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Strano risultato di un puzzle fatto a caso

Tutti sappiamo cos’è un puzzle, anche se pochi conoscono la storia di questo gioco da tavolo, nel quale bisogna mettere insieme, nella posizione giusta, delle piccole tessere di cartone, sino a formare l’immagine completa di un paesaggio, di una figura, ecc., che in origine, verso i1 1760, quando fu inventato dal cartografo John Spilsbury, era una carta geografica. È un gioco che a molti può sembrare noioso, e in effetti rischia di esserlo, anche se la pazienza e l’intuito dei giocatori è alla fine premiato dalla soddisfazione di veder emergere, a poco a poco, un’immagine completa, bella, armoniosa, nella quale ogni tessera va al suo posto e rende l’effetto sempre più gratificante per la vista, fino al momento in cui si colloca l’ultimo pezzetto di cartone e si può anche far incorniciare il lavoro finito, specie se si tratta di un bel tramonto, di una marina o della riproduzione di un quadro famoso. Pazienza, tenacia, intuizione, capacità di collegare le parti con il tutto: sono qualità che tutti, o quasi tutti, possiedono almeno in potenza, o che possono esercitare, specie in questi tempi di quarantena o di semi-quarantena (perché se per uscir di casa e andare in un posto qualsiasi bisogna indossare guanti e mascherina, oltretutto sapendo che sono perfettamente inutili, a più di qualcuno passa la voglia di uscire: no grazie, caro direttore del lager Italia, a queste condizioni preferiamo davvero restarcene in casa). Ebbene, il puzzle che intendiamo proporre a chi ci sta seguendo è di genere un po’ diverso, anche se si basa sullo stesso principio dei normalissimi puzzle da tavolo. Solo che, a differenza di quel che accade di solito, ci riserviamo di tenere nascosta, fino all’ultimo, l’immagine finale: in questo caso domandiamo a quanti vogliano unirsi al gioco di non far domande e lasciarsi guidare nel porre le tessere del mosaico ciascuna al suo posto, partendo da una tessera qualsiasi ma poi non lasciandosi guidare dal caso, bensì procedendo mediante una serie di accostamenti logici.

Dunque, partiamo da un cartoncino a caso del nostro puzzle: per esempio, dalla cantante pop, attrice, modella, imprenditrice, Rihanna. Classe 1988, nativa delle Barbados, 10 album pubblicati e 60 milioni di copie vendute, ascoltata in streaming da due miliardi di persone e icona vivente per centinaia di milioni di ragazzi di tutto il mondo, è… una satanista. Una satanista fiera e dichiarata, i cui video sono strapieni di messaggi in codice degli Illuminati, dei quali è considerata la regina. Al tempo stesso, la formosa ragazza afroamericana è considerata una grande benefattrice del’umanità: ha creato la fondazione Believe, per assistere i bambini affetti da malattie terminali, ed è molto attiva e generosa sul fronte della lotta alle malattie tumorali. Non molti dei suoi ammiratori sanno che, quand’era ancora una sconosciuta, il suo stile musicale e personale era completamente diverso: la svolta in senso satanista ha coinciso con l’inizio della sua irresistibile scalata al successo. Come se fra le due cose esistesse un collegamento. Ma no, via, questo è da maliziosi anche solo pensarlo. Sebbene ci sia chi giura che la signora in questione ha fatto un vero e proprio patto col diavolo, cedendo alle offerte degli Illuminati che le hanno promesso un successo di dimensioni planetarie se fosse divenuta una di loro e avesse accettato di diffondere, attraverso la musica e il look, i loro messaggi. Prendiamo un altro pezzetto di cartone: quello raffigurante Lady Gaga, al secolo Stefani Joanne Angelina Germanotta, altra cantante pop e attrice, classe 1986; altra diva per sterminate schiere d’ammiratori, più di 150 milioni di singoli venduti in tutto il mondo; anche lei impegnata sisma sul fronte della filantropia e, di pari passo, su quello dei diritti LGBT (celebri le sue battaglie per il libero accesso alla carriera militare da parte degli omosessuali); anche lei adoratrice del diavolo in privato e sua grande propagandista in pubblico. E sono due. Una coincidenza? Può darsi. Terzo cartoncino del nostro puzzle: quello della "madrina" di tutte queste cantanti e attrici pop: Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna (un none scelto a caso, senza dubbio), classe 1958 e dunque oggi più che sessantenne. La quale, fra le alte cose, pare avere anche il carisma della profezia, visto che aveva preannunciato la pandemia da Coronavirus all’Eurovising Song Contes del 2019; oltre a quello della filantropia più commovente, e al tempo stesso del satanismo più raffinato, dal momento che per la (mancata) Pasqua del 2020 ha ritenuto cosa buona e giusta sfoggiare una maglietta con il Diavolo, al posto di Gesù Cristo, sulla croce, allo scopo di promuovere una raccolta di fondi per l’emergenza sanitaria. E provate a indovinare qual era il messaggio lanciato dalla cantante in maniera esplicita ai suoi fan? Quello di staccare un assegno a favore della fondazione Bill & Melinda Gates per la messa a punto del provvidenziale vaccino contro il Covid-19. Potremmo seguitare con parecchi altri cartoncini dedicati a divi e dive dello spettacolo che sono sia adoratori del Diavolo, sia impegnati sostenitori delle buone cause umanitarie, dai diritti LGBT all’adozione di bambini poveri e abbandonati.

