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Come è iniziata la deriva apostatica della Chiesa?

Non è più tempo di gemiti e lamenti, ma di agire. E tuttavia, per poter agire in maniera appropriata, bisogna prima avere ben compreso la situazione. La domanda centrale è sempre la stessa: come ha avuto inizio la deriva apostatica della Chiesa? E, di conseguenza, come mai nessuno pare essersene accorto per tempo? Questo secondo interrogativo non è una sterile forma di auto-colpevolizzazione, al contrario, è d’importanza decisiva per saper come regolarsi, quale strada prendere. Se i cattolici riusciranno a capire come sia stato possibile che la casa nella quale abitano venisse trasformata radicalmente fino al punto da essere irriconoscibile e diventare un tempio satanico, e ciò senza che se ne rendessimo conto, allora sapranno anche quali tecniche usa il nemico e quali strategie devono adottare per difendersi dalla sua maligna aggressione. Quelli che hanno una sessantina d’anni sono nella posizione migliore per vedere e per comprendere, poiché hanno avuto la possibilità di conoscere direttamente la Chiesa di prima del Concilio, o di prima che il Concilio iniziasse a diffondere i suoi errori e a sovvertire il suo DNA, pervertendo tutto l’insieme delle verità, dei valori e degli insegnamenti autenticamente cattolici; e perciò possono misurare la distanza abissale, sconvolgente, che separa la vera Chiesa di Cristo dalla sua orribile contraffazione satanica, che separa uomini come Pio XII, san Pio da Pietrelcina, padre Cornelio Fabro, don Divo Barsotti, da uomini come Bergoglio, padre Turoldo, il cardinale Kasper o il gesuita James Martin; e che separa tanti e tanti bravi preti e parroci di campagna e di quartiere fino a due generazione fa, umili, silenziosi, colti, saggi, pieni di Spirito Santo, da quei preti e parroci di oggi, i quali riempiono le chiese di opere "d’arte" blasfeme, aboliscono il Credo, annullano la Messa di Natale in omaggio ai migranti, intonano Bella ciao al termine delle sacre funzioni, si presentano all’altare con la sciarpa arcobaleno e celebrano apertamente l’amore gay, invitando a salire davanti al Santissimo le coppie omofile, per presentarle ai fedeli come esempi edificanti di perfetto amore ‘coniugale’. Un’enormità che faceva e fa arrabbiare anche molti omosessuali intelligenti: cfr. il nostro articolo: Il matrimonio gay, per l’omosessuale Testori, è solo un’esecrabile rivalsa, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 14/04/15 e ripubblicato su quello dell’Accademia Nuova Italia l’08/11/17).

Per aiutarci nella comprensione di questo apparente mistero, faremo un’analogia con un film horror e ciò non sembri cosa frivola o irrispettosa: infatti è proprio un film dell’orrore quello che stiamo vivendo, o meglio che stiamo interpretando nostro malgrado. I meccanismi psicologici grazie ai quali il male penetra in una comunità e finisce per distruggerla, prima che qualcuno lo veda e lo riconosca per quel che è, prima che qualcuno sappia cogliere gli indizi della sua presenza, sono esattamente gli stessi della storia vera nella quale ci troviamo immersi e che somiglia effettivamente a un incubo vissuto ad occhi aperti. Il film in questione, Le notti di Salem (originariamente una miniserie in due puntate, Salem’s Lot), girato da Tobe Hooper 1979, e tratto da un romanzo di Stphen King di quattro anni prima, narra la storia di una cittadina immersa fra i boschi del Maine, un posto apparentemente tranquillo nel suo isolamento, che viene invaso dai vampiri, fino alla sua completa rovina e al susseguente abbandono. Tutto avviene molto in fretta, nel giro di pochissimi giorni, ma l’invasione era stata preparata con cura da tempo: un insospettabile commerciante di antiquariato funge da pilota al "maestro" che deve ancora arrivare: poi, quando avrà inizio l’attacco, i vampiri si riprodurranno in progressione geometrica, mano a mano che cresce il numero delle vittime ignare, trasformate a loro volta in non-morti. Il solo che stava in guardia, e che infatti è il primo a rendesi conto di quel che sta accadendo, è uno scrittore che era nato in quel paese, ove aveva trascorso l’infanzia, e che ora è ritornato, attratto da una forza misteriosa e da una spasmodica curiosità che si polarizza su una vecchia, grande casa dalla fama sinistra, situata all’ingresso del piccolo centro. È lì, infatti, che il "maestro" si insedia, ed è da lì che parte la strategia di conquista della cittadina: Ben, il protagonista, che ha preso una stanza in affitto dalla cui finestra può tenere d’occhio la casa, osserva con crescente preoccupazione gli spostamenti del "pilota" e presente che qualcosa di terribile sta per accadere. Alla fine, gran pare degli abitanti soccomberanno e solo pochi riusciranno a fuggire in tempo; le fiamme distruggeranno le case e Salem diverrà una ghost-town, una città-fantasma, ancora abitata da quei vampiri che il fuoco non è riuscito a eliminare, e che seguiteranno a perseguitare Ben in ogni angolo del mondo.

