
In principio era Hollywood
15 Agosto 2019
Perché quest’insistenza ossessiva su gay e migranti?
16 Agosto 2019Una delle ragioni per le quali l’Italia non riesce proprio ad essere un Paese normale – una, si badi, non però delle più piccole – è che persiste incrollabile, indistruttibile, inguaribile, un venti per cento abbondante di persone mentalmente ritardate che formano lo schieramento di sinistra. È molto probabile, anche se non ci risulta siano state fatte delle ricerche specifiche, che in quella fetta di elettorato ci sia la più alta percentuale di laureati, nonché di magistrati, professori universitari, politici di professione locali e nazionali. Ed è certo che costoro si sentono intellettualmente e moralmente i migliori, i più progrediti, i più civili, in breve si vedono come la sola speranza nel futuro per la nostra povera nazione; se non ci fossero loro, tutto sarebbe tenebra e ignominia. Grazie a loro, veniamo informati che credere in Dio, nella patria e nella famiglia equivale a fare una vita di merda; che la famiglia è fascista, se per famiglia s’intende l’unione stabile e regolarizzata di un uomo, una donna e, possibilmente dei bambini; diventa però un luogo idilliaco, un entusiasmante laboratorio di creatività e felicità, se per caso è formata da due uomini o da due donne, i quali si sono in vario modo, legale o illegale, procurati una prole da allevare, magari secondo il metodo Bibbiano, cioè con la compiacente collaborazione di psichiatri, assistenti sociali, personale delle case di accoglienza e magistrati illuminati e progressisti, decisi a salvare i piccoli dall’infame destino di aver e un papà e una mamma, oltretutto un papà è e una mamma a corto di soldi e di beni materiali.
Sì, perché questa è una caratteristica specifica del progressismo in versione terzo millennio: oltre a essere la bandiera dei ricchi, è anche la bandiera dei ricchi che vogliono togliere ai poveri non solo quel poco che hanno, ma pure i figli, se necessario anche con la pratica dell’utero in affitto, della quale si sono giovati e si giovano, alla luce del sole, brillanti politici della sinistra che hanno fatto molto parlare di sé con il loro amore per le classi più umili e che hanno dedicato tutti i loro sforzi a risollevarne le sorti. Lo stesso discorso vale nei confronti dei poveri "lontani", poiché è noto che i progressisti europei preferiscono spendere somme astronomiche di denaro per importare africani e asiatici poveri, futuri disoccupati o delinquenti, quando con la decima o la ventesima parte di quelle somme si potrebbero costruire fabbriche, aziende agricole, scuole, ospedali nei Paesi di provenienza dei migranti, il che forse li tratterrebbe dall’idea di una partenza facile verso l’Europa. Ma i signori del 20% sono troppo intelligenti per cascare nella trappola dell’aiutiamoli a casa loro, che è manifestamente una formula razzista, colonialista, egoista e farisaica. I poveri africani, loro, preferiscono andarli a prendere a domicilio, direttamente sulle coste dell’Africa, mantenendo nel Mediterraneo una dozzina di navi delle o.n.g. che fanno servizio taxi fra la Libia e l’Italia meridionale. Ciascuna di quelle navi costa qualcosa come 2 o 3 mila euro al giorno solo per il mantenimento; non pariamo del carburante, dei viveri, degli stipendi degli equipaggi e dei capitani (o delle capitane), stipendi che viaggiano comunque al di sopra dei 1.000 euro al mese. Ora, bisogna sapere che 650 milioni di africani, cifre ufficiali dell’ONU, campano con meno di 2 dollari al giorno (sì, avete capito bene: due dollari, non venti o duecento, non manca alcuno zero). Ma per i superlaureati progressisti nostrani, per gli intelligentissimi italiani che votano PD, o Più Europa, o Liberi e Uguali, tutto ciò è ininfluente o, peggio, è propaganda del nemico, è un espediente per scoraggiare l’accoglienza e la solidarietà. Accoglienza e solidarietà che hanno una sola possibile versione autorizzata: quella dell’auto-invasione dell’Italia e dell’Europa da parte di decine di milioni di migranti. Utilizzare le somme destinate all’accoglienza e alla solidarietà per finanziare progetti concreti di sostegno all’economia africana e asiatica, sul territorio da cui partono i migranti, non rientra nel loro universo mentale. Né viene loro in mente che il signorino Macron, per il quale fanno il tifo, e che i suoi porti li tiene ben chiusi, finanzia la Francia impoverendo una ventina di Paesi africani ai quali impone la sua vecchia moneta, inesistente ormai sul nostro continente ma validissima a sud del Mediterraneo; e neppure che l’accoglientissima e civilissima signora Angela Merkel ha dato istruzioni alla signorina Carola Rackete per sferrare un colpo basso al governo italiano, mettendo in una posizione difficile davanti all’opinione pubblica mondiale col rifiuto d’ingresso a Lampedusa della nave Sea Watch.
