Stolti, non avete ancora compreso chi è il regista?
14 Marzo 2020Dove sono sparite le guide morali?
15 Marzo 2020La società moderna, dominata dai dogmi dei diritti naturali dell’uomo e della democrazia come destino inevitabile dell’umanità e come orizzonte finale della storia, è presa in una tremenda contraddizione. Da un lato, presuppone che tutti abbiano il diritto ad esprimere liberamente il proprio pensiero, le proprie convinzioni, e anche il proprio sentire, anche quando si tratta di un pensiero antisociale e di pulsioni distruttive e altamente pericolose; si pensi, per fare solo un esempio, alla vasta opera letteraria e pseudo filosofica del marchese D. A. F. De Sade, che circola tranquillamente nelle librerie, apprezzate e lodate da numerosi critici, pur essendo potenzialmente pericolosissima, perché stuzzica e pretende di giustificare sul piano razionale gli istinti più aberranti e le pulsioni più malvagie che albergano nel fondo buio e melmoso dell’anima umana. Dall’altro lato la società moderna rischia di autodistruggersi proprio per aver concesso una libertà sconsiderata a chi non la merita, dal momento che il suo scopo è quello di distruggere la società stessa, e quindi concedergli il diritto di agire e predicare liberamente equivale a voler concedere libertà di movimento ai serpenti velenosi, agli scorpioni e a tutti gli animali e gli organismi che rappresentano dei pericoli mortali per l’uomo.
Con l’abituale chiarezza e lucidità, osserva Cesare Baronio nel suo ultimo articolo Gli untori del corpo e quelli dell’anima. Un parallelo tra la pandemia presente e la peste morale (l’intero articolo in: https://opportuneimportune.blogspot.com/2020/03/gli-untori-del-corpo-e-quelli-dellanima.html):
Tra le cosiddette conquiste del libero pensiero vi fu la libertà di stampa e di opinione, grazie alle quali ogni persona è ritenuta autorizzata non solo a coltivare privatamente le proprie idee a prescindere dalla loro pericolosità, ma anche a diffonderle ad altri. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, monumento ideologico massonico, ha cancellato l’aspetto soprannaturale del vivere civile, ha bandito Dio dallo Stato proclamando l’indipendenza dei singoli e delle società dal loro Creatore, e ha così consentito la diffusione della peste dell’anima, una peste di cui ancor oggi subiamo le nefastissime conseguenze.
Ma gli Stati moderni, pur così solleciti nel consentire l’arbitrio più sfrenato dei propri cittadini, hanno dovuto ricorrere alla censura, che pur deplorano, applicandola a quelle ideologie che di volta in volta riteneva contrarie ai propri interessi: le persecuzioni cruentissime degli scorsi due secoli contro la Chiesa Cattolica sono state perseguite anche impedendo la predicazione del Clero, obbligando i Vescovi a sottoporre all’approvazione dell’Autorità civile le Lettere Pastorali, vietando la pubblicazione delle Encicliche e dei Documenti papali, proibendo ai chierici di vestire l’abito ecclesiastico e interdicendo l’insegnamento cattolico e le scuole religiose. L’abbiamo visto in Francia, in Italia, in Ispagna, in Messico ed in tutte le occasioni in cui la Massoneria o il Comunismo sono riusciti ad impadronirsi del potere. Ed oggi la censura, pur dichiarata proibita, vige per Mein Kampf o per i Protocolli dei Savi di Sion, ma non per altre opere non meno ideologicamente pericolose. Senza ricordare che in molti Stati moderni la dottrina cattolica – ad esempio in materia di morale – è pubblicamente avversata ed ufficialmente condannata in nome di una libertà pervertita in licenza. A breve anche in Italia, nel silenzio della Gerarchia, entrerà in vigore una legge contro l’omotransfobia che considererà reato affermare che il matrimonio legittimo e naturale è solo tra un uomo e una donna, ed infliggerà pene severissime ai trasgressori, impedendo de facto la predicazione integrale delle Verità cattoliche. Vi sono Nazioni in cui alcuni passi della Sacra Scrittura sono considerati discriminatori nei confronti dei sodomiti, e per ciò stesso meritevoli di esser censurati. In Canada gli enti e le aziende che vogliono beneficiare di fondi pubblici devono sottoscrivere – e far sottoscrivere ai propri dipendenti – una dichiarazione in cui accettano la liceità dell’aborto e dell’omosessualità, vietando qualsiasi forma di obiezione di coscienza.