Ci siamo soffermati su questa storia perché in essa c’è un significato che si applica perfettamente alla presente situazione. Come i pacifici abitanti di quella cittadina, i cattolici si sono abituati a una vita tranquilla, fin troppo tranquilla: si sono scordati che la vita è una milizia, che bisogna sempre pregare e vigilare, e che le forze del male non vanno mai in vacanza, perché, come dice san Pietro nella prima epistola che porta il suo nome, il diavolo si aggira in cerca di chi divorare. Una vola lo sapevano; anzi, lo avevano sempre saputo: ma poi è arrivata la modernità, sono arrivate la scienza e la tecnica, l’idea di progresso e quella dei diritti, e quel concetto è stato dismesso come un abito che non si usa più. Improvvisamente nella Chiesa cattolica si è messa in archivio l’idea che la vita è una milizia, e che il cristiano è un miles Christi: improvvisamente, dal Concilio Vaticano II, sono diventati tutti amici, belli e brutti, buoni e cattivi, anche i nemici di sempre, o meglio si è fatto finta che fossero diventati amici; improvvisamente ci si è messi a gettare ponti in ogni direzione, anche verso la rilassatezza, la tentazione e il peccato, e ad abbattere furiosamente i muri difensivi che proteggevano i fedeli; improvvisamente si è diffusa la mentalità buonista, pacifista, rinunciataria, secondo la quale il cristiano, dopotutto, è uno come tutti gli altri, che deve stare al mondo come ci stanno gli altri, e darsi al buon tempo, finché può, perché poi la vita finisce, e con essa finisce tutto quello di cui si ha certezza: se per caso c’è anche una vita eterna, questo con certezza non lo sa nessuno, quindi è meglio non pensarci troppo e regolarsi come se questa vita terrena e questo corpo di carne e sangue fossero tutto ciò che abbiamo. E non è ancora tutto. Poiché la caratteristica essenziale dei cattolici moderni è di aver sostituito, in maniera discreta e indolore, apparentemente senza contraddizioni, il punto di vista cristiano con il punto di vista moderno, la gran parte di essi hanno fatto qualcosa di peggio che annacquare la propria fede e abbandonare, senza averne l’aria, il modello del Vangelo, per sostituirlo con il modello consumista: hanno socchiuso la porta e invitato le forze del male a entrare nelle loro vite. Ci sono due maniere di invitare le forze del male: esplicita e implicita. La prima è la maniera dei satanisti, dei massoni di alto grado e dei praticanti la magia (nera: perché la magia tutta nera, come insegnava padre Gabriele Amorth, il grande esorcista; la cosiddetta magia bianca non esiste). La seconda è la maniera di quanti per curiosità, per superficialità, per ignoranza, per stoltezza, per noia e per colpevole negligenza indulgono a stili di vita che sono già, di per sé, un richiamo alle forze del male, anche se tale invito non è formulato in termini aperti e pienamente intenzionali. Nella società anglosassone, per esempio, negli ultimi decenni va fortissima la moda della Wicca: la praticano migliaia e migliaia di persone, specialmente donne, affascinate da una mistura di femminismo, esoterismo, occultismo e trasgressione, con alcune spruzzate di panteismo, animismo, naturismo in salsa New Age. Ne fanno parte soprattutto persone colte, appartenenti alle classi medio-alte: non è, come si potrebbe immaginare, un fenomeno popolare, ma di élite. È molto diffuso fra professionisti, finanzieri, politici, scrittori, attori e gente di spettacolo; ha conquistato una bella fetta di Hollywood e così, attraverso l’opera dei produttori e dei registi affiliati ad essa, diffonde ampiamente i suoi temi, le sue suggestioni, una propaganda più o meno manifesta delle sue pratiche. Dal cinema alla televisione, ai giochi di società, ai libri e alle riviste specializzate (si fa per dire), anche per bambini, ai fumetti, alla letteratura (vedi la saga di Harry Potter), all’oggettistica, ai corsi di formazione, alle associazioni ‘culturali’, la moda della Wicca prolifera e si diffonde a macchia d’olio in ogni ambito, guadagna consensi, si presenta sotto una luce seducente anche ai cattolici annoiati e desiderosi di provare nuove emozioni, di sperimentare un nuovo rapporto con le forze della natura e con la Madre Terra, altrimenti detta Pachamama. Per fare un esempio fra mille, nel libro Una strega a New York (Book of Shadows), Phyllis Curott, una donna che svolgeva la professione di avvocato, racconta ai suoi lettori come sia entrata a far parte di una cerchia di donne che praticano la magia cosiddetta "buona", allo scopo di trovare la saggezza e onorare la natura, riportando alla luce i poteri femminili, oscurati da secoli di religioni patriarcali (come appunto il cattolicesimo, da lei esplicitamente citato). E accanto alla Wicca ci sono tutta una serie di pratiche esoteriche, dalla cartomanzia, all’astrologia, alle sedute spiritiche, nonché di "medicine alternative" (non tutte, ma alcune), i cui rituali altro non sono che degli inviti alle forze del male a prendere possesso degli incoscienti apprendisti stregoni.

