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Quelle oscure allusioni di Kubrick e Schnitzler

Esistono delle strutture di potere non ufficiali, in gran parte addirittura occulte, che sono diretta espressione degli interessi e dei voleri della grande finanza, le quali si affiancano, e spesso si sostituiscono, all’azione legittima dei parlamenti, dei governi e delle magistrature; delle strutture fortemente elitarie, formate da un numero ristretto di persone, le quali si ritengono in diritto di decidere le sorti dell’umanità, e che si riuniscono periodicamente per fare il punto della situazione mondiale e stabilire, di volta in volta, le misure economiche, politiche, militari, atte a consolidare il loro monopolio globale e ad incrementar ulteriormente i capitali già immensi dei quali dispongono. Strano a dirsi, per chi giudicasse la cosa con il metro ordinario, queste strutture semisegrete, le quali dispongono degli strumenti più sofisticati della tecnologia e che tengono sul libro paga quasi tutta la grande informazione internazionale, il cinema, le maggiori istituzioni come l’ONU e l’UNESCO, i comitati olimpici, le corti supreme di giustizia, ecc., non agiscono esclusivamente secondo criteri scientifici e razionali, ma sono profondamente permeate dalla cultura dell’esoterismo, del cabalismo e dell’occultismo e confluiscono, ai livelli più alti, con la religione del satanismo. Per quelle persone, infatti — parliamo di poche centinaia d’individui — il valore della vita umana è bassissimo, per non dire nullo; i sette miliardi e mezzo di abitanti del pianeta sono da esse considerati alla stregua di animali da lavoro, e sono già sul tavolo di quei signori i rimedi estremi per ridurre drasticamente la popolazione mondiale, considerata eccessiva e non necessaria per la realizzazione dei loro scopi. Le armi batteriologiche coltivate nei laboratori militari e in strutture scientifiche private, frutto di ricerche costosissime, che solo essi sono in grado di finanziare, sono lo strumento preferito per realizzare tale obiettivo; le crisi finanziarie appositamente scatenate, alcuni attentati terroristici particolarmente spettacolari, come quello delle Twin Towers dell’11 settembre 2001, e altre forme di panico collettivo ingiustificato, o solo in piccola parte giustificato, ma gonfiato ad arte dai mass-media obbedienti alle loro direttive, sono altri strumenti classici. Assassinii mirati di persone potenzialmente pericolose; guerre, rivoluzioni e colpi di stato; movimenti "sociali" studiati e preparati a tavolino, e fatti crescere a dismisura per destabilizzare governi considerato indocili; pestilenze dirette contro l’allevamento degli animali, specie nei Paesi del Terzo Mondo che vivono principalmente di agricoltura estensiva e di allevamento di bovini, ovini e suini, sono altre armi alle quali ricorrono per piegare le resistenze e per addomesticare potenziali opposizioni, affinché nulla sia in grado di sottrarsi al loro controllo. Attualmente alcuni Paesi, come la Cina, la Russia e l’Iran, sfuggono al controllo totale delle élite occulte, anche se queste vi hanno già introdotto i loro agenti e i loro metodi di dissoluzione, specialmente in Iran, dove non cessano di organizzare dei movimenti di protesta interni il cui scopo è solo apparentemente ripristinare una vera democrazia, ma in realtà è quello di spalancare le porte alla dittatura della grande finanza internazionale, bramosa di appropriarsi delle materie prime, specialmente il petrolio, delle banche, delle agenzie di assicurazioni, delle ferrovie, dei porti, esattamente come ai tempi d’oro del neocolonialismo, nella seconda metà del XX secolo.

