La sua zampa pelosa ora spunta dalla manica
24 Gennaio 2020
Un bilancio, dopo quasi sette anni di Bergoglio
27 Gennaio 2020
La sua zampa pelosa ora spunta dalla manica
24 Gennaio 2020
Un bilancio, dopo quasi sette anni di Bergoglio
27 Gennaio 2020
Mostra tutto

Bergoglio segue l’agenda massonica punto per punto

Nella biblioteca di un piccolo paese di collina, l’altro giorno, ci è venuto fra le mani un libretto di grande formato, evidentemente indirizzato ad un pubblico di giovanissimi, la cui copertina a vivaci colori e il cui titolo a grossi caratteri non potevano non attirare la nostra attenzione: Pachamama; sottotitolo: La nostra Terra; il nostro Futuro (proprio così: "Terra" e "Futuro" con la lettera maiuscola). Si trovava in una pila di libri e riviste dei quali il bibliotecario aveva deciso di sbarazzarsi, perché giudicati vecchi o poco interessanti; ma per anni doveva aver fatto bella mostra di sé sugli scaffali, e senza dubbio più di qualche bambino o studente delle medie doveva averlo letto, o quanto meno sfogliato. Da quanti anni quella pubblicazione aveva indottrinato, per così dire, i giovanissimi utenti di quella biblioteca, ove senza dubbio i loro genitori li mandavano pienamente fiduciosi, come quando si sa che i proprio figli sono in luogo sicuro e protetto? Il libro, cento pagine riccamente illustrate e colorate nello stile che piace ai bambini, e completo di schede operative didattiche, è del 1999 e porta la sponsorizzazione, accanto al nome dell’editore (Il Punto d’Incontro), il logos dell’UNEP e quello della Peace Child International. In copertina, in basso, sotto la coloratissima scritta in inglese (ogni lettera in un colore diverso): By Young People of the World, reca la precisazione: Un’iniziativa congiunta dell’United Nations Envoroinment Programme e di Peace Child International. Il che non toglie che il libro non venisse distribuito gratuitamente, ma messo in vendita in libreria alla non modica cifra di 29.000 lire (era l’ultimo anno della lira; l’equivalente di 14,98 euro). A quanto pare le biblioteche l’hanno acquistato a spese loro attingendo ai propri fondi e cioè col denaro dei cittadini, non ricevuto in omaggio; stesso discorso per i privati. Nel nostro caso, quella copia doveva essere rimasta invenduta in libreria per qualche anno, dato che recava l’etichetta col nuovo prezzo in euro accanto al vecchio prezzo stampato sul retro; è verosimile pensare che, visto che non "andava" nella forma della vendita diretta ai clienti della libreria, sia stato donato, oppure che ne sia stata concordata la distribuzione, magari con lo sconto, presso le amministrazioni comunali ed altri enti locali o presso le scuole statali e gli istituiti parificati — senza dimenticare i solleciti vescovi di sinistra e i catechisti e gli operatori parrocchiali "aperti" al dialogo interculturale e interreligioso e fautori di un’acritica glorificazione di tutto quel che viene dall’Amazzonia e dintorni. In ultima di copertina si può ammirare un bel saggio di strategia del terrorismo psicologico, nel quale si suggerisce una imminente fine del mondo a causa dell’inquinamento, dei conseguenti (sic) mutamenti climatici e della distruzione della biodiversità, il tutto sotto il titolo: Salvare la nostra terra un passo alla volta. Dopo di che si spiega:

Questo libro rappresenta una perfetta introduzione per i giovani alle sfide ambientali che li aspettano nel ventunesimo secolo. Sulla base di GEO-2000, un autorevole rapporto dell’UNEP (Programma dell’ONU per l’Ambiente), "Pachamama" descrive al contempo le condizioni del nostro ambiente globale e le azioni che i governi e i giovani stanno attuando per fronteggiare i problemi che si presentano. Col contributo di centinaia di ragazzi di tutto il mondo, il libro include racconti personali, poesie, illustrazioni e un gioco-test ("Il Labirinto della mente Ecologica") per verificare le nuove conoscenze del lettore in modo divertente e informativo.

"Pachamama" è una parola inca che significa molto di più di ""Madre Terra" e suggerisce uno stile di vita in armonia con la natura. Il concetto di "Pachamama" è facilmente individuabile nel famoso discorso di Capo Seattle:

"La Terra è nostra Madre. Qualsiasi cosa accada alla Terra, accade anche ai suoi figli w alle sue figlie. Questo lo sappiano bene. Non abbiamo tessuto la trama della vita. Ne siamo semplicemente un filo. Qualsiasi cosa facciamo alla Terra, la facciamo a noi stessi."

