La maestà della morte riflette la serietà della vita
15 Settembre 2020In vesta di pastor lupi rapaci
17 Settembre 2020Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Succedeva al tempo di Antioco IV Epifane, che regnò sul Regno Seleucide dal 175 fino alla morte, avvenuta nel 164 a.C.; e avviene ai nostri giorni, al tempo dei vari Macron, Merkel, Conte. Vi sono epoche della storia nelle quali, a causa della profonda decadenza dei costumi, ma anche e soprattutto per il rilassamento e il venir meno del sentimento religioso, la società non produce più uomini e donne di fede, timorati di Dio, amanti della famiglia e della patria, ma solo mezzi uomini e piccole donne, gente meschina, avida, vanagloriosa, disposta a esercitare le apparenze del potere in conto terzi. Questi terzi sono, al presente, i padroni della finanza universale: quelle dodici o quindici famiglie di super-banchieri, come i Rotschild e i Rockefeller, che dopo aver raggiunto l’obiettivo di controllare la stampa del denaro a livello mondiale, o quasi, vogliono adesso completare l’opera attuando un completo asservimento degli esseri umani, e a tale scopo si servono dell’arma del terrore. Che sia il terrore di attentati terroristici, come sperimentato, con successo, in occasione dell’11 settembre 2001, con la distruzione delle Twin Towers a New York, o che sia il terrore di un morbo pericolosissimo, o almeno descritto come tale, misterioso, inafferrabile, invisibile, che obbliga intere nazioni a restare segregate in casa per settimane e mesi, a sospendere i commerci, a uscir di casa e andare al lavoro o nei locali pubblici sono indossando la mascherina sul naso e sulla bocca, a mo’ di museruola, poco importa. L’importante è raggiungere lo scopo: tenere la gene paralizzata dalla paura e indurla ad accettare volontariamente, in cambio di protezione e, possibilmente, di un miracoloso vaccino che la possa salvare da una morte quasi certa (anche se la mortalità dovuta al Covid-29 è percentualmente dello zero virgola qualcosa), una vera e propria servitù personale; una totale demolizione delle garanzie costituzionali; e, in breve, un completo uniformarsi alla strategia della globalizzazione: massima circolazione delle merci, subordinazione del lavoratore alle merci stesse, distruzione di ogni identità personale e collettiva in favore di un rimescolamento etnico generale, affinché le persone siano il più possibile isolate, atomizzate, sradicate dalle proprie radici, rese incerte sul loro essere più intimo, compresa l’identità sessuale. Al tempo di Antioco Epifane, i servitori prestanome del vero padrone erano i maggiorenti del popolo ebreo e una parte dello stesso clero, incline a tradire il monoteismo mosaico per adattarsi al politeismo e al relativismo dei dominatori greci; e il popolo che si voleva corrompere e strappare alle proprie tradizioni e alla propria identità era il popolo ebreo, che rischiava di sparire nel rimescolamento razziale, culturale e religioso voluto dal re ellenistico al fine di poter meglio imporre il proprio potere su una massa amorfa e indifferenziata, piuttosto che su nuclei e popoli dalla storia e dalla fisionomia ben definite, con i propri culti e il proprio specifico senso di appartenenza.
