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Un regime in agonia diventa sempre più repressivo

In Australia una madre di famiglia, oltretutto incinta, viene arrestata in casa, sotto gli occhi del convivente e dei figli traumatizzati, e portata via dai poliziotti, in manette, le mani dietro la schiena, come una pericolosa criminale, per aver espresso sui social la sua contrarietà alle misure restrittive adottate dal governo e invitato la gente a protestare contro la presunta emergenza sanitaria: ciò è bastato ad assicurarle un trattamento da delinquente.

Migliaia di famiglie, in Italia, sono state private dei loro figli, a causa di una congiura pianificata fra gli assistenti sociali, gli esperti di psicologia che collaborano coi servizi sociali, gli assessori alla salute di numerosi comuni, e i giudici per l’infanzia chiamati a decidere sulla revoca della potestà genitoriale, falsificando i dati reali sulla base di una precisa ideologia nemica della famiglia naturale e abusando della disponibilità del pubblico denaro, a vantaggio di soggetti affidatari legati a quegli ambienti da rapporti ideologici e/o di amicizia privata.

In Svezia si registrano migliaia di stupri di donne da parte dei numerosissimi immigrati islamici, ma la questione all’ordine del giorno è la presunta emergenza climatica e ambientale, questione sollevata da una quindicenne affetta da una sindrome semi-autistica che un giorno alla settimana, sobillata e accompagnata dalla madre ambiziosa e venale, ha inscenato una serie di proteste davanti al Parlamento, subito riprese dalla stampa internazionale, che l’hanno resa tanto famosa da essere ricevuta con tutti gli onori dai vertici dell’Unione Europea e citata dal sedicente papa Bergoglio quale fulgido esempio di generosità e coscienza civile, mentre qualche zelante arcivescovo si è spinto fino a paragonarla alle grandi sante e addirittura a Gesù Cristo.

In Francia bruciano le chiese: non da ieri, ma da anni; bruciano a decine, ma finché non è toccata al simbolo stesso della storia cristiana della Francia, la basilica di Notre-Dame a Parigi, la stampa ne ha parlato pochissimo, così come ha parlato pochissimo degli innumerevoli atti di vandalismo, blasfemia, sacrilegio che accadono quasi ogni giorno; anche il prete sgozzato sull’altare al momento dell’elevazione Eucaristica, è stato dimenticato in fretta: ma che accadrebbe se ad essere bruciate o vandalizzate fossero le sinagoghe o le moschee? Di cristianofobia nessuno parla. Intanto all’ordine del giorno ci sono gli inasprimenti delle pene contro l’islamofobia, l’antisemitismo e l’omofobia, e il Parlamento francese cerca di approvare una legge che consente l’aborto, in certi casi, fra cui il "disagio plico-sociale", anche al nono mese di gravidanza.

Negli Stati Uniti è praticamente in atto una guerra civile fra due schieramenti che fanno capo a due movimenti, uno, conosciutissimo, Blacke Lives Matter, presentato dai media di tutto il mondo in una luce senz’altro positiva, l’altro, QAnon, poco conosciuto e presentato come formato da deliranti complottisti, razzisti e antisemiti: il primo avverso al presidente Trump e ispirato dal Partito Democratico e dal Deep State, grande finanza, mass-media e magistratura in testa; il secondo schierato a difesa di Trump, e richiedente, fra le altre cose, che non sia insabbiata l’inchiesta sulla presunta rete di satanisti e pedofili facente capo all’entourage dei Clinton, nota come Pizza-gate, così come in Italia si sta insabbiando l’inchiesta Angeli e demoni su Bibbiano.

A Berlino, il 29 agosto 2020 c’è stata un’immensa manifestazione pacifica contro le misure adottate da quel governo in materia di lockdown, peraltro infinitamente meno coercitive di quelle varate in Italia; ma per i giornali e le televisioni mainstream non è successo praticamente nulla, solo una insignificante protesta di "negazionisti" ed estremisti di destra, in pratica neonazisti, prontamente dispersa dalla polizia in quanto i manifestanti non si attenevano alle misure di sicurezza: mascherina e distanziamento sociale. Peccato che le immagini riprese dai telefonini cellulari e messe in onda sui social e su poche reti indipendenti mostrino un fiume di persone, che qualcuno ha valutato in quattro milioni. Poniamo che non fossero quattro, ma due, o uno: si tratterebbe comunque di una delle più grandi manifestazioni di protesta della storia.

