
Nietzsche? Un cristiano in lotta con se stesso
28 Dicembre 2019
Volete sapere chi comanda davvero, oggi, in Italia?
30 Dicembre 2019Gesù Cristo queer: è questa l’ultima bestemmia, la più abietta, la più odiosa e la più rivoltante, vomitata dagli eredi di quel tragico evento di auto-distruzione del cattolicesimo che fu il Concilio Vaticano II. Alla cui conclusione, nel 1965, i teologi ultraprogressisti e modernisti che vi avevano partecipato, che lo avevano preparato o che lo avevano entusiasticamente fiancheggiato, Yves Congar, Hans Küng, Edward Schillebeeckx, Karl Rahner, decisero di fondare una "loro" rivista teologica, Concilium, tuttora viva e vegeta, il cui titolo è tutto un programma. Anche se di quella pattuglia è rimasto in vita il solo Hans Küng, questi è vissuto però abbastanza da prendersi una piena rivincita, vale a dire da ricevere gi omaggi e i complimenti del papa regnante, o sedicente tale, il signor Jorge Mario Bergoglio, e ciò nonostante sia stato allontanato da moltissimo tempo dall’insegnamento nelle facoltà cattoliche per la manifesta eresia delle sue tesi. Ma tanto, chi se ne frega? Alla dottrina pensano ormai solo i vecchi gufi: la dottrina è una cosa rigida, una cosa morta, una cosa antipatica: vuoi mettere con la vita, la vita vera, la vita concreta e pulsante di ogni giorno? E la vita sta dando ragione a quel gruppetto di teologi, non vi è ombra di dubbio: tutto ciò che essi hanno auspicato e caldeggiato nei loro slanci più estremistici si è alla fine realizzato, anzi, la realtà è andata molto oltre le loro più rosee, o più cupe, aspettative (secondo i punti di vista). Tanto che l’ultimo numero della rivista Conciluim, che si vanta di essere la più letta e la più citata del pianeta — direttore attuale dell’edizione italiana: Leonardo Paris; ma ci sono altre edizioni in tutte le maggiori lingue del mondo — è stato interamente dedicato al tema di cui sopra: Gesù Cristo come icona del queer. Per chi non avesse ben chiaro il significato di questa parola, che in effetti era sconosciuta ai più fino a pochissimo tempo fa, citiamo da Wikipedia:
"Queer" è un termine generico utilizzato per indicare le minoranze sessuali e di genere che non sono eterosessuali o non sono cisgender. È un termine della lingua inglese che tradizionalmente significava "eccentrico", "insolito". Il termine sembra essere connesso col tedesco "quer" che significa "di traverso, diagonalmente".
L’uso del termine nel corso del XX secolo ha subìto diversi e profondi cambiamenti e il suo uso è tuttora controverso, assumendo diversi significati all’interno di diverse comunità. In italiano si usa per indicare quelle persone il cui orientamento sessuale e/o identità di genere differisce da quello strettamente eterosessuale o cisgender: un termine-ombrello, si potrebbe dire, per persone gay (omosessuali,lesbiche, pansessuali, bisessuali,asessuali, transessuali, transgender e/o intersessuali.
Certo, questa spiegazione contiene parecchi neologismi i quali richiederebbero, a loro volta, degli ulteriori chiarimenti: siamo pronti a scommettere che la stragrande maggioranza delle persone comuni, e anche di molte di buona cultura, ignorano il significato di parole come cisgender o intersessuale: è tutta una foresta di vocaboli barbari e incomprensibili dai quali emana un certo qual odore di zolfo; o almeno tale, sicuramente, sarebbe stata l’impressione che ne avrebbero ricavato i nostri nonni e i nostri stessi genitori, se le avessero udite pronunciare e, ancor più, se qualcuno ne avesse spiegato loro il significato. Ad ogni modo, il concetto di queer crediamo sia divenuto abbastanza chiaro, specie con l’aiuto, si fa per dire, delle cronache dello spettacolo e della musica leggera: ad esempio grazie a personaggi come Conchita Wurst, il famoso/a cantante austriaco/a, grande amico/a del cardinale Schönborn di Vienna, il quale gli/le mette a diposizione, a lui/lei e a tutta una lobby di artisti fautori dell’ideologia gender, la cattedrale di santo Stefano, nella capitale austriaca, affinché vi possano celebrare degnamente le loro profanazioni anticattoliche, trasformando per l’occasione la casa del Signore nella spelonca di Satana.
