Ucci, ucci, sento odor di fratellucci
21 Aprile 2020Desiderio, orgoglio, potere: le Tre Tentazioni
24 Aprile 2020Sarebbe bello se gli esseri umani imparassero qualcosa dalle dure lezioni della vita, ma ciò non è affatto scontato. Un progresso spirituale è possibile solo se vi sono le condizioni per compiere il salto da un livello di consapevolezza più basso ad un livello di consapevolezza più alto. Ai livelli più bassi dominano l’egoismo, la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia, l’odio, il rancore; ai livelli più alti brillano la mitezza, la benevolenza, il perdono, la generosità, la compassione e l’amore. La verità è che si soffre, o si gioisce, esattamente come si è abituati a vivere: non sono le cose esterne che provocano un innalzamento o un abbassamento del proprio livello di coscienza, ma dei movimenti interni. Le circostanze esterne possono giocare un ruolo, ma solo come fattori scatenanti, ovvero come occasioni per mettere in moto il meglio e il peggio che giace nell’anima umana. Perché il punto è questo: dentro di noi ci sono tutto il bene e tutto il male del mondo, ovviamente allo stato potenziale; e sta all’educazione — intesa nel senso più ampio della parola — insegnare la disciplina interiore e incoraggiare lo slancio dell’anima verso l’alto, cioè verso il bene e il vero e il bello, e non, al contrario, stimolare e stuzzicare gli istinti più bassi. Va da sé che la civiltà moderna, per sua stessa natura, cioè per il fatto di aver messo al centro di tutto l’uomo, come se fosse dio, e però l’uomo inteso in senso materialista ed edonista, tende naturalmente a spingere gli esseri umani a dare il peggio di se stessi, abituandoli a considerare la vita come un’esperienza sostanzialmente insensata, nella quale la cosa più logica che si può fare è arraffare le occasioni di piacere e di successo e cercar di scansare, con ogni mezzo possibile, le situazioni nelle quali vi siano difficoltà, impegni gravosi, sacrifici, rischi di qualsiasi genere, insomma l’utilitarismo più gretto e meschino e nessuna, nessunissima scintilla d’idealismo. Anzi la civiltà moderna ha fatto e sta seguitando a fare qualcosa di ancor peggiore: la derisione sistematica del bene, del vero e del bello e l’esaltazione, altrettanto sfacciata e brutale, del male, del falso e del brutto. Ma come, dirà qualche anima bella, come è possibile che questo avvenga senza che la gente non se ne accorga? Il fatto è che la gente, lo ripetiamo, si abitua a fare quel che vede fare dalla maggioranza, e si abitua a considerare non solo normale, non solo lecito, ma decisamente opportuno, tutto ciò che viene presentato come tale, soprattutto dai persuasori occulti: il cinema, la televisione, la stampa, la pubblicità di ogni genere, che ormai riesce ad infiltrarsi in ogni sia pur minimo spazio della nostra vita privata. E non solo i persuasori occulti esaltano ciò che è male, ciò che è falso e ciò che è brutto, agendo, spesso, al di sotto della coscienza, e perciò particolarmente in profondità e senza l’assenso della ragione: lo fanno anche gli spettacoli di musica leggera, lo fanno gli urbanisti e gli architetti incaricati di dare un volto alle nostre città e alle nostre abitazioni; lo fanno i poeti e i romanzieri, che poi vengono presentato anche a scuola, agli studenti; lo fanno gli artisti che espongono le loro opere alle mostre, dove le scolaresche vengono accompagnate da zelanti professori. Lo fanno i sedicenti architetti e pittori e scultori di arte sacra, nell’edificare e decorare le nostre chiese; lo fanno i preti modernisti che hanno sostituito la Verità di Cristo con una sua umana contraffazione, ispirata dalla massoneria e resa credibile dal fervore e dalla quasi completa unanimità con cui la presenta il clero, dal papa all’ultimo sacerdote: prima inquinano i seminaristi e gli studenti di teologia, poi tutti costoro, divenuti a loro volta sacerdoti, inquinano il popolo di Dio, facendosi banditori di una falsa verità e di un vangelo che non è quello di Gesù, ma un contro-vangelo ispirato dal diavolo.
