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Ci stiamo estinguendo, e la risposta è l’immigrazione?

Intervistato da Francesco Toscano per Vox Italia il 30 giugno 2020, Magdi Cristiano Allam, in un video intitolato L’ora più buia della Chiesa di Roma. Papa Francesco ha tradito l’insegnamento di Gesù Cristo, metteva lucidamente a fuoco non solo la problematica religiosa odierna, ma tutti i nodi essenziali della drammatica crisi che vede ormai compromesso il futuro dell’Italia e la stessa sopravvivenza del popolo italiano, dicendo fra l’altro (min. 8,25-16,36):

FRANCESCO TOSCANO: Magdi, in Parlamento si sta discutendo di una nuova legge per contrastare l’omofobia; i promotori sono Boldrini, Scalfarotto, Zan e altri. Ieri abbiano approfondito questo argomento e c’è chi paventa una deriva liberticida dietro la scusa di combattere le discriminazioni. Tu che impressione hai?

MAGDI CRISTIANO ALLAM: Mah, io dico, come tanti giuristi hanno evidenziato, che la nostra Costituzione e le nostre leggi tutelano assolutamente tutti i cittadini, a prescindere anche dall’orientamento sessuale. In Italia non c’è la discriminazione degli omosessuali, in quanto omosessuali. Quello che si vorrebbe, invece, accreditare, non è tanto la sanzione nei confronti di chi viola dei diritti sul piano dell’espressione, della manifestazione degli omosessuali, ma si vorrebbe legittimare l’ideologia omosessualista, che è cosa diversa rispetto al doveroso rispetto delle persone, a prescindere appunto dalla loro fede, dalla loro nazionalità, dal loro orientamento sessuale. Si vuole accreditare un’ideologia omosessualista che, di fatto, scardinerà del tutto quella che è la centralità della famiglia naturale che, piaccia o meno, è il fulcro della rigenerazione della vita e quindi anche della salvaguardia e della continuità della nostra società: perché, piaccia o meno, è solo il sodalizio tra un uomo e una donna che può rigenerare la vita. Ebbene, se tutto ciò noi lo contestualizziamo in una Europa che è diventata l’area del mondo che, in assoluto, ha il più basso tasso di natalità, e le popolazioni europee sono a rischio di estinzione proprio perché fanno meno figli, e l’Italia è il Paese europeo che ha il più basso tasso di natalità, e abbiamo il triste primato di essere la popolazione più anziana al mondo, dopo il Giappone; ebbene in questo contesto se noi ci volessimo del bene; se chi ci governa, chi sta in Parlamento, avesse veramente a cuore la sorte degli italiani e il bene supremo dell’Italia, dovremmo focalizzare l’attenzione nella centralità della famiglia naturale, nel sostegno alla famiglia naturale, aiutando le madri, aiutando i giovani, affinché siano messi nella condizione di poter rigenerare la vita. Perché senza figli, comunque, siamo condannati a morire, a scomparire come popolazione e come civiltà, a prescindere dal fatto che uno sia omosessuale o non sia omosessuale. D’altro canto, l’omosessuale non sarebbe mai nato, se non avesse avuto un padre e una madre. Ecco perché io sono fortemente preoccupato: perché ci si concentra non su ciò che è la cultura della vita e della rigenerazione della vita, ma su degli aspetti che, torno a ripetere, senza venir meno al diritto delle persone in quanto persone, assumono una rilevanza negativa nel momento in cui scardinano quello che è il fulcro della nostra società e quello che è anche il fattore vitale per la rigenerazione della vita.

FRANCESCO TOSCANO: Prima dicevi, Magdi, che l’Italia è il Paese che in Europa fa meno figli, dentro un contesto che è già deficitario. Il migrazionismo spinto è l’altra faccia della medaglia di questa situazione, o sono due fenomeni che non si toccano?

