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Forze colossali anti-italiane siedono nelle istituzioni

Claudio Borghi, economista, deputato della Lega Nord, il 15 aprile scorso ha postato un video, già visualizzato da migliaia di persone, dal contenuto estremamente inquietante, ma che conferma in sostanza la sensazione ormai da tempo diffusa fra gli italiani, di essere in balia di una classe politica e istituzionale di traditori, che si è venduta ad interessi stranieri e che sta scientemente conducendo il Paese verso il disastro economico e il tracollo sociale, al fine di favorire i loro mandanti nel lauto banchetto che si renderà disponibile quando, per pagare il debito pubblico, lo Stato si vedrà "costretto" a metter le mani sul risparmio privato degli italiani, notoriamente uno dei più alti al mondo, oltre che sul loro patrimonio immobiliare e sulle poche ma notevoli aziende pubbliche ancora remunerative e in buona salute.

Vale la pena di ascoltarlo o, se si vuole, di leggerlo: non ci risulta che i mass-media più importanti ne abbiano dato conto, anche se la cosa, per ovvie ragioni, non ci stupisce affatto. Rai, Mediaset e La 7, nonché i maggiori quotidiani nazionali, si esprimono per bocca di giornalisti come Fazio, Mentana, Botteri, Gruber, Purgatori, Parenzo, o presentatrici come D’Urso, senza contare Fiorello coi suoi show Restate a casa, i quali parlano senza contraddittorio o, se proprio devono invitare qualche voce "contro", giusto per salvare un po’ la forma, la trattano come si fa con un pericoloso criminale evaso dal carcere, mentre sono tutti sorrisi e ammiccamenti compiaciuti davanti a ospiti illustri ed autorevoli quali Emmanuel Macron, Carola Rackete, Roberto Burioni, Laura Boldrini e naturalmente il porporato o monsignore bergogliano di turno, tutto misericordia e accoglienza verso i migranti (un po’ meno verso gli italiani impoveriti), sull’esempio del loro "santo padre" che ha celebrato la Pasqua con le chiese vuote, niente Messa per i fedeli, ma in compenso lettere di fervida amicizia, sostegno e ammirazione per l’intrepido difensore dei diritti umani, nonché salvatore di profughi africani, Luca Casarini.

Riportiamo il testo del breve intervento di Borghi, invitando i lettori a prender visione dell’originale (sulla pagina internet https://www.youtube.com/watch?v=EtkESoZr288):

Il fatto è questo: ci sono forze, come state vedendo, che sono enormi, E-NOR-MI, contro il nostro Paese. E le abbiamo all’interno delle istituzioni. Capite? Una cosa è avere soverchie forze straniere con i carri armati, no?, cose di questo tipo: in questo caso, queste enormi forze che sono contro il nostro Paese, sono all’interno delle istituzioni. Per cui continuiamo a tenere un atteggiamento molto, molto, molto prudente; perché se ci sono forze così enormi in gioco, capite bene che tutti siamo a rischio. Io, dal mio punto di vista, sapete benissimo, non ho nessun problema; il suggerimento che vi aveva dato Bagnai nei giorni scorsi, è sempre più valido. Dunque, come sempre, noi faremo tutto quanto è in nostro potere. E il primo dovere che noi abbiamo nei vostri confronti è l’informazione, perché è anche grazie a quest’informazione che, in una maniera o nell’altra, queste manovre si stanno avvitando in questa maniera così goffa e così evidente. In altre situazioni, le stesse identiche cose sarebbero state fatte fra gli applausi. Non è poco, eh? Cioè la stessa manovra, tanto per dire, quella che ha portato a Monti, in passato è stata fatta fra gli applausi. Okay? Se adesso, in questo momento, sono con le spalle al muro e che s’inventano tutti questo arzigogoli e tutte queste sospensioni della democrazia, è anche grazie a questa informazione. C’è una certa differenza, eh?, fra il votare al novantacinque per cento in un Parlamento plaudente, e NON FARLO VOTARE. No? Cioè: nell’altro caso, vale a dire quello di Monti, tutti non avevamo scuse, potevamo dire: "Ragazzi, ve lo siete portato in casa voi!. Eh, che volte da me?". Stessa roba i voti sul Fiscal Compact, il voto sul MES, e cose di questo tipo: erano state fatte tutte all’unanimità. Ancora adesso sarebbe stata l’unanimità, perché vi avrebbero detto che c’era una grandissima opportunità da parte dell’Europa per avere tanti miliardi e costruire gli ospedali per salvare l’orfano e la vedova. Almeno, una linea di resistenza di qualche tipo la stiamo tenendo. Per cui, come sempre, il fatto che siamo in Parlamento in minoranza ci mette in grave difficoltà: perché, se fosse possibile fare quel che vogliamo con il diciassette per cento, a nostra volta, qualora noi governassimo, magari ci sarebbe un altro col diciassette per cento, che fa quello che vuole, no?, e non ci lascia governare. Per cui la responsabilità di quello che succede è del tutto loro; dal nostro punto di vista, noi stiamo facendo una linea di difesa con tutti i mezzi che possiamo. Voi lo vedete: il minimo che possa fare, nei vostri confronti, è sincerità e informazione. Grazie.

