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Per sconfiggere la contro-chiesa bisogna conoscerla

Sono cinque le illusioni dalle quali i cattolici, quelli veri e non i contro-cattolici bergogliani, devono quanto prima liberarsi, se vogliono sperare di sconfiggere la contro-chiesa massonica e diabolica che i Padroni Universali stanno cercando di sostituire, senza che i fedeli se ne accorgano (!), alla vera Chiesa fondata da Gesù Cristo, ispirata e sorretta dallo Spirito Santo, protetta dagli Angeli e dalla Vergine Maria, illuminata dalla sapienza dei Padri e santificata dal sangue dei Martiri. Le quattro illusioni sono queste:

– la prima, che ci troviamo in presenza di episodi isolati di disordine, liturgico, pastorale, ecc., i quali, per quanto spiacevoli, e talvolta anche gravi, non devono però essere sopravvalutati, né condurre alla convinzione che esista un vero e proprio complotto globale;

– la seconda, che tutti i mali della Chiesa provengano da Bergoglio e dai suoi più stretti collaboratori quasi che, fino a Benedetto XVI, la situazione fosse tutto sommato discreta, e comunque non particolarmente allarmante;

– la terza, che ci troviamo in presenza di membri del clero i quali sbagliano, sì, ma per un eccesso di zelo, o per ingenuità, o per ignoranza, e che sia possibile farli rinsavire, spiegare le ragioni per cui stanno sbagliando, e ottenere che ritornino sulla retta via;

– la quarta, che anche questa crisi passerà, come ne sono passate molte altre in questi duemila anni da che esiste la Chiesa cattolica, perché, alla fine dei conti, non si tratta che di una delle prove cui essa periodicamente deve soggiacere; ma basterà stringere i denti e pazientare, e le cose si aggiusteranno, se non altro perché Gesù Cristo in Persona ha promesso solennemente che le porte degli inferi non prevarranno su di essa;

– la quinta, che si tratti pur sempre di una situazione umana, determinata da fattori umani, e che quindi può essere raddrizzata sostituendo certe persone, col loro modo di pensare e di agire, con altre persone, che pensino e agiscano diversamente.

Se non riescono a liberarsi da queste cinque illusioni i cattolici non giungeranno mai a comprendere i veri termini dalla crisi nella quale si dibatte la Chiesa e nella quale si dibattono, di conseguenza, anche loro, qualsiasi cosa pensino della Chiesa. Infatti è evidente che se la Chiesa è in preda a delle dinamiche distruttive di origine interna (parliamo della Chiesa militante, tribolata da mille debolezze umane; non della Chiesa purgante e della Chiesa trionfante, che la sostengono con le loro preghiere), neppure i cattolici possono sottrarsi agli effetti di tali dinamiche, quand’anche la loro fede — e sarebbe cosa, comunque, difficilissima — non ne risentisse in maniera diretta, perché cattolico significa universale e nessun cattolico, di conseguenza, può fare come se fosse un’isola che vive di una vita propria e indipendente. Dobbiamo perciò vedere da vicino queste illusioni, considerandole una per una, per giungere a delle corrette conclusioni sui tempi che stiano vivendo e sulla linea che dobbiamo tenere.

