
Cosa sono la verità e il bene, e cosa non sono
8 Giugno 2019
La distruzione della teologia: come te la racconto
9 Giugno 2019C’è un parroco di un paese abruzzese, Avezzano, che è uscito dall’anonimato e si sta godendo il suo momento di celebrità mediatica per una intervista rilasciato alla trasmissione La Zanzara di Radio 24. Non ne faremo il nome, perché non se lo merita; così come non se lo meritano gli altri preti simili a lui che riempiono, anzi intasano, le cronache della chiacchiera quotidiana: quello che si rifiuta di celebrare la Messa del santo Natale, per "rispetto verso i migranti"; quello che si rifiuta di far recitare il Credo ai suoi parrocchiani, perché tanto, lui, non ci crede; quello che appende un cartello sulla porta della sua chiesa, con la scritta Vietato l’ingresso ai razzisti, dove i razzisti sono, ovviamente, tutti gli italiani che non sono d’accordo con l’auto-invasione africana ed islamica mascherata da solidarietà e accoglienza (e intanto lui ne ospita un bel po’ nei locali parrocchiali, li porta in piscina perché, poveretti, d’estate soffrono il caldo, e se qualcuno di loro si fa beccare dalla polizia a spacciare droga ai giardini, lo scusa dicendo che è stata solo una sciocchezza e che non era giusto trasferirli in altro luogo); quello che presenta una coppia di lesbiche davanti all’altare e che edifica i fedeli, nel mezzo della santa Messa, celebrando la bellezza del loro reciproco amore, purtroppo offuscato da una nube, l’impossibilità, per ora, di unirle sacramentalmente davanti a Dio; quello che, con l’approvazione del suo vescovo, tiene un corso di affettività per le coppie omofile, e per farlo sceglie, come sede, un convento di suore; quello che, sempre alla televisione, dichiara tranquillamente che l’Atto di dolore è una preghiera brutta e deleteria, e che non vede l’ora che venga totalmente abbandonata; quello che fa da testimone di nozze al matrimonio civile di due uomini, uno dei quali animatore scout, e si schiera contro il suo diretto superiore, il parroco che si è permesso d’invitare quel signore a fare un gesto di coerenza e a lasciare la sua attività in parrocchia, e così contribuisce a isolarlo e a farlo mandar via dal vescovo dialogante e inclusivo (ultimissimo significato del verbo includere: cacciar fuori i veri cattolici); e così via. L’elenco sarebbe lunghissimo. Molti di loro hanno un blog o sono comunque attivissimi sui social. Parlano e parlano, scrivono e scrivono. Ci vien detto che i preti ormai sono pochi e sovraccarichi delle loro responsabilità pastorali; che uno solo, non di rado, deve servire due o perfino tre parrocchie; anzi che le parrocchie, propriamente parlando, non ci sono più, ci sono le unità pastorali che accorpano diverse parrocchie sotto la cura di uno o due preti. Ci dicono, loro stessi, di essere talmente indaffarati da non aver tempo di visitare gli anziani, di andare a benedire le case (ma forse anche perché non credono al significato della benedizione), però trovano sempre il tempo per postare commenti, per rilasciare interviste a radio e televisioni, per scioccare i loro parrocchiani, anche e soprattutto nel bel mezzo della Messa, dichiarando cose che contraddicono frontalmente il vero Magistero, offendono la pietà e il sensum fideilium della gente e strumentalizzano smaccatamente il Vangelo. Inoltre, se non hanno tempo per i vecchi, i malati e i poveri che hanno la colpa di avere la pelle bianca, sono sempre disponibili a trovarlo per i rom, i sinti, gli africani, anche clandestini, anche delinquenti, inventandosi, sull’esempio del loro capobanda Bergoglio, ogni sorta di falsità e di cialtronerie blasfeme, per esempio che anche Gesù era un profugo, che la Sacra Famiglia era composta da migranti, e che accogliere qualunque clandestino si presenti in Italia è come accogliere Gesù Cristo, quindi non è solo un bel gesto, ma un preciso dovere di ogni vero cristiano, e chi non è d’accordo non è un cristiano e farebbe meglio a sparire. Parimenti essi dicono, scrivono e ripetono che Salvini è un orco, che la sua politica è inumana e anticristiana, e che un vero cristiano mai e pi mai può dargli il suo voto, perché ciò equivarrebbe a un tradimento nei confronti della propria religione. Se poi Salvini mostra il Rosario e se invoca la protezione della Vergine Maria sul popolo italiano, si fanno prendere dalle convulsione e con la schiuma alla bocca, come altrettanti posseduti, si mettono a strepitare che quei gesti e quelle parole sono intollerabili; che Salvini è il nuovo Satana e che sta profanando i simboli sacri; eccetera, eccetera.