Ora, se questo discorso fosse stato fatto da uno dei soliti ben noti "complottisti", cioè da quei pochi giornalisti e saggisti che da tempo sostengono esistere una congiura di dimensioni planetarie, diretta dall’alta finanza e mirante a sottomettere i popoli con lo strumento del debito e con delle crisi economiche pilotate, sfruttando il fattore paura (paura del terrorismo, paura delle epidemie, paura dei mercati e della speculazione di borsa), certamente sarebbe stato archiviato fra i documenti che testimoniano l’umana stoltezza e i perniciosi effetti della paranoia. Invece proviene da un deputato, da un economista che è anche un professore universitario; e che, pur essendo relativamente giovane (classe 1970, dunque neanche cinquantenne) conosce piuttosto bene i meccanismi della finanza internazionale, per aver lavorato sia presso la Deutsche Bank, sia alla Merryl Lynch di New York, esperienza che lo ha spinto a maturare la ferma convinzione che l’Italia deve assolutamente uscire dall’euro e riprendersi la sovranità monetaria, se vuol salvare la propria economia. Pertanto il mondo dell’informazione e della cultura mainstream, in teoria, dovrebbe prenderlo sul serio e tenere il debito conto delle sue parole; anche, eventualmente, contestandole e sfidandolo a esser più preciso se ha le prove di quel che dice. Invece, silenzio di tomba. Proprio questa ci sembra la prova del fatto che si tratta di un discorso serio: di un discorso che allarma e infastidisce alquanto le forze potentissime cui Borghi fa riferimento. E come altro chiamare tali forze, se non "massoneria"? Chi conosca anche poco la storia d’Italia, specialmente quella del XX secolo, passando per il 25 luglio e l’8 settembre 1943, cioè per Badoglio e l’armistizio vergognoso che gettò l’Italia in pasto ai voraci "liberatori" anglosassoni, sa che l’ombra della massoneria, quella nazionale ma soprattutto quella internazionale, grava fin dall’inizio, cioè fin dal Risorgimento e dall’Unità, su tutte le vicende più importanti del nostro Paese, ed è facilmente intuibile dietro i più grandi misteri e i più drammatici eventi che ne segnano il corso.

Certamente non si tratta di uno scenario che si possa limitare all’Italia o all’Europa. E certamente, più che gli Stati, le forze di cui si parla sono rappresentate da gruppi bancari, da multinazionali e da istituzioni sovranazionali, come l’ONU, l’OMS, l’UNESCO, l’UNICEF, la FAO eccetera. È chiaro, comunque, che queste forze hanno preso di mira alcuni Paesi in modo particolare, e l’Italia è fra questi. La ragione è facilmente intuibile: l’Italia è un Paese appetibile per i grandi speculatori finanziari, per la ragione che abbiamo sopra ricordato: il suo popolo detiene tuttora un grosso risparmio privato e un grosso patrimonio immobiliare (la maggioranza degli italiani sono proprietari della casa in cui abitano, e spesso anche di quella ricevuta in eredità dai genitori), senza contare che, nonostante tutto, possiede ancora delle eccellenti industrie nel settore pubblico, dopo che i grandi imprenditori privati, a cominciare dalla FIAT, se ne sono andati all’estero (dopo aver beneficiato per decenni di tutte le agevolazioni statali possibili). Al tempo stesso, per una serie di ragioni storiche, in Italia non esiste un forte sentimento nazionale e la classe dirigente è sfiduciata nei confronti del proprio Paese, è imbevuta di esterofilia e compromessa materialmente e moralmente con interessi stranieri che serve da lunghissima data, almeno dal 1945, se non da prima ancora: si ricordi l’eloquente articolo 16 del Trattato di pace di Parigi che proibisce allo Stato italiano di perseguire penalmente i cittadini che fin dal 10 giugno 1940 si erano adoperati per la causa degli Alleati, cioè, in parole povere, quelli che hanno ignobilmente tradito l’Italia e pugnalato alle spalle i suoi soldati, aviatori e marinai. C’è forse da stupirsi se, partendo da simili basi, nel corso dei decenni successivi, un gran numero di uomini politici, di intellettuali e giornalisti si sono abituati a pensare, a parlare, a lavorare non nell’interesse primario del loro Paese, ma in quello di chi li teneva a libro paga o dal quale dipendevano le loro carriere e i loro privilegi? C’è da stupirsi se non pochi di essi si sentono più di casa a Londra, a New York, a Parigi, dove peraltro hanno le loro seconde o terze case, i loro attici, e le loro brave cattedre universitarie, e sovente anche le medaglie e le patacche di vario genere che quei governi hanno concesso loro per i servigi resi ad essi e non certo al loro Paese d’origine e del quale, bene o male, sono cittadini? Fermo restando, lo ripetiamo, che i veri soggetti della politica contemporanea non sono più gli Stati, e quindi i rispettivi governi, ma le grandi banche, le compagnie di assicurazione, le società multinazionali, ossia le élite apolidi della globalizzazione. Ciò avviene anche negli altri Paesi: la Francia odierna, per esempio, altro non è che una costruzione della massoneria, ove non si muove foglia che i "fratelli" in grembiulino non vogliano, o non consentano. La differenza con il nostro Paese è che da noi l’occupazione dello Stato risulta ancora più facile perché le istituzioni repubblicane e democratiche sin dal 1945 sono aperte, apertissime, ai suggerimenti, chiamiamoli così, delle logge dei liberi muratori (dove gli adepti dei gradi inferiori ignorano tutto dei veri fini della società cui appartengono) e quindi insediarsi in esse non ha richiesto alcuna lotta, non ha praticamente provocato alcuna resistenza, ma è stato facile e liscio come affondare una lama nel burro.