1) Noi non siamo affatto in presenza di disordini liturgici e pastorali, né di confusioni dottrinali e disciplinari, sorti per così dire spontaneamente, e quindi riconducibili a dinamiche individuali, per quanto sempre più diffuse. Al contrario: i disordini e la confusione sono originati da un progetto ben preciso, che ha una centrale decisionale e operativa, da una cupola occulta che presenta non poche analogie con la cupola mafiosa. In altre parole, esiste una cabina di regia da cui partono gli impulsi che si traducono in disordine e confusione: e benché i singoli artefici della manovra siano, il più delle volte, ignari del disegno complessivo, e agiscono come se fossero animati da uno spirito d’iniziativa individuale, che si può genericamente definire come progressista, se non proprio come rivoluzionario, in realtà non sono che l’inconsapevole massa di manovra di una forza occulta che non arriverebbero a immaginare neppure nei loro sogni più spinti. Il singolo sacerdote che annuncia pubblicamente alla sua comunità parrocchiale di essere gay e che non c’è alcuna incompatibilità fra una tale cosa e l’essere ministro consacrato di Gesù Cristo; o quello che offre la sua chiesa affinché vi si tengano incontri e conferenze tenuti da personaggi anticattolici, i quali illustrano pratiche e teorie anticattoliche e totalmente immorali dal punto di vista cattolico, come l’aborto o l’eutanasia; oppure ancora quello che concelebra la santa Messa con dei ministri del culto protestanti; il professore di teologia che insegna ai suoi studenti a disprezzare le opere di san Tommaso d’Aquino e getta invece dei ponti verso la psicanalisi, il marxismo, l’esistenzialismo, il protestantesimo e l’ateismo; il vescovo che mette a disposizione locali religiosi, ad esempio conventi, affinché dei preti gay-friendly vi tengano dei corsi di affettività per persone dello stesso sesso; il rettore del seminario che incita i pochi seminaristi a espungere dalla loro mappa mentale il concetto di peccato, per sostituirla con quella di fragilità, e ad accompagnare le persone "fragili", cioè i peccatori, non si sa bene dove, né per fare cosa, ma comunque guardandosi bene dall’esortarli alla conversione; l’insegnante di religione che vuol mostrarsi agli studenti più progressista e più "rosso" dei colleghi laici, e che propala i luoghi comuni è più vieti contro il cattolicesimo, come essere stato per secoli nemico della scienza, o aver rappresentato il maggiore ostacolo alla tolleranza e alla libertà di pensiero; il catechista o la catechista che presenta Gesù e i Sacramenti in un’ottica puramente umana, banalizzando e semplificando tutto, fino ai limiti dell’eresia e oltre, fino a dire, con Enzo Bianchi (e con Bergoglio) che Gesù era un semplice uomo e che Maria era una comunissima donna, e che la nascita verginale di Gesù è un mito, come è un mito la sua Resurrezione; e il giornalista o lo scrittore "cattolici" i quali diffondono un’idea mostruosamente deformata del vero insegnamento morale della Chiesa, o il direttore del giornale della C.E.I. che chiama ad illustrarlo un noto vignettista ateo e marxista, il quale fa oggetto di schermo e d’ironia le figure e le cose più sacre al sentimento dei cattolici: tutti costoro, e altri ancora della stessa risma, altri non sono che la massa di manovra utilizzata cinicamente e lucidamente da una centrale operativa molto intelligente, molto scaltra, molto sperimentata, rotta a ogni astuzia, che dispone delle più impensabili ramificazioni e dei più massicci e segreti sostegni finanziari. Stiamo parlando della massoneria ecclesiastica, per chi ancora non l’avesse capito, la quale da circa tre secoli si adopera per insinuarsi all’interno della Chiesa di Cristo e che dal 1958 è giunta fino al suo vertice. Ci sarà un motivo se papa Clemente XII fulminò la scomunica contro i massoni fin dal 1738, con la bolla In eminenti apostolatus specula, spiegando, al tempo stesso, di avere delle ragioni che non potevano essere rese pubbliche per agire in un tal modo. E non è più che verosimile che quelle ragioni avessero a che fare con l’infiltrazione massonica fra i membri dell’alto clero, già allora, vale a dire qualcosa come duecentocinquanta anni fa? Altro che Concilio Vaticano II: son tre secoli che la massoneria lavora per conquistare posizioni di potere all’interno della Chiesa; lavoro sotterraneo, paziente, metodico, che col Concilio è venuto alla luce, ma che, simile a un tarlo nel legno, da moltissimo tempo agiva nell’ombra e alla metà del ‘900 era ormai in condizioni di compromettere la stabilità dell’intero edificio.

2) Alla luce di quanto abbiamo detto, appare chiaro che sarebbe estremamente ingenuo attribuire a Bergoglio la responsabilità di tutti i mali della Chiesa; come se, fino al 2013, le cose andassero benissimo e, ad ogni modo, la Chiesa fosse pur sempre in grado di trasmettere la fede cattolica in tutta la sua purezza. Certo, Bergoglio ha fatto da detonatore alla fase finale, la più aggressiva ed esplicita, della manovra di conquista della Chiesa da parte della massoneria, però non bisogna scambiare l’effetto per la causa. Bergoglio è solo uno strumento, peraltro assai mediocre, per non dire scadente, proprio dal punto di vista umano: come cultura, intelligenza, controllo di se stesso, capacità di comunicare, è uno strumento alquanto difettoso; se ciononostante ha scelto lui, è perché ora la massoneria ecclesiastica si sente così forte da poter proseguire il gioco a carte scoperte, e sfidare i veri cattolici, senza più tante precauzioni. Il suo obiettivo è seminare il caos: e quale uomo più adatto a tale scopo di Bergoglio, maestro della confusione voluta, dell’ambiguità calcolata, della menzogna e dell’inganno eretti a sistema?