MAGDI CRISTIANO ALLAM: No, sono due fenomeni che si toccano, perché l’immigrazionismo è la risposta che i globalisti, i promotori del Nuovo Ordine Mondiale vorrebbero dare al crollo demografico dell’Europa. Quindi, l’Europa non fa figli e la risposta, dal loro punto di vista, è spalancare le frontiere per sostituire la popolazione autoctona mancante con questi giovanotti che provengono prevalentemente dall’Africa, ma anche dall’Asia, dal Medio Oriente, in parte anche dall’America Latina. Non è la stessa cosa, evidentemente; lo vediamo ogni giorno; abbiamo, come dire, attestazioni, testimonianze, dell’incompatibilità che c’è tra certe persone che arrivano in Italia, che sono totalmente agli antipodi rispetto alla nostra civiltà, alla nostra cultura; che non hanno alcuna intenzione di integrarsi; che non sono qui per essere parte integrante di un processo positivo. Noi dobbiamo salvaguardare i nostri figli, dobbiamo salvaguardare i nostri nipoti; dobbiamo metterli nella condizione di poter continuare a vivere in un’Italia che garantisca a tutti la vita, la dignità e la libertà. E dobbiamo al tempo stesso — lo dico da ex immigrato in Italia, ma era un’altra Italia, quella degli anni ’70 — dico che dobbiamo aiutare queste persone bisognose a casa loro. Soprattutto tenendo presente che l’Africa è in assoluto, e non da ora, il continente più ricco al mondo. Quello che manca agli africani non è la ricchezza, ma è la formazione. L’Africa è ricchissima e gli africani sono, in maggioranza, poverissimi. C’è una discrepanza profonda, che va colmata con la formazione. E dobbiamo combattere contro quelle potenze che continuano a sfruttare egli africani. E queste potenze vanno nominate, e sono in primo luogo la Cina. La Cina oggi è la potenza più colonialista che c’è al mondo. Quando si parla di colonialismo si pensa solo all’Europa, agli Stati Uniti; ma la potenza oggi più colonialista, più consistente, e continua la propria attività anche in Europa, anche altrove nel mondo, è la Cina capital-comunista. E poi c’è la Francia, in Africa, che continua a sfruttare le ricchezze degli africani. Noi dobbiamo fare in modo, invece, di dare formazione a questi giovani africani, affinché diventino protagonisti dello sviluppo delle proprie terre e possano trasformare queste terre in una realtà di benessere; possano diventare un ceto medio, e di conseguenza anche promuovere un’autentica democrazia nei loro Paesi. Questo è quello che un governo europeo responsabile dovrebbe fare: aiutarli a vivere dignitosamente a casa loro, e aiutare le popolazioni europee affinché siamo messe nella condizione di poter tornare a rigenerare la vita in percentuale adeguata a superare questo tracollo demografico e a riequilibrare la bilancia demografica.

L’intervista prosegue toccando altri temi importanti, tutti peraltro correlati fra loro, e soffermandosi in particolare su quanto sta accadendo nella Chiesa cattolica di questi ultimi anni: una chiesa ben diversa da quella che Magdi Allam conobbe allorché, nel 1972, studente ventenne, giunse in Italia per la prima volta, dopo aver però già imparato la lingua italiana ed essersi innamorato della cultura italiana frequentando le scuole dei comboniani italiani del Cairo, sua città natale; e molto diversa anche da quella di papa Benedetto XVI, quando, nella Veglia pasquale del 2008, ricevette il Battesimo dalle mani stesse del pontefice. Lo stralcio che abbiamo riportato ci sembra tuttavia sufficiente per poter dire che questo immigrato egiziano, ex musulmano convertito al cristianesimo dopo matura riflessione, in età matura (56 anni), ragiona come ogni vero italiano dovrebbe ragionare, sente come un vero italiano dovrebbe sentire, e vede con lucidità il problema essenziale del popolo italiano come nessun altro scrittore o giornalista, fra quelli che vanno per la maggiore, pare grado di vedere: il tracollo demografico e la concreta minaccia di estinzione del