E si noti che, mentre in Italia e nel mondo si discuteva se fosse giusto o ingiusto tenere una quarantina di persone a bordo della nave, e impedir loro di sbarcare, e dai mass-media asserviti alle oligarchie si dava a credere all’opinione pubblica che il governo italiano negasse ai naufraghi i più elementari diritti internazionalmente riconosciuti, e facesse strame di ogni senso di umanità, circa 200 migranti sono tranquillamente sbarcati sull’isola dopo esservi giunti con i propri mezzi, cioè a bordo di barconi e canotti; e nessun mezzo della Guardia Costiera si è sognato di impedir loro l’attracco. Il che significa che il governo italiano vieta l’ingresso in porto alle navi delle o.n.g., quelle che vanno a prelevare i migranti presso le coste libiche e poi li scarrozzano direttamente in Italia, evitando la rotta più breve (che li porterebbe a Malta o in Tunisia), ma non lo vieta e non lo ha mai vietato alle persone che si trovano realmente in pericolo di fare naufragio, perché viaggiano a bordo d’imbarcazioni sovraccariche e fatiscenti, peraltro controllate dalla malavita organizzata nordafricana. Ma chi glielo spiega ai laureati e ai geni della sinistra che le cose stanno così, e che la chiusura dei porti non è un atto ostile e inumano nei confronti dei poveri, ma un gesto difensivo nei confronti del traffico di esseri umani? E chi glielo spiega che le navi delle o.n.g, sono finanziate da Soros, lo stesso Soros che sguinzaglia i suoi uomini in Africa a fare propaganda nei villaggi affinché i giovani di venti o trent’anni partano per l’Europa – non i vecchi e i bambini; non i malati e i denutriti; non le vittime di guerre e carestie, ma giovani forti e muscolosi, la speranza dell’Africa — e che se il miliardario ebreo, specializzato in criminali speculazioni finanziarie a danno di mezzo mondo, avesse davvero a cuore la sorte degli africani, con la decima parte delle somme che spende per finanziar tali programmi, potrebbe dare un’opportunità preziosa a milioni di africani, di bambini, di famiglie, di attività economiche, sovvenzionando delle attività produttive e assistenziali nel loro continente?
Qualcuno obietterà: ma uno dei più accesi sostenitori della linea dell’accoglienza senza se e senza ma è il papa, non qualche politico della sinistra; non vorremo per caso sostenere che anche lui ha interesse a fiancheggiare l’opera di Soros e della grande finanza speculativa, o che anche lui è sul libro paga dei poteri oligarchici che hanno deciso, nei loro imperscrutabili disegni (vedi riunioni del Gruppo Bilderbergb e della Commissione Trilaterale, e vedi Piano Kalergi), di distruggere l’unità etnica, spirituale, culturale dell’Europa? Ecco, appunto: qui il problema infittisce; perché una bella fetta di quel 20 o 22% di italioti progressisti è formata da cattolici; cattolici che sono i più sfegatati, i più esagitati fautori del’accoglienza e della solidarietà, intese nella maniera che abbiamo testé detto. E allora, proviamo a rispondere. Tanto per cominciare, il signor Bergoglio si veste da papa e si comporta come se fosse papa, ma non lo è. È stato eletto in maniera gravemente irregolare, sia perché gesuita, e i gesuiti non possono diventare papi, sia, soprattutto, perché la sua elezione è stata programmata da un gruppo di pressione che ha costretto alla sue dimissioni il suo predecessore, e che poi, nella persona del defunto cardinale Gottfried Danneels, ha avuto pure l’improntitudine di vantarsi della sua bella performance, definendola opera della mafia di San Gallo: tutte cose che incorrono nella più grave censura canonica fra quelle possibili, ossia la scomunica latae sententiae. Ma a parte questo, e a parte la mediocrità e il servilismo dei personaggi che ruotano attorno alla corte del falso papa, incensandolo come si faceva con i peggiori dittatori del passato e giurando e spergiurando su ogni sua minima esternazione, resta il fatto che i veri pastori della Chiesa, come il cardinale guineano Robert Sarah, hanno, sulla questione dei migranti, delle convinzioni diametralmente opposte a quelle del signor Bergoglio e dei suoi fedelissimi. Pensano che si tratti di un gigantesco inganno a danno degli africani, ingannati da false promesse e condannati a divenire carne umana per i trafficanti del Mediterraneo; e di un gravissimo pericolo per i popoli europei, i quali, favorendo questa auto-invasione spacciata per accoglienza, stanno creando le basi per la loro estinzione, e fra le altre cose per la scomparsa del cristianesimo dal loro continente, destinato a venir sostituito dall’islamismo. Così pensa e così parla un vero conoscitore dell’Africa e un vero pastore di anime, il cardinale Robert Sarah, che i suoi studi li ha fatti in Francia, dove, oltre ad apprezzare la cultura profana europea, la letteratura, la filosofia, l’arte, la musica, la scienza, il diritto, si è formato sul pensiero dei Padri della Chiesa, di Sant’Agostino e di san Tommaso, oltre che sul Vangelo e sulla Tradizione; e che se deve fare delle citazioni, cita più volentieri Gesù Cristo che non il signor Bergoglio, e più volentieri il Vangelo che non il Concilio Vaticano II, perché sa e vede e comprende benissimo che nella Chiesa odierna è in atto una silenziosa ma tenace e capillare apostasia, la quale si accinge a rivelarsi apertamente in occasione del prossimo sinodo dell’Amazzonia, il cui documento preparatorio è stato definito apostatico fin d’ora da un uomo dello spessore del cardinale Raymond Burke: uno dei quattro che firmarono la richiesta di chiarimenti ad Amoris laetitia, e che non ebbero mai l’onore non diciamo di una risposta, ma neppure di una accusa di ricevuta dal misericordioso, benevolo e francescano papa che attualmente siede in Vaticano, anzi nella casa di Santa Marta, sotto la vigilanza di un tipico esponente della lobby gay che oggi spadroneggia nella Curia romana, monsignor battista Ricca, noto in entrambi gli emisferi per le sue prodezze gay fin da quando era nunzio apostolico in Uruguay ed era un personaggio ben noto alle forze dell’ordine di Montevideo, tanto che al Vaticano fu chiesto di riprenderselo e non lasciarlo più tornare da quelle parti.
