I Makah, piccolo popolo che cacciava le balene
7 Novembre 2019
Eroi del fumetto western: Gordon Jim di Roy D’Amy
9 Novembre 2019
I Makah, piccolo popolo che cacciava le balene
7 Novembre 2019
Eroi del fumetto western: Gordon Jim di Roy D’Amy
9 Novembre 2019
Mostra tutto

Chi è in buona fede, a questo punto ha capito

Proviamo a riassumere la situazione.

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, colui che il 26 agosto 2018 accusò apertamente di omertà papa Francesco sul caso McCarrick e gli chiese di dimettersi, ora afferma che Francesco sta conducendo i cattolici verso l’idolatria e il paganesimo e così fa da traghettatore per attuare un piano satanico, parole sue. Ha anche detto che la basilica di San Pietro e la chiesa di Santa Maria in Transpontina, dopo la profanazione relativa a Pachamama, dovrebbero essere riconsacrate.

Il vescovo Athanasius Schneider dichiara che il Sinodo per l’Amazzonia, fortemente voluto da papa Francesco, è stato prefabbricato in Europa da sacerdoti e vescovi apostati, parole sue, ed è stato utilizzato per cambiare la fede cattolica e per creare un nuovo topo di religione, sempre parole sue; e aggiunge, per buona misura, che i fedeli non devono seguire il papa qualora egli approvi il diaconato femminile, perché in tal caso cadrebbe in eresia manifesta, violerebbe l’ordine divino e darebbe vita a un’altra chiesa. Ha dichiarato inoltre che gli atti idolatrici compiuti in San Pietro sono il trionfo del male e che, negando il loro carattere idolatrico, Francesco va contro ogni evidenza: cioè, in pratica, gli ha dato del bugiardo oltre che dell’idolatra; e, in un’altra occasione, ha detto che Francesco non solo tollera, ma ricompensa coloro i quali tradiscono Cristo.

Il noto scrittore cattolico Vittorio Messori ha dichiarato che oggi, con Francesco, si ha l’impressione che questi voglia mettere le mani sulla dottrina, modificando il Deposito della fede, che, invece, ogni papa ha il dovere di difendere nella sua interezza.

Il cardinale Walter Brandmüller, uno dei quattro cardinali che firmarono i cinque Dubia indirizzati a Bergoglio a proposito di Amoris laetitia, ha dichiarato che dietro il Sinodo per l’Amazzonia c’è un’agenda segreta mirante a sostituire al cattolicesimo una forma di idolatria e di paganesimo, ossia con una "religione" naturale panteistica e tutta umana, che egli identifica con una variante contemporanea del vecchio modernismo di cento anni fa.

Il vescovo emerito di Corpus Christi, René Henry Gracida, ha affermato che, dopo la profanazione idolatrica in Vaticano col demone Pachamama, verrà anche per Francesco l’ora di rendere i conti a Dio. Lo stesso Gracida aveva dichiarato, a suo tempo, che solo Dio sa se Francesco sia un papa legittimo, o no; ha anche plaudito l’azione di chi ha gettato nelle acque del Tevere le statuette del demone, azione per la quale Bergoglio ha invece chiesto pubblicamente scusa.

Il cardinale Raymond Leo Burke ha affermato, nel corso di una lectio magistralis, che Insrunentum laboris, il documento preparatorio al Sinodo per l’Amazzonia è stato intenzionalmente pensato e scritto per cambiare la dottrina e la disciplina ecclesiastica e che non ha niente a che fare con la sana dottrina cattolica.

Il cardinale Robert Sarah ha detto che il Sinodo dell’Amazzonia, voluto dai vescovi tedeschi per i loro fini particolari, si è tradotto in una manipolazione indegna, in un inganno disonesto e in un insulto a Dio: tutte espressioni sue.

Il cardinale Gerhard Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha dichiarato che l’introduzione degli idoli di Pachamama in Vaticano è un grave abuso, perpetrato per consentire la celebrazione di riti pagani in chiesa; che il cristianesimo, storicamente, ha raccolto la parte migliore dell’eredità del paganesimo, come la filosofia di Platone e di Aristotele, non la peggiore; e che la smentita della scandalosa affermazione di Bergoglio, secondo la quale Gesù, come uomo, non era anche Dio, avrebbe meritato una dichiarazione diretta da parte dell’interessato e non di un semplice portavoce.

Potremmo continuare a lungo questo triste elenco: abbiamo riportato solamente alcune delle voci più autorevoli, e riferite solo a questi ultimi giorni, della protesta e dell’indignazione che stanno montando dentro la Chiesa nei confronti del signore argentino vestito di bianco e insediato dalla massoneria ecclesiastica sulla cattedra di san Pietro per portare avanti l’agenda massonica mirante alla distruzione della Chiesa stessa e all’intronizzazione di Satana al suo vertice, al posto di Gesù Cristo.

