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Ora si vede chi ha la una coscienza, e chi no

La vicenda dell’emergenza sanitaria per il Covid-19 è stata un esperimento pienamente riuscito per chi l’aveva studiata in anticipo, ma un’amara sorpresa per quei cittadini i quali, pur in situazioni di sempre crescente disagio, s’illudevano ancora di poter salvare l’essenziale della propria libertà, dignità e autonomia di pensiero e di comportamenti e stile di vita. Già da alcuni anni tirava una bruttissima aria: in tema di libera informazione, di vaccinazioni, di ideologia gender nella scuola, di immigrazione, di (preteso) razzismo, e — per i credenti — di sopravvivenza della vera dottrina entro la vera chiesa cattolica. Eppure, pur dopo ogni stretta da parte del potere, dopo ogni forzatura da parte dei media, dopo ogni scossone e ogni delusione, benché sempre più costretti sulla difensiva, sempre più isolate, sempre più ridotte a lottare per la pura e semplice sopravvivenza e nulla di più, le persone ancora libere e fiere, decise a non arrendersi e a non lasciarsi indottrinare, manipolare, omologare, avevano conservato un filo di speranza di poter resistere dietro l’ultima trincea, di poter tenere duro fino a quando, chissà, un’inversione di tendenza, qualche fatto nuovo, forse un miracolo, non le avrebbero liberate dall’assedio e messe in grado di uscire e tornare a respirare, a vivere nel pieno senso della parola. La mamma che voleva evitare la vaccinazione obbligatoria per il proprio bambino, pena l’esclusione dall’asilo o dalla scuola elementare si era rassegnata a pagare una multa e aggirare così l’ostacolo, vedendo tra l’altro confermato il sospetto che al governo poco importa della salute dei cittadini e che fare o non fare le vaccinazioni è solo una questione di soldi. Il credente che voleva risparmiarsi lo spettacolo di una messa rock, con un prete buffone che straparla, canta Bella ciao, dice agli astanti di non recitare il Credo perché lui per primo non ci crede, ecc., aveva individuato una chiesetta fuori mano dove c’era ancora un sacerdote di quelli a posto, o magari una chiesa della Fraternità San Pio X, dove potersi risparmiare la fatidica una cum, che tanto lo metteva e lo mette a disagio al pensiero che quella messa viene celebrata in unione con un falso papa massone, eretico e bestemmiatore, col dubbio lacerante che non sia valida e che la Presenza Reale di Gesù Cristo nel Sacramento dell’Eucarestia potrebbe anche non esserci. E la persona che si era stanata di ascoltare, oltretutto pagando il canone obbligatorie della Rai, le menzogne sfrontate, continue, sistematiche dei vari telegiornali, e quelle altrettanto sfrontate, continue e sistematiche dei quotidiani e dei periodici, aveva imparato a tenersi informato grazie ad alcune poche radiotelevisioni indipendenti e soprattutto per mezzo di alcuni siti internet, blog e canali youtube. Insomma, sia pure con fatica, e a prezzo di molti tentativi e di molti insuccessi, il cittadino determinato a conservare la propria libertà di giudizio e a rimanere fedele al proprio modo di vivere, era ancora riuscito a farlo, anche se ciò aveva comportato un crescente isolamento sociale e un senso di solitudine a volte assai pesante, visto che perfino molti amici e persone di cui aveva stima e fiducia avevano imboccato con sempre maggior decisione l’altra strada, quella assai più facile di lasciarsi trascinare dalla corrente, mostrando oltretutto un atteggiamento di perplessità, e se non anche di critica mal dissimulata, nei suoi confronti, sospettandolo di essere diventato un po’ esagerato, un po’ complotti sta e forse pure un tantino paranoico. E non stiamo parlando di piccoli disagi, ma, in parecchi casi, di grosse difficoltà esistenziali: perché a volte questi altri che non capivano, che si adattavano, che lo criticavano, erano proprio i suoi stessi familiari, il marito o la moglie, il figlio o il genitore, con tutto ciò che questo comporta in termini di stress, incomprensioni e tensioni quotidiane.

