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I progressisti odiano la realtà in nome dell’ideologia

Quelli della sinistra, i progressisti, i liberali, i democratici postmoderni, i globalisti, i buonisti, i super-garantisti, i misericordiosi, quelli che vogliono sempre gettare ponti e abbattere muri, sono gente altamente pericolosa, specialmente se (per caso) sono in buona fede: perché appartengono alla razza malata e infelice di chi vuol dare torto alla realtà piuttosto che ammettere di avere delle idee sbagliate, e quindi, per "dimostrare" l’indimostrabile, cioè che la realtà ha torto e le loro idee sono giuste, possono arrivare a qualsiasi estremo, a qualsiasi follia, a qualsiasi aberrazione, senza pudore, senza decenza, senza fermarsi davanti a nulla e a nessuno. Sono convinti, per esempio, che la famiglia "tradizionale" fa schifo: che è una stanza degli orrori, un luogo di sevizie psicologiche, di sopraffazione sessista, di mortificazione della donna, di repressione dei figli, un idolo eretto per la gloria del maschio padrone: e allora, pur di dimostrare che le cose stanno così, eccoli tutti impegnati ad attaccare la famiglia, a denigrarla, a calunniarla, a perseguitarla legalmente e per via psichiatrica; eccoli impegnati, sul fronte degli assistenti sociali, a strappare i figli ai loro genitori e darli in affido ai loro amici progressisti, alle associazioni progressiste di aiuto all’infanzia rifiutata, alle coppie progressiste, meglio se coppie gay perché questo rappresenta, per loro, il massimo della rivincita e della soddisfazione: far vedere che le "famiglie arcobaleno" funzionano meglio di quelle "tradizionali", che avere due genitori dello stesso sesso è, per un bambino, cosa assai migliore che avere due banali genitori di sesso diverso, e che in tali ambienti c’è comunque la cosa essenziale, l’amore, mentre l’uomo e la donna non sono capaci di altrettanta affettività e di altrettanta abnegazione.

Ed eccoli, coerentemente con tale assunto, propagandare la sospensione della crescita ormonale nell’adolescenza, incoraggiare i genitori a verificare se i loro figli non desiderino, per caso, cambiare sesso (chissà mai chi avrà messo loro una simile pulce nell’orecchio? I sedicenti esperti di educazione sessuale sul tipo di Luxuria, i quali vanno in giro per gli asili e per le scuole, invitati e approvati da dirigenti e insegnanti); e mettere a disposizione della società delle strutture sanitarie dove, a spese di tutti i contribuenti, i maschietti che vogliono realizzare la loro vera natura diventando delle femminucce, e le femminucce che vogliono diventare dei maschietti, potranno coronare il loro sogno e andare incontro a una vita felice e realizzata. E pazienza se le statistiche dicono il contrario, e cioè che dopo una simile operazione, specie se fatta nell’adolescenza, ben raramente la persona raggiunge un proprio equilibrio emotivo e affettivo; e se i casi di depressione, di tentato suicidio e di suicidio sono talmente frequenti, che, se divenissero di dominio pubblico, sarebbero di per se stessi la più eloquente smentita delle tesi dei progressisti, assertori della sessualità liquida, del cambio di sesso a piacere e dell’eccellenza delle famiglie arcobaleno, specie per quanto riguarda l’allevamento della prole. Pazienza anche se, nel caso della morale cattolica, un simile tipo di "famiglia" (ci scotta la lingua il fatto di adoperare la parola famiglia, pur mettendola fra virgolette) sia qualcosa di semplicemente inconcepibile: nulla ferma il signor Bergoglio sulla via della solidarietà e dell’inclusione, e allora eccolo ricevere con grandi sorrisi e con parole di lode e di alto apprezzamento due donne, unite a formare una coppia lesbica, editrici di libri di propaganda lesbica e seminatrici, fra i bambini, di "favole" dove l’amore gay è esaltato e celebrato, in modo tale che le nuove generazioni si abituino, sin dall’età infantile a considerare queste cose come perfettamente buone, belle e naturali. E gli effetti di questa contro-educazione sono già evidenti: provate a chiedere a un bambino di dieci anni cosa ne pensa di due uomini che si sposano e vogliono avere dei bambini, o di due donne che vanno a viver insieme vogliono metter su famiglia, e vi accorgerete che, appunto negli ultimi anni, qualcosa è sopraggiunto a modificare radicalmente, nei bambini, la percezione del vero e del falso, del giusto e dell’ingiusto, del bene e del male, rispetto a ciò che pensavano i bambini fino a circa dieci anni fa.

