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La sua zampa pelosa ora spunta dalla manica

Così come ci siamo scordati, tutti quanti, che il vero padrone del tempo e della storia è Dio, così ci siamo scordati anche della presenza di un altro padrone, di colui che regna sul mondo: una presenza inquietante, minacciosa, alla quale non si vorrebbe pensare e che molti, per esorcizzarla, hanno deciso di negare addirittura, magari accompagnando la loro incredulità con un sorrisetto di scherno, come a dire che quanti ci credono sono solo dei poveri sciocchi rimasti indietro coi tempi. Questo secondo padrone non è, in effetti, padrone di nulla, tranne che del suo odio inestinguibile per il genere umano; e non c’è astuzia che non conosca, non c’è perfidia che non sappia mettere in opera, di solito avvolgendola in magnifici pizzi e merletti seducenti, per godere del nostro male e prendersi così l’amara soddisfazione di aver contrastato, nei limiti precisi che gli sono concessi, l’opera infinitamente amorevole di Dio. Il fatto che abbiamo smesso di credere alla sua presenza e il fatto, non meno grave, che abbiamo smesso di leggere e meditare la Sacra Scrittura, nella quale si dice chiaramente, nel libro dell’Apocalisse, che la battaglia finale ingaggiata dal re di questo mondo per il dominio sulle nostre anime non verrà da qualche nemico esterno, ma da qualcuno che assumerà l’aspetto e l’atteggiamento di un inviato di Dio; e inoltre il fatto che ci siamo scordati del profondo significato del tradimento di Giuda, ossia di uno dei dodici Apostoli, e del rinnegamento di Pietro, il quale giunse a spergiurare per tre volte di non aver mai avuto nulla a che fare con il divino Maestro, tutto questo ci rende particolarmente impreparati e pressoché indifesi davanti all’ora di tenebre che si sta rapidamente avvicinando e nella quale verremo tutti quanti messi alla prova e passati al setaccio come il grano.

C’è una scena, nel film Horror Express di Eugenio Martin, produzione anglo-spagnola del 1972, (che non sarà un capolavoro, ma non è nemmeno tanto brutto come la solita critica spocchiosa lo ha giudicato) in cui, a un certo punto, la zampa pelosa del mostro spunta da sotto la manica della giacca e i polsini della camicia di un uomo insospettabile. Una entità aliena si impossessa del corpo di una serie di passeggeri della Transiberiana; se uno muore, entra in un altro: in questo caso, si tratta di un ispettore di polizia che stava appunto indagando sulle morti misteriose che si susseguivano a bordo del convoglio. L’entità prende possesso della mente dei suoi ospiti involontari ma si può riconoscere, al buio, dal rosso luccichio degli occhi e da una graduale trasformazione dell’aspetto fisico, benché, al principio, la si possa in qualche modo mascherare. L’ispettore, in questo caso, tiene sempre la mano infilata nella tasca dei calzoni, e c’è un buon motivo: quella mano non ha più nulla di umano, è diventata un’orribile zampa pelosa, dotata di formidabili unghioni: se gli altri la vedessero, immediatamente capirebbero che quell’uomo è ormai un guscio vuoto, interamente posseduto dalla malefica entità che semina la morte a bordo del treno. Questo per dire che il male si può ben dissimulare sotto apparenze rispettabili, ma ad un osservatore che sia sveglio e attento a percepire i segni, non sfuggono gli indizi della sua presenza, magari per un breve istante, tanto da dubitare di ciò che realmente si è mostrato. Ed è precisamente allora che si vede se ci sono delle anime vigili, pronte a cogliere quell’indizio e a non farsi ingannare dalle apparenze, o se ormai la cristianità è formata da un gregge di pecoroni impigriti dalla lunga tranquillità di cui hanno goduto e dai mille compromessi col mondo che hanno accettato, pronti e disposti a lasciarsi trascinare in qualsiasi luogo, anche nell’abisso, non dal vero pastore del gregge, ma dal falso pastore. Il quale non ha a cuore la loro salvezza ma, al contrario, per la sua smisurata ambizione di gloria e di potere, si è fatto a sua volta servitore zelante dell’antico avversario, il re di questo mondo di tenebre, nel quale siamo solo dei pellegrini in camino verso la nostra vera patria, che è il Cielo. Invece il falso pastore ci ha persuasi che la nostra patria è proprio questa terra, fatta di fango e di piaceri illusori, e ha spinto la sua impudenza sino a introdurre il simulacro della Madre Terra nel tempio di Dio, rivolgendo a lei l’adorazione che spetta a Lui solo.