Anche la setta conciliare, pur con il ritardo che contraddistingue la sua cortigianeria nei confronti dell’ideologia dominante, si è assoggettata al pensiero rivoluzionario, ed ha iniziato proprio al Concilio, annunciando che la Chiesa avrebbe rinunciato alla condanna degli errori, e si sarebbe posta in un atteggiamento di dialogo con la società moderna. Paolo VI abolì l’Index Librorum Prohibitorum, che costituiva un importante freno alla curiosità dei semplici ed un riferimento per gli studiosi, poiché segnalava i libri considerati pericolosi e ne indicava i punti in contrasto con la Fede o la Morale. E lo fece proprio nel momento in cui maggiore era la diffusione degli errori modernisti, rendendosi complice di quanti fino a pochi decenni prima erano considerati nemici della Chiesa. I teologi progressisti, già condannati dal Sant’Uffizio per le loro tesi ereticali, furono accolti come consultori nelle Commissioni del Vaticano II sia da Giovanni XXIII sia dal suo tristo Successore. Veri e propri untori, hanno seminato l’errore tra il Clero e il popolo, e l’epidemia si è propagata ovunque: nella Curia Romana, negli Atenei Pontifici, nei Seminari, nei Conventi e giù giù fino alle parrocchie, alle associazioni cattoliche, contagiando praticamente l’intero corpo ecclesiale, i singoli fedeli, e coloro che nella cosa pubblica si sarebbero poi trovati ad assumere decisioni e a votare leggi nelle quali avrebbero dovuto mostrare la propria coerenza con la Fede professata.
Avevamo noi stessi sostenuto una tesi simile, in forma ancora embrionale, una dozzina d’anni fa (cfr. l’articolo: L’ecologia della mente come presupposto dell’equilibrio spirituale, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 06/09/2007, e ripubblicato su quello dell’Accademia Nuova Italia il 06/01/18), nel quale, fra le altre cose, avevamo affermato:
Quel che è tremendamente peggiorato, temiamo, in questi ultimi decenni, è il bombardamento di energie psichiche inferiori e distruttive provenienti dalla televisione, dal cinema, dalla rete informatica, dai videogiochi, dalle discoteche e da altri demenziali luoghi dedicati al cosiddetto "tempo libero" o alle vacanze estive. Non parliamo delle grandi adunate della politica, dello sport o della spettacolo, perché anche quelle esistevano già agli esordi della modernità, per quanto oggi abbiano affinato di molto le loro tecniche invasive miranti a trasformare degli individui in folle pieghevoli e totalmente suggestionabili. E non parliamo neppure, perché non è questo il tempo né il luogo, degli esperimenti scientifici di manipolazione psichica, dall’ipnosi, all’inserzione di microchip nel cervello, ai messaggi subliminali, che potenti istituzioni scientifiche e militari conducono da ani, col denaro degli ignari contribuenti, quali prove generali di un governo alla Orwell basato sul controllo totale non solo dei corpi e delle menti, ma anche delle emozioni e, possibilmente, dei sentimenti dell’umanità.
Allora, tuttavia, eravamo rimasti essenzialmente sul terreno spirituale, ponendo il problema come un fatto d’intossicazione psicologica; mentre nel corso di questi tredici anni ci è apparso sempre più chiaro che il problema è ancora più vasto e più grave, in quanto siamo in presenza di una offensiva programmata, sistematica, capillare, diretta a scardinare non solo il senso comune, la legge naturale, il buon gusto e ogni solido punto di riferimento intellettuale e morale, ma ad invertire letteralmente la cultura, la morale e la stessa intelligenza, così da alterare permanentemente e irreversibilmente lo statuto antropologico e dar vita a una qualche specie di post-umanità, resa impermeabile sia alla legge naturale e all’intelligenza naturale, sia al richiamo di Dio e quindi alla possibilità di accedere alla Redenzione, reiterando, ma stavolta in forma ancor peggiore, perché diabolicamente più sottile, il primo e più grave peccato dell’umanità, quello originale.
Una cosa è certa: si raccoglie quel che si è seminato; una società non può venire irrorata da ogni sorta di messaggi pestilenziali, parole, suoni, immagini, senza restarne infettata sino al midollo. Sono decenni che scrittori, opinionisti, registi, musicisti, cantanti, stilisti di moda, fumettisti, ideatori di videogames, insomma tutti coloro i quali possiedono gli strumenti per arrivare all’immaginario collettivo, condizionarlo e modellarlo, adoperano la loro intelligenza pervertita e i larghi mezzi finanziari dei quali dispongono per esercitare un’influenza funesta sulla mente e sul cuore del pubblico, specialmente sui giovani; per spingere gli spettatori e i lettori su strade illusorie, sbagliate, deliranti, inducendoli a coltivare i propri bassi istinti e a farne il centro della propria vita, addirittura a gloriarsene. Sono decenni che l’egoismo, l’avidità, la superbia, la lussuria, la stupidità e la volgarità vengono coltivate con metodo, con pertinacia, con un immenso dispiegamento di forze e con la benedizione dei critici, degli esperti, dei sedicenti intellettuali; e sono anni, se non decenni, che lo stesso clero si è gradualmente spostato sulle posizioni del mondo, è diventato indulgente o distratto sulle questioni etiche essenziali, ha smesso di essere giustamente intransigente sulla verità e sulla morale, si è fatto possibilista, conformista, relativista, e, cosa peggiore di tutte, si è lasciato contaminare in pieno dal virus della modernità: pensa come il mondo, sente come il mondo, pretende perfino di pregare e di vivere il Vangelo in senso mondano, senza accorgersi di averlo tradito e mistificato, di avergli voltatole spalle per farsi seguace, in realtà, di un bel altro "vangelo": quello del Principe di questo mondo.
