Come è iniziata la deriva apostatica della Chiesa?
29 Febbraio 2020
Esiliati, anzi sequestrati sull’isola della non verità
1 Marzo 2020
Come è iniziata la deriva apostatica della Chiesa?
29 Febbraio 2020
Esiliati, anzi sequestrati sull’isola della non verità
1 Marzo 2020
Mostra tutto

La bestemmia di Bergoglio contro lo Spirito Santo

Durante il suo viaggio "apostolico" in Kenya del 2015, Bergoglio tenne un discorso veramente memorabile, anche se non nel senso in cui lo intendono i suoi molti ammiratori, parlando a braccio, nella sua lingua materna, lo spagnolo, ma con la traduzione simultanea per il pubblico, in lingua inglese; e intanto gesticolava e si atteggiava come un avvocato in tribunale o come un teatrante di seconda categoria. A un certo punto tirò fuori dalle tasche due oggetti: dapprima una coroncina del Rosario, facendola svolazzare per aria senza la minima delicatezza, come se stesse maneggiando un accendino o un fazzoletto; poi un astuccio contenente una piccola Via Crucis. Ebbene, spiegando perché egli non si separa mai da quei due oggetti, Bergoglio disse qualcosa di veramente incredibile e tale che avrebbe dovuto far digrignare i denti e fremere di orrore tutti i buoni cattolici; qualcosa per cui qualche anima ardente di zelo avrebbe dovuto interromperlo, alzarsi in piedi, piazzargli un robusto calcio nel di dietro e cacciarlo fuori, come bestemmiatore e sacerdote indegno, venuto a dare scandalo alle anime, con la precisa e diabolica intenzione di seminare, come del resto è sua abitudine, la confusione e il turbamento, non a portare parole di verità e di pace a conforto dei fedeli. Infatti, mentre parlava e declamava, mentre agitava il Rosario e l’astuccio con la Via Crucis, il signore argentino vestito di bianco sorrideva di quel suo sorriso beffardo, che ormai tutti i buoni cattolici conoscono fin troppo bene e che hanno imparato a detestare, perché in esso si legge anche ciò che egli non dice apertamente, almeno per adesso:

«Vi sfido, cattolici da quattro soldi; provate a farmi vedere che ci siete ancora, che non siete del tutto già in potere di colui che mi ha mandato! Vi sfido a far vedere che le mie parole vi sono arrivate dritte al cuore, che vi hanno rivelato la vera natura della mia missione; vi sfido a mostrare il fegato che serve per mettervi a gridare, per insorgere, per scagliarvi contro di me. Ma tanto so già che non lo fate, né lo farete mai; so che siete già schiavi del mio signore, che è il Principe di questo mondo; quel che ora faccio, lo faccio solo per avere una conferma, è semplicemente un test, con il quale posso misurare tutta la vostra insipienza, tutta la vostra vigliaccheria, tutto il vostro conformismo. Dal momento che state mandando giù anche questa mia ultima bestemmia; dal momento che nessuno di voi insorge, nessuno protesta, nessuno mostra neanche un qualche segno di disagio, questa è la conferma che i tempi sono maturi per dare la spallata finale alla Chiesa di Gesù Cristo, per farla crollare, marcia com’è, sulle sue stesse fondamenta. Per questo sono stato eletto e per questo mi sono adoperato nell’arco di sette anni, tutti i giorni, ogni ora, fin dal primo istante: per seminare il dubbio, la confusione, per spargere a piene mani l’ambiguità e la contraddizione; per togliervi le ultime difese e per avere la conferma che ormai siete miei, che nessuno oserà resistermi, e che non mi resta da fare altro che stendere l’atto di morte sull’opera terrena del mio nemico, Gesù Cristo, e del Padre celeste che lo ha mandato a sacrificarsi per la salvezza di quelli che, pur essendo nel mondo, in sono del mondo. Perché quel Gesù è morto sulla croce e non è mai risorto; infatti non era che un semplice uomo: ecco perché la Via Crucis è la storia del fallimento di Dio. Se Gesù fosse risorto, come potrei ora dire una cosa del genere? Ma non è risorto, dunque nemmeno voi siete stati riscattati dal peccato: pertanto la vostra speranza è vana, e siete già tutti legati e consegnati al potere del Principe del mondo, che vi tiene strettamente avvinti, e dal quale non avete alcuna speranza di fuggire.»