3) Per gli stessi motivi bisogna liberarsi anche dall’idea che il clero anticattolico stia sbagliando in buona fede. Il generale dei gesuiti Sosa Abascal non sbaglia per ingenuità, quando dice che non si sa bene cosa abbia insegnato Gesù Cristo; e il cardinale Marx non sbaglia per ingenuità, quando promuove una chiesa aperta alle unioni gay, al sacerdozio femminile e alla totale autonomia da Roma; né sbaglia per ingenuità Bergoglio quando bestemmia contro le verità più sacre della religione cattolica, e la offende con mille atti e omissioni, come presentarsi alla Messa impugnando una ferula che pare un simbolo diabolico più che un Crocifisso, o evitare d’inginocchiarsi davanti a Gesù Eucaristico. Né sbagliano per ingenuità i membri della Pontificia commissione biblica quando pubblicano un libro ove si dice che Dio punì Sodoma, distruggendola – col permesso di monsignor Galantino, secondo il quale invece la risparmiò – non per il peccato (omo)sessuale dei suoi abitanti, ma per la mancanza d’ospitalità di questi ultimi verso i forestieri. E neppure sbagliano per ingenuità quei vescovi che portano a spalla l’idolo Pachamama dentro la Basilica di San Marco, o quei frati e quelle suore che l’hanno adorato bocconi sull’erba, né il signore argentino che l’ha benedetto (nel nome di chi, poi?). Oppure c’è qualcuno disposto a credere che monsignor Pagia abbia sbagliato per ingenuità quando fece affrescare orrendamente il duomo di Terni con una "redenzione" che inneggiava al peccato senza pentimento, e si faceva raffigurare anche lui fra i peccatori; oppure quando celebrava le lodi morali di Marco Pannella con parola magniloquenti, definendolo uomo di altissima spiritualità e invitando i cattolici a prenderlo quale modello di vita? No: nessuno di costoro sbaglia per ingenuità, per leggerezza, per eccesso di zelo; al contrario, sanno benissimo quel che stanno facendo. Lo sanno e ne godono, perché il loro scopo è distruggere la Chiesa e disperdere i credenti: non altro. Inoltre, per molti lo scopo è il denaro. Quanti sanno, ad esempio, che la Chiesa tedesca è così ricca perché in Germania è prevista una tassazione obbligatoria sul patrimonio di quanti si dichiarano cattolici; e che la Conferenza Episcopale Tedesca di quel tal cardinale Marx ha comminato la scomunica per quanti decidessero di cancellare la loro appartenenza alla Chiesa cattolica per ragioni fiscali? E con quella montagna di soldi, praticamente estorti ai fedeli sotto minaccia di scomunica e di rifiuto del funerale cristiano, la stessa Conferenza Episcopale Tedesca fa la voce grossa con Roma e pretende d’imporre la sua agenda rivoluzionaria, cominciando dall’abolizione del celibato ecclesiastico e dal pieno riconoscimento ecclesiale delle unioni gay mediante un apposito "sacramento". Quasi inutile precisare, a questo punto, che stiamo parlando di pastori che non credono in Gesù Cristo, se non a parole (e sempre meno) per il semplice fatto che non credono in Dio. Quella di Vittorio Sgarbi, che Bergoglio è un papa ateo, è ben più d’una semplice battuta: in realtà sono in molti a pensarlo, anche se sarebbe indelicato dirlo…

4) Sì: Gesù Cristo ha promesso che le porte degli inferi non prevarranno sulla sua Chiesa. Però non ha promesso che non ci sarebbero state, per essa, delle prove durissime; né che l’antico avversario non avrebbe cercato d’impadronirsene. Al contrario: Gesù ha affermato che ci saranno persecuzioni, e che farsi suoi seguaci equivale a subirle, pur se ha promesso il suo aiuto in ogni circostanza. Ma se i cattolici, oggi, si aspettano che non ci sia bisogno di vigilare, né di lottare e, se necessario, di sacrificarsi, perché tanto ci penserà Gesù Cristo a ristabilire la Verità e la Giustizia, allora non hanno capito nulla del Vangelo, e sono maturi per cadere nelle grinfie del Diavolo.

5) La Chiesa cui pensiamo generalmente è solo la Chiesa visibile: ma al di là e al disopra di essa c’è la Chiesa invisibile, formata da tutte le anime beate, dagli Angeli e dalla Madre divina, e pervasa dallo Spirito Santo. Noi siamo gli operai della vigna: possiamo essere buoni o cattivi operai; ma siamo sempre e solo operai. Il destino della vigna è nelle mani del suo Padrone. Contro di essa non ci sono solo degli uomini malvagi, ambiziosi, stolti e idolatri; essi sono solo i servi del principe di questo mondo e degli spiriti delle tenebre, che lui sguinzaglia per perdere le anime. Noi siamo al centro di una battaglia cosmica, combattuta fra il Cielo e l’Inferno. Per quanto potente sia la massoneria, o lo siano i gruppi di satanisti arrivati a insediarsi perfino in Vaticano; per quanto ricchi, decisi e spietati siano i nemici umani del Vangelo, il vero Nemico non è una creatura fatta di sangue e di carne, né lo sono i suoi diretti ministri, come ci ricorda San Paolo nella Lettera agli Efesini. E dunque le armi di cui c’è specialmente bisogno in questa battaglia all’ultimo sangue sono la preghiera, l’adorazione Eucaristica e la piena, completa fiducia in Gesù Cristo.

Ecco: queste sono le cinque illusioni dalle quali occorre liberarsi, per poter combattere sia l’ultimo Nemico, sia i nemici umani che lo servono. E bisogna ricordare che la battaglia non divampa solo fuori, ma anche nel profondo di ciascuno di noi: e la posta in gioco è la nostra anima. Perciò, animo: non è tempo di piagnucolare e lamentarsi come donnette, ma di essere degni combattenti di Cristo…

Fonte dell'immagine in evidenza: RAI

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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