Il tema dei bambini ci suggerisce però di cambiare leggermente prospettiva. Dal già citato Bill Gates, grande sponsor del sostegno ai bambini denutriti del Terzo Mondo, coi quali lui e la sua signora amano farsi fotografare (e pazienza se 500.000 bambini indiani sono rimasti paralizzati dalla poliomielite grazie ai vaccini generosamente distribuiti in quel Paese dalla fondazione Gates; anzi no, abbiamo esagerato, sono solo 496.000), passiamo al suo (oggi) innominabile, e defunto, amico che risponde al nome di Jeffrey Epstein, finanziere e pedofilo di prima classe. L’associazione è dovuta al fatto che anche a Epstein i bambini piacevano moltissimo: così tanto da aver acquistato un’isola dei Caraibi e avervi costruito un grande albergo dove era attivo un intensissimo traffico di minorenni per allietare le visite di decine di pezzi grossi della finanza, della politica e dello spettacolo, fra i quali un certo Bill Clinton, che in quel luogo si è recato, con l’aereo privato di Epstein, non meno di 27 volte; così come ci si recava il principe Andrea d’Inghilterra. Clinton fa rima col Partito Democratico e il principe Andrea con la casa reale inglese. Il Partito Democratico fa rima con Hillary Clinton e con l’insabbiato Pizza Gate, ed ecco che rispuntano i bambini. Durante le elezioni presidenziali del 2016 il clan della signora Clinton finisce sotto la luce dei riflettori per una strana serie di movimenti e di parole in codice, specialmente "pizza", che paiono alludere a un traffico di bambini, a una serie di abusi e infine di sacrifici satanici; ma tutto viene messo a tacere e la maggioranza dei social parla ora solo di ipotesi campate per aria e di fake news. Strano, però, perché nessuno ha mai saputo spiegare come mai persone del più ristretto entourage del Partito Democratico ordinassero continuamente delle "pizze", come risulta dalle intercettazioni telefoniche, in maniera del tutto estranea al contesto. Si vede che la buona pizza napoletana a quei signori piaceva così tanto da aver sempre voglia di mangiarne, a tutte le ore. Non stiamo parlando "solo" di pedofilia e di abusi sessuali: stiamo parlando di assassini rituali preceduti da torture. Il sangue di un bambino che viene torturato e terrorizzato fino alla morte, produce una sostanza simile all’adrenalina, ma assai più potente, l’adrenocromo, che viene bevuta dai satanisti per rigenerare le cellule del loro organismo. Ecco perché nei riti satanici vi sono i sacrifici umani, preferibilmente di bambini di pochi anni di età: più sono piccoli e innocenti, e più sono spaventati fino al limite estremo, e più copioso è il rilascio di adrenocromo, e più potenti sono gli effetti che derivano dalla sua assunzione. Avete mai notato come certi ottuagenari, in odore di Illuminati e/o di satanisti, hanno una salute invidiabile, un colorito rubizzo, una pelle relativamente fresca e con poche rughe? E tanto per non fare nomi, prendiamo il successivo cartoncino: quello con l’immagine di George Soros, classe 1930 e dunque oggi novantenne. Onestamente, qualcuno gli sarebbe la sua età? Dimostra almeno venti anni di meno. Anche lui, oltre che plurimiliardario, è un fervente filantropo e attivista umanitario; anche lui sempre in prima fila nel sovvenzionare tutte le buone cause, dall’immigrazione selvaggia al sostegno all’infanzia abbandonata. E così torniamo ai bambini. Alcune associazioni internazionalmente riconosciute che si occupano dei bambini abbandonati sono finanziate direttamente dalla Open Foundation del finanziere ebreo-ungherese. Eh sì, bisogna proprio dedurne che i bambini stanno molto, molto a cuore a questi personaggi. Anche Jacob Rotschild porta piuttosto bene i suoi ottantaquattro anni. Ma naturalmente non stiamo accusando nessuno, sono solo coincidenze. Guarda un po’ che cattivi pensieri ti vengono a volte, componendo le tessere di un puzzle. Curioso, però. Di Rihanna e Lady Gaga si trovano migliaia d’immagini, basta dare un’occhiata in rete; e non parliamo del gossip. Anche di Soros e Bill Gates si trovano foto e informazioni, anche se forse un po’ meno di quel che ci si aspetterebbe. Dei Rotschild o dei Rockefeller, invece, pochissime foto e pochissime notizie: perfino i loro nomi sono dati con avarizia, quasi con riluttanza. Eppure sono padroni degli imperi finanziari più grandi del pianeta e controllano gran parte dell’informazione, e si dice che siano proprio al vertice della piramide massonica degli Illuminati. Ciò suggerisce il criterio per distinguere i pesci piccoli dai grossi: questi ultimi non amano far parlare di sé: a loro importa il nocciolo del potere, non il guscio.

