lo stesso e si serve delle stesse armi.
Dobbiamo prepararci a un lungo inverno di persecuzioni. Fino a ieri si accontentavano dell’arma del ridicolo: il cattolicesimo era esposto, anche da parte di suoi "autorevoli" esponenti, ai frizzi e ai lazzi di una cultura radicalmente desacralizzata. Ora il potere sta passando ad armi più pesanti: si è accorto, in questi mesi di "emergenza sanitaria", di quanto sia facile privare i cattolici della Messa e di tutti i conforti religiosi, e ne ha tratto la debita lezione: non si farà scappare il momento favorevole, e nulla sarà più come prima. Quanti credono che, passata l’emergenza, le chiese riapriranno e i sacerdoti torneranno a versare l’acqua benedetta nelle pile all’ingresso degli edifici sacri, al posto dell’erogatore di disinfettante, s’illudono. I cattolici, clero in testa, hanno mostrato chiaramente di credere più all’amuchina che a Gesù Cristo, e di riporre tutta la loro fiducia nel distanziamento sanitario invece che nell’amore divino: il potere ha visto, ha preso atto e si regolerà di conseguenza. Non che codesti "cattolici" paurosi e senza fede meritino qualcosa di meglio; né che i sacerdoti devoti alla Pachamama e alla Scienza (bel connubio, eppure le cose stanno proprio così) si possano ancora considerare i pastori del gregge di Gesù Cristo. Non pastori, ma mercenari: e mercenari d’infimo livello. A volte dei semplici buffoni, come quel parroco che somministra il Battesimo sparando l’acqua santa sul neonato con una pistola giocattolo, per rispettare il distanziamento sociale e unire il comico all’utile: l’applauso del mondo, Bergoglio docet, non guasta mai. Quanto ai veri cattolici, un piccolo resto, dovranno affrontare il martirio e scendere nelle catacombe: li attende una stagione terribile. Dovranno fare come teorizzato dallo scrittore americano Rod Dreher (un protestante convertito al cattolicesimo e poi, per disgusto del falso clero, all’ortodossia) nel suo libro Opzione Benedetto: attrezzarsi per vivere da cristiani in una società radicalmente post-cristiana e anticristiana. Una società dove un sedicente papa scrive un’enciclica per parlare di fratellanza, ma non nomina neppure l’aborto, tremendo sfregio fatto a Dio e all’uomo.
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