Adesso, però, dalla fine di febbraio 2020, con la piena entrata in vigore dei decreti legge varati a raffica del governo Conte Bis, che nel giro di un attimo hanno spazzato via decenni di vita democratica e di garanzie costituzionali che nessun governo precedente aveva mai osato anche solo lontanamente limitare; e dopo che — sorpresa più amara di tutte — una buona fetta della popolazione ha mostrato di non cogliere affatto la gravità di tali decreti, si è bevuta sino in fondo la storia della pandemia mortale e non solo ha accettato di sottoporsi a limitazioni inaudite, anche sul piano lavorativo e perciò della sopravvivenza economica, anzi sembra grata ai governanti che le hanno imposte, e semmai insoddisfatta perché l’emergenza è finita troppo presto, tanto è vero che molti insistono a uscire con la mascherina, anche in bicicletta, anche in automobile, anche facendo sport: ebbene, gli ultimi italiani liberi e fieri si son resi conto che siamo arrivati alla stretta finale. Ormai la maggioranza della gente è disposta a credere a tutto, a subire tutto, ad approvare tutto: e mentre il governo sta per varare la legge più malvagia e liberticida della storia repubblicana, la legge Zan-Scalfarotto, senza che nessuno, né in parlamento, né fuori, e meno di tutto nella chiesa "cattolica", abbia mostrato di preoccuparsene più di tanto, ecco che già viene annunciato il prossimo ritorno della pandemia e l’obbligo di vaccinazione per tutti, a partire dagli anziani (ma contro cosa, poi, visto che il virus in questione è decaduto da settimane?). E pazienza se il picco dei morti in quel di Bergamo, dove gli anziani, l’anno prima, erano stati sottoposti a vaccinazioni antinfluenzali a tappeto, partendo dalle case di riposo, suggerisce, come minimo, che tale pratica operi un fatale indebolimento del sistema immunitario e quindi predisponga i soggetti vaccinati a subire con maggiore violenza l’assalto di nuovi agenti patogeni. Pazienza anche se, palesemente, il numero dei morti da Covid-19 è stato dovuto anche all’applicazione di protocolli medici errati, basati su una diagnosi errata dei malati di trombosi polmonare, sottoposti a intubazione e così spinti alla morte, o a subire gravissime lesioni ai polmoni: tutte cose che sono accadute solo poche settimana fa e che sembrano già archiviate, e per le quali, probabilmente, non vi saranno mai dei responsabili chiamati a risponderne, né meno ancora, un’apposita commissione d’inchiesta che faccia chiarezza e dia un po’ di pace e di verità a quelle povere famiglie martoriate. Ma ciò fa parte del gioco, in un sistema sanitario abituato a chiudersi a riccio e a lavare i panni sporchi in casa propria, come ben sanno i parenti delle tante vittime di mala sanità, i quali si sono scontrati con un muro di gomma ogni qualvolta hanno cercato di fare un po’ di chiarezza sulle circostanze che hanno causato la morte, o che hanno portato a subire lesioni gravissime, i loro cari ricoverati in ospedale (dove ogni anno muoiono per infezioni contratte durante la degenza circa 50.000 persone: ben più, dunque, delle vittime, presunte, del Covid-19 di questa primavera!). No: la cosa che fa maggiormente riflettere, quella che lascia maggiormente perplessi è la docilità con cui quelli che sanno, quelli che hanno una qualche responsabilità verso la società, grande o piccola che sia, hanno taciuto, hanno obbedito, si sono uniformati alle disposizioni provenienti dall’alto. Infatti, la massa della popolazione si può dividere in due categorie: quelli che non sanno, né hanno capito cosa realmente è successo, e quelli che lo sanno e lo hanno capito. Dei primi c’è poco da dire: si sono lasciati terrorizzare da quanto dicevano i giornali e la televisione, e quando si è in preda al terrore, si è pronti e disposti a credere a tutti e ad accettare qualsiasi cosa. Ma sui secondi c’è tanto, tantissimo da dire, perché hanno agito come degli sciacalli o, nel meno peggiore dei casi, come dei mercenari: sono venuti meno al patto di fiducia che esiste, in democrazia, fra governanti e governati, fra esperti e non esperti, fra specialisti e non specialisti — e ciò vale anche per la chiesa. E anche se hanno agito per tutelarsi il posto di lavoro e la carriera, nondimeno si sono mostrati indegni di quella fiducia che la società civile, a partire dai più indifesi e dai più fiduciosi, i bambini e gli anziani, aveva accordato loro.

Per rendere più chiaro il discorso, prendiamo tre figure caratteristiche di questo momento di crisi non solo morale, ma anche istituzionale: il carabiniere, il medico, il prete.

a) Specialmente nei mesi del lockdown più stringente, da marzo a maggio, alle forze dell’ordine è stato dato ordine di far rispettare le norme dell’emergenza sanitaria: mascherine, guanti, disinfettanti, distanziamento, una sola persona a fare la spesa, niente Messa per i cattolici, niente funerali, battesimi, cresime o matrimoni, se non in strettissima forma privata; niente passeggiate per alcuno, neanche sotto casa, neanche per chi ha bambini piccoli, unica eccezione chi è proprietario di un cane. Questa era la consegna, e si sa che chi indossa l’uniforme è pagato per eseguire gli ordini, non per discuterli. Tuttavia, c’è modo e modo di applicare gli ordini, specialmente i più cervellotici e quelli che vanno a colpire la popolazione, mettendo in ginocchio l’attività lavorativa dei cittadini onesti. Invece si son visti carabinieri, poliziotti e vigili urbani accanirsi contro cittadini che avevano violato le disposizioni vigenti, se pure le avevano violate, di pochissimo; li si è visti irrogare multe a gente che era andata a fare la spesa cento metri al di fuori del proprio territorio comunale, perché lì si trova il supermercato di riferimento; oppure a persone che passeggiavano nei prati o in un bosco, o in riva al mare, tutte sole; o, ancora, che ritornavano dal lavoro dei campi, in tre su un trattore, due con la mascherina e uno senza, mentre loro, i tutori dell’ordine, non la portavano affatto. L’elenco sarebbe lunghissimo e potrebbe seguitare per pagine e pagine, e sono tutti fatti che abbiamo visto o conosciuto direttamente. Ci sono stati perfino due amici che si son presi la multa perché indugiavano a chiacchierare nell’automobile parcheggiata sotto casa; altri che l’hanno presa perché, dopo aver acquistato un caffè al bar, si erano seduti a berlo sulla panchina pubblica; e così via. Ora, sappiamo per certo che in molte stazioni dei carabinieri veniva dato l’ordine alle pattuglie di non rientrare la sera senza aver fatto un certo numero di multe, così come sappiamo di alcuni che si sono rifiutati. Senza dubbio molti si sono sentiti gravemente a disagio: non è per questo che si erano arruolati; e infatti un sindacato di polizia si è espresso con rammarico circa i compiti che venivano dati ai militi. Altri, però, hanno puntualmente eseguito la consegna, comportandosi verso i cittadini non come tutori dell’ordine pubblico, ma come agenti di una forza d’occupazione, mostrandosi insensibili o sprezzanti davanti a qualsiasi protesta o giustificazione. C’è chi è stato multato perché si trovava a 220 metri da casa, invece che a 200; e così il marito che aveva accompagnato la moglie, con l’automobile, a far la spesa, anziani sia lui che lei. Sono cose che non si dimenticano facilmente e che lasciano una scia di amarezza e frustrazione. Tanto più che mentre venivano multati i commercianti che manifestavano per poter riaprire le loro attività, ben distanziati e tutti con la mascherina, i soliti immigrati islamici, più o meno clandestini, potevano tranquillamente assembrarsi per celebrare il Ramadan, quando addirittura non erano lasciati liberi di spacciare droga e delinquere in vario modo, praticamente indisturbati. E non parliamo di quelli che potevano e possono tuttora sbarcare senza problemi, a decine, a centinaia al giorno, nel silenzio complice dei politici e dei mezzi d’informazione, senza essere sottoposti a particolari accertamenti relativi alle loro condizioni di salute. Tutto a spese del contribuente.

b) Come nel caso dei carabinieri, lungi da noi voler fare di tutta l’erba un fascio; ma è innegabile che la categoria medica nel complesso ha deluso, e molto. I medici della mutua continuano a ritirare lo stipendio in base al numero dei pazienti, però, di fatto, la maggior pare di loro non li visita più. Chi si sente male fa una telefonata, per telefono descrive i sintomi, per telefono riceve le indicazioni e poi va in farmacia con la ricetta inviata via computer: tutto qui. Il paziente medio si sente, ed è, abbandonato: una sensazione che molti provavano ormai da anni, e chi ha dei genitori anziani ne sa qualcosa, col medico della mutua che non si degna mai di passare a visitarli, anche se li conosce da una vita e anche se ha l’ambulatorio a due passi dalle loro abitazioni. I medici ospedalieri, reso il dovuto omaggio allo spirito di sacrificio di quanti non si sono risparmiati nei giorni più caldi della crisi, nel complesso si sono regolati allo stesso modo dei tutori dell’ordine: hanno applicato il protocollo, senza discutere, anche quando esso appariva palesemente sbagliato. E che dire dell’aver registrato tanti certificati di morte come dovuta al Covid-19, quando sapevano benissimo che la vera causa del decesso era un’altra patologia? Improvvisamente, per quattro mesi, in Italia più nessuno è morto d’infarto, o di tumore, o di leucemia, o di diabete, per non parlare delle malattie contratte appunto in ospedale, o di errori chirurgici; ma solo di Covid-19. Strano, vero? Anche qui si è visto chi ha una coscienza, etica e professionale, e chi no. E i conti non tornano. Che dire poi della strana circostanza che gli ospedali che hanno registrato il maggior numero di decessi da Covid-19 sono stati premiati con cospicue donazioni? Oh, ma che avete capito; non parliamo mica di soldi sporchi o di bustarelle, ma di finanziamenti per la ricerca medica. Una cosa bella, no?

c) I preti, ahinoi, sono quelli che hanno mostrato meno coscienza di tutti. I vescovi hanno imposto loro non solo di rispettare tutti i decreti del governo, illegittimi in quanto lesivi del Concordato fra Stato e Chiesa, ma sono andati assai oltre. Hanno sospeso tutte le Messe, compresa la Domenica di Pasqua e hanno imposto la Comunione sulla mano, violando la libertà di coscienza dei fedeli; alcuni vescovi si sono spinti a scaricare i sacerdoti che erano stati brutalmente interrotti dai carabinieri durante le sacre funzioni, e in un caso anche un prete sottoposto arbitrariamente al T.S.O. Hanno officiato il Sacrificio Eucaristico con guanti e pinzette, come se Gesù fosse infetto. Che squallore…

Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Mike Chai from Pexels

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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