Ma poiché, ai livelli superiori della piramide massonica internazionale, esiste una vera e propria contro-religione, quella satanica, ne consegue che quei signori disdegnano in qualsiasi caso il ricorso a strategie morbide e sono sempre più convinti che la maniera più idonea di procedere sia a colpi di shock, ossia di veri e propri traumi inferti alla popolazione mondiale, tanto che la sociologa Naomi Klein ha coniato nel 2007 l’espressione shock economy per indicare questo tipo di finanza che procedere a testa bassa, calpestando la volontà dei popoli e dei governi legittimi, sfruttando il fattore emotivo legato a catastrofi, epidemie, calamità naturali, crisi economiche, colpi distato, in modo da distrarre l’opinione pubblica su falsi obiettivi e intanto facendo passare una serie di misure volte a rafforzare il loro dominio planetario, sia sul terreno economico, sia su quello della stretta incessante sui diritti e la libertà delle persone e dei gruppi, fomentando l’idea che, in cambio di una maggiore sicurezza, sia necessario che tutti si adattino alla rinuncia volontaria a molte libertà costituzionali e perfino alla segretezza nelle telefonate, nelle mail, nelle conversazioni private, riconoscendo a un potere superiore il diritto di spiare incessantemente tutto e tutti, secondo lo schema del Pantopticon di Jeremy Bentham, ovviamente rivisto e aggiornato alla luce della tecnologia del terzo millennio (cfr. il nostro articolo Nel "Pantopticon" di Jeremy Bentham il volto poliziesco e totalitario dell’utilitarismo, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 17/07/13 e sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 18/1217). Inoltre essi celebrano le messe nere e praticano i sacrifici rituali, specialmente di bambini, poiché sono convinti che il sangue di una persona innocente, e le energie negative liberate dall’organismo nei momenti di terrore e di agonia, siano gradite al loro signore, il Diavolo, e valgano a fortificarli nella loro esistenza e nello svolgimento delle loro attività: un’idea molto antica, già messa in pratica da autentici mostri umani come Gilles de Rais nella Francia del 1400 o Elizabeth Bathory nell’Ungheria del 1500-1600.

