
Chi vuole la rivoluzione protestante nella Chiesa?
15 Marzo 2019
Come mai i credenti non si sono accorti di nulla?
16 Marzo 2019Quel che ci sta accadendo, come cittadini italiani e come cattolici della Chiesa di Roma, è che siamo vittime di un immenso, mostruoso tradimento. Le autorità dello Stato e i vertici della Chiesa hanno adottato delle strategie antinazionali e anticattoliche, favorendo deliberatamente la distruzione dello Stato e della Chiesa, e calpestando il bene dei cittadini e dei credenti. Per quanto riguarda lo Stato, il tradimento si è consumato in due direzioni: nella servile obbedienza verso i poteri finanziari internazionali e verso la Banca Centrale Europea e nella accettazione del debito fasullo quale peccato originale che l’Italia deve pagare, mentre l’obiettivo di quelle forze finanziarie è metter le mani, colla scusa del debito pubblico – inesistente, anche perché ampiamente già pagato, senza calcolare gl’interessi usurai) sul sostanzioso risparmio privato degli italiani, il più alto d’Europa e uno dei più alti al mondo; e, sull’altro versante, favorendo in ogni modo le migrazioni/invasioni provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo, così da scaricare sul nostro Paese milioni di africani, e adottando verso di essi politiche di accoglienza, comprensione, indulgenza, anche in presenza di gravi reati contro la persona, contro l’ordine pubblico e contro il patrimonio, come se i cittadini italiani che pagano le tasse e rispettano le leggi fossero cittadini di serie B, mentre i clandestini sprovvisti di documenti e di difficilissima identificazione, possono usufruire di tutti i privilegi e di tutti i meccanismi di sostegno economico, giuridico e legale. Il tutto con la compiacenza di pubblici amministratori che tengono mano ai profitti illeciti realizzati da alcune cooperative che vincono, talora in maniera assai strada, e perfino senza aver presentato la domanda, le gare di appalto per assicurarsi il business dell’accoglienza, gonfiando poi le cifre dei sedicenti profughi e offrendo loro servizi scadentissimi, fino al punto di servire cibo per maiali e di non costruire i servizi igienici e le fognature, come da contratto; salvo poi ottenere liquidazioni da capogiro invece di dover restituire gli illeciti guadagni ottenuti frodando lo Stato, cioè il cittadino contribuente. Intanto, però, la grancassa dei mass-media politicamente corretti, cioè di quasi tutti i mass-media nazionali e di molti fra quelli locali, vorrebbe dare a intendere che le politiche dell’accoglienza indiscriminata sono mosse unicamente da preoccupazioni umanitarie e da sensibilità etiche; e dipinge come razzisti, egoisti, crudeli, populisti, e magari (sai che originalità) fascisti, quelli che puntano il dito contro questo sporco mercato che parte dalle coste della Libia, mediante la complicità con gli scafisti di quel Paese, e approda trionfalmente nei nostri porti e nei nostri comuni, con sindaci e amministrazioni generosi, progressisti, umanitari, filantropi, tutti protesi nel progetto dell’integrazione e dell’inclusione, e difesi a spada tratta da una magistratura che, viceversa, giunge a richiedere l’incriminazione di un ministro dell’Interno che ha osato ritardare di ben cinque giorni lo sbarco dell’ennesima nave carica di falsi profughi e di falsi disperati e affamati (tanto affamati che erano pronti a inscenare lo sciopero della fame se non ottenevano di poter sbarcare al più presto, senza documenti e senza esser mai stati in condizioni di chiedere legittimamente accoglienza in Italia, ma semmai a Malta e in Tunisia, presso le cui coste avevano navigato, ma avendo tutt’altro obiettivo che quello di essere "salvati" da immaginari pericoli marittimi, bensì quello di sbarcare a ogni costo sul suolo del Bel Paese pieno di preti, sindaci e politici fautori sfegatati di una auto-invasione che ormai non si danno più nemmeno il disturbo di camuffare in altra maniera.
