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Il vero e il falso magistero sul Diavolo e l’Inferno

Al Meeting di Rimini dell’agosto 2019, intervistato dal giornalista Rodolfo Casadei, della rivista Tempi, che gli aveva chiesto se il Diavolo esiste, il preposito generale dei gesuiti, padre Arturo Sosa Abascal, ha risposto:

[Esiste] in diversi modi. Bisogna capire gli elementi culturali per riferirsi a questo personaggio. Nel linguaggio di sant’Ignazio è lo spirito cattivo che ti porta a fare le cose che vanno contro lo spirito di Dio. Esiste come il male personificato in diverse strutture ma non nelle persone, perché non è una persona, è una maniera di attuare il male. Non è una persona come lo è una persona umana. Il bene e il male sono in lotta permanente nella coscienza umana, e abbiamo dei modi per indicarli. Riconosciamo Dio come buono, interamente buono. I simboli sono pare della realtà, e il diavolo esiste come realtà simbolica, non come realtà personale.

Queste idee egli le aveva già espresse pubblicamene due anni prima, nel maggio del 2017, rilasciando un’intervista dall’identico tenore al giornale spagnolo El mundo (che dal 1992 è di proprietà del gruppo italiano RCS Rizzoli), giornale a forte connotazione scandalistica e che si è schierato a favore del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali in Spagna. Si direbbe che la sede più idonea per discutere importanti questioni teologiche sia, per il capo del più influente ordine religioso cattolico, la stampa laica e scandalistica.

Adesso leggiamo cosa c’è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica:

391. Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c’è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte.^ ^La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa insegna che all’inizio era un angelo buono, creato da Dio. «Diabolus enim et alii dæmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali — Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi».^ ^

392. La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. Tale «caduta» consiste nell’avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: «Diventerete come Dio » (Gn 3,5). «Il diavolo è peccatore fin dal principio» (1 Gv 3,8), «padre della menzogna» (Gv 8,44).

393. A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell’infinita misericordia divina. «Non c’è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c’è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte».^ ^

394. La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama «omicida fin dal principio» (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre. «Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l’uomo a disobbedire a Dio.

395. La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni — di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica — per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma «noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28).

407. La dottrina sul peccato originale — connessa strettamente con quella della redenzione operata da Cristo — offre uno sguardo di lucido discernimento sulla situazione dell’uomo e del suo agire nel mondo. In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull’uomo, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta « la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo ».^ ^Ignorare che l’uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell’educazione, della politica, dell’azione sociale^ ^ e dei costumi.

408. Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che può essere definita con l’espressione di san Giovanni: « il peccato del mondo » (Gv 1,29). Con questa espressione viene anche significata l’influenza negativa esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali che sono frutto dei peccati degli uomini.^ ^

409. La drammatica condizione del mondo che «giace» tutto «sotto il potere del maligno» (1 Gv 5,19)^ ^ fa della vita dell’uomo una lotta (…).

Quando padre Sosa ha fatto la sua sparata, fra l’altro sostenendo che non si può esser certi di cosa disse veramente Gesù, dato che all’epoca non c’erano dei registratori per fissarne le parole autentiche (e così coprendo la sua stessa audacia nel non prestar fede a quel che dice Gesù riguardo a Satana, ma al prezzo di mettere in dubbio tutto il contenuto dei Vangeli!), vi è stata una reazione formale dell’associazione degli esorcisti, i quali non hanno bisogno di perdersi in chiacchiere su questo tema, perché il Diavolo, loro, lo vedono continuamente. Da parte della gerarchia cattolica, però, silenzio di tomba. Silenzio dalle università e dalle facoltà teologiche; silenzio dalle inutili e dannose Conferenze episcopali, create per introdurre il mal seme della democrazia assembleare dentro la monarchia teocratica di Pietro; silenzio dall’episcopato, dal collegio cardinalizio, dal signore argentino domiciliato a Casa Santa Marta, più che mai impegnato a raccontare barzellette alle suore di clausura e a blaterare e sproloquiare quotidianamente su migranti, clima, ambiente, gay, Amazzonia, Pachamama, fratelli maggiori, diaconato femminile e infine sulla globalizzazione, la cui cultura, secondo lui, i cattolici devono accogliere e fare propria.

Leggiamo ora quel che ha scritto uno dei più grandi esorcisti di questi ultimi anni, un frate benedettino dalla cultura eccezionale, fisico, musicologo, biblista, valente predicatore di esercizi spirituali: padre Pellegrino Ernetti (1925-1994), che aveva dedicato per, per decenni, molte ore della sua giornata a soccorrere persone in vario modo afflitte dal Maligno, nel suo libro La catechesi di Satana, Udine, Edizioni Segno, 1992, pp. 10-11):

Nel postconcilio Vaticano II, da parte certi "teologastri" è nata una falsa corrente che sosterrebbe la "morte di Satana", come pure la "morte di Dio". Purtroppo Satana non è affatto morto e noi ne constatiamo le malefiche opere quotidianamente sotto tutte le forme e sotto tutti gi aspetti: individuale, familiare, sociale, politico, economico, burocratico, diplomatico… mai come oggi!