Quando l’idolo Pachamama è venuto agli onori (o piuttosto ai disonori) delle cronache, in occasione del Sinodo per l’Amazzonia dell’ottobre 2019, allorché frati e suore si prosternarono ad adorarlo, il papa lo benedisse (si fa per dire; lui che, del resto è così restio a benedire i cattolici…), e quando anziani vescovi suggellarono una pessima carriera di falsi pastori e una canizie vituperosa, come direbbe Manzoni, introducendo Pachamama a spalla, tutti contenti, fin dentro la basilica di San Pietro, valorosamente assistiti da laici più che volonterosi e da attempate e serissime femministe cattoliche col viso dipinto nei colori indigeni (?), per la gioia del Diavolo e la costernazione dei veri fedeli: quando queste cose sono accadute, tutti noi, chi più, di meno, ci siamo domandati da quali oscuri recessi spuntasse fuori, chi lo avesse preso a prestito dal paganesimo sudamericano, e a che scopo. La risposta è in quel libretto stampato nel 1999, cioè vent’anni prima del tristissimo evento del Sinodo per l’Amazzonia, e circa vent’anni prima del movimento per il clima che si è creato dietro l’adolescente Greta Thunberg. In altre parole, Bergoglio non ha inventato nulla: del resto, la sua agenda è talmente monotona, ripetitiva, ossessionante, come quel suo mantra quotidiano del dovere cristiano di accogliere i migranti, che tradisce la più totale mancanza di fantasia. Bergoglio, come Greta, come tanti altri personaggi di terzo piano, o delle vere e proprie nullità (vedi quel tale Mattia Santoni, leader delle Sardine: o qualcuno vuol sostenere che i media gli dedicano tanto spazio per i suoi meriti e il suo valore intrinseco?) che improvvisamente vengono proiettati sulla ribalta, sotto la luce di mille riflettori, è solo un pover’uomo divorato dall’ambizione; un uomo vecchio, che teme di morire prima di aver lasciato un segno sufficientemente profondo nella storia dell’umanità, e che quindi stringe i tempi, sin dal primo giorno in cui è stato eletto. Ed è stato eletto, non dimentichiamolo mai, da un ramo della massoneria, precisamente dalla Mafia di San Gallo, per ammissione di uno dei suoi stessi membri, il cardinale Danneels: è stato eletto per rimpiazzare Benedetto XVI, rivelatosi troppo indocile a quell’agenda, e per condurre avanti, a tappe forzate, la globalizzazione voluta dai Padroni Universali, i signori della grande finanza. Da quel 13 marzo 2013 in cui si è affacciato al balcone del palazzo Apostolico vestito da papa, dal primo istante del suo falso pontificato, non ha mai fatto altro che mettere in pratica l’agenda della massoneria: demolire il cattolicesimo dall’interno, svilire e umiliare la spiritualità cristiana e sostituire il Vangelo con il culto dell’Uomo. Pachamama non è che una delle tessere di questo mosaico; una pagina di quest’agenda massonica. Non si tratta di una divinità presa a prestito dal pantheon dei quechua dell’Alto Perù e della Bolivia, ma di un idolo-fantoccio per veicolare, senza averne l’aria, e anzi dietro la maschera rispettabile e politicamente corretta dell’ambientalismo e dell’ecologismo, la strategia massonica di dissoluzione del cattolicesimo e della sua sostituzione con il Nuovo Umanesimo. Neanche le parole sono inventate da Bergoglio, o da Greta o dagli altri servi sciocchi della massoneria; perfino quelle sono state decise e pianificate dall’alto, ed essi si limitano a fare da ventriloqui, a ripeterle come pappagalli, senza nulla metterci di loro, perché l’agenda massonica non prevede iniziative individuali e non lascia spazio alla creatività dei suoi strumenti. Essa vuole essere integralmente applicata, punto e basta.