I cattolici, poi, sono vittime di un raggiro e di una macchinazione ancora, se possibile, più gravi e più odiosi, perché la posta in gioco è la sopravvivenza del cattolicesimo, inquinato, adulterato, falsato e capovolto ormai ogni giorno da una serie di affermazioni e di pratiche che stanno sovvertendo interamente la dottrina e la morale cattoliche. Per fare solo un esempio: la Chiesa ha sempre condannato la pratica omosessuale come un peccato molto grave al cospetto di Dio; ma ora Bergoglio riceve in Vaticano una delegazione di "cattolici omosessuali", non in quanto persone, ma in quanto militanti di una organizzazione LGBT che si proclama cattolica e il cui scopo è sovvertire la dottrina della Chiesa in materia sessuale. Ciò equivale, come è stato fatto notare, a una vera e propria svolta del Magistero: è come se il signore argentino, che non osiamo chiamare papa, perché non lo è e non lo vuol essere, avesse scritto di suo pugno una enciclica per derubricare l’omosessualità dall’elenco delle pratiche che la Chiesa considera peccaminose. Non aveva alcun diritto di farlo, ma lo ha fatto. Proprio lui, che parla sempre di sinodalità e di collegialità; proprio lui, che fin dall’inizio, con falsa e studiata modestia, aveva voluto chiamarsi solamente "vescovo di Roma", sta mutando, d’imperio, il Magistero della Chiesa, semplicemente mettendo i cattolici di fronte al fatto compiuto. Chi ha deciso che la sodomia è diventata una cosa lecita, e addirittura bella e buona? Nessuno, ufficialmente. Però, ricevendo quella delegazione della Chiesa britannica, auspice il solito vescovo gay-friendly, quello di Westminster, e facendosi fotografare insieme a loro, in Piazza san Pietro, dopo l’udienza generale del mercoledì delle ceneri, di fatto è come se la dottrina cattolica fosse stata cambiata e totalmente rovesciata. È logico: il signore argentino ha messo al centro la prassi, e con la scusa della carità, ha di fatto scavalcato la dottrina: in questo modo, con l’apparenza di un fare misericordioso e pieno di sollecitudine verso il prossimo, ha aggirato l’ostacolo (che per lui è tale: per lui, in quanto nemico della fede cattolica) del Magistero, e ha creato un "magistero" parallelo, liquido, pieghevole, flessibile, da usare con un ariete per sfondare gli ultimi "muri", cioè gli ultimi pezzi della vera dottrina, ma che, all’occorrenza, si può sempre nascondere, occultare nelle pieghe di una "pastorale" spettacolaristica e sostanzialmente idolatrica, incentrata sulla sua persona, nella quale si parla sempre meno di Gesù Cristo: al punto che costui è capace di fare interi viaggi "apostolici", come quello in Myanmar e Bangla Desh, senza neppure fare il nome del nostro Signore; però nominando, in compenso, per celebrarli con parole magniloquenti, Buddha e l’islam. Ma del resto, che importanza ha, nominare o no Gesù Cristo? Dal momento che Dio non è cattolico… E intanto, con ossessionante ripetitività il signore argentino che usurpa il nome e le finzioni di romano pontefice, usa continuamente la sua autorità per diffondere un messaggio politico: evviva l’immigrazione; l’immigrazione è una cosa buona; i cattolici hanno il dovere dell’accoglienza; l’islam è una religione di pace; il terrorismo islamico semplicemente non esiste (non stiamo inventando nulla, sono tutte citazioni letterali dai suoi discorsi). Si vede che i cristiani perseguitati a morte, decapitati, crocifissi, costretti a fuggire a migliaia, a milioni, dai loro Paesi (perché in tutti i Paesi islamici i cristiani esistevano da secoli prima che nascesse il profeta Maometto), sono vittime del raffreddore, o del morbillo, o magari di una percezione esagerata del pericolo.
Le cose, arrivati a questo punto, sono diventate evidenti. Eppure milioni e milioni di italiani, milioni e milioni di cattolici non le vedono; continuano a non volerle vedere. Abbiamo pertanto il dovere di chiederci che cosa faccia da schermo ai loro occhi; che cosa blocchi la loro capacità di capire; che cosa faccia scattare in essi dei fortissimi meccanismi psicologici di autocensura. E, in particolare, che cosa impedisca agli italiani di capire che la loro classe dirigenti li ha venduti, li sta tradendo e sta sacrificando ad oscuri poteri finanziari il loro legittimo interesse nazionale, la loro sicurezza, la loro stessa sopravivenza; e cosa impedisca ai cattolici di capire che il loro papa, i loro vescovi e il loro clero — non tutto, ma una parte notevole di esso — hanno perso la fede e vogliono contrabbandare per dottrina cattolica e per morale cattolica una serie di pratiche e stili di vita — dal divorzio, all’aborto, all’eutanasia, alle unioni omofile, alla manipolazione genetica e a pratiche contro natura, come l’utero in affitto – che sono la radicale negazione del Vangelo e della stessa idea dell’uomo e della sua dignità, propria del cristianesimo; e intanto favoriscono accesamente una sostituzione di popolazione che trasformerà i Paesi cattolici, a cominciare dall’Italia, entro pochissimi decenni, in Paesi a maggioranza islamica, con poche chiese ancora aperte, e moltissime moschee. Al posto del suono delle campane, ci sarà il richiamo del muezzin; al posto del Padre nostro, la preghiera quotidiana verso la Mecca; e al posto delle Beatitudini, la legge coranica. A quel punto vedremo — o meglio, vedrà chi ci sarà — che fine faranno le associazioni LGBT, le signore femministe radica-chic e i progressisti al caviale, nonché i magistrati di sinistra che prendono sempre le parti dei clandestini, e condannano i cittadini italiani che fanno, a loro rischio e pericolo, il proprio dovere, ad esempio, i bigliettai o i capitreno che fanno scendere i viaggiatori senza biglietto, per non parlare di reati assai più gravi; allora si vedrà che posto verrà riservato a loro nella società post-italiana e post-cattolica, cioè in quel pezzo di Africa musulmana in cui sarà stato trasformato il nostro Paese. E soprattutto si vedrà che ruolo sarà riservato ai fedeli cattolici, quelli che ancora ci saranno, e se ce ne saranno; non quelli che già oggi sono cattolici solo di nome: non quelli, per intenderci, che si riconoscono nel signore argentino il quale ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, ha sottoscritto col Grande Imam Ahmad al Tayyeb un documento nel quale si afferma che Dio stesso, nella sua sapienza, ha voluto l’esistenza di fedi diverse; i quali non rappresentano un fastidio per alcuno, tranne per chi vorrebbe restare e morire davvero cattolico. Un documento che parla della fratellanza umana in senso puramente terreno, o meglio massonico, e che i sedicenti cattolici progressisti si sono affrettati a sbandierare come uno straordinario risultato del loro idolo (nel senso letterale del termine), Bergoglio, e come un merito storico a favore della pace che gli verrà riconosciuto nei secoli dei secoli. Anche se in molti Paesi islamici i cristiani seguitano ad essere ammazzati e vessati, e anche se in alcuni non possono avere una chiesa, né celebrare una Messa, neppure a porte chiuse e in un locale privato.