Queste cose si possono leggere nel sorriso beffardo, sfrontato, e nella luce malefica del suo sguardo, quando costui bestemmia pubblicamente e gode nel vedere l’assenza di reazione, nel constatare quanto sono torpidi e fiacchi e inconsistenti i cattolici dei nostri giorni, e come ascoltano impassibili le sue sconcezze e le sue enormità, e le prendono per buone, come se egli avesse offerto chissà quali perle di saggezza, come se avesse espresso chi sa quale alto e raffinato concetto teologico o chissà mai quale nobile esortazione a perseverare nella fede e nella vita cristiana. Proprio lui, il peggiore eretico e nemico di Cristo che abbia mai avuto l’ardire di introdursi nella Chiesa per avvelenare dall’interno la sorgente stessa della fede. Del resto, ha ben ragione di sorridere compiaciuto e soddisfatto: il test è riuscito a meraviglia, su un miliardo e trecento milioni di cattolici se ne trovano solo poche dozzine disposti ad alzarsi in piedi e a protestare contro le infami novità introdotte nella vita della Chiesa dal contro-clero modernista e massone; e quasi nessun sacerdote. Eppure, lui e quelli come lui, Paglia, Spadaro, Galantino, Bianchi (che non è nemmeno prete, anche se viene fatto passare per tale; mentre il settimanale ex cattolico Famiglia Cristiana lo presenta ai suoi lettori come un grande maestro di spiritualità dei nostri tempi) le sparano talmente grosse che al tempo dei nostri nonni, e dunque non più d’una una cinquantina d’anni fa, se la ventesima parte delle loro bestemmie ed eresie fosse uscite dalla bocca, non diremo di un vescovo o di un parroco, ma anche solo di un sacrestano, costui sarebbe stato messo alla porta in quattro e quattr’otto, come persona manifestamente indegna di servire nella Chiesa cattolica, come un eretico impenitente e un deliberato seminatore di scandali. Ebbene, parlando ai giovani nello Stadio Kasarani di Nairobi, venerdì 27 novembre 2015, il signor Bergoglio ha testualmente dichiarato:

Vi farò una confidenza… Avete fame? Sono le 12.00… No? Allora vi farò una confidenza.  In tasca porto sempre due cose [le tira fuori dalla tasca e le mostra]: un rosario, un rosario per pregare; e una cosa che sembra strana… Che cos’è questo? Questa è la storia del fallimento di Dio, è una Via Crucis, una piccola Via Crucis [mostra un astuccio che si apre e contiene delle piccole immagini]: come Gesù ha sofferto da quando è stato condannato a morte, fino a quando è stato sepolto… E con queste due cose, cerco di fare del mio meglio. Ma grazie a queste due cose non perdo la speranza.

Queste abominevoli parole, che tirano un rigo sopra duemila anni di dottrina e di storia della Chiesa, e che rendono superflua l’esistenza stessa dell’una e dell’altra, dette oltretutto con la solita rozza, inverosimile leggerezza, intercalate alla domanda se quei giovani avessero fame, perché era ora di pranzo, come potrebbe fare un direttore d’albergo ma come di certo non faceva Gesù Cristo quando parava alle folle (nell’episodio del miracolo dei pani e dei pesci si commuove per loro perché non hanno cibo, ma non chiede loro se preferirebbero andare in cerca di vivande mentre sta insegnando il Vangelo); queste parole atroci, pensate allo scopo malvagio di inquinare e se possibile di strappare via ogni speranza dal cuore dei giovani cattolici, perché se la morte di Gesù sulla croce è stata il fallimento di Dio, allora tutta la storia del cristianesimo non è che un’assurdità, un gigantesco equivoco, un malinteso, si possono leggere, nero su bianco, sul sito ufficiale della Santa (santa?) Sede(http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/november/documents/papa-francesco_20151127_kenya-giovani.html) e si può ascoltarle e vedere il filmato sul canale Youtube di numerosi siti internet (ad es.: https://youtu.be/OJbpEgCbz7o), ripreso dalla cattolicissima (si fa per dire) TV2000. Nessuna manipolazione dei nemici occulti di Bergoglio; nessuna macchinazione di cardinali conservatori, come Burke o Sarah; nessuna perfida fake-news, messa in giro da qualche giornalista senza scrupoli. Quelle parole tremende, intollerabili, Bergoglio le ha dette veramente, con la massima intenzionalità, guardando dritto negli occhi gli interlocutori, ammiccando con una particolare aria di complicità alle autorità presenti in prima fila; le ha dette a mente lucida, scandendo le sillabe, sottolineando con i gesti e il tono della voce i passaggi più scandalosi. Le ha dette, e intanto sorrideva; le ha dette, e intanto si godeva la scena, scrutava i volti, cercava i segni di un sia pur minimo dissenso, di un sia pur dissimulato disagio. Le ha dette, e intanto contemplava il loro effetto traumatico, forte della propria spudoratezza, nonché del protocollo e dell’etichetta che inibivano in ogni caso ai presenti di manifestare la loro perplessità, se perplessità c’era: e noi crediamo che ci fosse. Quale cattolico potrebbe ascoltare un simile discorso e rimanere indifferente, o addirittura approvarlo e condividerlo? Quale cattolico, per quanto digiuno di dottrina e povero di fede, ma comunque cattolico, potrebbe udire simili affermazioni, e udirle dalla bocca del papa, senza restare ferito sino in fondo all’anima, e avvertire un sapore amaro in bocca, come se gli fosse stato propinato a tradimento il più tossico dei veleni?