Di solito il re di questo mondo è abbastanza abile da dissimulare i segni della sua presenza; e nondimeno, ripetiamo, se i cristiani fossero degni di questo nome e vigilassero e pregassero sempre, come fanno le vergini savie e non come le vergini stolte, che si addormentano nel cuore della notte e si lasciano sorprendere al momento decisivo, la sua zampa pelosa e orribile non sarebbe passata inosservata, e il grido d’allarme, lanciato dalle sentinelle, sarebbe arrivato fino al cuore della cittadella, mettendo tutti in stato d’allerta e di difesa. Ammonisce San Pietro nella prima epistola che porta il suo nome (5, 8-9): Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi. I cristiani pigri, i cattolici al passo coi tempi, moderni ed emancipati, hanno relegato la fede nell’ultimo angolino della loro casa; hanno smesso di prendere sul serio la Parola del Signore; per ogni insegnamento di Gesù, hanno trovato un cavillo, una scappatoia, una scusante per eluderla, per falsificarla, aiutati in ciò, illusi e ingannati da un falso clero che ha perso la fede e si spaccia per quel che non è più, al solo scopo di conservare un posto sicuro e i vantaggi dell’istituzione ecclesiastica. Se così non fosse, non si spiega come mai solo pochissimi si siano accorti del tradimento inaudito che si sta consumando ai danni del Vangelo; del mostruoso e diabolico snaturamento che il falso clero, a cominciare dal falso papa, sta operando sulla vera dottrina cattolica, sostituendo il culto dovuto a Dio con mille preoccupazioni relative ai migranti, all’ambiente, al clima, alla politica, e perfino allo smaltimento dei rifiuti di plastica e all’innalzamento del livello dei mari. Ma non parlano più delle anime, del loro destino immortale, del giudizio che le attende al termine della vita terrena; anzi, parlano della vita terrena come se fosse la vita vera, come se in realtà non ce ne fosse un’altra e come se essa non fosse, in realtà, che la preparazione di quella, la quale sarà eternamente beata o eternamente infelice, perché Dio è, sì, misericordia, ma sempre nella verità, e quindi nella giustizia. E che ricompensa volete che abbia chi tradisce la Parola di Cristo, chi inganna le anime semplici, chi si fa beffe delle verità ultime insegnateci dal divino Maestro?

Sono ormai parecchie le occasioni nelle quali la zampaccia pelosa del mostro è sbucata fuori, e sia pure per qualche istante, dalla manica del vestito. Una è stata quando monaci e suore si sono gettati bocconi a terra, davanti all’idolo chiamato Pachamama, adorandolo sotto lo sguardo compiaciuto del falso pontefice, in spregio al Primo Comandamento: Non avrai altro Dio all’infuori di me. Un altro è stato quando costui, il falso papa, ha detto ai francescani dell’Immacolata il 10 giugno 2014, dopo averli fatti commissariare e aver chiuso il loro fiorente seminario:

Voi avete parlato con coraggio, questo mi piace. Ma voglio dirvi ufficialmente una parola. Questo ufficialmente. Il vostro carisma è un carisma singolare. C’è lo spirito dio San Massimiliano Kolbe, un martire, e c’è lo spirito di San Francesco, l’amore della povertà, l’amore a Gesù Cristo spogliato… Ma c’è un’altra cosa che a me fa capire che il Demonio è tanto arrabbiato con tutti voi: la Madonna. C’è qualcosa che il Demonio non tollera, questa è l’interpretazione mia… Non tollera la Madonna; non tollera e non tollera di più quella parola del vostro nome, "Immacolata", perché è stata l’unica persona solamente umana nella quale lui ha sempre trovato la porta chiusa, dal primo momento lui non la tollera. Ma pensate anche il momento che voi vivete adesso come una persecuzione diabolica, prendetela così… Ne sono sicuro.

In questo discorso, indirizzato a uno dei frati che gli si era rivolti in rappresentanza di tutti, e che chiunque può ascoltare sul video https://youtu.be/hyxlCj7En8Y, parrebbe quasi di udire un elogio dei Francescani dell’Immacolata: il Demonio li odia per la loro straordinaria devozione a Maria, la Santa Vergine Immacolata. Però si dà il caso che a pronunciare quelle parole sia proprio colui dal quale la persecuzione è partita, e si è abbattuta, senza fornire spiegazione alcuna, con eccezionale durezza, quasi che si trattasse dei peggiori nemici che la Chiesa abbia mai avuto. È come se Bergoglio, in quel momento, avesse avuto l’ardire di lasciar cadere la maschera e rivelarsi per ciò che realmente è: uno strumento del Maligno; come se avesse voluto sfidare i fedeli a riconoscerlo, a cogliere l’esatta portata delle sue parole, in tutta la loro drammatica evidenza, e a trarre le logiche conseguenze. E dunque? Che cosa se ne deve dedurre? Ecco: quello è stato un altro momento in cui, per un attimo, la zampa pelosa del Signore del mondo si è mostrata, almeno a quanti avevano occhi per vedere, e un sensus fidei sufficiente a riconoscere gli indizi della presenza diabolica. È noto che, nel corso degli esorcismi, il Diavolo, quando viene interrogato con autorità dal sacerdote, è costretto, suo malgrado, a rispondergli secondo verità: è obbligato a dichiarare il suo nome, è obbligato a confessare quali sono le sue vere intenzioni; non può mentire, anche se lo vorrebbe, essendo la sua natura quella del bugiardo e del seminatore di discordia. Ora, in quel discorso di Bergoglio c’era qualcosa di simile: vi si percepiva qualche cosa di molto strano, come una sorta di confessione involontaria, e tuttavia esplicita, di quel che egli sta veramente facendo e di chi è il suo vero padrone.