Questi casi, e cento e cento altri che avremmo potuto ricordare, hanno una cosa in comune: tutti tradiscono l’esistenza di una strategia globale di ristrutturazione capitalistica e finanziaria, implicante nuove e inusitate forme di controllo e manipolazione dell’opinione pubblica, nonché la messa a punto di forme repressive sempre più sottili e sempre più mirate. Il che dimostra che i Padroni Universali sono perfettamente consapevoli che il livello di allarme, di contro-informazione e di malcontento sta salendo, e, ben lungi dal lasciarsi cogliere impreparati da eventuali moti di protesta, sono certi di poterli sviare, annacquare, riassorbire mediante tecniche quanto mai raffinate, così come sinora hanno fatto con il voto elettorale. Che si tratti di nascondere ai cittadini la realtà dei fatti mediante una pseudo informazione totalmente manipolata, come neppure Orwell avrebbe saputo immaginare, oppure di intimidire la gente eseguendo arresti esemplari perfino su pacifiche casalinghe incinte; o di far capire all’opinione pubblica che, nella cura dei figli, prima viene lo Stato e poi, forse, la famiglia naturale (come ha detto apertamente, del resto, il governatore dell’Emilia, Bonaccini); o, ancora, di chiudere un occhio, e anche tutti e due, davanti alla campagna di odio e violenze anticristiane che dai Paesi del Sud del mondo è giunta nel cuore dell’Europa, agitando nello stesso tempo lo spauracchio d’improbabili ritorni del nazismo o di fantasiose discriminazioni contro le minoranze sessuali, il copione è lo stesso. Assistiamo perciò a tre fenomeni concomitanti e sincronizzati:1) una ristrutturazione economica, sociale, politica e sanitaria complessiva, volta a trasformare centinaia di milioni di persone in sudditi sottomessi e forzatamene obbedienti, disposti a lavorare per qualunque salario e a subire qualunque tipo di limitazione alle libertà e ai diritti fondamentali; 2) un salto di qualità nella manipolazione sistematica delle notizie da parte dei grandi mezzi d’informazione, tutti ormai controllati dallo stesso potere e solidali nell’escludere qualsiasi evento risulti difforme da ciò che vogliono i padroni della Narrazione Ufficiale; 3) una stretta repressiva attuata con la complicità diretta della magistratura e la tacita connivenza degli organismi di sorveglianza istituzionali, per non parlare dei sindacati e delle associazioni dei consumatori, un tempo così potenti da esser capaci di paralizzare la vita di uno stato nel giro di poche, ma oggi totalmente assenti dalla scena, mentre i governi prendono d’imperio decisioni esiziali tanto per i commercianti che per i consumatori.

Il giro di vite, naturalmente, parte dai social. Il Potere sa benissimo che ormai la gente si è disaffezionata dai mass-media che esso controlla: i giornali quasi non li legge più, e la televisione, pur se continua a guardarla per pigrizia, sa che non va creduta interamente. Un numero crescente di persone, per cercare di tenersi infornata, frequenta la rete e si affida ad alcune radio ove ancora è possibile udire una diversa narrazione dei fatti: ed è su queste ultime fonti di vera informazione che si sta esercitando la pressione, sempre più forte, del Potere. Può darsi che la maggioranza della gente non lo sappia nemmeno (ed è proprio questo il problema: l’assenza di consapevolezza da parte dell’opinione pubblica), ma oggi è sufficiente una parola, un aggettivo, una mimica del viso, e subito può scattare una censura da Youtube e, a seguire, una denuncia alla magistratura. L’accusa che viene imputata a quanti si adoperano per la libertà d’informazione è sempre la stessa: incitamento all’odio. È commovente sapere che i Padroni del Discorso sono così sensibili e attenti alla tutela dei buoni sentimenti e che vigilano 24 ore su 24 affinché il più terribile di tutti, l’odio, non prevalga e non avveleni le menti degli utenti. Per ottenere un tale risultato, esso si avvale della volonterosa e gratuita collaborazione di uno stuolo di zelanti custodi del Politicamente Corretto, i quali arrivano ad iscriversi a certi canali infornatici, e a passare in rassegna tutti i commenti dei lettori, al solo ed unico scopo di trovare quella tale parola, quel tale aggettivo, quella tale mimica facciale, che permettano loro di fare una segnalazione all’autorità e ottenere la censura preventiva di quel testo o quel servizio. Infatti Youtube, o qualsiasi altra piattaforma web, non verifica la fondatezza della segnalazione, se non in un secondo momento: in un primo tempo procede a rimuovere senz’altro il materiale segnalato e accusato di odio verso i clandestini, o verso gli omosessuali, o verso gli ebrei, ecc. ecc. Il che significa che il Potere non ha neanche bisogno di far sorvegliare la rete: c’è già chi ci pensa, spontaneamente e col massimo impegno; un po’ come i vicini di casa si sogno occupati, durante i mesi della clausura ordinata dal governo, di segnalare a polizia e carabinieri i comportamenti non conformi ai decreti.