Dunque, secondo Bergoglio, la Via Crucis è la storia del fallimento di Dio. Davvero? Allora andiamo a prendere il Catechismo della Chiesa cattolica e leggiamo cosa dice a proposito della giustificazione degli uomini e della Redenzione operata da Gesù Cristo mediante la sua Passoone, Morte e Resurrezione (§§ dal 1987 al 1992):

1987 La grazia dello Spirito Santo ha il potere di giustificarci, cioè di mondarci dai nostri peccati e di comunicarci la "giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo" ( Rm 3,22 ) e mediante il Battesimo.

Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù ( Rm 6,8-11 ).1988 Per mezzo della potenza dello Spirito Santo, noi prendiamo parte alla Passione di Cristo morendo al peccato, e alla sua Risurrezione nascendo a una vita nuova; siamo le membra del suo Corpo che è la Chiesa, [Cf. 1Cor 12 ] i tralci innestati sulla Vite che è lui stesso. Per mezzo dello Spirito, tutti noi siamo detti partecipi di Dio. Entriamo a far parte della natura divina mediante la partecipazione allo Spirito. Ecco perché lo Spirito divinizza coloro nei quali si fa presente 1989 La prima opera della grazia dello Spirito Santo è la conversione, che opera la giustificazione, secondo l’annuncio di Gesù all’inizio del Vangelo: "Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino" ( Mt 4,17 ). Sotto la mozione della grazia, l’uomo si volge verso Dio e si allontana dal peccato, accogliendo così il perdono e la giustizia dall’Alto. "La giustificazione. . . non è una semplice remissione dei peccati, ma anche santificazione e rinnovamento dell’uomo interiore"

1990 La giustificazione separa l’uomo dal peccato che si oppone all’amore di Dio, e purifica dal peccato il suo cuore. La giustificazione fa seguito alla iniziativa della misericordia di Dio che offre il perdono. Riconcilia l’uomo con Dio. Libera dalla schiavitù del peccato e guarisce.

1991 La giustificazione è, al tempo stesso, l’ accoglienza della giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo. Qui la giustizia designa la rettitudine dell’amore divino. Insieme con la giustificazione, vengono infuse nei nostri cuori la fede, la speranza e la carità, e ci è accordata l’obbedienza alla volontà divina.

1992 La giustificazione ci è stata meritata dalla Passione di Cristo, che si è offerto sulla croce come ostia vivente, santa e gradita a Dio, e il cui sangue è diventato strumento di propiziazione per i peccati di tutti gli uomini. La giustificazione è accordata mediante il Battesimo, sacramento della fede. Essa ci conforma alla giustizia di Dio, il quale ci rende interiormente giusti con la potenza della sua misericordia. Ha come fine la gloria di Dio e di Cristo, e il dono della vita eterna.

Dunque, non solo il Sacrificio di Cristo era necessario per il divino piano di salvezza; ma i fedeli partecipano a quel Sacrificio, morendo al peccato come Cristo è morto sulla croce, e risorgendo alla vita di Grazia mediante la sua Resurrezione, il tutto con la mediazione e l’intervento dello Spirito Santo che opera in loro. Sorge perciò una legittima e ragionevole domanda: Bergoglio ha mai letto il Catechismo della Chiesa cattolica? Se sì, Bergoglio si ritiene cattolico? E noi, comuni fedeli, che cosa ne pensiamo: un cattolico può dire quel che dice lui, e al tempo stesso continuare a professarsi cattolico, anzi addirittura papa, vicario di Cristo in terra? E può far scomunicare, far cacciare, far commissariare degli altri cattolici, dei religiosi, per la sola ragione che cercano di resistere alla sua pretesa di stravolgere la dottrina e il Magistero perenne, e vorrebbero difendere, per amore di Gesù Cristo e per il bene delle anime, la dottrina e il Magistero di sempre? La risposta l’ha data lui stesso, quando ha affermato che Dio non è cattolico. Che altro serve per capire chi egli sia? Gesù stesso dice (Mt 12,31-32): Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro. Ora, definendo la Passione e la Morte di Gesù Cristo il fallimento di Dio, Bergoglio disprezza l’opera dello Spirito Santo e si macchia, così, del solo peccato davvero imperdonabile…

Fonte dell'immagine in evidenza: sconosciuta, contattare gli amministratori per chiedere l'attribuzione

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
Hai notato degli errori in questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.