A questo risultato ha molto contribuito la svolta gay-friendly impressa dalla banda di Bergoglio alla dottrina cattolica, la quale, più che una svolta, è stato un capovolgimento. Più in generale, infatti, il sedicente papa e la sua sedicente chiesa "cattolica" sono stati completamente acquisti dalla inumana ideologia che pretende di riscrivere la storia, e la natura stessa, per piegare la realtà dei fatti e costringerla a inchinarsi davanti a lei: cos’è questa brutta faccenda che i bambini nascono solo dall’unione di un uomo e di una donna? È una vera prepotenza di genere, un insulto e una beffa alla società dei diritti: che ciò non sia mai! E allora ecco la fecondazione eterologa per le coppie lesbiche; ecco la pratica dell’utero in affitto per le coppie di gay maschi; ed ecco per queste e quelle la pronta solidarietà, la comprensione, la benevolenza di vasti settori della chiesa progressista, e l’incalzante richiesta, da parte dei suoi esponenti più "sensibili" e "illuminati", che almeno lei, la chiesa, cessi da ogni discriminazione e che predisponga la santità del matrimonio anche per loro, s’intende dopo la frequenza di un corso di affettività per "fidanzati" omofili. In altre parole, ecco la richiesta sindacale che il Sacramento, cioè la Grazia di Dio, scenda sui sodomiti bramosi di vivere insieme felici e contenti. Siano all’assurdo: non è l’uomo che si riconosce peccatore e chiede a Dio il dono della Grazia; ma è Dio che, secondo costoro, si china sul peccatore e lo riassicura che il peccato non è più peccato, che ciascuno è libero di seguire il proprio istinto anche il più disordinato; e che la il magistero della Chiesa, insegnando diversamente, ha sbagliato per millenovecento anni, predicando una "pedagogia della paura". Il: va’ in pace, e non peccare più, rivolto da Gesù Cristo all’adultera, è trasformato in un: va’ in pace, e pecca quanto vuoi, perché il peccato non è più tale se ti permette di realizzare la tua parte più profonda. Che cosa resta della vera dottrina cattolica e della vera morale cattolica, a questo punto? Nulla, assolutamente nulla. Questi signori hanno liquidato la Chiesa cattolica e l’hanno sostituita con una contro-chiesa satanica: sono degli ignobili traditori e come vanno considerati.

Oppure, tornando alla società civile, facciamo un altro esempio: quello dei rom. Le persone dure e senza cuore, razziste ed egoiste, ritengono inammissibile che una intera popolazione goda del diritto di vivere di furti e traffici illeciti a spese della comunità che la ospita, senza pagare le tasse, né il canone d’affitto delle case, né smaltire i rifiuti, né mandare i propri figli a scuola, né rispettare le norme della più elementare convivenza civile con le altre persone; ma i progressisti, sia laici che clericali (il signor Bergoglio ne ha fatto il motivo centrale del suo "messaggio" durante la visita ufficiale in Romania, dove gli zingari sono particolarmente malvisti dal resto della popolazione) sono certi, certissimi, che se i poveri rom vivono di furti e di espedienti illegali, ciò avviene a causa dell’esclusione e dell’emarginazione sociale, cioè del fatto che il resto della società non fa alcuno sforzo di comprensione e di benevolenza verso di essi. Detto, fatto: per risanare il degrado in cui versavano le comunità dei rom soggiornanti nell’area milanese, in via Martirano, il sindaco progressista Giuliano Pisapia ha stanziato 642 mila euro per costruire venti villette, ammobiliate e con giardinetto, per ospitare altrettante famiglie di nomadi, soprattutto di provenienza bosniaca; e a quella cifra bisogna aggiungere un 300.000 euro spesi dalla giunta Sala per demolire una piazzola di calcestruzzo e ripulire l’area dalla montagna di rifiuti che l’ammorbavano. Totale, circa un milione di euro per dare a Milano l’invidiabile primato di aver realizzato, come allora si disse — era il 2014, sono passati cinque anni — il più bel campo nomadi d’Europa: una felice realizzazione della convivenza fra culture e popolazioni diverse, tanto cara all’ideologia della sinistra. Il risultato, però, ha dato torto, ancora una volta, all’ideologia, e ha messo tutti quanti di fronte alla dura realtà dei fatti. Il campo rom è di nuovo un covo di sporcizia e illegalità diffusa; le immondizie continuano ad accumularsi; gli abitanti delle strade vicine lamentano furti a ripetizione; la maggioranza dei nomadi non si degna di pagare neanche l’affitto agevolato offerto loro dal comune; il traffico di automobili rubate in tutta Europa ha in quel luogo la sua centrale strategica e operativa; e quanto all’integrazione, meglio non parlarne addirittura.