La grande novità della strategia per il dominio e la manipolazione globale è il ricorso sistematico e totalizzante, spinto fino alle estreme conseguenze, del terrore permanente. Con l’11 settembre del 2011 i Padroni Universali hanno varati ufficialmente quella stagione, all’insegna del terrorismo di matrice islamica; ora, col 2020, hanno individuato nella pandemia virale uno strumento di terrore più efficace perché invisibile, impalpabile, e la cui effettiva pericolosità può essere stabilita solo dai tecnici e dagli specialisti, quindi non dalle persone comuni. Al limite, non occorre nemmeno che la pandemia ci sia realmente: è sufficiente che un certo numero di esperti e specialisti lo affermi, e tutti i mass-media lo confermino e lo ingigantiscano, e il risultato sarà lo stesso. È, in sostanza, un attacco contro la ragione e contro il buon senso: la realtà non è più quella che si vede e che può essere constatata e valutata da chiunque; no: la realtà è divenuta un’entità misteriosa, inafferrabile, che solo pochissimi sono capaci di vedere e valutare correttamente, per cui è necessario che tutto il resto della popolazione si fidi e si adegui alle loro decisioni. Piccolo dettaglio: quei tecnici e quegli specialisti sono, tutti o quasi tutti, in patente conflitto d’interessi per il fatto che già lavorano per le multinazionali farmaceutiche oppure occupano posti di altissima responsabilità all’interno dei rispettivi sistemi sanitari pubblici, e in certi casi stanno già lavorando – guarda un po’ che combinazione, e com’è piccolo il mondo — alla realizzazione del vaccino per quella malattia, neanche si fossero aspettati quel che poi è accaduto. Quando si dice che le vie della divina Provvidenza sono infinite e incomprensibili allo sguardo del comune mortale. È chiaro che per inventarsi una pandemia, o anche solo per esagerarla quanto basta a ottenere lo scopo, ossia il terrore fra la popolazione, è necessario manipolare spregiudicatamente i dati, cominciando dal numero dei contagiati e dei deceduti, e soprattutto giocando sulla confusione, largamente diffusa fra la gente ma assolutamente inconcepibile per un vero biologo, fra ammalati e portatori sani. Ma questo non è certo un problema, quando si controlla tutta l’informazione e si può contare sulla collaborazione interessata di molti virologi ed epidemiologi e funzionari di istituiti sanitari nazionali e internazionali, fino all’O.M.S.

Se la gente, fin dall’inizio, si fosse presa la briga di consultare i dati ufficiali, quelli pubblicati dall’I.S.T.A.T. e dall’Istituto Superiore della Sanità, anziché prendere per buoni quelli sparati ogni giorno dai giornalisti di regime, ottenuti mescolando arbitrariamente e tendenziosamente quei dati, ad esempio calcolando come morti di Covid-19 anche degli ottuagenari che erano già morenti per altre gravi patologie, oppure facendo credere che i portatori asintomatici sono equiparabili ai malati, senza dubbio avrebbe modo di capire quale perfido gigantesco e perfido inganno venga ordito a loro danno da chi ha i mezzi per fare una cosa del genere. E se la smettesse di dare ascolto a personalità pubbliche come Mario Draghi, il quale vorrebbe fare il tampone a tutta la popolazione, o a giornalisti come David Parenzo, che chiede a gran voce, in ogni occasione possibile, la vaccinazione antinfluenzale di massa, e ciò se non altro perché i risultati del tampone sono erronei nell’80% dei casi, mentre la protezione offerta dal vaccino è inferiore al 50%, ma anche perché entrambe le pratiche, in diversa maniera, danneggiano il sistema immunitario e perciò favoriscono, e non limitano, la diffusione dei virus, forse si troverebbe in una posizione migliore per fare delle scelte e decidere cosa sia meglio. Fermo restando che la salvaguardia della propria salute è e resta una faccenda del tutto personale e che qualsiasi trattamento sanitario non autorizzato esplicitamente dal cittadino si qualifica come una gravissima violazione dei diritti fondamentali operata dallo Stato e dalle pubbliche autorità. Da quando lo Stato è così interessato a tutelare la salute della gene? E da quando si riserva di decidere, scavalcando la volontà dei cittadini e, nel caso dei minori, quella dei loro genitori, ciò che è giusto fare in presenza di un pericolo, peraltro non dimostrato e sul quale esistono molti e fondati dubbi? È lo stesso Stato che concorda l’acquisto di milioni di vaccini da quel Bill Gates che ha già causato 500.000 casi di poliomielite fra i bambini dell’India, a causa dei suoi farmaci e dei suoi vaccini, e che è fortemente sospettato di aver avuto parte nella diffusione del Covid-19, visto che da anni stava lavorando al modello teorico di una pandemia mondiale del tutto simile a quella diffusa tra la fine del 2019 e i primi mesi del ’20? Ed è lo stesso Stato che si adopera con tanta efficacia a travisare, minimizzare e rimuovere notizie come quella della grandiosa manifestazione di Berlino della fine di agosto? In tal caso, preghiamo Dio che ce la mandi buona…

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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