In Italia la stregoneria è meno diffusa, in compenso pullulano le sette esoteriche di ogni genere, che in genere hanno in comune, pur nelle diversità specifiche, la cosa essenziale: un orientamento antropocentrico e naturalistico, una rivolta latente o esplicita contro la tradizione, in particolare contro il cattolicesimo e la sua morale, e una rivalutazione e assolutizzazione della dimensione inconscia, primitiva, irrazionale, repressa — secondo i loro cultori – dalle religioni monoteiste, dalle convenzioni sociali e dalla stessa ragione naturale. Anche in questo caso, il più delle volte non si tratta di gruppi e di pratiche intenzionalmente orientati verso il satanismo e le forze del male, ma che tuttavia ne sono l’anticamera, così come lo sono, del resto, il culto e la pratica del rock estremo, specie nella versione di alcuni artisti specializzati nell’area dark, come Marilyn Manson, i quali si pongono come intermediari rispetto alle forze oscure già nell’aspetto fisico volutamente scioccante e orripilante, come in uno spregio intenzionale alla bellezza della creatura prediletta da Dio. E così come esiste una sociologia dei culti e delle pratiche che sono oggettivamente pericolosi, in quanto si pongono con compiacimento ai limiti del mondo delle tenebre, egualmente esiste una geografia del male, che, nel caso dell’Italia, ha il suo centro nevralgico a Torino (non se la prendano i torinesi, ovviamente ciò non implica una "condanna" dell’intera cittadinanza), uno dei vertici del triangolo magico Lione-Torino-Praga, e ha la sua base operativa in Piemonte, in particolare nella provincia di Asti ove, come ci ha fatto notare un dotto e perspicace lettore hanno avuto i natali alcuni personaggi chiave della cultura anticattolica e anticristiana dei nostri anni, pur se non legati direttamente agli ambienti esoterici e occultistici. Occorre far notare che le radici familiari del signor Bergoglio, il contro-papa che sembra incarnare le profezie sull’Anticristo, si trovano in quella zona? Ma anche altre regioni d’Italia sono interessate dalla geografia oscura, in particolare la Toscana, ove crediamo che ben pochi della nostra generazione si siano mai scordati gli orribili delitti del cosiddetto mostro di Firenze, dietro i quali non ci vuole molta fantasia per immaginare non dei criminali sessuali isolati, ma una rete diffusa di tipo satanico, che evidentemente ha potuto avvalersi di numerose complicità per depistare le indagini e stendere una cortina protettiva intorno ad alcune figure e ad alcuni circoli insospettabili e intoccabili. Del resto, la Toscana è una regione dove la massoneria è capillarmente diffusa con la sua rete tentacolare, come pure l’Umbria e l’Emilia, ove le logge sono decine e centinaia, anche nelle città minori. E la massoneria profana, a sua volta, è strettamente collegata alla massoneria ecclesiastica, che ormai annovera una quota non certo piccola di vescovi e cardinali, giunti ad occupare i principali punti-chiave della Chiesa. La sua opera nefasta si è palesata specie con la cosiddetta riforma liturgica di Paolo VI, promossa dal massone arcivescovo Bugnini, e prosegue mediante l’introduzione di simboli massonici nelle chiese, nei conventi, nei seminari (si pensi ai simboli massonici profusi nel santuario di San Giovanni Rotondo, destinato ad accogliere le spoglie mortali di padre Pio, progettato dall’architetto Renzo Piano). Stiamo parlando di un’organizzazione potentissima e totalmente senza scrupoli, capace di far dimettere papi sgraditi, come Bendetto XVI e di insediare personaggi che non potrebbero essere eletti, a norma di diritto canonico, come il gesuita Bergoglio; inoltre, capace di eliminare papi scomodi (Giovanni Paolo I morì mentre si accingeva a fare un repulisti dei vescovi massoni) e che non arretra di fronte a nulla. Il sacerdote don Luigi Villa, incaricato da san Pio da Pietrelcina (e, ufficiosamente, da papa Pio XII) di fare un’ampia inchiesta sulla massoneria ecclesiastica, subì ben sette tentativi di omicidio: difficile dubitare che a salvargli la vita sia stata la speciale protezione della Vergine Maria. E occorre ricordare la fine di Roberto Calvi e Michele Sindona, banchieri legati alla massoneria e in strettissimo contatto con ambienti vaticani, specie lo I.O.R. di monsignor Marcinkus? O la fine del giornalista Mino Pecorelli, che aveva gettato un fascio di luce inquietante sulla zona d’intersezione tra finanza, massoneria, mafia, politica e alto clero? Perciò alla domanda: come è iniziata la deriva apostatica della Chiesa?, la risposta è: con la vittoria dello spirito del mondo nel clero e nei fedeli…

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Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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