Come uscire dall’ipnosi?
17 Ottobre 2020E dopo Gesù ebreo, poteva mancare san Paolo ebreo?
18 Ottobre 2020Se dovessimo indicare il fattore più importante, fra i tanti che concorrono a determinare lo stato di crisi e disordine permanente nel quale versa la nostra società, a tutti i livelli: finanziario, produttivo, amministrativo, educativo, sanitario, culturale, ecc., diremmo che è il relativismo morale; e se ci si chiedesse una maggior precisione, ossia di indicare un comportamento socialmente diffuso che meglio di tutti lo rappresenta, indicheremmo la lussuria. Sì, lo sappiamo: una simile affermazione suona malissimo ai delicati orecchi di quasi tutti, a sinistra non meno che a destra e al centro. Che sono mai questi discorsi da muffiti bacchettoni, da vecchie zitelle, sui comportamenti sessuali disordinati? Basta, queste cose ce le siamo lasciate indietro da un pezzo; sono almeno cinquant’anni che nessuno le tira più fuori, a meno che voglia coprirsi di ridicolo, neanche i preti che pure, un tempo, ne parevano addirittura ossessionati. Pazienza: ne siamo profondamente convinti. Anche se vi sono comportamenti moralmente più gravi, anche se vi sono peccati che macchiano l’anima in maniera assai peggiore, è attraverso il varco del sesso che la marea del disordine è entrata e si estesa a macchia d’olio nella nostra società, portandosi a rimorchio tutti gli altri vizi: superbia, avarizia, ira, menzogna, calunnia, odio, ambizione smodata, e così via. La natura umana ha questo punto debole: il desiderio sessuale; e il diavolo, che è un ottimo conoscitore di tutti i nostri punti deboli, fa leva principalmente su di esso per aprirsi la strada verso il centro della nostra anima. Quando una persona sprofonda nel disordine sessuale, quando s’invischia in comportamenti e stili di vita che avviliscono la dignità del suo e dell’altrui corpo, insidiano la santità del matrimonio, espongono a traumi e sofferenze i figli innocenti, la strada è aperta perché essa scenda ancora più in basso, sempre più in basso, e non si fermi davanti a nulla. La lussuria, ad esempio, apre la strada all’adulterio; l’adulterio rende necessarie, per così dire, la menzogna e la dissimulazione; menzogna e dissimulazioni favoriscono tradimenti ancor più gravi, che talvolta culminano nella violenza, nell’omicidio o nel suicidio. Se la società odierna è arrivata al punto di considerare i comportamenti sessuali disordinati come un sacro diritto della persona, nel quale nessuno ha il diritto di mettere il naso e giudicare, e se ciò ormai vale anche per la maggioranza dei sedicenti cattolici, ciò si deve al fatto che la società moderna ha introiettato sino in fondi i cattivi principi del liberalismo, e scordato quelli del cristianesimo. L’idea che, sotto le lenzuola, ciascuno sia padrone di fare ciò che gli pare e piace è un’idea liberale, meglio ancora libertina: nasce da un edonismo e da un individualismo esasperati e considera l’uomo come una monade vagante nel vuoto e assetata di piacere, anziché come una persona inserita in una rete di relazioni che richiedono maturità e responsabilità. In particolare, l’idea esiziale, già denunciata da Pio IX nel Sillabo, che la libertà consista nel fare ciò che si crede, e non ciò che è giusto secondo coscienza e secondo verità, è madre di tutti i disordini, fra i quali spiccano quelli sessuali perché predispongono l’anima a ogni tipo di relativismo, cinismo e opportunismo. Se poi a ciò si aggiunge il pessimo esempio dei cattivi maestri, il gioco è fatto: i giovani, specialmente, attraverso la televisione, il cinema e i giochi elettronici, fanno propria quell’idea, e crescono convinti, convintissimi di avere il diritto di sperimentare ogni sorta di vizio e di piacere, purché ne abbiano voglia.
Per esemplificare questo discorso, prendiamo due casi particolari, quello dello scrittore brasiliano Paulo Coelho, da molti considerato una specie di nume tutelare della cultura New Age, nonché una sorta di mistico maestro di saggezza, e quella del presidente francese Emnmanuel Macron, passato dalla banca Rotschild all’Eliseo in un batter d’occhio, quando i poteri forti transalpini hanno dovuto parare con urgenza la minaccia populista e sovranista rappresentata dal partito di Marine Le Pen. Sono due personaggi pubblici e nei rispettivi ambiti, piaccia o no, dei modelli per i giovani: vediamo come i loro disordini sessuali possono fornire dei cattivi esempi ai loro ammiratori.