Non solo. Al vertice della piramide massonica si pratica largamente la pedofilia e del resto i due aspetti sono intrecciati, in quanto i bambini e le bambine vengono prima usati come giocattoli sessuali, poi sacrificati nel corso delle messe nere, mentre delle schiave adulte sono utilizzate come animali da riproduzione, per fornire neonati da offrire al Diavolo. Ricordate il film Rosemay’s Baby. Nastro rosso a New York, di Roman Polanski, girato nel 1968? Ebbene: di tanto in tanto alcune informazioni sui gruppi satanisti vengono fatte "scivolare" oltre le maglie dell’organizzazione e "passano" al grande pubblico, però presentate in maniera volutamente fuorviante, in modo tale che non appaia il loro carattere eminentemente politico e finanziario, ma sembrino semplicemente, si fa per dire, dei gruppi di fanatici religiosi che hanno imboccato la via del male. Inoltre gli abusi sessuali e i crimini sessuali perpetrati all’ombra dell’alta massoneria sono funzionali anche alla fabbricazione di dossier utili per ricattare i manager, i politici, i magistrati, gli artisti, gli scrittori di best-seller, i divi dello spettacolo e i registi che frequentano tali ambienti, e ottenere da essi una linea di condotta prestabilita. Valgano per tutti gli scandali sollevati dalla scoperta di una vasta rete di pedofili di alto profilo, debitamente protetti dalle autorità giudiziarie, nel Belgio del 1996: qualcuno forse ricorderà il nome del serial killer Marc Dutroux, il cosiddetto mostro di Marcinelle, così come l’impressione generale che alle sue spalle ci fosse una vasta rete di complicità istituzionali. Oppure, più recentemente, il caso di Jeffrey Epstein, suicida in carcere il 10 agosto 2019, che dirigeva un vasto giro di prostituzione minorile per clienti ricchi e famosi, scandalo che ha lambito anche la casa regnante britannica, con il coinvolgimento del principe Andrea, per non parlare dell’ex presidente americano Bill Clinton, marito di Hillary, candidata alle presidenziali americane del 2016 e tuttora capo di un vero e proprio governo ombra, che tenta con qualsiasi mezzo di scalzare il presidente eletto Donald Trump. Strano suicidio, quello di Epstein, che ha permesso di tirare un grosso respiro di sollievo a una quantità di persone importanti del bel mondo internazionale, nonché della politica e della finanza. Per avere un’idea del "giro" di ragazze che ruotava attorno alle criminali attività di Epstein, che fondava il suo potere sul ricatto dei propri clienti, si tenga presente che si stima abbia coinvolto qualcosa come 10.000 minorenni. E buon per loro se si trattava solamente di prostituzione o di abusi sessuali. Specialmente nei Paesi poveri del Sud del mondo, non si fa molto caso alla scomparsa di bambini e ragazzine; ma è proprio da quegli ambienti che i satanisti dell’alta massoneria internazionale attingono le vittime per i loro nefandi cerimoniali. E se i clienti di Epstein erano ricattabili perché facevano sesso con delle bambine, i membri delle società segrete di satanisti d’alto bordo sono ricattabili perché sono coinvolti in esecrabili attività che comprendono il rapimento di minorenni, le torture e le uccisioni rituali degli stessi. Si comprende bene, così, quanto sia difficile uscire da tali società, ammesso che qualcuno abbia la tentazione di farlo. Il sesso, il crimine e soprattutto i crimini sessuali a danno di minorenni, sono il miglior cemento per tenere insieme delle organizzazioni basate sulla segretezza, sulla complicità, sulla assoluta omertà e sulla pronta collaborazione nel far sparire qualsiasi traccia di coinvolgimento di persone peraltro insospettabili. Talmente insospettabili che comprendono anche fior fiore di cardinali e vescovi della Chiesa cattolica, i quali, specialmente in Vaticano, hanno una delle centrali di tale potere occulto. E se qualche commissario di polizia o qualche magistrato, di tanto in tanto, sente puzza di bruciato e comincia a collegare alcuni fatti inquietanti, apparentemente slegati, che paiono condurre ad un’unica sorgente, la promozione, l’allontanamento, il trasferimento dell’indagine, sono le misure con le quali ogni tentativo di far luce viene bloccato sul nascere; in casi estremi, i satanisti della élite mondiale non esitano a far eliminare fisicamente il seccatore di turno, qualora la corruzione o la macchina del fango orchestrata dai mass-media compiacenti non siano sufficienti a fermarlo. Le strutture di potere semiufficiali, come la Commissione Trilaterale o il Gruppo Bilderberg, e quelle del tutto private, come le riunioni ad altissimo livello internazionale che avvengono ogni anno nel Bosco Boemo, contea di Sonoma, in California (ove ci si muove incappucciati e si adora, di notte, alla luce dei fuochi, un gigantesco gufo in legno alto una ventina di metri), non sono ancora il vertice della piramide. Il vertice è formato da pochissime persone, che evitano qualsiasi forma di pubblicità e che si guardano bene dal ricoprire incarichi pubblici, per quanto prestigiosi e apparentemente potenti, come la presidenza degli Stati Uniti d’America: a svolgere quelle funzioni scelgono degli uomini di paglia, mentre i burattinai si tengono indietro, nell’ombra. Ai livelli più bassi della piramide, viceversa, si trova l’esercito dei poveri illusi, degli idealisti ma consigliati e dei piccoli carrieristi, degli arrampicatrici sociali che si affiliano a qualche loggia massonica semplicemente per agevolare la propria ascesa e migliorare la propria posizione, ma sempre entro un orizzonte relativamente modesto; oppure inseguendo fumosi ideali di pace e fratellanza universale — perché tale è il programma della massoneria così come viene presentato ai pesci piccoli che entrano a far parte di essa.