popolo italiano, con la conseguente scomparsa della cultura e della civiltà italiana, il tutto aggravato e affrettato da una sconsiderata immigrazione africana, prevalentemente islamica, che introduce nel nostro Paese masse di giovani uomini per niente disposti ad integrarsi, anzi animati da sentimenti di conquista. E ovviamente senza che il "sacrificio" dell’Italia e dell’Europa valga ad alleviare minimamente i problemi strutturali dell’economia e della società africana, primo fra tutti la povertà e la stridente disuguaglianza nella distruzione del reddito, destinati anzi ad aggravarsi con questo continuo drenaggio dei suoi figli più validi fisicamente e intellettualmente, presi nell’ingranaggio dei mercanti di carne umana e strumentalizzati dai signori della globalizzazione per favorire il meticciato e far abbassare sempre di più il costo del lavoro, sbriciolando e alla fine spazzando via quel che resta delle regole e delle garanzie sociali. Le sue parole dovrebbero essere prese molto sul serio dagli esponenti della cultura italiana e soprattutto da quelli della politica, perché sono le sagge, meditate parole di un uomo non più giovane, arabo e africano di origine, ma italiano per scelta e per sentimenti, il quale ben conosce la realtà dei Paesi da cui provengono gli immigrati e che ha avuto tutto il tempo di osservare come il tanto decantato processo d’integraizone non funzioni, non si sia mai visto, sia semplicemente un’araba fenice, che tutti dicono esserci, ma che nessuno è in grado di attestare, salvo rarissime eccezioni come, appunto, la sua. Ma il caso di Magdi Allam è particolare proprio per questo: per l’orizzonte mentale e spirituale che ha caratterizzato la sua decisione di venire a stabilirsi in Italia, dapprima come studente, poi come giornalista, mettendo su famiglia, partecipando al dibattito culturale e dell’informazione, sempre assumendo posizioni coraggiose e controcorrente; e infine assumendo la decisione suprema e, per un musulmano, drammatica: quella di convertirsi al cristianesimo, che aveva sempre rispettato e ammirato fin dagli anni del Cairo. Infatti, anche se le anime belle fingono di non saperlo, la conversione ad altra religione è formalmente vietata agli islamici; essa equivale al più grave dei tradimenti ed espone il malcapitato, automaticamente, alle più severe ritorsioni, compresa la minaccia alla sua stessa vita. Gli intellettuali progressisti che hanno sempre snobbato Magdi Allam, che hanno sempre accolto con fastidio e irritazione le sue parole, proprio perché sono la smentita ragionata e vivente delle loro teorie farlocche, fingono d’ignorare che egli, per dire le cose che dice, per pubblicare i libri che scrive e per poter girare l’Italia tenendo ovunque conferenze, espone se stesso a un gravissimo pericolo; che da molti anni vive con la sorta; che, senza di essa, probabilmente non sarebbe più fra noi, a raccontare la sua esperienza umana e a metterci in guardia, Cassandra inascoltata, contro la follia dell’immgrazionismo selvaggio, inteso sia come finta misericordia d’una finta chiesa, sia come risposta, irragionevole e aberrante, al problema, quello sì reale ed estremamente serio, per non dire tragico, della denatalità. I Saviano, i De Luca, i Camilleri (pace all’anima sua), i predicatori instancabili dell’immigrazione selvaggia e dell’accoglienza a prescindere, si son mai dati la pena di ascoltare con un minimo d’attenzione la voce di questo figlio del Nilo, spinto nel nostro Paese da un amore verso di esso più grande di quello di tanti italiani? E tutte le anime belle che si sono sbucciate le mani ad applaudire, commuovendosi fino alle lacrime, il rientro in Italia di Silvia Romano, felicemente convertita alla religione dei suoi rapitori, col velo e l’abito tipico delle donne africane sottomesse al terrorismo, e col nome islamico da lei adottato, si sono mai interrogati sul fatto che se avviene il caso contrario, di un