Il biografo semiufficiale di Paulo Coelho, il famoso giornalista Fernando Morais, così rievoca un momento preciso della vita dello scrittore brasiliano (da: F: Morais, Guerriero della luce. Vita di Paulo Coelho; titolo originale: O Mago, 2008; traduzione dal portoghese di Rita Desti, Milano, Bompiani, 2010, p. 193):
Quando il demone dell’omosessualità decise di ritentarlo, recitava nell’"Opera da tre soldi" e viveva nella casa dei genitori. Stavolta non fu lui a prendere l’iniziativa, ma un attore sulla trentina che lavorava nel medesimo spettacolo. Fino ad allora, i due si erano scambiati solo qualche frase e alcuni sguardi; poi, una sera, dopo la rappresentazione, l’altro lo abbordò svelando le sue intenzioni: – Vuoi venire a dormire da me? Nervoso e sorpreso da quell’approccio inatteso, Paulo rispose impulsivamente:
– Sì, certo.
Passarono la notte insieme. Molto tempo dopo, ricordò di aver provato una sorta di ripulsa quando si ritrovò a scambiarsi carezze con un uomo, eppure fece sesso con lui, penetrandolo e facendosi penetrare. L’indomani, Paulo rientrò a casa più confuso di prima. Non aveva provato alcun piacere, e continuava a non sapere se fosse o no omosessuale. Alcuni mesi più tardi, decise di lanciarsi in un nuovo tentativo per risolvere i propri dubbi: scelse un compagno tra i colleghi di palcoscenico. Nella casa dell’uomo, un monolocale a Copacabana, provò un enorme imbarazzo allorché il partner gli propose di fare il bagno insieme. La sensazione di disagio si protrasse per tutta la notte. La luce del sole cominciava a filtrare nel piccolo appartamento quando finalmente riuscirono a scopare — e Paulo Coelho si convinse, una volta per tutte, che non era omosessuale.
Questo è un buon esempio di come la cultura moderna presenta la maniera giusta, o comunque la maniera normale, di affrontare e risolvere i propri dubbi e problemi esistenziali. Se si è tormentati dalla curiosità di sapere cosa si prova a farsi di eroina, bisogna soddisfare tale curiosità, perché, altrimenti, ci si porterebbe dietro questo desiderio insoddisfatto e ciò potrebbe generare chissà mai quali frustrazioni, complessi e nevrosi, come insegna la psicanalisi freudiana e come ripetono instancabili legioni di educatori e pedagogisti libertari, a partire almeno dal 1968. Se poi si è attratti sessualmente dai bambini, dove sarà mai il problema, a patto che quei bambini siano consenzienti e che si usi con loro la necessaria delicatezza? Fin dal 1977 l’intera intellettualità della gauche parigina, come dire il meglio del meglio della cultura europea e mondiale, si è affrettata a sottoscrivere il Manifesto in difesa della pedofilia, pubblicato su quotidiano comunista Libération. In calce a quel simpatico e glorioso documento troviamo i più bei nomi del progressismo francese: da Jean-Paul Sartre a Simone de Beauvoir, da Daniel Cohn-Bendit a Jack Lang, da Michel Foucault ad André Glucksmann, da Roland Barthes a Félix Guattari, da Bernard Kouchner a Louis Aragon, a Philippe Sollers. Nomi, o piuttosto cognomi, che hanno spesso una certa desinenza e una certa origine che non è il caso di esplicitare, dato che quei signori sono assai vendicativi, perché, anche se muovono come burattini perfino i capi di Stato delle maggiori nazioni — e ciò vale appunto per l’attuale presidente francese, del quale fra poco torneremo a parlare, che non ha mai smesso di servire, prima e dopo la sua ascesa all’Eliseo, quella tale banca di quei tali proprietari — non è cosa educata dirlo a voce alta, si rischia di passare immediatamente per razzisti o peggio. Quanto al dubbio se si è omosessuali — e si noti che già il modo in cui Morais presenta la cosa ha un che di artificiale e quasi di grottesco, sia pure d’un grottesco