E che dire di quando la zampa del mostro emerge dalla manica nelle circostanze ordinarie della nostra vita, o in quelle che dovrebbero essere, secondo le apparenze, le circostanze ordinarie, ma solo perché noi ci siamo del tutto disabituati a vigilare e a saper cogliere i segni? Che dire dell’infernale "sistema" di Bibbiano, che strappava bambini e bambine alle loro mamme e ai loro papà, sobillandoli a lanciare contro di essi accuse inventate, infamanti, in modo che la famiglia naturale venisse espropriata del suo diritto alla genitorialità, e quel diritto venisse trasferito ad altri, ad amici e amiche degli assistenti sociali, o dei sedicenti esperti chiamati a tenere delle sedute di psicoterapia per far riemergere i presunti ricordi rimossi della violenze e degli abusi subiti? Un sistema così esteso e consolidato che decine e centinaia di persone dovevano esserne a conoscenza, o almeno sospettarne l’esistenza, ma che nessuno, per tanto tempo, ha mai osato denunciare. Che dire di quelle persone, di quegli adulti, che hanno giocato con la vita dei bambini e hanno procurato loro dei danni psichici irreversibili, segnando per sempre la loro esistenza per gli anni a venire, anche dopo il ritorno presso i genitori naturali? Che dire, ad esempio, di quella tal Daniela Bedogni, una delle due affidatarie della piccola sottratta ai genitori con la frode dai servizi sociali deviati, la quale – lo attestano le intercettazioni fatte a bordo della sua auto per ordine del magistrato — parla da sola mentre guida, bestemmia senza interruzione e poi, di colpo, intona canti eucaristici, poi di nuovo bestemmie, poi ancor canti eucaristici; e poi si fa domande e risposte, sempre da sola, ma alternando quattro, cinque voci diverse, come se provenissero da altre persone; e poi frasi ripetute ossessivamente, come questa: Io non ho un marito, io ho una moglie? Che dire di lei e di questa sua "moglie", entrambe attiviste LGBT estremamente presenti sul territorio, le quali terrorizzavano la bambina loro affidata, e per la quale erano profumatamente pagate; le proibivano di avere alcun rapporto coi maschietti, la costringevano ad assistere alle loro carezze intime, a vederle girare nude per casa, a minacciarla e insultarla se non era docile ai loro voleri, e tutto questo per piegare la bimba alle loro stesse inclinazioni lesbiche? Che dire, se non che talvolta la zampa pelosa fa capolino, anche dalla giacca più elegante, dalla camicia più immacolata, e la cosa passa inosservata, pare che non se ne accorga nessuno, grazie soprattutto alla nostra ignavia, al nostro torpore e alla nostra pusillanimità?

Certo, vi è una complicità dei mass-media, tutti a libro paga dei padroni Universali, nel nascondere l’orrida zampa pelosa, nel suggestionare l’opinione pubblica, disegnando un magnifico ritratto delle istituzioni, civili e religiose, e nel celebrare i buoni sentimenti e le ottime intenzioni che, a loro dire, le animerebbero. Vi sono precise responsabilità in questo occultamento sistematico del male, in questa lode sperticata del falso bene, che è, anch’essa, una forma raffinata e diabolica di male. Perché nessun giornalista pone a Bergoglio la domanda: Come mai lei è stato eletto, senza che siano state chiarite le circostanze che portarono il suo predecessore a dimettersi? Come mai lei è stato eletto, pur essendo un gesuita? Perché sta perseguitando i Francescani dell’Immacolata? Perché non ha mai risposto ai quattro cardinali su questioni di fede? Perché non ha mai risposto a monsignor Viganò quando l’ha accusata di aver coperto McCarrick? E le sembra normale che monsignor Viganò debba vivere nascosto, temendo di essere ucciso? Le sembra normale una chiesa nella quale i pastori, se denunciano il male, rischiano di essere uccisi? Le sembra normale che nessuna indagine sia stata fatta per chiarire le circostanze della morte di Giovanni Paolo I? Le sembra normale parlare ogni giorno dei migranti e mai dei cristiani perseguitati nel mondo? Chi è lei veramente, "santità"?

Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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