Resta perciò la domanda: come fanno i cattolici progressisti a mandar giù per buone tutte le balle e le mistificazioni smerciate dai poteri oligarchici, come se fossero verità sacrosanta? La risposta è inscritta nel loro statuto ontologico: un cattolico progressista non è, né potrebbe essere, un vero cattolico, ma sarà, per forza di cose, un progressista travestito da cattolico, quindi una persona intellettualmente disonesta. Il cattolicesimo non è conservatore o progressista; il cattolicesimo è il cattolicesimo. Sul terreno politico esiste libertà di opinioni, entro certi limiti, per i cattolici: non opinabile, ad esempio, è il fatto che un cattolico serio e coerente non potrà mai e poi mai dare il suo consenso a un partito che sponsorizza l’aborto, le unioni di fatto, i matrimoni gay, l’eutanasia, e che disprezza ogni santo giorno, con parole e con atti legislativi, la famiglia naturale. Però sul versante religioso, che in fin dei conti è il solo che dovrebbe interessargli in quanto cattolico, non vi è dubbio che non c’è posto per due o tre o quattro differenti maniere di essere credente: come dice san Paolo, esiste un solo Vangelo, quello di Gesù Cristo; e chi ne predica uno diverso, fosse pure un angelo del cielo, deve essere considerato al di fuori della Chiesa. La verità è che i cattolici progressisti, che hanno sempre in bocca le parole magiche di libertà religiosa, ecumenismo, dialogo, accoglienza, inclusione, si servono del Vangelo per portare avanti una rivoluzione dentro e fuori la Chiesa, al termine della quale del cattolicesimo non resterà nulla, ma emergerà, secondo i loro disegni, un mondo nuovo e più giusto, dove ci saranno la pace, la fratellanza e la condivisione, una via di mezzo fra il paradiso del Buon Selvaggio e la società riformata di Lutero, o meglio ancora degli anabattisti; un mondo dove non ci sarà posto per i credenti delle "vecchie" religioni, dunque neanche per i cattolici, i quali saranno guardati con disprezzo e compatimento, come pericolosi fomentatori di divisioni e come poveri sciocchi, accecati dal fanatismo e da una interpretazione letteralistica e superstiziosa delle Scritture. Non ha forse messo nero su bianco, il signore argentino, un documento, condiviso con un’alta autorità islamica, nel quale si afferma che è Dio stesso, nella sua infinita sapienza, a volere che al mondo ci siano tante fedi, nessuna delle quali deve pretendere di esser depositaria della verità assoluta? Cari cattolici, se avete creduto, per quasi duemila anni, di avere avuto la fortuna e la grazia di aderire alla sola religione vera, alla sola che conduce alla salvezza e alla vita eterna, vi siete sbagliati della grossa, e si sono sbagliati quelli che ve l’hanno insegnato, vale a dire tutti i papi anteriori al Concilio Vaticano II, tutti i documenti del Magistero, tutta la Tradizione e l’esempio della vita di tutti i Santi. Ora è tempo di aprire gli occhi: è arrivato il genio del vero cristianesimo, il signore catapultato dalla fine del mondo per levarvi la benda e far sì che possiate ammirare, per la prima volta, il vero volto della vostra religione, sino ad oggi mascherato e contraffatti da un oscuro complotto di preti conservatori. No, non è la trama del nuovo best-seller di Dan Brown: è la realtà della contro-chiesa massonica dei nostri dì; una chiesa senza muri e fatta solo di ponti, una "chiesa" in uscita anche e soprattutto da se stessa. Ma chi glielo spiega, ai cattolici progressisti? In quanto progressisti, loro sanno già tutto e sono sempre nel giusto.
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