islamico che si converte al cristianesimo, e non in Africa o in Asia, ma proprio qui, nel nostro Paese, costui rischia la vita ed è fatto oggetto di ludibrio ed esecrazione da parte di tutti i "buoni" islamici? Tutti costoro si sono mai presi la briga di riflettere con un minimo di serietà a quel che dice oggi Magdi Allam, e che diceva ieri Oriana Fallaci, ossia che non esiste un islam moderato, benché possano esistere delle persone moderate che aderiscono all’islam: ma che se l’islamico è davvero moderato, allora vuol dire che è ben poco credente, mentre se è un islamico fervente, la sua visione della libertà religiosa è quella di mille anni fa: una chiusura totale, una indisponibilità radicale a qualunque ombra di dialogo, di civile approccio, di accettazione? E i cattolici progressisti e bergogliani, i turiferari di questa chiesa in uscita che sa predicare solo la ci istruzione di ponti e l’abbattimento di muri, di questa pseudo-chiesa i cui pastori offendono Gesù Cristo con parole irriguardose, sprezzanti, perfino sacrileghe, e fanno polpette di duemila anni di dottrina e di vera teologia, ridicolizzano la spiritualità e il misticismo, deridono la preghiera e gli ordini contemplativi, parlano solo di costruzione della casa comune e baciano il Corano (libro in cui è maledetto chi afferma che Gesù è Figlio di Dio e Dio Lui stesso), tutti costo sanno di che genere sia la vita dei cristiani nei Paesi islamici, a cominciare dall’Egitto, dove pure sono una minoranza consistente, ciò che resta dopo due millenni di fedeltà al Vangelo e millequattrocento anni di sottomissione di un Paese cristiano ai conquistatori della Mezzaluna? Sanno che quei cristiani rischiano la vita ogni domenica, per il solo fatto di recarsi alla santa Messa, e che vanno incontro a discriminazioni, minacce e maltrattamenti quotidiani, nelle scuole, nei pubblici uffici, nelle strade, al mercato, fino alla concreta possibilità del martirio, come ben sa chi ricorda la vicenda, troppo presto archiviata, di Asia Bibi? No, non lo sanno: o meglio non vogliono saperlo. È chiaro: sono i cattolici di una chiesa che riconosce Bergoglio come papa, quel Bergoglio che, quando fa dei viaggi "apostolici" in un Paese islamico, evita addirittura di nominare Gesù Cristo, tale è il suo grado di servilismo e di paura nei confronti dei tanto decantati fratelli islamici, figli dello stesso libro (?) e in qualche modo cugini, per via del padre Abramo, dei cristiani e degli ebrei.

Non è che Magdi Allam dica delle cose eccezionalmente profonde e originali; dice semplicemente delle cose intelligenti, chiare e sopratutto di buon senso. L’Europa, l’Italia, non fanno più figli: benissimo. E quale sarebbe dunque la risposta dei politici europei ed italiani? Aprire le porte a un’immigrazione afroislamica sempre più rapida e sempre più massiccia: come se non avesse alcuna importanza chi sono gli abitati di un Paese, purché la cifra totale della popolazione, al saldo delle morti e dei nuovi arrivi, rimanga stabile. Come dire: sessanta milioni sono sempre sessanta milioni: che siamo cinquanta milioni d’italiani e dieci milioni d’immigrati, oppure dieci milioni d’italiani e cinquanta milioni di stranieri. L’identità, la storia, la tradizione, la civiltà, la religione, tutto ciò non conta nulla, anzi, è peggio che irrilevante: è zavorra, un ostacolo sula via della globalizzazione e pertanto un disvalore, bisogna fare un modo che ne scompaia anche il ricordo. L’Europa che essi sognano è un continente nel quale chi ci abita non senta alcun legame profondo di appartenenza; un continente dove mille razze e mille fedi e tradizioni si sovrappongono, si confondono, si scontrano, e dove, cosa più importante di tutte, la miseria sia tale da spingere le persone, bianchi o neri, ad accettare qualsiasi lavoro, per qualsiasi salario, anche nelle condizioni igieniche più disastrose. Altro che preoccupazione per la salute dei cittadini; altro