Questi sono i fatti, che piacciano o non piacciano; mentre l’ideologia dei buonisti e dei progressisti sta a zero. A questo punto, cosa dovrebbero fare le persone in buona fede? Ammettere lo sbaglio e lasciare che la realtà dei fatti parli da sé e insegni a tutti la sua dura lezione. Ma un simile atteggiamento di umiltà di fronte ai fatti non rientra nel quadro mentale del progressista: il progressista è un signore che ha sempre ragione, specie quando sono in ballo i suoi sacri principi filantropici, buonisti e femministi; a sbagliare sono gli altri, sempre gli altri, fossero pure loro soli a battersi contro il mondo intero. Se qualcuno ha ascoltato i sermoni politici di don Fabio Corazzina alla televisione, in tema di migranti e di accoglienza (due parole, si badi, migranti e accoglienza, entrambe taroccate, cioè distorte a significare altro da ciò che è nella realtà dei fatti, e che noi usiamo per mera convenzione), lo avrà udito affermare che, se la maggioranza degli italiani condivide l’atteggiamento del ministro dell’Interno, Salvini, ciò lo rattrista, perché significa che stanno sbagliando di grosso; salvo poi indignarsi e alterarsi se qualcuno gli fa notare che ciò è come dare degli stupidi alla maggioranza degli italiani. Lungi da noi pensare che la maggioranza, di per sé, abbia sempre ragione; ma da qui ad avanzare il parallelo col fascismo, come subito fa don Corazzina e come fanno tutti i democratici ogni volta che devono toccare con mano quanto la gente comune sia lontana dalle loro idee aberranti e farneticanti, ce ne corre. E lo diciamo, anche in questo caso, prendendo per buona la convenzione del poltically correct, secondo la quale basta pronunciare la parola "fascismo" per evocare la cosa peggiore che si possa immaginare nell’ambito della politica: il che naturalmente è vero solo per i bacchettoni della sinistra, abituati al riflesso condizionato e manicheo della falsa dialettica fascismo/antifascismo per dare sempre torto a quelli che non la pensano come loro. Vedete? Voi siete in tanti, ma anche quelli che davano il loro consenso a Mussolini erano tanti, essi amano dire, con un misto di velenosità e di mala fede. Di velenosità, perché è troppo comodo criminalizzare chi dissente dalle loro idee, evocando subito i fantasmi del passato; di mala fede, perché per settant’anni questi signori ci hanno detto e ripetuto, fin dai banchi di scuola delle elementari, che il popolo italiano non ha mai approvato, bensì subito il fascismo; che la maggioranza di esso lo aborriva, e che solo grazie all’uso della forza Mussolini è riuscito a mantenersi al potere per un ventennio; mentre ora ci vengono a dire, candidamente, pur di zittire l’interlocutore, l’esatto contrario. O forse lo fanno anche per un altro motivo: mano a mano che si rendono conto di perdere, loro sì, i consensi, e di estraniarsi sempre più dal sentire comune del popolo, cercando riguadagnare terreno alimentando il ricatto morale dei sensi di colpa: Voi italiani, che avete sostenuto Mussolini, che non vi siete ribellati alle leggi razziali: ne avete, di crimini da espiare! Dunque, ora non fate tanto i gradassi, datevi una calmata, cercate di essere umili: se c’è stato l’Olocausto, è stato anche per colpa del fascismo, che la maggioranza di voi, e se non voi dei vostri genitori, e se no dei vostri nonni o bisnonni (come nella favola del lupo e dell’agnello) ha approvato, aderendo a quello, che è stato il Male Assoluto. Un concetto, quest’ultimo, certificato solennemente perfino dal leader del partito neofascista, Gianfranco Fini, con tanto di kippah sulla testa, in segno di personale contrizione.

Che fare di fronte a persone che non si lasciano insegnar nulla dalla realtà e che seguitano, imperterrite, a dar torto ai fatti, pur di dar ragione a se stesse e alla propria sballata ideologia? Ideologicamente, sono delle menti bacate; spiritualmente, delle anime perse; socialmente, delle mine vaganti, pericolosissime per la convivenza pacifica. E lo vediamo ogni giorno. Che dire del parlamentare Scalfarotto, in quota al Partito Democratico, il quale si precipita a visitare in carcere i due assassini americani del povero carabiniere Cerciello Rega, per verificare che non subiscano chissà mai quali maltrattamenti, dopo che è circolata un foto che ritrae uno dei due legato su una sedia, con una benda a coprirgli gli occhi? E che dire del suo collega di partito Gozi, il quale accetta di entrare a far pare del governo di Macron, come se passare dall’esecutivo italiano a quello francese fosse la cosa più naturale del mondo? E lo è, dal suo punto di vista, perché il ragionamento è chiaro: Visto che gli italiani non capiscono più nulla, visto che stanno diventando un branco di populisti e sovranisti e non danno retta alle sagge parole dei signori progressisti, anzi non ascoltano più nemmeno il papa, io me ne vado col progressista Macron (!?), quello sì che è una mente illuminata, uno che coltiva la vera idea di Europa e così almeno potrò dare il mio contributo alla battaglia di civiltà per fare di questo continente un luogo aperto, accogliente, dove si integrano tutti, i rom e i fondamentalisti islamici. E dove tutti potremo godere le meraviglie della sodomia istituzionalizzata, della libera droga, della libera eutanasia, ecc. E se qualcuno sarà così retrivo da non gioirne, ci penseremo noi: per prima cosa gli toglieremo i figli e li daremo a persone più degne.

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi. Fondatore e Filosofo di riferimento del Comitato Liberi in Veritate.
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