Un po’ alla volta, giorno per giorno, anno dopo anno, le abitudini di vita della gente hanno subito uno stravolgimento quasi completo, e così i suoi modi di pensare, di sentire, di sognare, di studiare, di educare i propri figli, di svolgere il proprio lavoro o la propria professione. La modernità è entrata nella nostre vite, in tutta la sua forza, all’incirca negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso; prima di quella data, benché l’economia, la finanza e molti intellettuali avessero già imboccato la strada del materialismo e dell’edonismo, la massa della popolazione, specialmente in provincia e nelle campagne, era ancora legata ai vecchi e sani valori di un tempo, incentrati sulla triade Dio, patria e famiglia. Nel giro di alcuni decenni è cambiato tutto: la gente non è più la stessa; i bambini non sono più quelli; gli adulti, i professionisti, i lavoratori, i politici, i professori, i sacerdoti, non sono più quelli. Sono diventati più moderni, appunto: e se ne vantano. Ritengono di aver progredito, di aver realizzato un grande balzo in avanti, un grande miglioramento nel loro modo di porsi di fronte alla vita. I fatti, però, danno torto a questa interpretazione: completamente torto. I numeri dicono che c’è stato un crollo demografico, segno sicuro del disamore generale verso la vita: crollo dovuto sia alla pratica legalizzata dell’aborto, sia al rifiuto deliberato di procreare da parte della donna. Le famiglie si sono progressivamente ristrette, infine si sono sfarinate: non c’è più la famiglia, c’è una convivenza temporanea di soggetti che stanno insieme finché ne hanno la convenienza, poi si lasciano, senza troppo darsi pensiero per le ripercussioni psicologiche e affettive sui figli. Si mettono insieme ad altre persone, fanno altri figli, e dividono il loro tempo, si fa per dire, fra la famiglia di prima e quella di adesso. Le nuove "famiglie" sono formate anche da persone dello stesso sesso che si procurano i "figli" in vario modo, perfino letteralmente acquistandoli su catalogo: perché anche queste coppie sono state afferrate da un bisogno impellente irresistibile di sentirsi e di essere considerati genitori, proprio mentre quel bisogno si è affievolito e quasi spento nelle coppie formate da un uomo e una donna. Tutto viene prima della paternità e della maternità: il lavoro, la carriera, i viaggi, il divertimento, la cura incessante e meticolosa del proprio aspetto fisico. Molte giovani donne non vogliono avere figli per non perdere la linea, per non dover sacrificare le loro abitudini, per poter dedicare tutto il tempo libero alla palestra, allo sport, ai viaggi, all’abbronzatura o alla dieta al carotene. E molti uomini non hanno più alcun desiderio di diventare padri: non ne vedono la ragione, o forse la convenienza; spesso nascondono a se stessi il loro egoismo dietro la considerazione che il mondo è un luogo sempre più difficile e che non vogliono prendersi la responsabilità di gettarvi delle povere creature "innocenti". Poi, però, i figli nascono: nascono dalle relazioni temporanee, nascono senza essere stato voluti, e ben presto vengono affidati alle cure dei nonni: e crescono senza capir bene chi siano davvero i loro genitori, e perché li vedano così poco, e perché la mamma abbia lasciato il papà per mettersi con un’altra donna, che adesso chiama "amore"; o perché il papà abbia lasciato la famiglia per passare da un’avventura all’altra. Tutto è diventato lecito, tutto va bene purché soddisfi le brame dell’io, i desideri dell’io, i capricci dell’io. I capricci per l’appunto non si chiamo più capricci, adesso si chiamano esigenze: e in nome delle sacrosanta esigenze, ciascuno si sente in pieno diritto di fare tutto ciò che vuole, di porsi qualsiasi obiettivo, o anche la mancanza di qualsiasi obiettivo, e chi se ne frega delle conseguenze; ci penserà qualcun altro. Ci sarà sempre qualcun altro a raccogliere i cocci, a prendersi i bambini rimasti abbandonati dalla madre che si droga o dal padre che è andato chissà dove, a occuparsi del giovane caduto in depressione o del bambino nato con una sindrome autistica e che ha bisogno costantemente della disponibilità e della sollecitudine degli adulti; ci sarà sempre qualcuno che provvederà a lavorare per chi non ne ha voglia, che provvederà a passare la paghetta, a pagare l’affitto a chi non ha mai svolto il più piccolo lavoro, né si è mai preso la più piccola responsabilità. Figli viziati, pigri e immaturi pretendono di essere mantenuti fino a trenta, quarant’anni dai genitori; e genitori incoscienti, egoisti, irresponsabili, sballottano di qua e di là i bambini piccoli, incapaci di tenere a freno i propri desideri e di dare la precedenza al bene dei figli che hanno messo al mondo.
