Esuli in patria
9 Settembre 2019Da Tutankhamon ai Rotschild a Balfour
10 Settembre 2019C’è un cardinale della Chiesa cattolica, George Pell, quasi ottantenne, sottoposto a un processo per presunte molestie sessuali a dei bambini, avvenute da oltre venti a quasi cinquanta anni fa, in particolare nei confronti di due coristi tredicenni, nel bel mezzo di una cattedrale gremita di fedeli; un processo che si è svolto in spregio a tutte le norme della moderna giurisprudenza, e basato unicamente sulla testimonianza, contraddittoria, della parte querelante, senza alcun riscontro oggettivo, anzi, con tutta una serie di indizi che lasciano supporre trattarsi di una vergognosa montatura. E c’è questo cardinale che, totalmente scaricato dal Vaticano e dal papa, quello steso papa che ha difeso a spada tratta, contro ogni evidenza, vescovi cileni accusati di abusi sessuali certi e documentati, e che ha continuato a riservare tutta la sua fiducia al violentatore seriale McCarrick, lasciandolo indisturbato in cima alla gerarchia della Chiesa statunitense, che si vede respingere la richiesta di un processo d’appello, che però alla fine si fa, ma che ribadisce la condanna, e lui resta in carcere, come un volgare delinquente, per scontare una pena di ben sei anni. E non in un carcere qualsiasi, ma nel carcere di massima sicurezza di Melborune. E c’è uno dei tre giudici che l’hanno condannato il quale ha reso pubblico il suo dissenso e ha detto a chiare note di non ritenere affatto sufficienti gli elementi di colpevolezza sulla base dei quali il cardinale è stato condannato. C’è poi il silenzio assordante dei media e soprattutto della Chiesa, della stampa cattolica, delle televisioni e delle radio cattoliche, di solito così ciarliere se si tratta di migranti, di ambiente e di clima, le quali non spendono una parola per difenderlo o, almeno, per far notare le irregolarità e le forzature che hanno caratterizzato tutto l’iter processuale, come se la sentenza fosse già stata scritta in anticipo. C’è perfino il sospetto, che in realtà è assai più di un sospetto, che la condanna di Pell sia stata pronunciata da un tribunale australiano, ma che l’imbeccata all’accusa sia partita da tutt’altro luogo, e cioè dal Vaticano stesso. Pell, diciamo così, non è un cardinale di stretta osservanza bergogliana sui temi della morale sessuale, avendo più volte espresso la sua condanna dell’omosessualità, peraltro in linea col Magistero e col Catechismo: e questo già dice molte cose, se non tutte, della sua solitudine, del non conosco quell’uomo che si è levato da tante parti, dopo il suo arresto, come quando Cristo venne arrestato e san Pietro giurò e spergiurò di non conoscerlo. Si ha quindi la netta sensazione che, colpendo il cardinale Pell, si sia voluta colpire la Chiesa in quanto tale, quella vera, non quella taroccata dei neoteologi "della liberazione", dei neovescovi di strada e gay-friendly, e dei neopreti ambientalisti, migrazionisti e progressisti, quelli che officiano la santa Messa con le oscene sciarpe arcobaleno, e si rifiutano di dar la Comunione a quanti non vogliono prendere l’Ostia in mano, ma la vogliono ricevere in bocca. Di più: si ha la netta sensazione che si sia voluto umiliare il cattolicesimo; che si sia voluto offendere, denigrare, infangare tutto il clero e, indirettamente, tutti i seguaci del Vangelo. E che, nello stesso tempo, si sia voluto fare un test: vedere se e quanto i cattolici avrebbero reagito. Test perfettamente riuscito: i cattolici non hanno reagito per niente, il cardinale innocente è stato lasciato solo, e questo mentre prelati davvero colpevoli di reati sessuali cento volte peggiori di quello attribuito a lui, come Barros o McCarrick, sono stati difesi a lungo al più alto livello, e altri notoriamente invertiti, come Peña Parra e Ricca, tanto per fare due nomi, ma se ne potrebbero fare a decine, continuano ad occupare posti di grande responsabilità, riveriti e ben pagati, o vengono addirittura promossi a ruoli ancor più importanti.