Ed eco, per la gioia dei nostri lettori, il sommario del numero 5 del 2019 della rivista Concilium; la più letta e la più citata nell’orbe terracqueo, come abbiamo già detto e come afferma orgogliosamente il suo editore, la Queriniana:
INTRODUZIONE
Editoriale. Teorie queer e teologie: una introduzione, Stefanie Knauss, Carlos Mendoza-Álvarez*
Abstracts
TEMA MONOGRAFICO:
TEOLOGIE QUEER: DIVENTARE IL CORPO QUEER DI CRISTO1. Dati fondativi
1.1 Più queer di così!, André S. Musskopf
1.2 Prospettive di teologia costruttiva: che cos’è la teologia queer? , Susannah Cornwall2. Esperienze
2.1 Queer è Dio, Murph Murphy
2.2 Il volere di Dio, Paul Uchechukwu
2.3 Lettera di un indio renitente, Lukas Avendaño3.Teologie
3.1 La teologia ebraica queer in parabole, Gwynn Kessler
3.2 I molteplici corpi di Gesù, Carmenmargarita Sánchez de León
3.3 Ecclesiologia: diventare il corpo di Cristo in Asia — un corpo queer, postcoloniale, (eco)femminista, Sharon A. Bong
3.4 «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?» — «Vieni e vedi!». Un invito al dialogo fra teorie queer e teologie africane, Nontando Hadebe
3.5 L’amore negli ultimi tempi. L’iscrizione escatologica nei corpi affini a un desiderio infinitamente queer , Angel F. Méndez-Montoya
3.6 Liturgia queer , Marilú Rojas Salazar
3.7 Una (introduzione alla) Bibbia queer , Gerald O. West, Charlene van der Walt
3.8 Teologie musulmane queer , Shanon Shah Mohd SidikForum teologico
Gli esili nel villaggio globale e la compassione politica, Conrado Zepeda Miramontes
L’imperativo della riforestazione per combattere il cambiamento climatico in Asia, Reynaldo D. Raluto
Riassumendo, e trattenendo i conati di vomito: Gesù Cristo è queer; Dio è queer; la teologia è queer; più queer di così; e infine, ciliegina sulla torta (chissà perché, ma ce lo saremmo aspettati): il cambiamento climatico, la riforestazione e i problemi legato all’ecologia e all’ambiente. E a desso vorremmo rivolgere una semplice domandina ai cattolici, a tutti quelli che dicono di essere cattolici e ritengono onestamente di essere tali, purché conservino ancora un briciolo di lucidità e di onestà intellettuale, ma soprattutto di fedeltà all’autentico Magistero della Chiesa e innanzi tutto al Vangelo di Gesù Cristo: che cosa c’entrano, con la fede cattolica, tutte queste schifezze? Queste sozzure, queste aberrazioni, che cosa hanno a che fare con la fede che è stata insegnata loro? Che cosa penserebbero di queste cose i loro nonni, i loro genitori, il sacerdote che li ha preparati alla Prima Comunione, il Vescovo che ha impartito loro il Sacramento della Cresima? Che penserebbero e cosa direbbero i frati del convento che frequentavano così volentieri da ragazzi, anche per partecipare alla santa Messa; o le suore, magari la zia che aveva preso i voti, nel monastero ove i bambini facevano gli esercizi spirituali in vista della Prima Comunione o della Cresima? Cosa ne avrebbero pensato i Santi, anche quelli a noi più vicini nel tempo: santa Teresina di Lisieux, o san Massimiliano Kolbe, o san Pio da Pietrelcina? Avrebbero capito e approvato, si sarebbero compiaciuti nel leggere quelle pagine? Avrebbero condiviso una simile impostazione teologica? Vi avrebbero sentito e riconosciuto il profumo ineffabile dello Spirito Santo, della divina ispirazione? Avrebbero pensato che è questa la via per condurre le anime a Gesù, o non piuttosto che è la via più sicura per condurle all’inferno, ove è pianto e stridore di denti?