che quarantena e vaccinazioni di mass per metterci al riparo dai temibili effetti del Coronavirus! I signori della globalizzazione se ne fregano della gente comune, per loro si tratta di bestiame o poco più, una massa ignobile che non merita attenzione,m tanto meno compassione, buona per lasciarsi sfruttare, ingannare, manipolare, prendere in giro.Magdi Allam, ex musulmano, conosce così bene il Corano e i suoi seguaci, da spingersi ancora più in là: arriva a chiedere che l’islam sia messo fuori legge in Italia. Egli sostiene che l’islam in quanto tale, non l’islam dei fondamentalisti e dei terroristi, ma l’islam in se stesso, è una minaccia mortale e costituisce un fattore di destabilizzazione permanente per le società europee. Permettergli di crescere e prosperare è come allevare i futuri nemici che spazzeranno via le strutture sociali, politiche e culturali del Paese ospitante, trasformandolo in terra di conquista, come del resto è espressamente prescritto dal loro credo. Noi non arriviamo a tanto; crediamo sia un obiettivo irrealistico, stante la nostra cultura. Pure, siamo convinti che proseguire con l’accoglienza centinaia di migliaia di clandestini islamici sia una follia e prepari letteralmente il suicidio della nostra società. Magdi Allam fa, nel corso della succitata intervista, un parallelo fra la situazione dell’Europa odierna e quella del tardo Impero Romano d’Occidente. Anche in quel caso vi era una gravissima crisi demografica, accompagnata da una crisi economica e finanziaria; anche in quel caso vi era un dilagare della pratica omosessuale, che minava alla radice la saldezza della famiglia naturale; e anche in quel caso vi fu l’illusione, da parte delle autorità politiche, di poter compensare i vuoti prodotti dalla denatalità accogliendo entro i confini masse numerose, talvolta interi popoli di barbari. Ma l’esito fu infausto, Noi aggiungeremo che quei barbari, almeno, erano animati, nella maggioranza dei casi, da un sincero rispetto per la civiltà romana; che ne divennero gli eredi e le apportarono energie fresche, consentendo la rinascita cristiana medievale; mentre i barbari odierni non amano la civiltà europea, non rispettano la tradizione cristiana, non hanno alcuna intenzione di assumere la difesa dei valori occidentali, ma al contrario sono animati dal preciso intento di soppiantarli e distruggerli, sostituendoli coi propri valori, esattamente come si fa in terra di conquista. E che queste non siamo mere speculazioni teoriche, ma che siano il frutto di dati precisi, lo testimonia la realtà delle cose, se solo ci si dà la pena di osservare quello che sta accadendo, beninteso perforando il muro di silenzio che i mass-media, tutti al servizio del potere finanziario e perciò tutti schierati a sostegno della globalizzazione, erigono affinché la gente non sappia fino a che punto la situazione è seria, e fino a dove arrivano il disprezzo e l’aggressività dei nuovi barbari che con tanta leggerezza accogliamo entro i nostro confini, e collochiamo nelle nostre città e nelle nostre strutture. Basterebbero i recenti, gravissimi episodi di violenza scatenati nei centri di accoglienza dai clandestini risultati postivi al Covid-19, i quali non accettano la quarantena, né esitano a scagliarsi contro il personale medico e perfino contro le forze dell’ordine, per dare un piccolo saggio di quel che succederà fra qualche anno, quando saranno ancor più numerosi, più forti e più aggressivi, imbaldanziti dalla nostra debolezza e dalla nostra vigliaccheria. E che fanno i politici, intanto, per porre un argine all’invasione barbarica e incentivare la ripresa della famiglia naturale, sola speranza di ripresa demografica? Varano sanatorie per regolarizzare i clandestini e nuove leggi a tutela degli omosessuali. E ora, tirate un po’ le conclusioni da voi stessi…

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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