La società odierna presenta tutti questi caratteri degenerativi: l’istupidimento delle masse, il loro intruppamento nel gregge del conformismo imposto dal Pensiero Unico, la svirilizzazione generale (effetto collaterale dell’imporsi della cultura femminista, assai gradita al potere) e infine, cosa più grave di tutte, l’assoluta incapacità di apprendere la lezione dalle prove che la vita presenta, di evolversi e di riformarsi sulla base del principio di realtà. E la prima elusione del principio di realtà (ovviamene del tutto sterile e ingannevole) è il rifiuto e la negazione della cosa più reale di tute, la morte fisica. Agitando lo spauracchio della morte, i governi in questi giorni, ma soprattutto il governo italiano, il più abietto perché il più veduto a interessi contrari al vero interesse nazionale, sono riusciti a far sì che milioni di persone accettassero supinamente, bovinamente, la sospensione di tutte le garanzie costituzionali; che le forze dell’ordine e la magistratura, concepite per la tutela dei buoni cittadini e per la repressione di quanti violano la legge, si trasformassero da un giorno all’altro nei cani da guardia di un potere irresponsabile, dittatoriale, totalmente contrario all’interesse vitale dei rispettivi popoli; e che accettassero di segregarsi in casa, di chiudere negozi, ristoranti, alberghi e officine, di non lavorare e quindi di non percepire più alcun reddito, perfino di non accostarsi ai Sacramenti, se cattolici, o di assicurare un funerale decente per i propri cari defunti, il tutto in cambio di una immaginaria protezione contro immaginari pericoli ma, in realtà, per consentire a un pugno di avventurieri senza scrupoli di realizzare profitti stratosferici sfruttando la paura e la sofferenza, quella sì reale, di decine e centinaia di milioni di persone. A qualcuno sembra una cosa normale che degli ultramiliardari come Jeff Bezos, il fondatore e proprietario di Amazon, o come Bill Gates, fondatore di Microsoft Corporation, stiano accrescendo ulteriormente i loro immensi patrimoni, proprio grazie alle folli politiche sanitarie di reclusione e di repressione dei cittadini, attuate dai governi? Ed è credibile che le multinazionali farmaceutiche, in ciascuna delle quali c’è lo zampino di Bill Gates, stessero lavorando al vaccino del Coviud-19 ancor prima che la pandemia si manifestasse (o meglio, che venisse proclamata dall’OMS: perché, in effetti, non c’è proprio alcuna pandemia)? Oppure deve ritenersi normale il fatto che esercitazioni in vista di una eventuale pandemia fossero già in corso dall’anno scorso, e sempre a spese del noto filantropo Bill Gates? Oppure a qualcuno sembra normale il fatto che la Borsa di Milano sia stata lasciata aperta proprio il lunedì successivo alla proclamazione della quarantena, da parte del governo italiano, per l’intera popolazione? Tutti sapevano che ci sarebbe stata una furiosa speculazione ai nostri danni, e perciò le persone oneste e in buona fede invocavano, supplicavano che la Borsa venisse chiusa per qualche giorno: una pratica assolutamente normale, per non dire doverosa, in casi del genere, onde salvaguardare i titoli dalle sicure manovre speculative dei soliti noti. E invece la Borsa è rimasta aperta, e il governo italiano – che continua a promettere sostegni economici, peraltro irrisori e che a molti non sono neppure arrivati, a quei milioni di cittadini che vivono di una partita IVA e che ora, essendo stati messi agli arresti domiciliari, non possono lavorare, né quindi portare a casa un reddito – non ha pensato di prendere alcun provvedimento per evitare che accadesse quel che puntualmente è accaduto: che una sola frase della signora Lagarde provocasse alla nostra economia un danno da 70 miliardi di euro, vale a dire un crollo complessivo dei titoli in borsa che si è attestato sul diciassette per cento.
Perché ci siamo ridotti così? Perché siamo scivolati tanto in basso, al punto da farci trattare come una mandria di mucche terrorizzate, che qualunque mandriano malvagio e mercenario può condurre al macello, senza neanche curarsi di nascondere più di tanto le sue vere intenzioni? Oppure c’è qualcuno che crede veramente che il governo agisca come sta agendo, esclusivamente per il nostro bene e che abbia fatto carta straccia della libertà costituzionali per tutelare un bene più essenziale, la nostra stessa vita? Ci era stato detto, fin dall’inizio, che il tempo d’incubazione della malattia è di due settimane (e prima ancora ci era stato detto di restare tranquilli e sereni, di andare al bar a prendere l’aperitivo, e che la sanità era perfettamente pronta e attrezzata per fronteggiare qualsiasi evenienza); ora, siamo chiusi in casa da circa due mesi: un tempo quattro volte superiore. È perciò evidente che chi aveva contratto la malattia, a questo punto deve considerarsi o immune, o portatore sano, il che probabilmente riguarda la stragrande maggioranza della popolazione; e allora, che senso ha prolungare questa pesantissima quarantena, che non è stata imposta in alcun altro Paese al mondo, non solo d’Europa? Evidentemente, il governo sta prolungando questa situazione surreale non per tutelare la nostra salute, ma per tutelare altri interessi; e infatti già si appresta ad imporre la politica delle vaccinazioni di massa, se necessario obbligatorie. Come si fa con il bestiame, appunto. Ma nessuno sa bene cosa ci sarà in quei vaccini: anzi, si sa quel che non ci sarà: non ci sarà il vaccino per il Covid-19, per la semplicissima ragione che quel virus non dà immunità, quindi non esiste vaccino contro di esso. Si sa e molto bene, in compenso, chi ci guadagnerà: Big Pharma, che amorevolmente ci offrirà la soluzione a tutti i nostri problemi e le nostre preoccupazioni. Il fatto è che se ci siamo ridotti così è perché ci siamo abituati a vivere come dei bruti e non più come uomini.
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