Ma tornando al parroco di Avezzano, e inquadrando il suo caso nella cornice psicologica ed emotiva del dopo elezioni per il Parlamento europeo dl 26 maggio 2019, che ha visto una strepitosa affermazione della Lega, vale la pena di riportare alcune delle migliori "perle" della sua intervista, così che chiunque sia dotato di sanità intellettuale e un certo grado di buona fede possa giudicare da sé e farsi un’idea esatta del fenomeno che egli rappresenta:
Confermo tutto quello che ho detto tempo fa. Le ultime scelte che sta facendo lo riconfermano, tipo la chiusura dei porti. Salvini è il ministro dell’Inferno, io lo chiamo Selfini. (…) Il ministro andrebbe portato davanti al tribunale internazionale per crimini contro l’umanità. Calpesta il Vangelo, portare il rosario è una cosa oscena. (…) Salvini è un delinquente e fascista che trascina il Paese nella bassezza disumana. (…) Prende voti? Mussolini ne prendeva di più. (…) Anche le piazze di Berlino quando c’era Hitler erano piene. (…) Lo Stato deve restare aperto agli immigrati, come fece l’America con noi. (…) Gli immigrati italiani in America hanno portato la mafia, di che cosa ci lamentiamo?. (…) Salvini deve scomparire per il bene del Paese, lo dico a tutti. (…) Ho votato per il Pd, dico a tutti di non votare Salvini,e il Papa fa bene a non riceverlo, non è un buon cristiano. (…) Salvini è come Hitler. Hitler metteva i disgraziati nei forni, lui li butta nel mare.
Queste cose il buon prete le va dicendo da parecchio tempo e le aveva già anticipate in un’altra intervista radiofonica di un anno fa. A quanto pare, il suo vescovo lo lascia fare; tanto, lui non è mica come don Alesandro Minutella, il quale si è permesso di criticare il signor Bergoglio ed è stato scomunicato ufficialmente, e cacciato dalla sua parrocchia palermitana in quattro e quattr’otto. Riassumendo il suo pensiero:
1) Salvini non è il ministro dell’Interno, regolarmente nominato dopo che vi sono state elezioni democratiche e un giuramento davanti al Presidente della Repubblica, ma il ministro di un nuovo speciale dicastero, il dicastero dell’Inferno;
2) Salvini andrebbe trascinato davanti a un tribunale internazionale e processato per crimini contro l’umanità;
3) Salvini calpesta il Vangelo e sfrutta oscenamente la devozione al santo Rosario;
4) Salvini è un "delinquente" e un "fascista" e trascina il popolo italiano verso l’abiezione morale e la disumanità;
5) È vero che Salvini ha avuto moltissimo voti, ma la stesa cosa succedeva con Mussolini;
6) Salvini riempie le piazze di folla, ma anche Hitler le riempiva, quindi la sua popolarità è malvagia e immorale, perché come Hitler metteva la gente nei forni crematori (viva?), lui la butta in mare (questa veramente ci giunge nuova; al contrario, ci risulta che i morti in mare, che annegano e non sono gettato fuori bordo, sono da addebitarsi a chi li incoraggia a mettersi in mare su barconi fatiscenti e stracarichi);
7) L’Italia deve spalancare le frontiere marittime e terrestri a qualsiasi flusso migratorio e accogliere chiunque lo voglia, come faceva l’America un tempo (cosa non vera, perché il governo americano stabiliva i contingenti delle singole etnie e rimandava indietro gli indesiderati e i clandestini, e che, comunque, non tiene conto delle lievi differenze fra gli Stati Uniti di un secolo fa e l’Italia di oggi);
8) Gli italiani non hanno alcun diritto di lamentarsi della criminalità portata dagli stranieri e specialmente dai clandestini, perché anche i nostri emigranti, a suo tempo, esportarono la mafia, dunque non sarebbe coerente lamentarsi (questa è una piatta ripetizione di quanto detto a suo tempo dal rozzo e ignorante impostore argentino);
9) La sola cosa buona che potrebbe fare Salvini è quella di sparire; in che modo, fisicamente o moralmente, non viene detto; la frase comunque ricorda la soluzione finale del sinistro personaggio evocato dal parroco e accostato proprio a Salvini);
10) Gli italiani non devono votare per la Lega, semmai prendere esempio da lui che vota per il PD; e complimenti al papa che si rifiuta di ricevere un simile personaggio, che è un così cattivo cristiano (mentre gli uomini del PD, evidentemente, sono "buoni", dato che sono favorevoli all’aborto, all’eutanasia, alle unioni omofile, eccetera).