involontario — non ci piove che l’unica maniera per levarselo sia quella di andare a letto con la prima persona del proprio sesso che sia disposta a venirci. Così, infatti, viene narrata dallo zelante biografo e apologeta questa fase, un po’ complicata, della giovinezza del futuro scrittore, nonché guru quasi universalmente riconosciuto dell’universo New Age, Paulo Coelho. Infatti, mentre intratteneva innumerevoli relazioni con svariate donne, colto dall’amletico dubbio suddetto, il buon Coelho trovò che la sola maniera di chiarirsi le idee era quella di fare del sesso con un uomo qualsiasi, ragion per cui una sera entrò in un bar e abbordò il primo essere fornito di pantaloni che trovò seduto al banco. Respinto con indifferenza, provò una seconda volta, e poi una terza, questa nell’ambito del proprio gruppo teatrale, e stavolta riuscì nell’intento. Penetrò il suo partner e ne fu penetrato — un particolare fisiologico che forse non era assolutamente necessario regalarci, ma si sa che gli agiografi tendono sempre a strafare — senza però ahinoi liberarsi, così su due piedi, dall’atroce e molesto interrogativo. Ragion per cui ecco il nostro Paulinho, invischiato peraltro in varie relazioni femminili, imbarcare un secondo maschio e sottoporsi nuovamente alla dura, ma liberante prova del fuoco; e stavolta uscirne definitivamente illuminato e sciolto da ogni dubbio. No, non era omosessuale: ora che aveva provato e riprovato, e bevuto a quel calice sino all’ultima goccia, poteva dirlo in tutta coscienza e con perfetta sincerità. Come a suo tempo Arthur Rimbaud, aveva disceso le scale verso il basso fino all’ultima stazione, per poter poi riemergere trasformato, se non proprio in un angelo di luce, quantomeno in una persona con le idee un pochino più chiare intorno a se stesso e a ciò che avrebbe voluto fare nella vita. E il bello, anzi il tragico, è che un tal modo di fare viene presentato in una luce di simpatica e innocente spontaneità.
Ed ecco come il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ha descritto pudicamente, anzi con l’aria di volerle conferire una tonalità romantica, la sua torbida relazione con la propria insegnante di liceo, Brigitte Trogneux, ventiquattro anni più vecchia di lui, dalla quale venne abusato quand’era appena sedicenne, e che lasciò il marito e i tre figli per andare a vivere con lui, divenendo più tardi sua moglie (da: E. Macron, Rivoluzione; titolo originale: Révolution, XO Éditions, 2016; traduzione dal francese di Sergio Arecco, Milano, La nave di Teseo/Corriere della Sera, 2017, pp. 20; 32):
È successo al liceo. Tramite il teatro ho incontrato Brigitte. Le cose sono successe in una maniera quasi impercettibile. Fatto sta che mi sono innamorato. Grazie a una complicità intellettuale che, giorno dopo giorno, si è trasformata in una vicinanza fisica. Poi, senza la minima forzatura, in una passione che dura tuttora.
Ogni venerdì scrivevo con lei, per ore, una pièce teatrale. La cosa è durata mesi. Una volta ultimata la pièce, abbiamo deciso di metterla in scena insieme. Tra noi parlavamo di tutto. La scrittura era solo un pretesto. E così ho scoperto che, in fondo, ci conoscevamo da sempre.
Dopo qualche anno, sono stato in grado di vivere la vita che volevo. Eravamo in due, ora, insperabili, malgrado i tanti venti contrari. (…)
Brigitte, all’epoca, aveva un marito e tre figli. E io, per parte mia, ero stato un suoi allievo e niente più. Brigitte mi ha amato per ciò che avevo. Per una convergenza psicologica. Per il benessere o la sicurezza che io recavo. Ha rinunciato a tutto quanto per me. Ma lo ha fatto con una costante preoccupazione per i figli. Non imponendomi mai nulla, anzi, facendomi capire, con dolcezza, che poteva accadere l’impensabile.