Tutto questo fa nascere, inevitabilmente, una inquietante domanda: chi può aver concepito un piano così malvagio, così diabolico; e chi può disporre dei cospicui mezzi per realizzarlo, in spregio a ogni presunzione d’innocenza e di ogni eventuale movimento di protesta? In tutta la vicenda del cardinale Pell si sente veramente una puzza d’inferno; si percepisce la presenza di una malignità che non è solamente umana, se non altro perché trascende le possibilità degli esseri umani. Qui c’è qualcosa di diabolico: e infatti, forse molti non lo sanno, l’Australia, negli ultimi decenni, è diventata la mecca del satanismo mondiale e la città di Sydney, in particolare, si è accreditata come la nuova capitale planetaria del satanismo, surclassando di molto le vecchie capitali europee, quelle del triangolo Parigi-Torino-Praga, e lasciandosi dietro perfino la California, con le roccaforti di San Francisco, ove nel 1966 venne fondata la Chiesa di Satana, e Los Angeles, ove il 6 giugno 2006 si è tenuto il suo primo rituale pubblico. Nel libro di David Icke Il risveglio del leone è riportata, in appendice, la testimonianza-confessione di anonimo satanista australiano, nome in codice Frater 616, che fu trovato morto in casa sua nel 2004, documento che venne recapitato all’autore nel 2010. Sappiamo cosa pensare dei documenti anonimi e anche cosa pensano molte persone dei libri di David Icke; nondimeno, crediamo vi siano circostanze nelle quali anche un documento anonimo può esser preso sul serio, se concorda con tante altre cose già note e se stringenti ragioni di sicurezza personale rendono difficile, se non impossibile, agire un piena luce. Quanto a David Icke, non chiediamo a nessuno di condividere tutte le sue affermazioni e le sue tesi, ma solo di valutare se, nella gran massa di cose che egli dice, non vi sia, per caso, anche solo un 10% di verosimile e credibile, il che sarebbe già sufficiente a sconvolgere gran parte di quel che riteniamo di sapere sulla storia contemporanea e la società odierna. Perciò riportiamo alcuni stralci di quella lunga testimonianza e lasciamo che il lettore formi una propria opinione in proposito (op. cit.; titolo originale: Human Race Gett off Your Knees. The Lion Sleeps No More, David Icke Books, 2010; tradizione dall’inglese di Luisa Natalia Monti, Cesena, Macro Edizioni, 2011, pp. 757-758):
Iniziai a dilettarmi di magia nera quando ero un alienato studente universitario. Nel 1971 partecipai al mio primo incontro e venni introdotto a una esistenza fatta di felicità, eccessi sessuali, eccitazione e agiatezza, all’insegna del desiderio e della bramosia più sfrenati. Una settimana dopo aver incontrato il mio mentore luciferino compii una serie di viaggi d’affar a Sydney e verso mete intenzionali almeno quattro volte l’anno. Possedevo una jaguar, un appartamento in città, una casa in campagna per le vacanze, potevo utilizzare uno yacht ormeggiato nel porto di Sydney e avevo donne. Ero giovane e venivo considerato un astro nascente all’interno dell’illusorio crepuscolo dell’infrastruttura satanica. I mondi inferiori erano totalmente ai miei piedi, comodamente adagiati in scarpe di cuoio verniciato. I miei abiti erano fatti a mano da sarti italiani, le mie cravatte e i miei fazzoletti da collo erano in seta cinese e le mie amanti ninfomani venivano dalla Francia (si abbigliavano come servette francesi e spesso mi svegliavamo esibendosi in performance lesbiche).
A quel tempo la Chiesa di Satana ubicata negli Stati Uniti era la facciata pubblica di un movimento che aveva mosso i suoi primi passi quasi un secolo prima e che aveva selezionato i propri aderenti dal rinascimento della magia, iniziato in Germania e fiorito in Inghilterra alla fine del diciannovesimo secolo. La Chiesa di Satana era una delle organizzazioni di spicco di un’antica struttura di cui prima di allora non si era neppure sospettata l’esistenza. (…)
I Servizi Segreti americani erano comunque impegnati a finanziare le pratiche occulte, ma la loro influenza aveva una finalità più di tipo "ingraziante" che dittatoriale. Tra gli alti ufficiali dell’esercito americano partecipanti a qualunque genere di evento, molti facevano parte di varie Logge Sataniche o altre organizzazioni simili. (…)
La conobbi con il nome di Lilith, l’Alta Sacerdotessa del segretissimo Ordine Nero di Tifone. (…) Lilith proveniva da uno dei più benpensanti quartieri periferici di Sydney. Dopo aver frequentato scuole private e con un futuro assicurato nell’attività di suo padre, ella aveva votato la propria vita a favorire la creazione di quella che oggi, secondo gli esperti, è la più importante e potente organizzazione satanica del mondo. Quel raggruppamento comprende alcuni tra gli individui più istruiti, benestanti, corrotti e corruttibili che siano mai esistiti. Essi operano a Sydney, in Australia, ma la loro influenza è internazionale. (…) Lilith procurava bambini per saziare l’avvilente lussuria di molti satanisti. Essi venivano sottratti a ragazza single tramite promesse o ricompense in denaro, e occasionalmente li si rapiva. I neonati venivano allevati per vari scopi dalle "Fattrici" — giovani ragazze disoccupate pagate per consegnare il loro "prodotto". Talvolta questa magica pornografia veniva filmata; qualche volta i bambini morivano. [A proposito: nell’agosto 2019 è stato incastrato un imprenditore trevigiano di 46 anni che violentava la figlia di due anni e poi vendeva le immagini ad un sito australiano pedopornografico.] Quando vedi crocifiggere un bambino o prendere a calci un neonato fino a provocarne la morte, non puoi più essere la stessa persona che eri prima. L’aspetto più sconvolgente delle Messe Nere celebrate a Sydney era (e tuttora rimane) la facilità con cui venivano procurate le vittime e la mancanza di ogni effettivo interesse da parte della polizia (anche perché un gran numero di commissari provenienti da vari stati appartiene all’Ordine). Questo per dire che i satanisti non sono semplicemente dei pervertiti o killer di bambini. (…) Siccome Sydney è il quartier generale del satanismo, non vi sorprenderà sapere che Norman Lindsay — ex mago dell’Ordine — viene considerato un santo Satanico [Norman Lindsay 1879-1969, fu un famoso artista e scrittore: n.d.a.]. In tutta l’Australia e il Regno Unito vi sono numerosi e fiorenti luoghi di culto segreto a lui dedicati.