Non vale la pena di confutare approfonditamente le singole affermazioni di questo signore vestito da prete, che abusa del suo abito (si fa per dire: non è certo vestito da prete che rilascia interviste) per diffondere concetti che non hanno la minima attinenza con la sua missione sacerdotale e per fare smaccatamente propaganda politica ed elettorale, scomunicando formalmente un determinato partito e consigliando in maniera palese di votare per un altro. Il tutto col piglio del rivoluzionario, del barricadiero, anche se in realtà sa benissimo di avere le spalle coperte, sia perché cita Bergoglio, sia perché, quanto a scomuniche e suggerimenti politici, non fa altro che ripetere ciò che i vescovi singolarmente, e la CEI in forma ufficiale, hanno detto e ripetuto. Dunque, con tutte le sue arie da pasionario e da "Che" Guevara fuori tempo massimo, il don in questione si fa forte della protezione di una contro-chiesa che ha scelto la politica invece della cura d’anime, e non la politica in senso generico, ma proprio la politica in senso partitico, cioè ha scelto di schierarsi platealmente per il partito di sinistra che rappresenta la negazione vivente di tutti i valori morali del Vangelo. Ma non si tratta di una novità, anzi, è una costante dei sedicenti intellettuali, grandi, piccoli e minuscoli, della sinistra nostrana, dal 1968 in poi: assumere le pose del titano che sfida, lui solo, niente meno che gli dei dell’Olimpo, sapendo benissimo di avere, dietro le spalle, la schiacciante maggioranza degli organi d’informazione, delle televisioni, dei senati accademici, delle case editrici, e anche, sotto sotto, dei poteri forti della finanza (oltre che, più in concreto, lo stipendio assicurato). Come in questo caso, con George Soros in veste di nume protettore di tutti i migrazionisti, laici e consacrati, e di cooperatore di tutti gli scafisti impegnatissimi a far salpare le loro carrette del mare stracariche di migranti, facendosi pagare da 3 a 6 mila euro per ciascuno: come e da chi provate a immaginare). Questo ci riporta al quesito di fondo che pone l’esistenza di preti come quello di Avezzano, ormai talmente numerosi da rappresentare una bella fetta del clero secolare (per quello regolare, vedi le prodezze discografiche e televisive di suor Cristina) e cioè: a che tipo antropologico appartengono? Da dove saltano fuori? Perché sono quello che sono?
Certo, volendo di potrebbe liquidare in fretta tali domande. I preti vengono fuori dai seminari; e se i preti come quello di Avezzano sono sempre più numerosi, sempre più arditi e sempre più decisi a proseguire sulla strada della politicizzazione integrale del cristianesimo, ricordandosi di citare Gesù Cristo solo per avvalorare le loro pretese politiche, cioè riducendo Gesù Cristo alle dimensioni di un semplice agitatore sociale con chiare simpatie rivoluzionarie, ciò dipende dal fatto che nei seminari, oggi, si insegnano tali cose. Non si insegna più la teologia, non quella cattolica, almeno, semmai quella modernista; non si insegna più l’apologetica, perché sarebbe una mancanza di riguardo verso le altre fedi religiose, tutte — dice Bergoglio — ugualmente volute da Dio, quindi ugualmente buone e belle; non si insegna più la morale cattolica, ma il relativismo e il soggettivismo, perché chi siamo noi per giudicare?, visto che non giudica nemmeno il papa, e poi perché a dirci cosa è bene e cosa è male basta la nostra coscienza individuale; né si insegna più la sacra liturgia, perché vige la fantasia in parrocchia, e ogni prete ha carta bianca di far quel che vuole, anche cantare le canzonette, ballare e suonare la chitarra, se così gli piace; né si insegna più la storia della Chiesa, perché sarebbe un’intollerabile forma di etnocentrismo. E che cosa si insegna, allora? Che Dio è il padre di tutti gli uomini (cosa non vera: gli uomini diventano figli di Dio, se lo vogliono; ma possono anche rifiutarsi di esserlo, e in tal caso sono figli del diavolo) e che il vero cristiano è, coerentemente, chi non predica che Dio è cattolico, bensì che ogni culto va bene, e guai a far preferenze o esclusioni (a meno che si tratti, appunto, di cacciare i cattolici brutti e cattivi, che non ci stanno; quelli, è meglio che se ne vadano fuori dai piedi). Ma una tale risposta, è chiaro, non basta, perché non ci dice perché nei seminari si pratichi questo tipo d’insegnamento ai futuri preti. La cosa che più colpisce, comunque, e che offre la miglior chiave di lettura di questo fenomeno antropologico, è la risoluta negazione della realtà, quando non si accorda con gli schemi ideologici della sinistra. La Lega prende tanti voti, Salvini è molto popolare? Anche Hitler era molto popolare e Mussolini prendeva tanto voti. Qui, evidentemente, c’è un salto logico: non si cerca di capire i fatti, ma li si condanna aprioristicamente sotto il profilo morale. Le cose cattive, secondo questi sedicenti preti, non dovrebbero esistere: se esistono, si deve ignorarle. Esse non son l’aborto, l’eutanasia, le unioni omofile, ma la difesa della civiltà cristiana e la rivendicazione della propria identità. Complimenti…
Fonte dell'immagine in evidenza: RAI