Naturalmente, anche i seguaci di quel signore si stanno scatenando e il risultato è il caos dottrinale e disciplinare più completo, che dal vertice si ripercuote fini alla base della piramide. Ormai è una guerra per bande: Parolin, potente Segretario di Stato vaticano che, fra un Bilderberg e l’altro, lancia l’affondo contro Becciu, il suo ex vice; Kasper contro Müller; Müller contro Kräutler, eminenza grigia del Sinodo amazzonico; Woelki, cardinale di Colonia, contro Marx, cardinale di Monaco; il falso teologo Bianchi contro il vero teologo Livi; e così via. Ci sono fedeli che portano a spalla gli idoli pagani dentro le chiese, assieme a vescovi, suore e monaci, e che si gettano bocconi ad adorarli, ce ne sono altri che le gettano nel fiume; ci sono cardinali, come Schönborn, che dicono che nessuno ha il diritto di scandalizzarsi per Pachamama, e altri, come Müller, che plaudiscono al gesto riparatore; ci sono parroci che negano la santa Comunione ai fedeli che criticano Bergoglio, e ci sono sacerdoti che vengono scomunicati per non essere in linea con l’abusivo; ci sono vescovi, come Glettler di Innsbruck, che pongono in chiesa una rana crocifissa quale simbolo satanico, e altri chiedono preghiere di riparazione per gli abusi liturgici e gli scandali che aflfiggono la chiesa; ci sono quelli che promuovono l’attivismo gay fra i cattolici e ce ne sono altri che seguitano a considerare la pratica omosessuale, come la chiesa ha sempre insegnato, un peccato estremamente grave. Neppure sulla punizione dei sodomiti regna la concordia, nonostante la chiarezza delle Scritture, visto che monsignor Galantino "insegna" pubblicamente a un uditorio di giovani che Iddio risparmiò Sodoma invece di distruggerla.

Si sarà notata la frequenza con cui ricorrono, nelle tristissime cronache di questo pontificato illegittimo, nomi tedeschi. Di fatto, è il profondo malessere della chiesa cattolica tedesca, guarda caso la più ricca al mondo, ad essere il centro motore del travaglio drammatico che sta percorrendo l’intero corpo della chiesa cattolica mondiale. Come nel 1500 fu da lì che partì l’eresia luterana e nacque lo scisma protestante, è ancora da lì che oggi si stanno originando una nuova eresia e un nuovo scisma, molto più gravi di quelli di cinque secoli fa (recentemente riabilitati e magnificati dal signore argentino, con tanto di francobollo commemorativo del felice evento da parte delle Poste Vaticane), che avranno effetti irreparabili, umanamente parlando, per tutta la storia futura. Così come era da lì che i registi occulti del Concilio Vaticano II avevano pianificato l’infiltrazione decisiva del modernismo nella chiesa cattolica, d’accordo con alcuni rabbini e con la massoneria ebraica B’nai B’rith. Tedesco era il teologo Rahner, anima nera della "svolta antropologica" in teologia, e tedesco il cardinale Bea, capofila dei padri conciliari progressisti e rivoluzionari. Così come oggi il Snodo per l’Amazzonia: pensato e voluto dai vescovi tedeschi per far passare i loro progetti rivoluzionari in tutta la chiesa cattolica. Essi ritengono di avere il diritto di farlo, perché si ritengono più colti e intelligenti, più progrediti e moderni di tutti gli altri, ma la ragione vera è che la chiesa tedesca è di gran lunga la più ricca al mondo: ed essendo quella che maggiormente finanzia le esauste casse del Vaticano, i suoi vescovi ritengono che a loro spetti l’ultima parola in fatto di disciplina e anche di dottrina.

Tutto questo mentre lo steso Bergoglio si sta scatenando ancor più di quel che non abbia fatto in questi ultimi sei anni e mezzo e ormai non lascia passare un giorno senza proferire nuove bestemmie, eresie e blasfemie. L’ultima in ordine di tempo, pronunciata in piena udienza generale, il 6 novembre scorso, è che san Paolo, a suo credere, gettava ponti verso il mondo pagano, cercando punti di contatto fra questo e il Vangelo: sempre per far passare come cosa lecita e buona l’idolatria dei demoni amazzonici e la pratica del sincretismo religioso, strategia dietro la quale si cela un fine, se possibile, ancor più perverso: l’intronizzazione del diavolo in Vaticano. Cosa che effettivamente ha avuto luogo nella cerimonia del 4 ottobre nei giardini vaticani; e che era stata preceduta, oltre mezzo secolo fa, dalla doppia messa nera, in Vaticano e a Charleston, negli Stati Uniti, nel 1963, per cui la recentissima sconsacrazione del colle vaticano non è stata che il suggello di quella prima, sciagurata azione di vescovi massoni e satanisti.