È triste che in molti, in troppi non se ne siamo accorti, ma questo Natale del 2019 passerà alla storia come quello che ha visto il maggior numero di bestemmie e profanazioni intenzionali, da parte dei laici ma soprattutto da parte del clero, nei confronti di Gesù, di Maria, della Santissima Trinità e dello Spirito Santo; e sappiamo cosa è detto nel Vangelo di quanti bestemmiano contro lo Spirito Santo: che il loro peccato non verrà perdonato in eterno (cfr. Marco, 3, 29). Di loro si può dire ciò che dice san Paolo nella Lettera ai Romani (1,18-29) allorché mostra la stretta connessione esistente fra la superbia e la mancanza del timor di Dio, il traviamento dell’intelligenza e lo sprofondamento nelle passioni più aberranti: perché il disordine della vita morale non è che la logica conseguenza del disordine intellettuale di chi non riconosce il vero Dio, né gli rende il doveroso culto:
In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia…
Le parole di san Paolo hanno oggi, per noi, un suono singolarmente profetico: non è forse la perdita dell’identità sessuale il segno più evidente di un’umanità che ha rinnegato la giusta relazione con Dio? Chi non rende al vero Dio il culto dovuto, ma si svia dietro al culto degli idoli e dei demoni (vedi il grottesco e blasfemo episodio di Pachamama durante il sinodo per l’Amazzonia) perde la nozione di ciò ch’è vero secondo la stessa ragione naturale e l’inversione sessuale ne è la necessaria conseguenza sul terreno della morale pratica. Ed ecco allora i teologi affannarsi a cercare la mediazione, il punto d’incontro: a far di tutto perché la sodomia cessi di apparire come un peccato e anzi venga pienamente accolta nella nuova chiesa, inclusiva e misericordiosa, del signor Bergoglio. D’altra parte, qualcuno potrebbe obiettare che, pur essendo vero che santa Teresina di Lisieux, san Massimiliano Kolbe e san Pio non capirebbero, né approverebbero la nuova linea teologica di settori del cattolicesimo, come Concilium, bisogna però apprezzare lo sforzo di mettersi al passo coi tempi, di parlare una lingua comprensibile agli uomini d’oggi, e magari anche il coraggio di asserire delle cose che non trovano riscontro nel Magistero e neppure nel Vangelo, ma che Dio, però, approva, perché Egli tiene conto delle condizioni storiche, e quindi anche della particolar fragilità degli uomini moderni. Rispondiamo che, fra quante perfide astuzie il diavolo non cessa d’escogitare per prendere all’amo le anime, questa è senza dubbio la più nefanda ed esecrabile. Mettersi al passo coi tempi! Che vuol dire? Non esiste una mentalità dell’uomo moderno che sia in contrasto col Vangelo: se i cattolici moderni hanno una mentalità che collide con la loro dottrina, ciò accade perché in effetti non sono più dei cattolici, ma dei modernisti. Non c’è una maniera moderna di tradurre il Vangelo: il Vangelo parla una lingua sola, universale, valida oggi come duemila anni fa, la lingua della Verità assoluta. E se qualcuno, che sia davvero in buona fede, pensa diversamente, allora si deve concludere che Dio gli ha tolto il lume dell’intelligenza per punirlo della sua superbia…
Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Chad Greiter su Unsplash