Abbiamo accennato al caso di Polanski, ma si potrebbero fare diversi altri nomi di registi cinematografici i quali si son lasciati andare a narrazioni parziali e mascherate sulle strutture di potere che dominano occultamente il mondo attuale. Un caso particolarmente significativo è quello del film Eyes Wide Shut, girato da Stanley Kubrick 1999, nel quale viene rappresentata una inquietante società segreta che si riunisce in una villa misteriosa, ove si svolgono orge sessuali e cerimonie rituali fra membri rigorosamente mascherati, nella quale si intrufola, per incosciente curiosità, un medico che non c’entra nulla, e che è venuto a conoscenza della parola d’ordine per entrare da un amico pianista contattato per suonare, bendato, in uno dei saloni. Ma l’intruso viene individuato e messo alle strette affinché riveli la sua identità; costretto a levarsi la maschera, sta per udire la propria condanna, quando una donna affascinante, da lui conosciuta poco prima s’interpone provvidenzialmente e si offre saldare il debito per quella intrusione. Ebbene, Kubrick ha semplicemente ambientato nella New York dei nostri giorni, una scena descritta dallo scrittore ebreo viennese Arthur Schnitzler e ambientata in una villa alla periferia di Vienna, nei primi anni del Novecento. Sia Schnitzler che Kubrick si soffermano sulla descrizione delle orge notturne e degli strani rituali che avvengono a porte chiuse e che sono celebrate da persone altolocate, sicuramente insospettabili, tutte rese irriconoscibili dalle maschere che indossano; ma in effetti non è quello il tema centrale né del romanzo, né del film. Il tema centrale è la crisi coniugale di due sposi, il dottor Fridolin/William Harford (interpretato dall’attore Tom Crusie) e la sua giovane e bella moglie Albertine/Alice (l’attrice Nicole Kidman), apparentemente originata dalla confessione di una fantasia erotica da parte di lei, alla quale lui reagisce cercando delle avventure notturne che culminano nell’episodio della villa misteriosa e dei suoi oscuri e angoscianti rituali. In un certo senso, è come se Kubrick, e Schnitzler prima di lui, avessero voluto dire e non dire qualcosa; come se avessero voluto velare ciò che lascavano intravedere, spostando l’attenzione del pubblico dalla crisi della coppia dei protagonisti alla realtà inconfessabile di gruppi di potere, ai quali sono affiliate persone importanti, che conducono una vita apparentemente normale, ma in realtà si ritrovano periodicamente per ragioni assai poco chiare, in riunioni talmente segrete che cercare di entrarvi senza invito può comportare un vero pericolo di morte.

Abbiamo lasciato il nostro bravo dottore nella villa misteriosa, al culmine degli stranissimi e inquietanti cerimoniali, allorché viene riconosciuto come estraneo e messo alle strette. Ed ecco ciò che accade (da: A. Schnitzler, Doppio sogno; titolo originale: Traumnovelle, 1926; trad. dal tedesco di Giuseppe Farese, Milano, Adelphi, 1997, e La Biblioteca di Repubblica, 2002, pp. 49-52):

Ma in quell’attimo qualcuno accanto a lui mormorò: "Parola d’ordine!". Un cavaliere nero gli si era avvicinato all’improvviso, e poiché Fridolin non aveva risposto subito, ripeté la domanda.

"Danimarca" disse Fridolin.

"Giusto, signore, questa è la parola d’ordine d’ingresso. E quella interna, se è lecito?"

Fridolin taceva.

"Non vuole avere la bontà di dirci la parola d’ordine della casa?" aggiunse con tono tagliente. Fridolin si strinse nelle spalle. L’altro avanzò al centro della sala, alzò la mano, il pianoforte tacque, il ballo s’interruppe, si avvicinarono altri due cavalieri, l’uno in giallo, l’altro in rosso. "Parola d’ordine, signore", dissero simultaneamente.

"L’ho dimenticata" rispose Fridolin con un sorriso vuoto e si sentì tranquillo.

"È una disgrazia", disse l’uomo in giallo "aver dimenticato la parola d’ordine equivale per noi a non averla mai saputa".

Affluirono in sala gli altri uomini in maschera, le porte da entrambi i lati si chiusero. Fridolin era il solo in abito da monaco fra cavalieri variopinti.

"Giù la maschera!" dissero alcuni simultaneamente.