I Padroni Universali stanno per dare un altro giro di vite all’economia mondiale; tutto quel che abbiamo fin qui sofferto negli ultimi vent’anni è nulla, in confronto a quel che ci attende. Le industrie chiuderanno, i licenziamenti fioccheranno come la grandine, e i nostri figli, laureati o no, dovranno accontentarsi di lavori sempre peggiori, sempre più precari e mal pagati: come corrieri a domicilio, distributori di pizza, operatori nei call center; oppure dovranno andare all’estero per buscarsi la pagnotta. Avremo sempre più immigrati, e i loro figli e nipoti saranno la maggioranza entro una o due generazioni: è matematico, stante il quadro attuale, anche nel caso che non si aggravi. Ci troveremo minoranza in casa nostra: e per capire che tipo di vita faremo, basta guardare già ora come vanno le cose per le minoranze cristiane nei Paesi dell’Africa e del’Asia ove la maggioranza è islamica. Anche l’inquinamento aumenterà, le malattie prolifereranno, comprese quelle dovute alla globalizzazione dei mercati e dei commerci, come il recentissimo virus della Cina che sta prendendo l’assalto l’Europa. La qualità dei servizi sociali toccherà il fondo: istruzione, sanità e trasporti diverranno l’anticamera dell’inferno, tranne, ovviamente, per chi potrà permettersi la scuola, l’ospedale e il mezzo per viaggiare privati. A fronte di tutto ciò, i Padroni Universali si apprestano a spostare l’attenzione delle masse impoverite e sfruttate verso poli d’interesse fittizi, magari illudendole di poter agire, mobilitandosi, per migliorare le cose: ed ecco il fenomeno degli studenti che scioperano per il clima dietro a Greta Thunberg, la quale viene ricevuta in pompa magna da capi di stato e di governo; ecco il rimprovero rancoroso delle nuove generazioni verso le vecchie: ci state rubando il futuro, come osate, ecc. Il tutto in nome della lotta contro le emissioni di anidride carbonica che, in Europa, sono già state drasticamente ridotte, mentre ad inquinare a livello planetario sono le potenze emergenti, Cina in testa. Ma intanto si parla di togliere il voto ai vecchi, perché pensano vecchio, sono egoisti, odiano i cambiamenti e quindi soffocano le speranze delle nuove generazioni. Non è affatto strano che la proposta, in Italia, sia partita da Grillo: da quel Grillo che era a bordo del Britannia quando venivano decise tutte queste cose; e che ha messo in piedi un movimento, poi un partito, al preciso scopo d’intercettare il malessere degli italiani e neutralizzarlo, disperderlo, annacquarlo, nullificarlo. E non è strano che i partiti progressisti, in questa fase storica, svolgano la funzione di utili strumenti al servizio del grande capitale finanziario: è già da un pezzo che quest’ultimo li ha individuati come referenti per portare avanti la globalizzazione, a tappe forzate; molto più dei tradizionali partiti conservatori, i quali a un certo punto, rendendosi conto di quel che sta accadendo, hanno rispolverato l’amor di patria, la difesa dell’identità e dei confini come valori coi quali opporsi alla spoliazione sistematica di popoli e individui che va sotto il nome altisonante di società aperta. Perché questa scelta da parte dei progressisti? Logico: perché hanno perso i loro punti di riferimento dopo lo smantellamento del Muro di Berlino e la caduta (ingloriosa) dei regimi comunisti, con tutto il loro corollario di utopie euro-sostenibili. Che ci stava a fare, in Italia, un Partito Comunista, dopo che, con la dissoluzione del comunismo, quel tipo di alternativa ideologica si era letteralmente dissolto? Non poteva fare altro che indossare nuovi panni, travestirsi e ricandidarsi alla guida delle "masse": e così ha fatto la scelta verde. L’ecologismo, per i progressisti rimasti orfani, era ed è una necessità: e quale scelta più comoda, quando sono gli stessi Padroni Universali a finanziarli, avendo essi già deciso di ristrutturare le multinazionali e la produzione industriale in senso "ecologista"? Molte delle cose che giacevano bloccate da decenni, come l’auto elettrica, entreranno finalmente sul mercato: ma perché a deciderlo saranno i Padroni, che ormai agiscono in regime di monopolio. Anche il vegetarianismo conoscerà un enorme balzo in avanti: una volta che la Monsanto è padrona di quasi tutto il settore agroalimentare, nonché del 90% del commercio degli OGM, quale boccone più ghiotto, per i turbo capitalisti, che sfruttare questa nuova fetta di mercato, creata ad arte e sponsorizzata da personaggi dello spettacolo, alcuni dei quali creati per l’occasione, e sostenuti massicciamente dai media? Così come le istanze libertarie e rivoluzionarie degli anni ’60, compresa la musica rock e la cosiddetta liberazione sessuale, sono state monopolizzate e riciclate dai Padroni Universali per aumentare i loro profitti grazie alle nuove mode, e per manipolare con più facilità il pubblico, specie i giovani, così accadrà nei prossimi anni. Vedremo i capi di stato e i padroni della multinazionali farci dei quotidiani predicozzi sul clima, sul panda, sulla plastica, sul CO2. E la Chiesa cattolica, dopo il Concilio Vaticano II che ha gettato le basi per parificare la verità cristiana con ogni altra verità religiosa, che ci sta a fare? Anch’essa doveva riciclarsi in qualche modo; doveva trovare un nuovo campo di attività, avendo rinunciato a quello spirituale. Si è creta così la convergenza fra ex comunisti ed ex cattolici: la convergenza dei furbi, decisi a cavalcare l’onda favorevole, spinti e sostenuti dai poteri forti della finanza.

Ora, tornando a Pachamama e alla diffusione dell’ideologia ambientalista, con un sostrato umanista e panteista, da parte delle centrali massoniche mondiali, innanzitutto l’ONU e ora anche il Vaticano: che c’è di male — potrebbe chiedere qualcuno — a mobilitare i giovani, a scuotere l’opinione pubblica sui temi della convivenza fra l’uomo e le altre specie viventi nel prossimo futuro? Dopotutto, è un problema reale. Il male è questo: primo, che se la strategia per affrontare quei problemi è scritta nell’agenda della massoneria mondiale, possiamo star certi che non ne verrà alcun bene per i popoli, ma solo per i padroni della finanza. Secondo: è una perfida astuzia quella di contrabbandare il Nuovo Ordine Mondiale col pretesto dell’ambientalismo e facendo il lavaggio del cervello ai bambini. Ma è nello stile di quei signori. Ci sono, nel libro sopra citato, anche le schede di auto-valutazione: affinché l’opera sia perfetta con l’auto-indottrinamento delle nuove generazioni.

Fonte dell'immagine in evidenza: sconosciuta, contattare gli amministratori per chiedere l'attribuzione

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
Hai notato degli errori in questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.