Le forze massoniche delle quali stiamo parlando sono inseparabili dalla grande finanza speculativa, formano un tutt’uno con essa. Se fossero forze italiane, sarebbero sì, delle forze parassitarie, ma restando entro un certo limite, come fanno la mafia e le altre grandi organizzazioni criminali: perché il parassita non ha alcun interesse a provocare la morte dell’organismo nel quale si è insediato, visto che da esso trae il suo nutrimento e la possibilità di prosperare. Purtroppo queste forze sono internazionali, e più precisamente apolidi, come abbiamo detto sopra: ciò significa che non sono riconducibili ad alcun governo, ad alcuno Stato, anche se si servono, volta a volta, dei governi e degli Stati. E significa anche che sono forze altamente distruttive, addirittura esiziali, perché non hanno alcun interesse a mantenere il loro parassitismo entro limiti ragionevoli: se anche uno Stato fallisce, se un popolo viene ridotto in completa povertà, a loro non importa, perché hanno comunque a disposizione un mercato di schiavi di oltre sette miliardi di persone da sfruttare. Pertanto il problema che dovranno affrontare gli italiani, se mai si decideranno ad aprire gli occhi, a non prestar più fede alle menzogne spudorate di questa classe politica e intellettuale di venduti e traditori, e volessero riprendersi la loro libertà di cittadini e la loro autonomia nel contesto internazionale, sarà proprio quello di dover lottare contro un nemico pressoché invisibile e inafferrabile, ma potentissimo, dalle risorse mediatiche e finanziarie pressoché inesauribili. Per fare solo un esempio: come individuare la vera proprietà di una certa multinazionale, quando è già difficile perfino capire dove abbia le sedi legali e amministrative? Ma soprattutto: come riprendersi la propria sovranità, quando non si dispone più della propria moneta e quando la maggiore istituzione finanziaria nazionale, ossia la Banca d’Italia, è in realtà una banca privata, come del resto lo è la Banca Centrale Europea, e quindi l’interesse economico del Paese si trova già sotto scacco da parte del potere finanziario? Ricordiamo le parole del dottor Shiva Ayyadurai, candidato repubblicano statunitense alla carica di governatore del Massachusetts, nel corso di un’intervista televisiva in cui parlava, fra le altre cose, dell’epidemia di coronavirus: La mia opinione è che se credi nel concetto di un insieme di persone alle quali non importano gli interessi nazionali statunitensi, o gli interessi nazionali cinesi, o gli interessi nazionali indiani o italiani, sono più attenti al loro interesse globale, riusciresti a visualizzare lo scenario in cui [il virus] è stato creato dal "deep state" americano e mandato là fuori (si veda l’intervista completa in: http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/video/8721-dietro-il-velo-del-covid-19). Lo aveva detto, a suo tempo, l’allora presidente Monti, messo lì da una congiura della BCE ai danni dell’Italia: Quali poteri forti? In Italia non ce ne sono. Ed è vero: i "poteri forti" italiani sono tutti subalterni ai veri poteri forti, quelli della massoneria finanziaria globalista. Ma è pur vero quel che dice Borghi: che nel 2011 il governo Monti venne salutato come il salvatore della Patria; oggi il governo Conte 2 si è insidiato nel disprezzo generale e anche i più sprovveduti sospettano che le folli misure assunte per fronteggiare la presunta epidemia siano solo l’espediente per imbavagliare le opposizioni e far passare la richiesta d’aiuti al MES, che sarebbe l’ultimo chiodo sulla nostra bara…

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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