Resta da capire che cosa impedisca agli italiani e ai cattolici di assumere la piena consapevolezza che è in atto questo duplice, odioso tradimento contro di loro, contro i loro diritti, contro i loro valori, contro tutto ciò che hanno realizzato col lavoro, col sacrificio e col risparmio; contro la loro stessa sopravvivenza e contro quella dei loro figli e nipoti. Le ragioni sono, in realtà, parecchie, in questa società "liquida" ove nulla è chiaro e definito, ma ogni cosa appare multiforme ed elusiva, come se fosse avvolta in una spirale di nebbia; ma quelle più importanti sono, a nostro giudizio, due. La prima è il risultato di una lunga, silenziosa, diuturna sostituzione dell’intelligenza critica con i meccanismo automatici diffusi dai mass-media, i quali, guarda caso, sono tutti controllati dal grande potere finanziario, e quindi ripetono ad ogni istante gli stessi ritornelli preconfezionati, con impressionante sincronismo, modificando e condizionando persino il linguaggio, fino al punto che la grande maggioranza delle persone (o piuttosto ex persone) rinuncia a pensare con la propria testa e si affida ciecamente a ciò che dicono radio, giornali e televisione, per giunta con l’ingenua convinzione di aver capito tutto per filo e per segno e perciò di essere in grado, e ancor più in diritto, di esprimere un proprio punto di vista, motivato e argomentato; mentre costoro non fanno altro che ripetere come pappagalli le filastrocche che hanno letto sui giornali o udito nel corso dei programmi televisivi, e che sono diffuse da "autorevoli" giornalisti, studiosi, professori universitari e sedicenti esperti di ogni genere, tutti però accomunati da un medesimo conformismo politically correct. La seconda ragione ha a che fare con l’incredulità rispetto a una congiura così vasta e articolata e ad un tradimento così scandaloso e totale, al punto da non avere precedenti nella storia. Mai, fino ad ora, si erano viste le élite dirigenti condurre deliberatamente i loro popoli verso il baratro, al preciso scopo di distruggerli, o quanto meno disarticolarli e ridurli a una massa informe, impoverita, spaventata, frustrata, incapace di reagire in qualsiasi modo al suo fatale, inevitabile destino. Vi è qualcosa d’incredibile e inaccettabile, perfino di mostruoso nell’idea che un presidente della Repubblica si comporti non da presidente degli italiani, come ha giurato di fare al momento di assumere la carica, ma da agente della grande finanza internazionale e da servile esecutore dei voleri della Banca Centrale Europea, contro i suoi concittadini e contro l’interesse nazionale; e che si adoperi per danneggiare il governo in carica, regolarmente eletto dal voto popolare. E altrettanto dicasi di un papa che non agisce da papa, né parla come un papa dovrebbe parlare, ma agisce e parla come un Gran Maestro d’una loggia massonica, e continuamente offende, turba e amareggia i credenti, ferendoli in ciò che di più intimo e delicato ha la loro fede, e disorientandoli come di certo un vero pastore non si sognerebbe mai di fare, avendo ben presente il terribile monito di Gesù Cristo: guai a chi dà scandalo anche a uno solo di questi piccoli. Il tutto con la complicità e la connivenza di gran parte dei cardinali e dei vescovi e d’una bella fletta del clero, secolare e regolare e senza che la massa dei fedeli laici dia segnali espliciti di reazione. In queste condizioni, uscire dal modo di essere della folla/gregge è difficile. Per farlo è necessaria una certa capacità di pensiero critico: ma i membri di questa società, cittadini e credenti, da molto tempo hanno smesso di pensare.
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