Il negare non realizza affatto l’esistere. Il cieco può negare l’esistenza di tutte le creature, senza che queste cessino di esistere: l’esistenza è obbiettiva, il negare è soggettivo; l’esistenza, una volta provata come tale, può essere anche eterna, come nel caso di Dio e di Satana; il negare è sempre personale e pertanto effimero e inconsistente allorché ci troviamo di fronte al trascendente e al soprannaturale.

È triste il solo pensare che i negatori si siano autodefiniti "teologi"; ma teologi non sono. Infatti il teologo, diceva già Paolo VI, ha l’ufficio di "delucidare ed esplicitare i dogmi esistenti della Chiesa" e non già di negarli, ovvero di inventarne dei nuovi; e, se non è capace di "esplicitare", si inginocchi e preghi affinché i fedeli non cadano nella "confusione" anche sulla questione e dogma del "demonio", come nemico di Dio e degli uomini.

In tutti i tempi, purtroppo, i capi di eresie e di scismi nella Chiesa, sono stati dei"teologastri"; recentemente a che oggi, teologastro sono i 163 firmatari sedicenti teologi tedeschi, svizzeri, olandesi…

Noi, umilmente ma fedelmente, volgiamo seguire non soltanto gli insegnamenti del Vecchio e del Nuovo Testamento, ma in particolare il Magistero vivente della Chiesa, la quale ha avuto da Cristo il deposito della Rivelazione divina nella totale infallibilità.

Pertanto, non solo affermiamo l’esistenza del demonio con tutte le nefaste conseguenze, ma che anche oggi egli combatte terribilmente i figli di Dio e i seguaci del Suo Cristo. (…)

Anzitutto è doveroso affermare che l’esistenza del demonio rientra nella Rivelazione, che Dio ha fatto agli uomini: dunque è una verità di fede perché rivelata da Dio stesso; verità che dobbiamo credere. Il demonio è un angelo divenuto liberamente cattivo. Formarsi un’altra idea di Satana è una falsità, è ignorare la sua vera natura, di cui parla la Rivelazione (…).

Ne segue che il credere o non credere all’esistenza di questa entità personale satanica, di cui ha parlato Gesù, non è e non può essere un problema "opzionale", cioè che si possa o non si possa liberamente scegliere e ammettere. Fa parte del deposito della fede, come gli altri dogmi della Rivelazione.

Aggiungiamo che la dottrina cattolica, così come la Chiesa la tramanda e il Magistero la insegna, oltre ad essere infallibile, beninteso per i credenti, forma un tutto coerente e indivisibile, nel quale ogni dogma, ogni singola proposizione, sono stati vagliati, discussi, chiariti da generazioni di Padri, di teologi, di Santi, di Pontefici, di concili, tutti assolutamente concordi, fatta salva la frangia degli eretici che, di volta in volta, si è posta al di fuori della Chiesa stessa. Questo, fino al Concilio Vaticano II. Col Concilio si assiste ad un fenomeno nuovo: gli eretici spariscono come d’incanto, nel senso che non subiscono più censure e condanne formali, quindi non devono più uscire dalla Chiesa; al contrario, si organizzano e si rafforzano all’interno di essa, e, restando nel suo seno, si sono impegnati ad impadronirsi della gerarchia e specialmente del suo vertice, riuscendo così a far approvare proposizioni fino ad allora condannate come eretiche (vedi, per citarne una sola, il principio liberarle della libertà religiosa), e iniziando a condannare e ad espellere i membri del clero rimasti fedeli alla dottrina di sempre, come è avvenuto nel caso di monsignor Marcel Lefebvre. Ora, nell’insieme della dottrina cattolica, ciò che essa insegna riguardo al Diavolo e all’Inferno (perché se non esiste il Diavolo, è chiaro che non esiste neppure l’Inferno) occupa un posto assolutamente centrale, a meno di cadere nella dottrina russoviana della bontà originaria dell’uomo, radicalmente anticattolica, perché è la sola capace di coniugare la nozione della bontà originaria del creato (e Dio vide che ciò era buono) e quella del Peccato originale e delle sue conseguenze, origine del male nel mondo. Che altro è venuto a fare Gesù Cristo sulla terra, se non a infrangere il potere che il Demonio esercita sulle anime? Lo dice esplicitamente l’apostolo Giovanni (1 Gv, 3,8): Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo.

Scrive ancora San Paolo nella Lettera ai Galati (6,1-12), e i teologastri farebbero bene a meditarlo:

Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!  Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo! 

Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

Fonte dell'immagine in evidenza: Immagine di pubblico dominio (Gustave Dorè)

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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