Allora, le cose stanno così. La chiesa è nel caos più completo e alcuni importanti esponenti della gerarchia dicono a voce alta quel che molti semplici fedeli, da anni, hanno cominciato a pensare e a temere: che Bergoglio non sia un legittimo papa; che non sia cattolico; che non sia credente; che sia stato insediato dalla massoneria ecclesiastica, il cui vertice si è votato a l demonio per distruggere la fede catodica, disperdere la Chiesa e intronizzare Satana al posto di Cristo, mediante una sorta di nuova "religione" mondiale che raccoglierebbe, come un immenso bacino collettore, tutte le religioni, tutte le fedi e le credenze, comprese la stregoneria, l’animismo, l’idolatria. Solo che il signore argentino sta facendo il suo lavoro in maniera talmente scomposta e arrogante, talmente precipitosa e maldestra, che il vertice occulto della massoneria sta pensando seriamente di cambiare cavallo e di costringerlo alle dimissioni, nello stile di Benedetto XVI, per sostituirlo con un uomo decisamente più abile e intelligente; che sarebbe, stando ad alcune indiscrezioni che filtrano dai "sacri" palazzi, nientemeno che il fiduciario del Bilderberg, monsignor Parolin, attualmente suo braccio destro in Vaticano. Mai si erano viste o udire cose simili, in duemila anni di storia della Chiesa; e mai più si vedranno, perché, secondo ogni evidenza, siamo arrivati agli ultimi tempi. Come era stato predetto, ad esempio dalla Vergine Maria di La Salette, Roma — cioè il Vaticano – ha perso la fede ed è diventata la sede dell’Anticristo. Da lì era partita la luce della redenzione, per abbracciare tutto il mondo; da lì sta partendo l’errore, ispirato dall’antico nemico. Questo è il suo trionfo; sappiamo che sarà breve, ma è certo che sarà estremamente doloroso; alla fine sarà sconfitto e ricacciato nel più profondo dell’inferno, quell’inferno che secondo tanti sedicenti teologi odierni non esiste (così come per alcuni non esiste nemmeno il diavolo: quest’ultima eresia l’ha detta, non smentito né corretto da alcuno, nientemeno che l’attuale generale dei gesuiti). Prima, però, saremo messi alla prova e vagliati come il grano. Dovremo passare per la porta stretta: e nessuno sa quanti saranno trovati giusti e in grazia di Dio. Non ci verrà domandato conto, al momento del giudizio, soltanto di quel che avremo fatto, ma anche di quel dovere che, come testimoni di Gesù Cristo, avremmo dovuto compiere, e non l’abbiamo compiuto.

Arrivate le cose a questo punto ci piacerebbe sapere di quali altri segni, di quali altri fatti hanno ancora bisogno tutte le anime belle che non vogliono vedere, non vogliono capire, si rifiutano di prendere atto di quel che sta succedendo. Questa, in effetti, è la parte più dolorosa per chi possiede un animo retto e una coscienza incapace di compromessi: accettare qualcosa d’inaccettabile; farsi una ragione di una realtà bruttissima, che va molto al di là di ciò che umanamente ci si poteva attendere pur nelle peggiori previsioni. Vi è mai capitato di osservare il volto di uno a cui è stata recata la notizia che una persona a lui cara è venuta a mancare improvvisamente? Non parliamo di una morte attesa e prevista, ad esempio al termine d’una lunga malattia, ma d’una morte imprevista, dovuta forse a un incidente, a una fatalità assolutamente imprevedibile. Su quel volto scende come un velo di oscurità; lo sguardo si offusca, l’espressione attonita mostra chiaramente che la coscienza — non la mente; la mente ha capito benissimo! – non ha ancora compreso, o meglio, non ha ancora accettato la notizia. Tuttavia i fatti sono fatti, e con essi non si può discutere; si può solamente accettarli. I fatti attestano il principio di realtà: chi non li vuole accettare è condannato a vivere in un mondo a parte, allucinatorio, a scivolare nel baratro della follia. Ebbene: anche ai cattolici è stata data una notizia ferale; o meglio, essi hanno ricevuto tutta una serie di messaggi, hanno visto e udito tutta una serie di cose che, sommate e moltiplicate, e divenute ormai una montagna, si sono imposte alla loro attenzione, li hanno letteralmente costretti a fermarsi, a riflettere, a chiedersi se quel che temevano di aver capito fosse reale, o frutto di una loro immaginazione. E ormai è molto difficile seguitare a ignorare la dura realtà: che il papa è un falso papa; che è un servo dei poteri oscuri di questo mondo; e che tutto il vertice della chiesa è occupato da altri servi ambiziosi e senza scrupoli, i quali da anni seminano la confusione tra il clero e i fedeli, allo scopo di allontanare le anime da Dio e spingerle verso l’abisso. Perché lo fanno? Per il più antico dei motivi: la brama di potere. Il diavolo, quando tentato Gesù, gli ha detto: Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo (Lc 4,6-7). E se ha osato provarci col Signore, avrà forse ritegno a tentare i pastori del gregge? Ecco perché è indispensabile capire cosa sta succedendo: è il diavolo che sta sferrando l’ultimo attacco…

Fonte dell'immagine in evidenza: sconosciuta, contattare gli amministratori per chiedere l'attribuzione

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
Hai notato degli errori in questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.