Come sempre, le tossine più micidiali sono quelle che si rivolgono all’intelligenza, pervertendola: perché le opere malvagie che può fare l’intelligenza pervertita sono immensamente più ampie (non diciamo più gravi) di quelle dovute a un pervertimento dei sensi, o degli istinti, o della volontà. Le idee malefiche producono milioni di morti, laddove la sregolatezza dei sensi ne produce qualche decina. Moralmente, la gravità è la stessa; ma quantitativamente, sono le prime a causare i danni di gran lunga maggiori. E la sopravvivenza di una società dipende da fattori quantitativi non meno che qualitativi: c’è una massa critica di azioni malvagie oltrepassata la quale la società inizia a disgregarsi e alla fine, implode. Ora, il dogma liberaldemocratico si basa sulla libertà incondizionata degli uomini, a cominciare dalla libertà di opinione e di espressione. Noi tutti siamo talmente assuefatti all’idea, che la troviamo perfettamente legittima e naturale; anzi ci sembra assurdo volerla rimettere anche minimamente in discussione. Eppure, proviamo a riflettere: se ciascuno è libero di fare quel che gli pare, allora è libero di fare anche il male. Ma, obiettano i fautori del sistema liberaldemocratico, non è certo libero di andare contro la legge: se lo fa, viene sanzionato, come è giusto che sia. Benissimo. Ma cos’è la democrazia, se non il volere della maggioranza? Pertanto, immaginiamo che la maggioranza, un bel giorno — proprio sotto l’effetto dell’indottrinamento proveniente dal potere mediatico — decida che certi reati non sono tali, e tolga le sanzioni contro di essi. Un esempio? La pedofilia. Ma ne abbiamo già visti altri: l’aborto, per dirne uno. Se dunque la pedofilia non è più un reato, tutti gli adulti saranno liberi, di fronte al mondo e di fronte alla legge, di adescare e sedurre i minorenni: avere rapporti sessuali coi bambini diventerà una cosa lecita e, un poco alla volta, perfino naturale, come insegna il teorema della finestra di Overton. E non solo naturale: addirittura necessaria, indispensabile. Stuoli di sedicenti intellettuali, di sedicenti educatori e di sedicenti psicologi verranno a dirci che è bene che il bambino venga iniziato al sesso da un adulto, il quale, essendo esperto, lo porterà a viverlo in pieno abbandono e naturalezza, evitando di accumulare nevrosi e complessi, che notoriamente sono il frutto dei tabù sociali. E allora? Allora è evidente che, per non venire a trovarsi in questa situazione, una società non dovrebbe consentire ad alcuno di far propaganda, diretta o indiretta, a favore della pedofilia. E invece cosa vediamo da anni e decenni? Film, romanzi, pubblicità, perfino sfilate di moda (sissignori: la moda per bambini è al 90% un incitamento alla pedofilia, e le mamme dei pargoletti lo sanno benissimo) che si spendono per presentarci la relazione sessuale fra un adulto e un minorenne come la cosa più stuzzicante e deliziosa che si possa immaginare. Lo ripetiamo: si raccoglie quel che si è seminato. Ora, l’ipocrisia della società democratica è che essa conosce benissimo il pericolo rappresentato dalle idee malvagie, tanto è vero che, come fa osservare il sempre lucido Cesare Baronio, ha deciso di proibire la diffusione di libri come il Mein Kampf o i Protocolli dei savi anziani di Sion (oddio, abbiamo nominato i Protocolli!, vuoi vedere che è una subdola forma di apologia dell’antisemitismo?); però si guarda bene dal vietare, o porre un argine, al dilagare di film, libri, fumetti e videogiochi che non solo mostrano, ma teorizzano — ecco la perversione dell’intelligenza! — le peggiori aberrazioni della natura umana. E contro tutto ciò noi abbiamo non solo il diritto, ma il preciso dovere di difenderci…
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