Fridolin allungò le braccia come per proteggersi. Essere il solo a viso scoperto fra gli altri mascherati gli sarebbe sembrato mille volte peggio che trovarsi improvvisamente nudo fra gente vestita. E con vice decisa disse: "Se qualcuno dei signori dovesse sentirsi offeso nel suo onore per la mia presenza qui, mi dichiaro pronto a dargli soddisfazione nella maniera consueta. Ma toglierò la mascherina solo se tutti loro faranno altrettanto.".

"Qui non si tratta di soddisfazione," disse il cavaliere in rosso che finora non aveva ancora parlato "ma di castigo".

"Giù la maschera!" ingiunse di nuovo un altro con voce chiara e insolente che ricordò a Fridolin il tono di comando di un ufficiale. "Vogliamo dirle in faccia e non sulla maschera ciò che l’attende".

"Non me la tolgo," disse Fridolin in tono ancora più drastico "e guai a chi osa toccarmi".

Un braccio si protese a un tratto verso il suo viso come per strappargli la maschera, quando improvvisamente una delle porte si aprì e comparve una donna sulla cui identità Fridolin non poteva avere dubbi: era in costume da suora, così come l’aveva vista la prima volta. Ma dietro di lei, nella sala sgargiante di luci, si potevamo vedere le altre, nude, i volti velati, pigiate fra loro e mute, una schiera impaurita. La porta si richiuse subito.

"Lasciatelo," disse la suora "sono pronta a riscattarlo".

Ci fu un silenzio breve e profondo, come se fosse accaduto qualcosa d’immane, poi il cavaliere nero che aveva chiesto per primo a Fridolin la parola d’ordine, si rivolse alla monaca dicendo: "Conosci le conseguenze di questo tuo atto?".

"Le conosco". Come un profondo sospiro di sollievo attraversò la sala.

"Lei è libero," disse il cavaliere a Fridolin "abbandoni subito questa casa e si guardi bene dall’indagare oltre sui segreti che ha cercato di penetrare. Se dovesse tentare di mettere qualcuno sulle nostre tracce, riesca o no il tentativo, lei sarebbe perduto".

Fridolin era immobile. "In che modo… questa donna dovrebbe riscattarmi?" chiese.

Nessuna risposta. Alcune braccia indicarono la porta, facendogli capire che doveva allontanarsi senza indugi.

Fridolin scosse la testa. "Mi infliggano la pena che vogliono, signori, non tollererò che un altro essere umano paghi per me".

"Non potrebbe più mutare la sorte di questa donna," disse allora pacatamente il cavaliere nero "quando qui si è preso un impegno non si può più tornare indietro".

La monaca annuì piano, come a confermare.

"Va’!" disse a Fridolin.

"No" rispose questi alzando la voce. "La vita non ha più valore per me, se devo andar via di qui senza di te. Non chiedo donde vieni, né chi sei. Che può importare loro, miei sconosciuto signori, recitare fino in fondo questa commedia carnevalesca, anche se mira ad avere un finale serio? Chiunque loro siamo, signori, conducono comunque anche un’altra vita, diversa da questa. Io però non recito alcuna commedia, neanche stasera, e se finora sono stato costretto a farlo, adesso smetto. Sento di essermi imbattuto in un destino che non ha più nulla a che fare con questa mascherata, rivelerò loro il mio nome, mi toglierò la maschera prendendo su di me tutte le conseguenze".

"Guardati dal farlo!" esclamò la monaca. "Ti perderesti senza salvarmi! Va’!" e rivolta agli altri: "Eccomi, sono vostra… di tutti!".