Ora, si può capire che Macron voglia far credere che l’amore fra lui e la professoressa quarantenne, sposata e madre di tre figli, sia stato solo platonico finché lui era sui banchi di scuola, e solo in seguito sia divenuto una relazione fisica. In realtà non è così che sono andate le cose, ma naturalmente ci sarebbe la prospettiva della galera per la matura signora che si porta a letto un minorenne, per giunta un suo studente di liceo, venendo meno a ogni etica professionale: si chiama stupro e prevede, oltre alla sanzione penale in quanto reato grave, anche una sanzione amministrativa che consiste nel licenziamento. Passi dunque per questa pietosa bugia, quantunque sarebbe stato forse meglio non parlare affatto della cosa, se non è possibile farlo con un minimo grado di onestà e sincerità, così da non mentire spudoratamente ai lettori. Ma che il signorino Macron pretenda di fare l’apologia dei suoi amori con la professoressa pedofila – diciamola dunque la parola giusta, anche se politicamente scorretta, perché secondo la cultura femminista esisterebbe solo la pedofilia al maschile -; che prenda in giro la nostra intelligenza, trasformando l’abuso del quale è stato vittima, e sia pure volontaria, in una "complicità" romantica, e la torbida passione di lei, che il pubblico avrebbe senz’altro condannato come un obbrobrio se si fosse trattato di un insegnante maschio, in un improbabile "desiderio di sicurezza" accanto all’imberbe ragazzo; che la coppia sia riuscita a difendere il reciproco "amore" nonostante "i venti contrari", eufemistica espressione per indicare la scandalosa immoralità di tutto ciò; e infine che voglia elogiare il purissimo sentimento materno della sua amante/nonna (è lui stesso a evocare la figura della nonna che gli raccontava le storie, per accostarla a quella della professoressa che lo incitava a comporle e a recitarle), ebbene, diciamo pure che è un boccone un po’ troppo grosso da digerire per chiunque, Per quanto ben disposto verso l’agente della Banca Rotschild e per quanto abituato alle vanterie e alle puerili smargiassate di questo soggetto potenzialmente psicopatico — come lo sono tutti gli abusati che non hanno saputo rielaborare il proprio dramma — il quale dall’inizio alla fine del suo noioso e narcisistico libro non fa che blaterare della grandezza della Francia, della forza della Francia, che grazie a lui tornerà agli antichi splendori. Un ruolo che aveva deciso di assumersi fin dagli anni dell’adolescenza: guarda caso, sono proprio gli anni del trauma sessuale da lui subito e mai riconosciuto; un trauma che probabilmente ha favorito in lui la spinta omosessuale, una realtà che in Francia non è un segreto per nessuno, anche se all’estero si continua a vendere l’immagine carina e quasi commovente di un giovane presidente che nella sua vita ha amato e ama tuttora una sola donna, sua moglie, la compagna ideale, che lo ha stregato dai banchi del liceo e poi gli è sempre rimasta vicina, affettuosa e discreta, come la sua migliore amica e come la figura materna, o meglio come la figura della nonna, di cui l’ambizioso ma insicuro giovanotto aveva bisogno per essere svezzato.
Paulo Coelho ed Emmanuel Macron: due uomini diversi, fra i mille e mille che avremmo potuto prendere a titolo d’esempio. Il primo appartiene alla passata generazione, essendo nato nel 1947; il secondo rappresenta la gioventù, relativamente parlando, essendo del 1977. Il primo è visto da milioni e milioni di lettori come un maestro di spiritualità; il secondo, specie dai giovani, come un modello di politico vincente. L’uno e l’altro hanno dato l’esempio della sregolatezza, più o meno mascherata e truccata in modo da apparire politicamente corretta e socialmente accettabile. Certo la carriera di Coelho avrebbe potuto infrangersi fin dall’inizio se, nei suoi esperimenti sessuali, avesse coinvolto dei bambini, o avesse usato violenza a una delle sue amanti; e quella di Macron non sarebbe neppure iniziata se fosse stato lui a portarsi a letto una studentessa minorenne, abusando della sua veste di educatore. Tuttavia, chi sa: quando si è di casa in certi ambienti sociali e intellettuali, i peggiori peccati vengono facilmente condonati e le stelle del firmamento sociale riescono a lavarsi da ogni macchia e a tornare pulite e splendenti più di prima. Valga per tutti il caso del regista Roman Polanski, così amato da quelle tali sinistre libertarie, da noi già incontrate parlando del Manifesto a favore della pedofilia, da aver goduto di altissime protezioni e diffuse simpatie anche dopo che si era diffusa la notizia che era ricercato dalla polizia americana perché, a suo tempo, aveva stuprato una ragazzina tredicenne, figlia di suoi amici, praticando un rapporto anale nella piscina della villa. A certuni viene perdonato tutto; ad altri non viene perdonato nulla, neppure le colpe che in realtà non hanno mai avuto, ma che vengono attribuite loro: vedi l’ignobile persecuzione giudiziaria del cardinale George Pell in Australia. Misteri profondi del bel mondo dei mezzi d’informazione, dello spettacolo e soprattutto dell’alta finanza; misteri ove capita spesso d’imbattersi — ma sarà di certo una mera coincidenza — in quei tali cognomi dei quali si discorreva poc’anzi…
Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels