Per la prima volta, la lotta è per rimanere umani
21 Giugno 2020Fatima, Russia, Bergoglio: corto circuito inevitabile
23 Giugno 2020Nella prospettiva cristiana, il peccato è l’iniquità, e l’iniquità è il peccato, perché il peccato è una forma d’ingiustizia, prima di tutto verso Dio, poi anche verso gli uomini; ed è molto chiaro da dove viene l’iniquità: viene dal diavolo, per cui chi pecca, rifiutando la verità e la giustizia, non può essere che un figlio del diavolo. Il primo dei doni che vengono dall’amicizia con Dio è la purezza; perciò i figli della luce si riconoscono dalla purezza della loro vita, mentre i figli delle tenebre si riconoscono dalla loro abitudine all’impurità. Il Figlio di Dio è venuto nel mondo per distruggere le opere del Diavolo: non per dialogare con il mondo, non per curare le ferite come il medico di un ospedale da campo, e neppure per sacralizzare i migranti o l’ambiente: è venuto per distruggere le opere del Diavolo (1 Gv 3,8). Inutile dire che se si nega l’esistenza del Diavolo, è come se si affermasse che il Figlio di Dio è venuto sulla terra per niente: forse perché non aveva nulla di meglio da fare. E se a dire una cosa del genere è il generale dei gesuiti, Sosa Abascal (quello del registratore, per intenderci), e lo fa in una pubblica manifestazione, come il Meeting di Rimini dell’agosto 2019, allora è evidente perché costui lo fa: per confondere i figli della luce con la sottile malizia del Diavolo. A quel punto, tutti avrebbero dovuto capire chi è costui: un figlio del Diavolo, che non è pago di bestemmiare, ma vuole confondere la verità con la menzogna e trascinare con sé nell’errore il maggior numero di anime possibile. Perché non è stato immediatamente contraddetto, sbugiardato, svergognato? Perché gli si è permesso di dire una cosa talmente inaudita e di andarsene via come un trionfatore, applaudito e riverito?
La ragione è la stessa per cui nessuno si è stracciato le vesti, nessuno è insorto quando Bergoglio ha detto che Gesù fa un po’ lo scemo; che Gesù non era uno pulito; che le Persone della Santissima Trinità litigano sempre fra di loro, ma a porte chiuse; che la Madonna era una meticcia piena di dubbi, una semplice donna e che non è affatto Regina, né Corredentrice; che la Via Crucis è la storia del fallimento di Dio; che per riconoscere il peccato è sufficiente interrogare la propria coscienza soggettiva; che Dio non è cattolico; che il terrorismo islamico non esiste; che l’apostolato è una solenne sciocchezza; che nessuno deve permettersi di convertire un ebreo; che la massima esponente della cultura dell’aborto e dell’eutanasia è un grande italiana; e via bestemmiando. Ed è la stessa per cui nessuno si è ribellato all’intronizzazione di un idolo pagano in due basiliche cristiane, o quando il falso papa ha personalmente gettato la terra, con un badile, ai piedi dell’albero della Pachamama, la Madre Terra, crudele divinità incaica assetata di sacrifici umani, e questo proprio nei Giardini Vaticani, il luogo più sacro di Roma, perché teatro del martirio di san Pietro, il primo papa della Chiesa fondata da Gesù Cristo. Perché nessuno, fra tutti i cardiali, gli arcivescovi e i vescovi, con la sola eccezione di monsignor Carlo Maria Viganò, e nessun sacerdote, con la sola eccezione di don Minutella, si è levato in piedi, per dire forte e chiaro: Questo è un abominio, e chi lo fa non può essere papa, cioè vicario di Cristo in terra, ma deve essere certamente un figlio delle tenebre, un anticristo?
Sono le opere che rivelano la natura degli uomini; e chi parla e agisce con malizia, rifiutando di riconoscere la divinità e l’assoluta unicità di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, non può essere altro che un figlio del Diavolo. I figli del Diavolo sono simili al loro padre: agiscono da bugiardi e da omicidi, così come il Diavolo è stato bugiardo e omicida fin dal principio. E chi pensa che questo linguaggio sia troppo duro, semplicemente non viene da Dio e non è cristiano, perché questo è il linguaggio di Gesù, degli Apostoli e di tutto il Nuovo Testamento; è il linguaggio che la vera Chiesa di Cristo ha sempre adoperato per insegnare, e non già per dialogare. Quando la chiesa ha preteso di essere venuta per dialogare, anziché per insegnare con autorità, sull’esempio del solo Maestro di vita, là si sarebbe dovuto fiutare immediatamente l’inganno; là si sarebbe dovuto sentire il puzzo di Satana, ammorbante, inconfondibile. Quando mai Gesù ha detto di esser venuto nel modo a dialogare? Quando mai Gesù si è messo a dialogare con i figli di questo mondo di tenebre, rispettando le loro opinioni in nome di una falsa idea di libertà? Niente affatto: Gesù ammoniva i peccatori, e ancor più severamente ammoniva i falsi maestri e i predicatori di menzogna: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, ecc., ecc. Gesù non diceva: Venite qui che dialoghiamo, da buoni amici; ma diceva: Convertitevi e credete al Vangelo; chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, ma chi non crederà, sarà condannato. Questo diceva Gesù Cristo, e non altro. Perciò nel momento in cui la chiesa ha incominciato a parlare con un linguaggio diverso, tortuoso, ambiguo, sfuggente, e cioè dal Concilio Vaticano II, i cui documenti sono scritti tutti quanti, dal primo all’ultimo, in un linguaggio tortuoso, ambiguo, sfuggente, a differenza di tutti gli altri documenti dei papi e dei concili precedenti, i veli sono caduti e si sarebbe dovuto capire che quella non era più la vera Chiesa, una, santa cattolica e apostolica, fondata da Gesù Cristo, ma un’altra, che non parlava secondo l’ispirazione dello Spirito Santo, ma secondo quella di Satana, il principe di questo mondo. E fin d’allora i veri cristiani avrebbero dovuto comprende l’inganno; avrebbero dovuto sentire il puzzo dell’inferno; e avrebbero dovuto ribellarsi e dire a voce alta, come ha fatto, invece, il solo arcivescovo Lefebvre: Questo non vi è consentito; questo non è un parlare sì, sì, no, no, come Gesù raccomanda, e pertanto non viene da Dio, ma dal Diavolo!
Così l’apostolo san Giovanni a proposito dei figli di Dio e dei figli del Diavolo, nella prima delle sue epistole (1 Gv 3, 1-24; 4, 1-6):
Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto.
Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.
Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui.
In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio;ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore.
San Giovanni poi ritorna sul concetto dell’Anticristo, che evidentemente gli sta molto a cuore, in un’altra delle sue lettere, la seconda (2 Gv 7-11):
Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi per non rovinare quello che abbiamo costruito e per ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie.
E che altro sono questi vescovi e questi preti vaticansecondisti, che hanno sempre bestemmie sulla bocca e non si curano neppure di nascondere le loro perfide intenzioni? Questi oscuri personaggi che dicono: Dobbiamo accettare l’amore omosessuale come una forma di amore vero e legittimo, gradito a Dio e perciò meritevole di essere riconosciuto in forma sacramentale. O che dicono: L’aborto è un male, ma talvolta inevitabile, e non si deve insistere troppo a parlarne, per non colpevolizzare le donne che hanno abortito; così pure non si deve puntare il dito contro l’eutanasia, perché anche quella è una scelta che fa parte della libertà umana! Oppure che dicono ai fedeli: Non vi faccio recitare il Credo, perché tanto io stesso non ci credo. O che dicono: Mettetevi i guanti e prendete Gesù Eucaristico sulla mano, perché, diversamente, potreste contagiarvi o essere fonte di contagio. E che pensare, che dire di quei frati e quelle suore che hanno adorato la Pachamama, gettandosi bocconi ai suoi piedi? O di quei vescovi che l’hanno introdotta in chiesa, portandola personalmente sulle loro spalle? E di quei fedeli laici che l’hanno accompagnata in processione, col viso dipinto coi colori della religione pagana? Che bisognava dire e pensare, se non che essi sono tutti figli dell’inferno, venuti a confondere le anime buone per trascinarle in perdizione, secondo la volontà del loro padre, il Diavolo? E che bisognava e bisogna dire di Bergoglio, il quale firma coi rappresentati dell’islam un documento nel quale è scritto che è un bene l’esistenza delle diverse religioni, perché è Dio stesso, nella sua infinita sapienza, a volere una cosa del genere? Che altro pensare e dire, se non che costui è il figlio del Diavolo, che si è indegnamente rivestito dei parametri di un papa, ma che papa certamente non è, semmai è il papa della chiesa di Satana, venuto per fare le opere di Satana; e che vada in perdizione, lui insieme a tutti quelli che lo seguono, perché a nessuno è lecito farsi beffe a tal punto di Dio e della sua santa Volontà? Oppure c’è un solo episodio del Vangelo nel quale si dice che Gesù adorava Baal o Astarte o Cibele, o che incoraggiava i suoi seguaci a rispettare tali culti, dicendo che Dio si può vedere in ciascuna fede, in ciascuna dottrina religiosa? No, non c’è. Gesù non ha mai parlato così; gli Apostoli non hanno mai parlato così; i papi, fino al 1958, non hanno mai parlato così. Qualcosa è successo dopo quella data. E sappiamo bene cosa: è successo quel che era stato predetto dalla Vergine Santissima a La Salette, ossia che Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’Anticristo. Ed è successo quel che Leone XIII, nella sua visione, aveva saputo: che Satana avrebbe sferrato presto un tremendo assalto contro la Chiesa, per difendersi dal quale impose la preghiera a san Michele Arcangelo, abolita appunto dal Concilio Vaticano II. È successo, infine, quel che san Pio da Pietrelcina temeva, attendeva, e di cui profondamente, drammaticamente, soffriva: la penetrazione della massoneria tra le file del clero, la conquista del suo vertice da parte sua. Quel momento è arrivato. E voi, adesso, con chi volete stare?
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