Il costume scuro scivolò via come d’incanto, la donna apparve in tutto lo splendore del suo corpo bianco, afferrò il velo che le cingeva la fronte, il capo e il collo sene liberò con un meraviglioso gesto circolare. Il velo si posò a terra, mentre capelli scuri le cadevano sulle spalle, sul seno e sui fianchi, ma prima ancora di poter cogliere l’immagine del suo viso, Fridolin fu afferrato da braccia robuste, trascinato via e spinto verso la porta; un attimo dopo era nell’atrio, la porta si richiuse alle sue spalle un servitore mascherato gli portò la pelliccia e lo aiutò a indossarla mente il portone si apriva. Si allontanò in fretta come spinto da una forza invisibile, si trovò in strada, la luce dietro di lui si spense, si guardò intorno e scorse la casa silenziosa con le finestre chiuse da cui non trapelava alcun lume…

Invano, l’indomani, il protagonista cercherà di sapere qualcosa di più della strana vicenda notturna che gli appare talmente improbabile da confinare col sogno. Riuscirà a ritrovare la villa, ma un maggiordomo, attraverso il cancello chiuso, gli passerò una lettera nella quale gli si consiglia di lasciar perdere qualsiasi indagine, se ha a cuore la sorte della sua famiglia. Più tardi verrà a sapere della morte di una sconosciuta, ripescata dal fiume; ma neanche la visita all’obitorio riuscirà a fugare i suoi dubbi, sempre più tormentosi, perché in quel corpo nudo e freddo non riuscirà a identificare con sicurezza la quello della donna misteriosa che si era offerta di riscattarlo.

Ci si può chiedere, naturalmente, se Schnitzler prima, e Kubrick poi, sapessero effettivamente qualcosa di molto riservato, avente a che fare con misteriosi circoli esoterici, dediti a rituali oscuri e capaci di controllare la società senza che questa neppure sospetti della loro esistenza; oppure se si tratti di una storia di pura e semplice fantasia. Se è vera la prima ipotesi, ossia che vi sia un fondo di realtà, allora bisogna concludere che tali circoli segreti esistono oggi come esistevamo cento anni fa, e chissà quanto tempo prima ancora, tanto in Europa che negli Stai Uniti d’America. Ma perché scrittori e registi dovrebbero lasciar trapelare simili cose? Perché dovrebbero suscitare una curiosità che non è certo nell’interesse di quegli stessi circoli? I casi sono due. O si tratta di "fughe" controllate di notizie, accompagnate da abili depistaggi e camuffamenti, in modo da sviare l’interesse del pubblico in direzioni sbagliate, un po’ come pare facciano i servizi segreti americani quando qualche ricercatore indipendente solleva domande scomode a proposito di dossier sugli UFO, basi segrete come l’Area 51, laboratori militari nei quali si fanno strani esperimenti, per arrivare fino alle teorie del complotto che vedono in primo piano la tragica giornata dell’11 settembre 2001, ma cui si ricollegano anche numerosi altri episodi, sia interni che internazionali, dalle vicende dell’ISIS alle cosiddette primavere arabe. Oppure si tratta di personaggi che, per motivi di vario genere, hanno deciso di far sapere al mondo, almeno in piccola parte, e sia pure in maniera un po’ velata, la terribile realtà della quale hanno fatto parte, o della quale sono venuti a conoscenza. Si pensi, su un piano leggermente diverso, al caso del giornalista tedesco Ufo Ulfkotte, il quale ha rivelato come la grande maggioranza dei giornalisti tedeschi, e quindi, verisimilmente, anche di altre nazioni europee, siano letteralmente sul libro paga dei servizi segreti americani e abbiano sempre avuto il compito di diffondere nell’opinione pubblica punti di vista del tutto favorevoli alla NATO e alla Casa Bianca, anche a prezzo di calpestare il vero interesse della Germania e degli altri Paesi europei; notizia che egli poteva documentare, essendo stato lui stesso "arruolato" per ben diciassette anni in questo poderoso esercito fantasma pagato e diretto dalla C.I.A. È noto, d’altra parte, quale sia la pena riservata ai "traditori". Che dire di tutto ciò? Una cosa è nota: sia Kubrick, il 7 marzo 1999, appena terminate le riprese del film, sia Ulfkotte, il 31 gennaio 2017 sono morti d’improvviso, in apparenza per cause naturali, ma in circostanze non troppo chiare.

Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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