Riassumendo. Sydney è la capitale mondiale del satanismo. George Pell è stato nominato da Giovanni Paolo II, nel 2001, arcivescovo metropolita di Sydney. Nel 2005 partecipa al conclave che si conclude con l’elezione di Benedetto XVI al soglio pontificio e poi, nel 2013, a quella che porta all’elezione di Francesco. Nel 2014 viene sollevato dalla cura d’anime di Sydney e nominato prefetto della Segreteria vaticana per l’economia. Fin dal 2010 si addensano su di lui delle nubi temporalesche. Il cardinale di Stato, Tarcisio Bertone, propone la sua nomina a prefetto della Congregazione dei vescovi, ma la nomina viene bloccata a causa di una pressione internazionale motivata da pretesi abusi su minori, cui Benedetto XVI si arrende. Una Commissione nazionale d’inchiesta australiana comincia a indagare su di lui, sia per presunti abusi sessuali risalenti addirittura agli anni ’70, sia per presunti insabbiamenti di procedure nei confronti di membri del clero colpevoli di reati di pedofilia. Durante una trasmissione televisiva intitolata 60 Minutes egli viene attaccato duramente da Peter Saunders, nominato da papa Francesco consulente della Pontificia commissione per la tutela dei minori: è l’inizio del suo "scaricamento" da parte del Vaticano. La condanna a sei anni di carcere arriva l’11 dicembre 2018, con verdetto emesso all’unanimità; il processo d’appello, concluso nell’agosto 2019, ha confermato la condanna, questa volta con due voti favorevoli e uno contrario. Il cardinale dovrà rimanere in carcere almeno fino al 2022, quando potrà essere eventualmente scarcerato sulla parola. Per intanto si trova in isolamento per 23 ore al giorno e non gli è consentito nemmeno di celebrare la santa Messa. Il giudice che si è rifiutato di confermare la condanna ha affermato che non si è mai visto un imputato condannato in assenza di riscontri, in pratica esclusivamente sulla parola della presunta parte lesa, oltretutto a distanza di oltre vent’anni dai fatti. E ora ricordiamo alcune delle sue prese di posizione sui temi della morale sessuale e specie dell’omosessualità. Nel 1990 aveva affermato che l’omosessualità è sbagliata, e per il bene della società crediamo che non debba essere incoraggiata. Nel 2006, da vescovo di Sydney, aveva diretto una campagna mirante a bloccare una legge che consenta alle coppie omosessuali di adottare dei bambini. Nel 2007 si era schierato contro una legge anti-omofobia, dichiarando che non è vero che gli omosessuali soffrono di qualche sorta di svantaggio legale o civile come è successo 40 anni fa alle persone di colore. Non ci sono problemi di giustizia o discriminazione (queste citazioni sono riprese da Wikipedia, che si rifà a varie fonti). Ma Sydney, abbiamo visto, è una città ad alto tasso di satanismo. Il satanismo incoraggia tutte le forme di sregolatezza e di perversione, come parte di una strategia volta a indebolire la morale della società e a scardinare dall’interno l’etica religiosa, sostituendola con il fa’ ciò che vuoi di Aleister Crowley, il celebre mago nero e satanista tanto amato dalla cultura underground contemporanea, e anche da gruppi musicali come i Beatles. La presenza, a Sydney di un arcivescovo come George Pell, con le sue coraggiose ed esplicite prese di posizione contro i disordini sessuali e contro l’omosessualità, creava quindi una situazione di conflitto inconciliabile: Pell, a differenza di James Martin, o di Reinhard Marx o di Franz Josef Bode, il numero due della Conferenza episcopale tedesca che propone un aperto riconoscimento della Chiesa alle unioni gay, non è un uomo col quale le forze del disordine possano felicemente "dialogare". No, lui è fatto di tutt’altra stoffa.
Lo abbiamo detto e ripetuto: è giunta l’ora dell’ultima battaglia, del Bene contro il Male. Non è solo una lotta fra idee o fra esseri umani, ma tra forze soprannaturali: si deve scegliere da che parte stare.
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