Ebbene, potremmo definire codesti momenti storici, nei quali tutto sembra franare e l’anima stessa degli individui e dei popoli pare sul punto di svanire, adoperando una espressione biblica: il tempo degli uomini empi e scellerati. Empio è il contrario di "pio"; e sappiamo chi era considerato pio: colui che aveva amore e devozione per gli dei, la famiglia e la patria. Empio, pertanto, sta sia per "ateo", sia per materialista, scettico radicale, egoista senza scrupoli, senza principi, senza valori tranne il proprio tornaconto e una cieca, quasi bestiale volontà di auto-affermazione. E dunque è una persona empia quella che non rispetta, e anzi offende e maltratta il padre e la madre; che tradisce la città, la nazione, la patria, accordandosi con i suoi nemici in cambio di vantaggi personali; e chi si mostra incurante o perfino sprezzante verso la divinità, o verso le categorie da essa predilette, come gli ospiti e i pellegrini, quasi che non la temesse, quasi che i celesti non esistessero neppure e quindi non potessero proteggere il debole ingiustamente offeso, né vendicare la vittima innocente di un’aggressione o un oltraggio. In altre parole, il momento che stiamo vivendo, così come quello che vissero gli ebrei al tempo dei Maccabei, è uno di quelli nei quali un popolo rischia di sparire, di perdere se steso, di confondersi in una massa indistinta di razze, di lingue, di fedi, a vantaggio e per volontà di un potere politico ed economico che, in base ai suoi piani, ha deciso di far sparire le identità e sostituirle con un melting-pot caotico, senz’anima, formato da elementi doversi che non possono né vogliono, quand’anche lo volessero, dar vita a una vera comunità. Si obietterà che Antioco Epifane giunse a perseguitare fisicamente i sudditi "ribelli", a massacrare i resistenti, a torturare a morte i padri, le madri e i figli, mentre nulla del genere sta accadendo ai nostroi giorni, perché i processi d’integrazione e di fusione della cosiddetta globalizzazione sono "dolci" e graduali. Niente di più falso e illusorio. Prima di tutto, i processi della globalizzazione, pilotati dall’élite finanziaria mondiale, sono dolci e graduali là dove non incontrano resistenza; ma se ne incontrano, allora diventano estremamente violenti e sanguinosi. L’Iraq ha pagato con un milione di morti la guerra voluta nel 2003 dal cartello dei petrolieri americani, per la massima parte civili, fra i quali moltissimi bambini. Un altro milione di morti lo ha pagato l’Afghanistan; la Siria, finora, ha pagato un tributo di quasi 400.000 vittime. In secondo luogo, quale violenza fisica più grande di questa: imporre alla popolazione degli Stati di autocensurare il proprio linguaggio per non offendere le minoranze protette; imporle vaccinazioni di massa di dubbia utilità (si pensi ai 500.000 bambini indiani che hanno contratto la poliomielite per essere stati sottoposti alle vaccinazioni del filantropo Bill Gates); imporle il cibo geneticamente modificato ad esclusivo vantaggio delle multinazionali dell’agro-alimentare; imporle una schedatura igienico-sanitaria che potrà facilmente diventare una schedatura totale, carpendo alle persone tutti i dati sensibili relativi alla loro situazione economica, lavorativa, e perfino le loro comunicazioni sociali di tipo privato; imporre la consegna agli arresti domiciliari per tutti, in none di una falsa pandemia che ha prodotto e produrrà milioni di sucidi, di depressioni, di disturbi psichici, di decessi dovuti a patologie non curate o non diagnosticate perché l’intera macchina sanitaria si è fermata, tranne che nel settore dell’infettivologia; privare centinaia di milioni di persone dei servizi religiosi, dell’assistenza spirituale da parte del clero, perfino delle esequie funebri. E sullo sfondo i tribunali, le manette e il carcere per tutti quelli che rifiutano e rifiuteranno di sottoporsi a tali procedure e, in pratica, la distruzione di ogni opposizione politica e culturale, nel senso fisico della parola, con la censura sulla stampa e la chiusura forzata di tutti i blog e i siti informatici che rifiuteranno di allinearsi alle posizioni, uniformi e disciplinate, dei grandi mass-media, tutti di proprietà dell’élite finanziaria e tutti impegnati con il massimo zelo a ottenere un consenso di massa basato sulla totale manipolazione dei fatti e sulla più sfacciata falsificazione della realtà.
Ma per cogliere tutte le analogie, citiamo dal Primo Libro dei Maccabei (1, 11-15 e 41-63):
In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno, perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». Parve buono ai loro occhi questo ragionamento. Quindi alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà d’introdurre le istituzioni delle nazioni. Costruirono un ginnasio a Gerusalemme secondo le usanze delle nazioni, cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza. Si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male. (…)
Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re. Anche molti Israeliti accettarono il suo culto, sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato. Il re spedì ancora decreti per mezzo di messaggeri a Gerusalemme e alle città di Giuda, ordinando di seguire usanze straniere al loro paese, di far cessare nel tempio olocausti, sacrifici e libagioni, di profanare sabati e feste e di contaminare il santuario e quanto è sacro, di costruire altari, recinti sacri ed edicole e sacrificare carni suine e animali immondi, di lasciare che i propri figli, non circoncisi, si contaminassero con ogni impurità e profanazione, così da dimenticare la legge e mutare ogni istituzione, pena la morte a chiunque non avesse agito secondo gli ordini del re. In questi termini scrisse a tutto il regno, stabilì ispettori su tutto il popolo e intimò alle città di Giuda di sacrificare città per città. Molti del popolo si unirono a loro, quanti avevano abbandonato la legge, commisero il male nel paese e costrinsero Israele a nascondersi in ogni possibile rifugio.
Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. Se presso qualcuno veniva trovato il libro dell’alleanza e se qualcuno obbediva alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte. Trattavano con prepotenza quegli Israeliti che ogni mese venivano scoperti nella città, e specialmente al venticinque del mese, quando sacrificavano sull’ara che era sopra l’altare dei sacrifici. Mettevano a morte, secondo gli ordini, le donne che avevano fatto circoncidere i loro figli, con i bambini appesi al collo e con i familiari e quelli che li avevano circoncisi. Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi impuri e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza, e per questo appunto morirono. Grandissima fu l’ira sopra Israele.
Lo scenario finale, cruento e quasi apocalittico, è quello che ci attende dietro l’angolo, se i popoli non mostreranno di saper reagire e di avere ancora la volontà di difendere il bene insostituibile della propria libertà, politica e prima ancora personale. Il Potere vorrebbe imprimere sui loro corpi il marchio della Bestia, come è scritto nel libro dell’Apocalisse: e chi non lo accetterà verrà tagliato fuori, non potrà più vendere né comprare, cioè non potrà disporre del proprio denaro, trattenuto dalle banche; verrà socialmente isolato e rischierà la perdita del posto di lavoro, la fame e il carcere. Ma quello che maggiormente colpisce, nello scenario attuale, è l’apostasia del clero, accompagnata da tali e tante dimostrazioni di servilismo verso i poteri dominanti, da tali e tanti atti di vassallaggio verso i vecchi e nuovi nemici della Chiesa, partendo dai cosiddetti fratelli maggiori e arrivando alle lobby LGBT, entrambi, peraltro, da anni già saldamente insediati entro le file del clero e ormai padroni delle posizioni chiave ai vertici della gerarchia ecclesiastica. Colpisce per lo scandalo immenso che dà alle anime, per il dolore morale che arreca ai buoni, per il senso di avvilimento e di abbandono che provoca in tante sane e oneste famiglie, che si vedono tradite, abbandonate e letteralmente consegnate nelle mani del nemico. Il tutto con uno sfoggio d’ipocrisia, con una unzione, con un supremo fariseismo che non hanno uguali nella storia del cristianesimo e che consegnerà questi signori, se mai qualcuno farà, un domani, il racconto di queste vicende, alla memoria di una perpetua infamia.
Sono questi gli uomini scellerati che escono dal nuovo popolo d’Israele, che è il popolo cristiano, divenuto tale in virtù della Nuova Alleanza, suggellata dal sangue di Cristo sulla croce: e ciò con buona pace dei menzognero documenti, come la Nostra aetate, e della menzognera pastorale, che si manifesta nelle innumerevoli visite dei papi postconciliari alla sinagoga, secondo i quali l’Antica Alleanza è sempre valida (col menzognero argomento che Dio non ritira la sua promessa: perché si dà il caso che sono stati i fratelli maggiori a disprezzarla) e che perciò, di fatto, rifiutano l’elemento essenziale del cristianesimo: la fede esclusiva nel potere salvifico del Sacrificio di Gesù a vantaggio degli uomini. E come chiamarli, se non uomini scellerati, questi sacerdoti, vescovi, cardinali che hanno sempre in bocca i migranti e predicano il falso comandamento dell’accoglienza, ma intanto tacciono sistematicamente sul divorzio, l’aborto, le unioni omosessuali, l’eutanasia, la pedofilia e l’efebofilia che dilagano fra le stesse mura vaticane, per non dispiacere al mondo e rendersi graditi ai potenti? Come chiamare se non uomini scellerati dei personaggi come l’arcivescovo Paglia, che fa affrescare l’interno della sua cattedrale con un osceno dipinto inneggiante al peccato contro natura, e che profana la presidenza della Pontificia Accademia per la vita, lui che non ha mai speso una parola contro l’aborto e anzi ha magnificato fino alle stelle le eccelse virtù morali di Marco Pannella, massimo esponente della cultura abortista più militante e aggressiva? E come non chiamare scellerato l’oscuro signore argentino che avalla tali atti, nomina simili personaggi e si fa beffe di nostro Signore con innumerevoli bestemmie ed eresie? Che Dio è ingiusto, Maria si è sentita ingannata, Gesù fa lo scemo, le Persone della Santissima Trinità litigano a più non posso. Per concludere con l’agghiacciante ci rivedremo all’inferno rivolto alla madre d’un ragazzo disabile…
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