Dicevamo che il principe Andrea, già assiduo frequentatore dell’isola di Epstein, è un membro della casa regnante inglese. Si parlava degli Illuminati e ci ritorniamo in pieno. Si dice che tutti i membri di essa facciano parte degli Illuminati, e non certo da ieri, ma da moltissimo tempo. Ma torniamo alla musica leggera e al mondo dello spettacolo. Il 24 ottobre 1965 la regina Elisabetta nomina i quattro Beatles baronetti, portando la loro celebrità alle stelle. Perché quell’altissima onorificenza? Perché erano bravi e simpatici, perché vendevamo milioni di dischi? Quanto all’essere dei bravi musicisti, può darsi; ma bravi ragazzi, forse un po’ meno. Ecco cosa cantavano i Beatles, nelle copertine dei cui album faceva bella mostra di sé la foto di Aleister Crowley, il più famoso mago e satanista del XX secolo, a suo temo definito l’uomo più malvagio del mondo (cit. in: Negrisolo-Castello-Manelli, Padre Pio nella sua interiorità, Edizioni San Paolo, 1997, p. 190): Il Cristianesimo scomparirà, regredirà, si disgregherà. Non ho da dubitarne. Ho ragione. La storia mi darà ragione. Già siamo più popolari di Cristo. Secondo David Icke, la regina Elisabetta è una figura chiave degli Illuminati. Non si dimentichi che la monarchia inglese nasce da un atto di ribellione e di odio contro la Chiesa cattolica, nella persona del terribile Enrico VIII, il re Barbablù, che fece martirizzare san Tommaso Moro. Certo, erano altri tempi: oggi le cose stanno un po’ diversamente nella stessa cittadella del cattolicesimo. Ecco l’ultimo cartoncino: Bergoglio. Si dice non solo che sia massone e che sia un illuminato; ma che abbia fatto del Vaticano il centro del potere satanista mondiale. Che il Vaticano fosse già inquinato sia dai massoni che dai satanisti, era un fatto noto da alcuni decenni. Ne parlano diverse fonti, da Via col vento in Vaticano di monsignor Marinelli, ai Racconti di un esorcista di padre Gabriele Amorth. Lo stesso Paolo VI, che pure era un massone, denunciava la presenza del fumo di Satana in Vaticano. Ma con l’elezione di Bergoglio è stato fatto un enorme salto di qualità. Un papa che bestemmia, che offende i credenti, che svilisce e deride il Magistero, che ignora i cardinali quando gli pongono domande, che perseguita gli ordini religiosi più zelanti, che fa scomunicare non i preti pedofili ma gli ultimi difensori della vera dottrina, era la tessera mancante perché il mosaico fosse completo. Come scriveva nelle sue istruzioni Nubius, pseudonimo d’un importante affiliato all’Alta Vendita della Carboneria: Quello che dobbiamo chiedere, ciò che dobbiamo cercare e che aspettiamo, come gli ebrei aspettavano il Messia, è un Papa secondo i nostri desideri. Alessandro VI, con tutti i suoi delitti privati, non sarebbe adatto a noi, perché non ha mai commesso un errore in materia religiosa. Clemente XIV, al contrario, sarebbe adatto a noi dalla testa ai piedi. Obiettivo raggiunto: gli illuminati hanno posto uno dei loro sulla cattedra di san Pietro. Del resto, si rifletta: papa Luciani aveva detto: Il mio primo dover è liberare la Chiesa dalla massoneria. Un mese dopo la sua elezione, era morto. Un altro papa, Ratzinger, che aveva cercato di contrastare la massonica mafia di San Gallo e di bloccare la politica di apertura alla massoneria tanto caldeggiata da uomini come Martini e Ravasi è costretto a dimettersi: nelle ore che hanno preceduto l’annuncio delle sue dimissioni, i movimenti di denaro della banca vaticana sono stati misteriosamente bloccati, con un danno finanziario enorme, per poi sbloccarsi subito dopo. Un’altra coincidenza, senza dubbio. Certo che le coincidenze cominciano a essere un po’ tante, non è vero? Ma noi che non siamo particolarmente diffidenti preferiamo credere alle coincidenze. Infatti, se dovessimo pensare che non lo sono, l’ipotesi che resterebbe è talmente spaventosa da togliere il sonno anche al cuore più intrepido. Vorrebbe dire che la schifosa ragnatela tessuta dall’élite mondiale, fatta di massoneria, satanismo, stupri e assassini di bambini, è arrivata a controllare praticamente tutto, dalla finanza all’economia, alla musica rock e pop, al cinema, lo spettacolo, la stampa, la televisione, la magistratura, la politica e non solo dei piccoli Stati, ma anche dei maggiori. Pare — ma i siti occidentali non lo diranno mai, bisogna andare su quelli russi — che Trump, d’accordo con Putin, sia furioso con Bergoglio e voglia liquidare quanto prima la partita, avendo riconosciuto in lui lo strumento dell’ultimo Nemico: quello che si scrive con la maiuscola…

Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Ylanite Koppens from Pexels

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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